Archivi tag: bancarotta fraudolenta

Bancarotta fraudolenta, arrestato ex presidente del Rende Franco Ippolito Chiappetta

COSENZA – I militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle indagini dirette da questa Procura della Repubblica di Cosenza, hanno eseguito una misura cautelare personale nei confronti di un imprenditore cosentino operante nel settore della produzione di bitumi e calcestruzzo, indagato per il delitto di bancarotta fraudolenta. Si tratta di Franco Ippolito Chiappetta, ex presidente del Rende Calcio.

Contestualmente, i Finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria hanno eseguito un sequestro preventivo di nr. 2 complessi aziendali costituenti l’oggetto delle condotte distrattive. Nello specifico, all’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica bruzia ed eseguite anche mediante l’ausilio di intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari e minuziose ricostruzioni contabili, è emerso che il principale indagato ha posto in essere, nel tempo, plurime e reiterate condotte di bancarotta fraudolenta, attraverso contratti d’affitto e cessione di ramo d’azienda con i quali venivano distratti cespiti aziendali e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, a vantaggio di una società di nuova costituzione, sempre riconducibile allo stesso indagato.

Inoltre, lo stesso schema fraudolento veniva replicato anche con un’altra società, dichiarata fallita nei giorni scorsi dal Tribunale di Cosenza, il cui patrimonio veniva di fatto svuotato attraverso contratti di fitto e cessione di ramo d’azienda.

Le attività investigative poste in essere contestualmente allo svolgimento dei principali atti distrattivi consentivano di descrivere compiutamente le condotte perpetrate dagli indagati e di sottoporre a sequestro i 2 complessi aziendali. La gravità delle condotte di bancarotta accertate, la loro reiterazione nel tempo ed il grave pericolo di inquinamento probatorio hanno consentito di richiedere ed ottenere i provvedimenti cautelari personali e reali eseguiti in data odierna. L’operazione condotta con efficacia e concretezza dalla Guardia di Finanza, sotto la costante direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, testimonia l’attenzione investigativa a contrasto dei fenomeni illeciti a sfondo economico finanziario che sottraggono risorse pubbliche ed alterano lo sviluppo del libero mercato e della concorrenza leale

Fallimento Ofin, il sindaco Occhiuto accusato di bancarotta fraudolenta

COSENZA – Un nuovo avviso di garanzia è stato notificato stamane dalla Guardia di Finanza al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e riguarda fallimento della Ofin, di cui il sindaco di Cosenza era rappresentante legale. Si ipotizza un presunto buco da tre milioni di euro.

I militari delle Fiamme Gialle si sono presentati stamane a Palazzo dei Bruzi per la notifica dell’avviso di chiusura indagini.

Al primo cittadino di Cosenza viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Non è stata applicata alcuna misura cautelare

Bancarotta fraudolenta, sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro

VIBO VALENTIA – I finanzieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo e per equivalente, per un importo di oltre 2,3 milioni di euro, emesso dal locale Tribunale, avente per oggetto n. 2 società, comprensive dei rispettivi complessi aziendali, riconducibili a 7 soggetti, appartenenti al medesimo nucleo familiare, operanti nel settore della grande ristorazione nella città turistica di Pizzo Calabro.

L’operazione rappresenta l’epilogo di una complessa attività d’indagine in materia economico-finanziaria svolta nel settore fallimentare, eseguita dalle fiamme gialle sotto la costante direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, dottoressa Benedetta Callea. La meticolosa inchiesta, condotta dai militari del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria, ha permesso di disvelare un fraudolento sistema che ha condotto un’impresa al fallimento, distraendone rami aziendali produttivi, attraverso la scissione e la cessione degli stessi ad altre società appositamente create, generando una “scatola vuota”, depredata e gravata da soli debiti.

I diversi amministratori di fatto e di diritto, nominati nel tempo, tutti indagati, hanno condotto al fallimento la prima impresa attraverso il sistema della spoliazione dell’attivo patrimoniale, mediante la creazione di due aziende gemelle della fallita, operanti nel medesimo settore economico, nelle quali venivano fatti confluire beni e poste attive, con l’unico intento di non soddisfare le pretese creditorie accumulate, tra cui in modo principale l’erario.

