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Nei guai dirigente di Calabria Verde, svolgeva anche attività privata

CATANZARO –  Un sequestro di beni per quasi un milione e mezzo di euro nei confronti di un dirigente di Calabria Verde in servizio presso l’AFOR, l’azienda forestale della Regione.

Secondo le indagini, condotte dalla magistratura contabile, il dirigente si sarebbe reso responsabile di un danno erariale nei confronti dell’azienda pubblica : avrebbe, per oltre dieci anni svolto, contestualmente all’attività dirigenziale, anche quella di libero professionista come ingegnere, incompatibile con l’incarico di dirigente pubblico.

Un’attività che gli avrebbe consentito di percepire importanti compensi extra, che invece di essere riversati nelle casse dell’ente, come previsto dalla normativa, sarebbero stati percepiti direttamente dal dirigente.

I sigilli sono stati apposti a proprietà immobiliari, conti correnti, crediti e attività finanziarie.

 

 

 

 

Dirigente di Calabria Verde ai domiciliari per una tangente da 20mila euro

COSENZA – I carabinieri forestali del Reparto Parco Nazionale della Sila, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, due ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Antonella Caruso, di 53 anni, funzionaria di “Calabria Verde” l’ente in house della Regione Calabria che gestisce il settore della forestazione, e Salvatore Procopio, di 60 anni, agronomo. I due sono accusati di concussione per una tangente da 20 mila euro che sarebbe stata pagata per il rilascio di un’autorizzazione boschiva. Secondo l’accusa, in particolare, Antonella Caruso avrebbe costretto un imprenditore boschivo, Antonio Spadafora, di 35 anni, a consegnare i 20 mila euro per ottenere un importante appalto per un’attività di disboscamento nel territorio di Castrovillari. Procopio, a sua volta, sempre secondo l’accusa, avrebbe fatto da tramite, per la richiesta ed il pagamento della tangente, tra Antonella Caruso e l’imprenditore boschivo.

I carabinieri forestali sono entrati negli uffici di Calabria Verde, in particolare in quelli dei due indagati, per una perquisizione alla ricerca di materiale utile alle indagini. Pronta la presa di posizione della società in house della regione Calabria.

«Erano mesi che la direzione di Calabria Verde non aveva alcun rapporto con la funzionaria arrestata stamattina per concussione». Lo afferma, in una dichiarazione, Aloisio Mariggiò, Commissario di “Calabria verde”. «Come Direzione di Calabria Verde i rapporti con la Caruso si erano interrotti sin dal momento del suo coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Castrovillari sulle false perizie per il disboscamento. Il nostro auspicio, a questo punto, è che le inchieste avviate si concludano consentendo di fare piena luce al più presto su quanto è accaduto, ponendo le basi per l’attuazione del nuovo corso nell’attività di “Calabria verde” per il quale ci stiamo impegnando insieme alla Presidenza della Regione Calabria all’insegna della trasparenza e della legalità».

Regione, incontro sul Piano regionale anti incendi boschivi

CATANZARO – Di attività programmatiche da inserire nel Piano regionale Anti incendi boschivi (Aib) si è parlato, oggi, nella sala oro della Cittadella regionale, durante l’incontro convocato dal dirigente dell’Autorità di Bacino Salvatore Siviglia al quale hanno partecipato amministratori di Calabria Verde, dell’Arpacal, dei Consorzi di Bacino, dei Parchi nazionali e regionali e rappresentanti, dell’Anci, del dipartimento Vigili del fuoco, delle Guardie ambientali, del Comando regionale dei carabinieri forestali.

«Un incontro necessario – ha affermato Siviglia – per un esame congiunto sulle attività per l’anno in corso, anche alla luce della nuova legge regionale in materia, la n. 51/2017, ma anche per evidenziare, partendo dall’esistente, le criticità e le diverse necessità di ognuno allo scopo di capire ciò che potrebbe servire per migliorare e ottimizzare tutto il processo relativo alla prevenzione e alla lotta attiva agli incendi boschivi anche in termini di risorse umane, finanziarie e strumentali».

Sugli aspetti normativi evidenziata l’importanza del Direttore operazione spegnimenti (Dos) previsto dalla legge.

«Si tratta – ha spiegato Siviglia – di una figura importantissima che deve decidere nell’immediatezza dell’incendio cosa fare e chi coinvolgere. La Calabria ha un territorio complesso dal punto di vista orografico. Lo spirito che ci deve accumunare, al di la dei ruoli e delle competenze,  è di pianificare e condividere le informazioni disponibili in modo da mettere in campo tutte le attività necessarie, nella consapevolezza che il supporto logistico del gruppo dei forestali è venuto meno e per i quali auspichiamo che per la prossima campagna Aib possano ritornare a dare il loro prezioso contributo».

