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Bergamini, rinviata a giudizio per omicidio l’ex fidanzata Internò

CASTROVILLARI (Cs) – È stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio Isabella Internò, l’ex fidanzata di Donato “Denis” Bergamini, il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre 1989 sulla statale 106, nei pressi del Castello di Roseto Capo Spulico. Lo ha deciso il gup di Castrovillari Fabio Lelio Festa accogliendo la richiesta del pm Luca Primicerio.

La prima udienza del processo è stata fissata per il 25 ottobre prossimo.

Isabella Internò è accusata di concorso in omicidio di Bergamini aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. In aula non erano presenti né la Internò né la sorella di Bergamini Donata.
Nel corso dell’udienza, l’avvocato Angelo Pugliese, difensore di Isabella Internò, nella sua arringa durata circa tre ore, ha illustrato le tesi della difesa chiedendo il non luogo a procedere per la propria assistita.

La famiglia Bergamini è rappresentata dall’avvocato Fabio Anselmo che su Facebook ha rilasciato un breve commento: «Oggi per me è una giornata di grande soddisfazione professionale e personale. Finalmente ci sarà il processo per l’assassinio di Denis Bergamini.».

La Bergamini è in Promozione

COSENZA –  Grande soddisfazione per l’ A.S.D. Denis Bergamini Rossoblù nella stagione 2020/2021 parteciperà, per la prima volta nella storia del club, al campionato di Promozione. È stato ufficializzata, infatti, l’acquisizione da parte della nostra squadra del titolo sportivo dell’ A.S.D. San Marco. 

Le parole del presidente Michele Casciaro:

«Innanzitutto è doveroso ringraziare il presidente del San Marco, Antonio Chianelli, per la realizzazione di tutta l’operazione. Oggi siamo felici in quanto la Denis Bergamini Rossoblù compie un passo avanti nell’ottica di crescita sportiva. Questo sancisce un importante successo di una famiglia unita che, nel 2017 per merito del Main Sponsor L. F. M.,il direttore generale Antonio Fratto e il direttore sportivo Francesco Tangari ha avuto inizio dalla terza categoria. Infine, condividiamo questa soddisfazione con Donata Bergamini che ci ha concesso di portare sulla maglia il nome di un grande uomo,calciatore e icona della comunità bruzia».

Bergamini, addio a papà Domizio. Ha lottato 30 anni per la verità sul figlio

COSENZA – «Oggi è un giorno tristissimo per tutti noi: ci saluta Domizio papà di Denis. In questi anni abbiamo imparato a volergli bene, tanto, e speravamo di poter un giorno gioire con lui urlando al mondo intero che giustizia era stata fatta! Non è stato così. Ci lascia una persona perbene, un amico, un padre che sin dal 18 novembre 1989 ha urlato disperatamente ma con gran dignità che il figlio era stato ucciso. Non gli hanno dato ascolto…». Questo le parole di Nunzio Garofalo, dell’associazione “Verità per Denis”, per annunciare la triste notizia della scomparsa di Domizio Bergamini, papà di Denis, calciatore del Cosenza di fine anni Ottanta. E già sono tanti i messaggi di vicinanza e cordoglio di Cosenza e di tutta la Calabria sportiva. Come quello del Cosenza calcio: «Il Presidente Eugenio Guarascio e la Società Cosenza Calcio esprimono profondo cordoglio per la morte di Domizio Bergamini, padre di Donato, il compianto centrocampista rossoblù. Domizio e la sua famiglia si sono battuti per far emergere la verità sulla morte di Denis. Alla figlia Donata e all’intera famiglia le nostre condoglianze».

Da trent’anni ormai, papà Domizio, insieme all’instancabile figlia Donata, combatteva sempre in prima fila per sapere cosa fosse realmente successo all’altro figlio Donato, per tutti Denis, la notte del 18 novembre 1989 sulla Statale Jonica 106 al chilometro 401, a Roseto Capo Spulico (CS), dove fu ritrovato, cadavere, a pancia in giu sull’asfalto, davanti alle ruote di un camion carico di mandarini di 138 quintali. Da subito la versione “ufficiale” che parla di suicidio non convince i familiari che, nonostante i tanti depistaggi, misteri e bugie, per tre lunghissimi decenni, hanno lottato per aver verità e giustizia.
«Ciao Domizio, ora potrai abbracciare il tuo amato Denis». Cosenza non ti vorrà mai dimenticare. 

 

Facciolla, al via la petizione contro il trasferimento. «Si rischia nuovo insabbiamento caso Bergamini»

COSENZA – Di seguito riportiamo il testo della petizione contro il trasferimento del procuratore capo Eugenio Facciolla dalla Procura di Castrovillari a quella di Potenza, promossa da Concetta Tiano (leggi qui). 

«AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA QUALE PRESIDENTE DEL CSM
On. Sergio MATTARELLA,
AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
On. Alfonso BONAFEDE,
AL PROCURATORE GENERALE PRESSO LA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE
Dott. Giovanni SALVI,
AL PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE D’APPELLO DI CATANZARO
Dott. Otello LUPACCHINI,
AL PRIMO PRESIDENTE DELLA SUPREMA CORTE
Dott. Giovanni MAMMONE,
ALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI
Pres. Dott. Luca PONIZ ,

Sgomenti ed increduli ci ha lasciati l’assurdo provvedimento intrapreso nei confronti di un Magistrato italiano di grandissimo rilievo e spessore morale, quale il dott. Eugenio Facciolla Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari
(CS).
La sezione disciplinare del CSM, ha deciso la misura cautelare del trasferimento di sede con cambio di funzioni.
Questa decisione viene spiegata con una motivazione alquanto discutibile, sulla quale tutto il Paese si sta interrogando.
Il dott. Facciolla dovrà andare a Potenza come “semplice” giudice civile per aver violato, secondo la relazione della togata Paola Braggion, i doveri di imparzialità, correttezza e riserbo. Avrebbe fornito, a chi non era legittimato, dati sensibili, abusando della sua funzione favorendo una società che si occupa di intercettazioni.
Il provvedimento fa seguito all’inchiesta della Procura di Salerno che vede il dott. Facciolla indagato per atto contrario ai doveri d’ufficio. Quello che ci lascia
meravigliati è che il provvedimento possa essere stato adottato per comportamenti per i quali a Salerno è intervenuta l’archiviazione su richiesta del Pm.
Altro dato singolare è che per l’archiviazione non si è avuta cura di diffondere la notizia, cosa che, al contrario, è accaduta nel momento dell’apertura delle indagini.
E’ risaputo che il dott. Eugenio Facciolla non sia un Procuratore Capo qualsiasi, ma un magistrato integerrimo, una persona realmente per bene, con alle spalle una carriera di vera lotta alla criminalità organizzata e non, basti pensare al caso Bergamini. E’ stato proprio Facciolla a far riaprire le indagini sulla misteriosa morte del calciatore del Cosenza Donato Bergamini, fatta passare per suicidio. Si era quasi giunti alla verità, dopo trent’anni di depistaggi. Ed invece ora, col suo trasferimento, si rischia che tutto venga di nuovo insabbiato.
Un uomo schivo, lontano dalla mondanità e da quei salotti dove, invece, chi li frequenta cerca solo notorietà. Forse proprio questo dà fastidio di un uomo come Facciolla ? Ci sono “poteri” che tremano sotto il peso delle sue azioni o decisioni ?
Noi sottoscritti cittadini, che ancora crediamo nell’alto senso dello Stato e nella Magistratura libera da pressioni di qualsivoglia natura, chiediamo che il Paese intero si muova a favore del dott. Facciolla e del Suo reintegro immediato.
Chiediamo che il CSM, nella persona del Suo Presidente, voglia respingere questo provvedimento.
Ci auguriamo che l’Organo di autogoverno possa tener conto della solidarietà manifestata al Procuratore Capo Facciolla, evitando, così, quell’isolamento che distrugge e devasta più di ogni altra cosa.
Con questa petizione non vogliamo condizionare l’autorità competente, che sarà chiamata ad esprimersi sul caso nel pieno diritto delle proprie decisioni, ma
sensibilizzare la Stessa a valutare attentamente i fatti, affinchè lo stesso Magistrato possa essere al più presto reintegrato e possa proseguire quell’attività che lo vede impegnato, da oltre vent’anni, ovvero ricercare la Verità dietro cui, spesso, si nascondono personaggi potenti e settori deviati dello Stato.
Con questa sottoscrizione diamo voce ai cittadini semplici, liberi da condizionamenti politici o da altro, mossi soltanto da senso di giustizia e lealtà verso un fedele servitore dello Stato e verso una terra, la Calabria, figlia di un Sud tanto bello ma altrettanto martoriato.
La Calabria e l’Italia tutta hanno bisogno di Uomini del calibro del Dott. Eugenio Facciolla.».

Link della petizione qui.

Per ulteriori informazioni e per aderire alla petizione si può scrivere a t.concetta@yahoo.it.

Bergamini, raccolta firme contro trasferimento Facciolla

COSENZA – Parte da Roma, e precisamente dalla signora Concetta Tiano, calabrese originaria di Corigliano-Rossano e dipendente della Città Metropolitana di Roma Capitalela mobilitazione popolare per il  trasferimento di sede e di funzione, deciso nei giorni scorsi dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, riguardante il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla (foto).