Per tale motivo, in esecuzione del provvedimento emesso dall’Autorità giudiziaria, i finanzieri hanno sottoposto a sequestro, finalizzato alla successiva confisca, un bar, 4 immobili, disponibilità finanziarie ed un veicolo, al fine di garantire il ceto creditorio e la corretta pretesa erariale, poiché l’impresa aveva parimenti sottratto al fisco oltre 1 milione di euro di imposte non versate. L’operazione conclusa si inserisce pienamente nell’ampio dispositivo trasversale ed unitario di natura economico-finanziaria, messo in atto quotidianamente dalla Guardia di Finanza a tutela dell’erario, dei creditori e delle imprese sane, in un territorio che vede anche una diffusa presenza della criminalità organizzata.

Non pagava le tasse e occultava i guadagni, denunciato imprenditore

ROSSANO (CS) – La Guardia di Finanza della Compagnia di Rossano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ha denunciato, all’esito di complesse investigazioni effettuate, un imprenditore del rossanese, G.C. di anni 59, accusato del reato di bancarotta fraudolenta documentale e distrattiva, avendo occultato ricavi per oltre 1,7 milioni di euro. L’attività eseguita rappresenta l’epilogo di complesse ed articolate indagini espletate dalle Fiamme Gialle, dirette dal Procuratore Dott. Eugenio Facciolla, coadiuvato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Flavio Serracchiani. L’inchiesta trae origine dalle risultanze di un’attività di natura tributaria già avviata dai Finanzieri a partire dal 2015, finalizzata al controllo del corretto adempimento alle normative tributarie da parte di una società della città bizantina, esercente attività di commercio di capi d’abbigliamento. Le Fiamme Gialle, all’esito dell’attività ispettiva, appuravano che le scritture contabili erano state tenute in maniera irregolare non essendo aggiornate dal 2010. L’imprenditore non aveva inoltre presentato le dichiarazioni dei redditi per ben 4 annualità consecutive, dal 2010 al 2013, risultando quindi evasore totale e completamente sconosciuto al Fisco. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, grazie alla meticolosa attività ispettiva basata su ricerche di documentazione e riscontri extracontabili, l’imprenditore aveva occultato al Fisco una base imponibile pari a circa 1.700.000 €. Sulla base di tali risultanze, l’imprenditore veniva denunciato a questa Procura della Repubblica che disponeva l’instaurazione di un procedimento penale per violazione dell’art. 5 del d.lgs. 74/2000 (omessa presentazione della dichiarazione dei redditi), richiedendo ed ottenendo – nell’ambito dello stesso – l’immediata emissione da parte del G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari del sequestro preventivo per equivalente sui beni nella disponibilità del denunciato al fine di tutelare la pretesa erariale.  Gli ulteriori approfondimenti investigativi richiesti alle Fiamme Gialle hanno consentito di appurare che l’imprenditore era stato nel frattempo dichiarato fallito dal Tribunale di Castrovillari e che erano state sottratte alla procedura del fallimento merci acquistate per 1.700.000 euro. I Finanzieri ricostruivano, infatti che le rimanenze di magazzino costituite da capi d’abbigliamento erano state distratte attraverso vendite “in nero”, in danno ai creditori della società fallita. L’imprenditore è stato quindi denunciato per il reato di bancarotta fraudolenta, previsto all’art. 216 della legge 267/1942, poiché con la sua condotta, avendo, mediante artifizi documentali e contabili, occultato i propri ricavi nonché sottratto e alienato le scritture contabili, ha distratto beni societari e reso difficoltosa la ricostruzione del proprio volume d’affari e del proprio patrimonio al solo scopo di creare danno ai creditori. Il reato societario prevede la pena della reclusione fino ad un massimo di 10 anni. L’attività svolta evidenzia la particolare attenzione profusa dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e dalla Guardia di Finanza di Cosenza a contrasto della criminalità economica e finanziaria e di tale tipologia di reati che, di fatto, arricchiscono chi li pone in essere, a danno dei creditori delle società fallite, con riverberi negativi sull’economia locale e nazionale.