Calabria verde

Nel corso egli interventi, da più parti, è stata evidenziata la positività del coordinamento unico affidato a Calabria Verde. Dal confronto è emerso, tra l’altro, l’esigenza di una maggiore presenza di dos, della riduzione dei tempi di intervento, di un potenziamento della rete di sorveglianza, di una specifica formazione dei volontari affinché possano essere di supporto ai direttori delle operazioni di spegnimento, di una ricognizione operativa di progetti e mezzi esistenti. Inoltre, sono state segnalate criticità nel sistema di comando e controllo rispetto alle attività dell’Aib. «Tutto ciò – ha rimarcato Salvatore Siviglia –  sarà affrontato e condiviso in percorsi comuni che confluiranno nella stesura del Piano Aib per una lotta attiva degli incendi boschivi».

Rifiuti scaricati nel torrente, otto denunce. Coinvolto anche personale di Calabria Verde

CORIGLIANO (CS) – Otto persone, tra dirigenti regionali e di Calabria Verde, imprese e direttore dei lavori, sono stati denunciati dai militari delle stazioni carabinieri forestale di Corigliano e Rossano nell’ambito di una inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Castrovillari sulle attività di esecuzione dei lavori idraulici in corso nel torrente Gennarito di Corigliano Calabro. Tali interventi rientrano nel “Lotto 2” della programmazione post alluvione avvenuta nel 2015. I militari hanno accertato che nell’alveo del torrente Cino, corso d’acqua non ricompreso ed estraneo ai lavori nell’ambito del progetto, non vi erano conferito solo sottoprodotto, ovvero terra e rocce da scavo, ma veri e propri rifiuti. In particolare al suo interno sono state rinvenute, lungo le scarpate create da numerosi scarichi, rifiuti eterogenei inglobati nelle terre di scarico, quali rifiuti urbani e speciali tra i quali pezzi di asfalto e carta catramata, frammenti di vetro, bottiglie di vetro di vario genere e natura, residui di vegetali, manufatti in plastica, materiale vario ferroso quali carcasse di autovetture, calcinacci, indumenti in disuso, alluminio e pezzi di eternit a significare che prima del conferimento non è avvenuta alcuna separazione del rifiuto.  In particolare i rifiuti venivano collocati, per mezzo di autocarri di trasporto e di un mezzo meccanico utilizzato per la sistemazione sugli argini del torrente Cino senza alcuna attività di separazione e differenziazione del rifiuto causando una illecita miscelazione. Tale attività è stata effettuata tra l’altro senza aver acquisito il nulla osta paesaggistico ambientale e senza autorizzazione per l’occupazione di demanio fluviale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Durante i controlli, infine, le ditte e i mezzi che hanno trasportato i rifiuti sono risultate sprovviste della prevista iscrizione all’albo gestori ambientali e pertanto non si ha contezza della tracciabilità dei rifiuti. 

Taglio furtivo di piante, sotto sequestro area boschiva di Calabria Verde

ROSSANO (CS) – Una superficie boscata di quasi 500 mila metri quadri di proprietà della Regione Calabria, Azienda Calabria Verde, è stata posta sotto sequestro probatorio e preventivo dai Militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano Calabro. All’interno di essa è stato accertato il taglio furtivo di 3074 piante, principalmente di Cerro,  che ha provocato grave danno all’ecosistema e alla biodiversità compromettendo la stabilità idrogeologica a causa della privazione della copertura del suolo. Tale attività ha portato ad un taglio di piante del valore economico corrispondente a oltre 1 milione di euro. All’interno dell’area posta sotto sequestro sono inoltre presenti circa 3850 quintali di legna, tronchi d’albero abbattuti ed in parte depezzati trovati sul letto di caduta nel bosco che rappresentano un ulteriore valore commerciale di euro 46.000. Le indagini, coordinate dal Procuratore Capo Dott. Eugenio Facciolla e dal Sostituto dr.ssa Valentina Draetta, proseguono in più direzioni al fine di identificare i responsabili di tale reato. L’area, al cui interno è stato anche rinvenuto il materiale utilizzato per lo smacchio, posto sotto sequestro, è stata data in custodia giudiziaria all’azienda Calabria Verde distretto territoriale di Acri.

Inchiesta Calabria Verde, Oliverio: «Quadro grave da non sottovalutare»

CATANZARO – «Il quadro che emerge dalle indagini giudiziarie della Procura di Catanzaro che interessano Calabria Verde è grave e non può essere in alcun modo sottovalutato». E’ quanto afferma il Presidente della Regione Mario Oliverio in relazione all’inchiesta della Dda e dalla Procura di Catanzaro sulla gestione di Calabria Verde

«Certamente – prosegue Oliverio – non lo è da parte nostra che, vorrei ricordarlo a quanti fanno di tutto per sottacerlo o minimizzarlo, non a caso nei mesi scorsi abbiamo assunto la decisione di mettere alla guida di Calabria Verde una personalità autorevole e di indiscussa garanzia di legalità qual è il Generale Mariggiò, con il chiaro intento di avviare la necessaria opera di risanamento,  di riorganizzazione,  rilancio e recupero di legalità e trasparenza nella gestione dell’ente più importante della Calabria».