«Per chi è mio amico davvero, e soprattutto per chi crede ancora alla Giustizia: facciamoci sentire, non lasciamo solo un magistrato che in Calabria ha fatto arrestare tantissimi delinquenti» 

L’iniziativa è finalizzata a far giungere una corposa raccolta di firme contro il trasferimento del magistrato, da inviare al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in qualità istituzionale di Presidente del Consiglio superiore della magistratura, al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al procuratore generale della Corte di Cassazione, al procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro, al primo presidente della Corte di Cassazione ed agli organi d’informazione, «per contribuire a far giungere la voce dei cittadini onesti che insistono nel credere nella magistratura».

Per contattare la dottoressa Tiano si può scrivere a t.concetta@yahoo.it.

Donata Bergamini: «Vorrei tanto conoscere le ragioni»

E sul trasferimento di Facciolla da Castrovillari a Potenza torna a parlare Donata Bergamini, la sorella del calciatore Denis ucciso nel 1989, sul cui caso stava indagando il procuratore. «Sul caso Facciolla sollevato ad orologeria inquietante da alcune testate giornalistiche ho una riflessione da fare: sono trent’anni che mi occupo di Giustizia, quanto basta per capire cosa sta succedendo nell’uso assolutamente disinvolto del possesso di notizie riservate che mai senza il consenso di qualcuno tenuto al segreto, avrebbero potuto essere propalate. Vorrei tanto conoscere le ragioni che hanno reso necessario un provvedimento così invasivo ed eccezionale», queste invece le ultime dichiarazioni di Donata Bergamini.

Trasferimento Facciolla, gruppo “Verità per Denis Bergamini” annuncia manifestazione al tribunale di Cosenza

COSENZA – Dopo le parole di grande rammarico di Donata Bergamini, anche l’associazione “Verità per Denis Bergamini” fa sentire la sua voce a seguito del trasferimento, dalla Procura di Castrovillari a quella di Potenza, del magistrato Eugenio Facciolla che aveva riaperto il caso sulla morte di Denis Bergamini per assicurarne i responsabili alla giustizia.

Anche il gruppo, proprio come aveva fatto in precedenza la sorella del calciatore ucciso nel 1989, esprime quindi grande preoccupazione in quanto si teme che gli sforzi fatti finora non vengano vanificati a seguito della decisione del CSM su Facciolla.

«A 30 anni esatti dall’omicidio di Denis Bergamini – si legge nel comunicato -, proprio quando la società civile si aspettava una svolta definitiva della vicenda, il procuratore Facciolla, titolare della nuova inchiesta, viene trasferito a Potenza dalla sezione disciplinare del Csm.

Senza voler entrare nel merito di questa decisione, esprimiamo la nostra fondata preoccupazione sull’evoluzione della vicenda giudiziaria che riguarda Denis. Per troppi anni abbiamo assistito, in colpevole silenzio, ad una gestione approssimativa e superficiale del caso Bergamini. Non possiamo accettare che una Verità raggiunta con tanti sforzi e sacrifici venga accantonata a causa di episodi esterni e scelte amministrative che potrebbero definitivamente bloccare tutto».

La mobilitazione

«Per questa ragione – è scritto ancora nella nota diffusa su Facebook -, ci troveremo tutti sabato 7 dicembre 2019, alle ore 15:00, all’ingresso del tribunale di Cosenza, per manifestare la nostra preoccupazione e il nostro dissenso e chiedere garanzie sulla corretta gestione delle prossime fasi giudiziarie. Denis e la sua famiglia hanno già subito troppe ingiustizie, non lasciamoli soli in questo momento, unitevi a noi nella richiesta di Giustizia».

Alla manifestazione ha fatto sapere che interverrà la stessa Donata Bergamini.

 

Facciolla, parla Donata Bergamini: «Mandato via perchè cosi doveva essere»

RENDE (CS) – E’ amareggiata e affranta Donata Bergamini dopo il trasferimento di Eugenio Facciolla dalla Procura di Castrovillari a quella di Potenza per decisione del CSM. Una decisione, come era prevedibile, ha inevitabilmente gettato nello sconforto la famiglia Bergamini, come una vera e propria doccia fredda.