Bancarotta fraudolenta, sequestrati beni a una coppia di coniugi

CASTROVILLARI  (CS) – La Guardia di Finanza di Castrovillari ha dato esecuzione a una ordinanza di misure cautelari personali e contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, emesse
dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di B.M., di anni 46, e B.A., di anni 40, coniugi di Altomonte accusati dei reati di bancarotta fraudolenta documentale e distrattiva.
In particolare, in relazione alla gestione fallimentare di una società di San Lorenzo del
Vallo esercente attività di smaltimento di rifiuti, venivano avviate indagini di polizia
giudiziaria finalizzate a verificare la possibile bancarotta fraudolenta della società in quanto le
casse societarie risultavano svuotate e l’impresa spogliata di beni per un valore pari a
circa 4.300.000 euro, a danno dei creditori.
Dall’analisi della documentazione reperita nel corso delle indagini e da perquisizioni,
emergevano gravi indizi di frode in capo all’amministratore della società fallita, e ad altra
persona con lui concorrente nei reati contestati, entrambi destinatari dei provvedimenti
giudiziari restrittivi della libertà personale.
Di fatto, l’amministratore della società in dissesto economico, mediante artifizi documentali e
contabili, nonché attraverso la presentazione di falsi bilanci, trasferiva fraudolentemente la
gran parte dei beni dell’impresa ad una nuova società amministrata dal concorrente nel
reato – a tutt’oggi operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti – e che era stata da loro
stessi creata nella stessa sede.
In particolare, mediante l’espediente dell’aggiornamento degli atti catastali ad opera della
complice, moglie e amministratore della nuova società, veniva accatastato a favore di
quest’ultima, a titolo di proprietà, un intero complesso aziendale composto da capannone
industriale, uffici, alloggi e macchinari.
L’amministratore è stato destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre
per l’altra persona indagata il giudice ha disposto l’obbligo di firma presso le Forze di polizia.
I finanzieri hanno inoltre posto sotto sequestro beni mobili ed immobili sottrattati
fraudolentemente alla procedura fallimentare, per un valore pari ad 850.000 euro.

Denunciati due imprenditori per bancarotta fraudolenta

CROTONE – Due imprenditori, originari rispettivamente di Roma e del reggino, sono stati denunciati dal Nucleo di Polizia Tributaria di Crotone per bancarotta fraudolenta nell’ambito di un’indagine delegata dalla locale Procura della Repubblica sul fallimento di una società di capitali crotonese operante nel settore turistico-alberghiero, avvenuto nel dicembre 2013. Per l’imprenditore reggino è inoltre scattata l’aggravante della recidiva, essendo stato già condannato per analogo reato. Da preliminari accertamenti era emerso che l’azienda era stata posta in liquidazione volontaria nel 2001 senza un motivo ben preciso; tuttavia, la minuziosa attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle pitagoriche ha consentito di rilevare come la società, nonostante l’obbligo di scioglimento sancito dal codice civile, avesse continuato ad esercitare l’attività effettuando operazioni finanziarie e di gestione in danno dei propri creditori. In questo modo si è determinato, nel tempo, l’aumento esponenziale delle perdite che all’atto della sentenza di fallimento ha superato i tre milioni di euro. A conclusione dell’indagine i finanzieri hanno inoltre accertato la sparizione di parte della documentazione contabile, tra cui il registro dei beni ammortizzabili, allo scopo di ostacolare la ricostruzione della movimentazione degli affari e dei beni patrimoniali dell’impresa.