«La Giunta Regionale guidata dal sottoscritto –prosegue il Presidente Oliverio- è impegnata in una opera di bonifica e di affermazione della legalità nella vita della Regione a 360 gradi. In questa direzione sono state assunte in questi primi venti mesi di governo, concrete misure attraverso la riorganizzazione delle strutture della Regione, la realizzazione della rotazione nei ruoli di responsabilità,  il commissariamento di tutti gli enti sub regionali,  le società partecipate,  le fondazioni, le società in house e l’avvio di un processo di riordino,  di accorpamento e di messa in liquidazione di strutture inutili e spesso produttrici di clientele, sprechi, illegalità. Anche per questo l’opera della Magistratura volta a fare luce e a colpire responsabilità e illegalità non può che essere incoraggiata e salutata positivamente».

«La Calabria – conclude il Presidente della Giunta regionale – cresce se si afferma la legalità, si recupera fiducia nelle istituzioni, si affermano regole e  trasparenza nell’utilizzazione delle risorse pubbliche».

Arresti “Calabria Verde”, Legambiente Calabria: «Avevamo denunciato un anno fa»

CATANZARO – Ad un anno dalla denuncia di Legambiente Calabria sul sospetto di un uso improprio dei fondi comunitari da parte di “Calabria Verde”, arriva un’inchiesta dei finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che hanno eseguito oggi cinque misure cautelari nei confronti di dirigenti, funzionari e consulenti della società, per  presunte distrazioni di fondi europei destinati, invece, alla prevenzione del dissesto idrogeologico.

L’ente della Regione, da strumento utile ai cittadini e al territorio calabrese, si è trasformato negli anni in luogo di corruttela e di tangenti, di lottizzazione politica a ogni livello e di gestione del patrimonio e delle risorse pubbliche fuori da ogni regola.

guardia-di-finanza-1Legambiente Calabria chiede alla Magistratura, visto che gli appelli alla classe politica rimangono senza risposte, di continuare in questa opera di bonifica che deve arrivare alle radici profonde di un sistema malato, corrotto e in mano a faccendieri e politicanti da strapazzo che hanno sperperato soldi pubblici e minato persino l’etica e l’immagine di tanti e onesti lavoratori che pagano una cattiva gestione non per loro responsabilità.

Visto il coinvolgimento nell’indagine dell’attuale commissario del Parco regionale delle Serre, l’Associazione chiede che anche per questo ente, la cui vita amministrativa e politica è al limite della legalità, si intervenga con urgenza per sanare la situazione.

Nella nota del 13 settembre 2015, Legambiente Calabria aveva avanzato il sospetto che l’Accordo tra la Regione e Calabria Verde consistesse proprio nell’utilizzo dei fondi comunitari, che ammontavano a 135 milioni di euro, anche per il pagamento degli stipendi degli operai. Pur comprendendo la necessità di dover pagare i salari, rivendicati giustamente dai lavoratori, chiedevamo che questo non avvenisse con i pochi e insufficienti fondi destinati alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Si chiedeva, piuttosto, alla Regione, di incrementare la spesa per mettere in sicurezza fiumi, torrenti e versanti montani e di approvare una legge contro il consumo di suolo per tutelare il paesaggio costiero calabrese, anziché spendere risorse straordinarie, come quelle europee, per finanziare politiche ordinarie o pagare gli stipendi degli operai di Calabria Verde, utilizzo non conforme alle normative europee».

La risposta dell’ex direttore di Calabria Verde Furgiule non si era fatta attendere e, dopo due giorni, in una nota alla stampa, aveva dato rassicurazioni sull’uso dei fondi comunitari, elencando una serie di interventi in programma per la messa in sicurezza del territorio.

