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“Rende Book Festival” primo premio per “Il cacciatore di Meduse”

RENDE (CS) – Assegnato al romanzo “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna pubblicato dalla casa editrice Falco il primo Premio “Rende Book Festival” organizzato dall’Associazione Co.Re. Cultura.  Al secondo posto si é classificato il romanzo “I Nemici del Cavaliere” di Davide Gambale edito da Armando Siciliano editore e al terzo posto “La donna giusta” di Caterina Ambrosecchia edito da Gelso Rosso editore.

Dopo tre giorni di presentazioni di volumi, incontri, mostre, dibattiti, momenti musicali, la serata finale è stata condotta dal Presidente di Co.Re. Armando Rossi, insieme alla coordinatrice del Comitato Scientifico del Premio Sofia Vetere e al Presidente della Giuria dottor Paolo Maulucci, noto storico e ricercatore.

Armando Rossi, presidente di Co.Re,, nel suo intervento iniziale ha tracciato con soddisfazione il bilancio del Festival, collegato ad altri eventi culturali internazionali dell’associazione, rimarcando la grande affluenza di pubblico dei tre giorni, confermata dalla sala gremita anche al momento della proclamazione dei vincitori.

«E’ un romanzo che mi ha fatto piangere – ha affermato Maulucci – Nonostante le sue circa quattrocento pagine è una grande poesia, un romanzo attuale e pieno di umanità. Una storia bellissima che ho voluto leggere due volte».

A Maulucci ha fatto eco Sofia Vetere proclamando l’assegnazione del premio, consegnato all’autore dall’ assessore alla cultura del comune di Rende Marta Petrusewicz. Presente anche l’editore Michele Falco.

«Uno dei libri più belli che abbia letto. Ho pianto e sorriso. Un romanzo meraviglioso che deve essere letto da tutti ma soprattutto dai giovani», ha detto la Vetere, visibilmente commossa.

In realtà, “Il cacciatore di meduse” è già stato introdotto in molti istituti scolastici per affrontare i temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e i tanti altri toccati dal romanzo, dalla povertà all’integrazione,  al rispetto di tutte le diversità contro ogni forma di razzismo. Per poter soddisfare le numerose richieste di vari istituti scolastici, la casa editrice ha dovuto provvedere a ristampare il romanzo, inserito anche tra i tredici libri consigliati dalla World Social Agenda nel 2017 a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado, nell’ambito del tema scelto quest’anno: “Migrazioni e diritto al futuro”.

Unanimi in questi mesi i consensi di critica e lettori, tra cui moltissimi giovani, per un romanzo che si è dimostrato capace di raccontare la vita dei migranti in modo vero, commovente e avvincente, sottolineando gli aspetti di incredibile umanità delle storie di chi fugge disperatamente dalla propria terra. Un lato umano spesso assente dalle cronache giornalistiche di sbarchi e naufragi e, talvolta, davvero inimmaginabile. In questo romanzo avvolto da toni quasi fiabeschi, il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, il bambino somalo che diventa scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

Ambientata quasi interamente in Sicilia, questa imperdibile e struggente avventura di un piccolo “cacciatore di meduse”, il lavoro che il ragazzo s’inventa per sopravvivere, si muove soprattutto nel magico scenario della costa siciliana. Le avventure di Tajil e degli strani amici della sua compagnia si snodano per le vie di San Vito Lo Capo, nello scenario naturale della Riserva dello Zingaro, per le tante calette, lungo la costa fino a Scopello e, dall’altro lato, fino a Mazara. Gli spaccati di San Vito, il “misterioso” Monte Monaco, le affascinanti grotte, arricchiscono di poesia un romanzo in cui la natura e le bellezze paesaggistiche siciliane contribuiscono a catturare e incantare il lettore.

Dopo il drammatico racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo da Zuara a Lampedusa, in compagnia della madre e di un’altra bimba rimasta orfana durante la traversata, il piccolo migrante si avventura in numerosi luoghi italiani, da Linosa alla Valle dei Templi, da Isola Capo Rizzuto a Milano e Roma.  Descrizioni incantevoli della natura e dei luoghi fanno da sfondo all’originale racconto, dalle splendide visioni di meravigliosi paesaggi africani fino a quelle della traversata del Mediterraneo e dell’arrivo a Lampedusa.

Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Secondo molti docenti che lo hanno adottato è un vero romanzo di formazione che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni: dall’elezione di Obama, primo presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni, facendo immedesimare il lettore nelle vicende dei protagonisti, talvolta perfino con un pizzico di ironia.

In un momento storico dominato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico, “Il cacciatore di meduse” parla di umanità e sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore.  Un libro struggente e attuale, una sorta di fiaba contemporanea, che ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Il romanzo è disponibile anche in versione ebook.

 

LE DICHIARAZIONI DI PEGNA

«In ogni condizione limite di un uomo, la speranza, la voglia di vivere e vivere meglio, il desiderio di pace e serenità, sono un sogno per il quale alcuni sono disposti a rischiare la vita stessa, come molti migranti che fuggono per varie ragioni dalla loro terra,  colpito nel 2002 da una leucemia fulminante a poche ore dal matrimonio, superata miracolosamente e raccontata nel precedente romanzo Miracolo d’Amore.  A me piace viaggiare nell’animo umano, penso che siano i viaggi più emozionanti. Immedesimarsi in altre umanità ci fa scoprire angoli reconditi dell’io degli altri sui quali spesso non ci soffermiamo, siamo indifferenti. Aprirci alla comprensione degli altri, può aiutare tutti a vivere in una società migliore! Se bravissimi medici non mi avessero curato, se in tanti non mi avessero dato sangue e piastrine, se una ragazza americana non mi avesse dato il suo midollo, sarei morto! Il mondo non ha confini e questo mi aiuta a immaginare storie eccezionali di uomini semplici, in cui l’amore e il bene alla fine trionfano!»

 

[#Fantasy] “Beren e Lúthien”, un secolo di attesa per il nuovo inedito di J.R.R. Tolkien

Esce oggi nel Regno Unito, dopo 100 anni dalla sua stesura, “Beren e Lúthien”, l’attesissimo inedito scritto da J.R.R. Tolkien di ritorno dalla prima guerra mondiale.

Considerato un’opera che racconta “la grande storia personale” dell’autore, il libro ripercorre le avventure della coppia formata da Beren e Lúthien, nomi che compaiono sulle lapidi del maestro del fantasy e di sua moglie, nel tentativo di Tolkien di esorcizzare gli orrori vissuti in guerra.

tomba tolkien

Questa teoria è portata avanti dal grande studioso tolkeniano John Garth, che ipotizza il tentativo di creare un mondo il più possibile lontano da quello reale, dove aveva assistito a battaglie e trucidazioni come quella della Somme in Francia.

In Italia il volume sarà edito da Bompiani, mentre in Inghilterra l’opera è reperibile sugli scaffali per HarperCollins.

John Ronald Reuel Tolkien nasce nel 1892 in Sud Africa da genitori inglesi. A seguito della prematura scomparsa del padre, a soli 3 anni rientra in Inghilterra con la madre e il fratello, che gli trasmetterà l’amore per le lingue, le leggende e le fiabe. Alla morte della madre,  avvenuta nel 1904, il giovane viene affidato alle cure del sacerdote cattolico degli Oratoriani, padre Francis Xavier Morgan. Poco prima di partire in guerra, assume il titolo di Bachelor of Arts. Al rientro dal fronte occidentale, prosegue i suoi studi, acquisendo il titolo di Master of Arts nel 1919. Da quel momento in poi inizierà la sua carriera nel mondo dell’insegnamento, risultando come il maggior esperto di letteratura anglosassone e medioevale del Novecento. Nel 1937, nel pieno della sua carriera di docente, pubblica “Lo Hobbit”, romanzo fantastico con protagonisti hobbit, orchi e tanto altro, precursore dei meravigliosi romanzi successivi “La Compagnia dell’Anello” (1954), “Le due Torri” e “Il Ritorno del Re” (1955).

Tolkien lavora, nel corso della sua vita, su tantissime opere riprese da quell’ambientazione che diede vita a Lo Hobbit. Quelle incompiute saranno terminate, postume, dal figlio Christopher.

Miriam Caruso