Bancarotta ed evasione fiscale, sequestrati 7,5 milioni di beni a società

ROSSANO (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Rossano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno posto sotto sequestro beni e valori per un totale superiore ai 7 milioni di euro nei confronti di due società responsabili di reati di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale.
Gli amministratori legali delle società, operanti nel settore edile, dal 2010 ad oggi, hanno omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi ed attuato un iter distrattivo e di alienazione dei beni posseduti e della titolarità delle quote, al fine di sottrarsi agli obblighi fiscali. Le società, una volta costituite, operavano regolarmente sul mercato per un paio d’anni per poi essere cedute con contestuale “svuotamento” del patrimonio aziendale e cessione dei beni strumentali alla produzione.
Ne derivava una condizione di insolvenza in danno ai creditori e l’inevitabile fallimento. Al fine di rendere maggiormente difficoltosa la ricostruzione della bancarotta fraudolenta le società venivano intestate a soggetti esteri e la sede legale trasferita fittiziamente in località di mero comodo. La ricostruzione delle attività di impresa veniva altresì ostacolata attraverso la distruzione o la denuncia di smarrimento dello scritture contabili obbligatorie per legge.
Al termine dell’attività investigativa sono stati posti sotto sequestro preventivo “per equivalente” beni per circa 7.500.000€, riferibili agli amministratori legali delle due società e considerati dagli investigatori come il frutto delle condotte criminose omissive degli obblighi tributari materializzate dalle due compagini societarie.
Tra i beni sequestrati figurano abitazioni, rapporti bancari, quote societarie, terreni, magazzini, depositi, auto e moto di lusso e mezzi pesanti da lavoro, alcuni dei quali erano stati alienati dalle due società ad altre compagini, riconducibili agli stessi amministratori, poco prima della dichiarazione di fallimento. Le accuse rivolte agli amministratori coinvolti sono di bancarotta fraudolenta, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali e di occultamento e distruzione delle scritture contabili obbligatorie.

Crotone, denunciato imprenditore per bancarotta fraudolenta

guardia-di-finanza-1CROTONE -I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Crotone hanno denunciato per bancarotta fraudolenta il titolare di una società operante in provincia. Le indagini disposte dalla locale Procura della Repubblica, muovono dal fallimento di una società di persone dichiarato dal Tribunale nel maggio del 2014. Le investigazioni dei finanzieri hanno permesso di ricostruire la distrazione di beni e, nello specifico, la sottrazione alla massa fallimentare degli automezzi della società. Ad insospettire le Fiamme Gialle la vendita di tali beni perfezionata in epoca antecedente alla dichiarazione di fallimento. Ulteriori controlli hanno permesso di accertare, altresì, la sottrazione delle rimanenze di magazzino e la mancata registrazione di alcune fatture attestanti un debito nei confronti di un fornitore di materie prime.

 

Fallimento della società raccolta rifiuti Proserpina, otto persone rinviate a giudizio

VIBO VALENTIA –

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Vibo Valentia, Monica Lucia Monaco, ha sciolto la riserva e ha rinviato a giudizio 8 persone accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta nell’ambito della gestione della società mista pubblico-privato “Proserpina S.p.a.” che si occupava della raccolta dei rifiuti nel Vibonese. Fra i rinviati a giudizio figura anche il consigliere regionale del Partito democratico, Michele Mirabello, che oggi ricopre anche la carica di segretario provinciale del Partito Democratico. Mirabello dovrà rispondere del reato di concorso in bancarotta fraudolenta, quale ex componente del Consiglio di amministrazione della “Proserpina” stessa. La prima udienza del processo sarà il 5 maggio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Le altre sette persone rinviate a giudizio sono: Giuseppe Betrò e Giandomenico Pata, a suo tempo revisori dei conti della Proserpina; Giuseppe Ceravolo (già assessore provinciale), Domenico Scuglia, Gino Citton, Marcella De Vita e Ciro Orsi, tutti ex amministratori, con vari ruoli, della società. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero falsificato i bilanci della società arrivando ad accumulare, secondo l’accusa, un passivo fallimentare di quasi 10 milioni di euro, ma evitando la liquidazione ottenendo finanziamenti pubblici dal commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Una parte dei finanziamenti sarebbe finita ad altre società costituite dagli stessi soci privati della “Proserpina”. La curatela fallimentare della “Proserpina” si è costituita parte civile con l’avvocato Enzo Cantafio.

Arrestato imprenditore per bancarotta

SINOPOLI (RC) – Un imprenditore, M.R., di Sinopoli è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Palmi per bancarotta fraudolenta. L’arresto è stato eseguito su disposizione del Tribunale di Palmi che ha accolto la richiesta del Procuratore, Giuseppe Creazzo, e del sostituto Enzo Bucarelli. L’imprenditore ha sottratto un milione e 200 mila euro dal patrimonio aziendale prima del fallimento della società. Alcune scritture contabili sono state nascoste e distrutte.