Queste le parole che Donata Bergamini affida a Facebook sul procuratore cui si deve la riapertura del caso sull’omicidio del fratello Denis dopo circa 30 anni di depistaggi e insabbiamenti: 

«Mi sento metà argentana e metà cosentina – scrive -. Ma il cuore e la mia anima sono stati distrutti a Castrovillari in tutti questi trenta lunghissimi anni.
4 anni fa è arrivato il Procuratore Eugenio Facciolla. Dopo decenni di mistificazioni, depistaggi e falsità ha ascoltato il nostro avvocato Fabio Anselmo ed ha chiesto ed ottenuto la riapertura delle indagini che sembravano oramai archiviate per sempre.
È cosi che siamo riusciti a provare che Denis non si è suicidato, che non ha avuto un incidente, ma che è stato barbaramente ucciso.
Il Procuratore Facciolla, in silenzio, ha rivoltato la procura di Castrovillari.
Fatti. Non parole. Non ha fatto conferenze stampa. Non ha partecipato a talk show. Non ha scritto libri. Non si è esibito come opinionista in trasmissioni televisive.
Ha fatto solo il suo lavoro. Questo sembra, a me cittadina che non capisce nulla. È stato mandato via perchè cosi doveva essere. Di Denis Bergamini e del suo lavoro poco importa se non a coloro che decidono sulla testa di noi cittadini che veniamo considerati come danni collaterali nel contesto di lotte di potere fine a se stesse. Questo a me pare».

Caso Bergamini, sarebbe indagato anche il marito della Internò

CASTROVILLARI – Il procuratore Capo di Castrovillari Eugenio Facciolla avrebbe iscritto nel registro degli indagati, nell’ambito del caso Bergamini, anche Luciano Conte, marito di Isabella Internò, e poliziotto in servizio al Commissariato di Paola. L’ipotesi di reato è quella di favoreggiamento. Secondo quanto si è appreso la procura lo scorso 29 marzo ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari in uso sia a Conte sia alla Internò. Il Pm Facciolla avrebbe poi disposto sugli apparecchi una serie di accertamenti tecnici irripetibili, nominando un proprio consulente. L’avviso di garanzia emesso nei confronti di Conte consentirebbe a questi di nominare un proprio perito di fiducia. Come si ricorderà Isabella Internò è invece indagata, insieme al camionista Raffaele Pisano, di omicidio volontario aggravato.

I segreti dell’omicidio Bergamini nel libro di Rita Cavallaro (AUDIO)

COSENZA –  Lo scorso maggio è stato presentato a Roma  il libro “Oltre l’indizio, segreti e verità nell’omicidio Bergamini scritto dalla giornalista Rita Cavallaro, stamane ospite del Sound Cafè.

Di seguito l’intervista

Bergamini, Cipparrone e Spadafora al sindaco: «Il comune di Cosenza si costituisca parte civile nell’eventuale processo»

COSENZA – «Se ci sarà un processo per accertare i responsabili dell’uccisione di Denis Bergamini, chiediamo sin d’ora al sindaco Mario Occhiuto e alla Giunta comunale di valutare l’eventualità che il comune, attraverso l’avvocatura di Palazzo dei Bruzi, si costituisca parte civile».
La richiesta è dei consiglieri comunali Giovanni Cipparrone e Gisberto Spadafora.
«Il comune – sottolineano i consiglieri Cipparrone e Spadafora – quale ente territoriale rappresentante degli interessi della collettività, deve rendersi portavoce, di fronte ad un fatto-reato in via di accertamento, di eventuali danni subiti dalla stessa collettività. In questo caso – affermano i consiglieri comunali – il danno configurabile è quello sofferto dalla comunità per il turbamento morale suscitato dalla morte del calciatore del Cosenza. Ecco perché – sottolineano, inoltre, Cipparrone e Spadafora – se ci sarà un procedimento penale, noi vogliamo dare il nostro contributo, nel processo ed al processo, perché riteniamo che sia stata colpita tutta la comunità, non solo quella sportiva. Gli scenari inquietanti emersi negli ultimi giorni, dopo l’esito delle superperizie e l’incidente probatorio disposto dalla procura di Castrovillari, fanno supporre che l’apertura di un procedimento penale sia prossima. Riteniamo che la nostra iniziativa non abbia solo un fondamento giuridico, a tutela del danno causato alla collettività, ma si pone in continuità con l’attenzione riservata alla famiglia Bergamini dall’amministrazione comunale, manifestata con l’intitolazione, a Denis Bergamini, il 21 novembre del 2015, di una piazza, di fronte lo stadio San Vito-Marulla, e con l’invito in commissione cultura della signora Donata, sorella del calciatore scomparso. Riteniamo – concludono Cipparrone e Spadafora – che i familiari prima, e la città dopo, abbiano il diritto di sapere fino in fondo qual è la verità. Gli ultimi sviluppi, grazie al lavoro svolto dal procuratore Eugenio Facciolla, lasciano ben sperare per squarciare una volta per tutte il velo del mistero, dopo 28 anni dalla scomparsa del calciatore del Cosenza».