Operazione “Calabria Verde”, cinque arresti e 80 milioni distratti

CATANZARO – Ottanta milioni di euro vincolati alla prevenzione del dissesto idrogeologico utilizzati per il pagamento di stipendi e straordinari ai dipendenti: questa una delle ipotesi di reato che la Procura della Repubblica di Catanzaro contesta alle cinque persone destinatarie di provvedimenti restrittivi (due custodie cautelari in carcere, uno ai domiciliari, un obbligo di dimora e una interdizione), eseguiti dai militari del nucleo di polizia tributaria drel capoluogo, nell’ambito di un’inchiesta sul presunto utilizzo irregolare di fondi di “Calabria Verde”, l’azienda in house della Regione Calabria che si occupa di forestazione. I provvedimenti riguardano il direttore generale pro tempore, Paolo Furgiuele, finito in carcere; Alfredo Allevato, direttore del terzo settore aziendale, pure in carcere; Marco Mellace, direttore dell’economato, al quale sono stati concessi i domiciliari; Antonio Errigo, ex dirigente di segretaria, ora in pensione, interdetto dal pubblico servizio; Gennarino Magnone, consulente, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora. Gli illeciti riguarderebbero un progetto comunitario (Por – fondi europei di sviluppo regionale – 2007/2013). Ottanta dei 102 milioni di euro stanziati per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e per i rischi frane del territorio regionale sarebberoi stati impiegati per fini differenti  rispetto a quelli previsti ed utilizzati per il pagamento in via stabile e continuativa degli stipendi ordinari e degli straordinari dei dipendenti dell’azienda. Una delle linee di azione comunitaria da cui provenivano i fondi riguarda azioni di rimozioni del rischio di esondazione dei corsi d’acqua attraverso interventi di ripristino della sezione idraulica e della funzionalità delle opere idrauliche in aree a rischio molto elevato o elevato all’interno del Piano di assetto idrogeologico (Pai) della Regione Calabria, mentre l’altra concerne gli interventi di mitigazione ed eliminazione dal rischio frane con la messa in sicurezza degli insediamenti urbani e delle infrastrutture strategiche in aree a rischio molto elevato o elevato all’interno del Pai.

Alluvione Corigliano-Rossano, Coldiretti chiede più attenzione per gli agricoltori

CORIGLIANO (CS) – «Leggendo i comunicati stampa di questi giorni, si trova una palese  conferma dei ritardi sugli interventi, necessari alle aree rurali, post – alluvione, che il 12 agosto 2015 si abbatté su Rossano e Corigliano. Emerge in modo netto che si continua ad operare senza una visione di insieme». E’ quanto dichiara Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, auspicando sulla questione una maggior visione d’insieme. «La cronologia dei fatti è alquanto eloquente. Infatti, dopo le risorse utilizzate come “somma urgenza” di € 2.300.000, ad oggi le uniche disponibili sono i 4milioni di €uro del PSR Calabria Misura 126 “Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali e introduzioni di adeguate misure di prevenzione”. Come Coldiretti nei giorni successivi all’evento avevamo segnalato e documentato,con la collaborazione del Consorzio di Bonifica, oltre ai danni alle aziende agricole le priorità per gli interventi urgenti di ripristino e ricostruzione di piccole infrastrutture come: strade e acquedotti rurali,impianti di irrigazione e canali adduttori, gestiti dal Consorzio di Bonifica,interventi legati all’utilizzo delle ICT sulle reti secondarie a servizio delle aziende agricole, regimazione delle acque mediante stabilizzazione delle sponde dei canali di scolo ed alcuni interventi di ingegneria naturalistica e di prevenzione del rischio frane nelle aree rurali. Ci preoccupa notevolmente sentir parlare Calabria Verde di difficoltà nelle redazione del progetto,dopo la presentazione della domanda di finanziamento su bando regionale,da appaltare forse ad Ottobre p.v.. Così come è strano – continua Molinaro – pensare di realizzare efficacemente e razionalmente gli interventi richiamati e previsti dal Bando Regionale, nel capitolo interventi ammissibili, senza la contestuale disponibilità di risorse dedicate dal FESR e dal Fondo per le emergenze nazionali di cui all’art 5,comma 5-quinquies della Legge 24 febbraio 1992 n. 225, come contemplato sempre nelle Disposizioni Attuative del bando capitolo”Demarcazione con altri fondi”.  Non ultimo il Bando ancora, prevede nella parte ” Tempi di Esecuzione” 12 mesi dalla data di accettazione del provvedimento di concessione del contributo,avvenuto a Novembre 2015. Quindi non solo una mancanza di visione di insieme, indispensabile davanti a così drammatici eventi, ma anche e soprattutto di improvvisazione dimostrata da Calabria Verde anche in questa occasione».  «Siamo indignati – prosegue Molinaro chiedendo maggior attenzione soprattutto per le esigenze degli agricoltori – di come puntualmente nella nostra Regione vengono assecondati comportamenti non di buon senso e soprattutto non rispettosi delle regole che rischiano di procurare ulteriori danni anche alle casse Regionali visto che parliamo di risorse degli agricoltori provenienti dall’Europa. Riteniamo utile non perdere altro tempo e per questo chiediamo al Dipartimento Agricoltura ed all’Autorita’ di Gestione del PSR Calabria la revoca del provvedimento di concessione del finanziamento a Calabria Verde, non solo per i ritardi nell’inizio dei lavori,che impediscono di conseguenza l’impossibilità a  completarli entro Dicembre 2016  (termine ultimo di esecuzione lavori previsto nelle Disposizioni Procedurali allegate al bando), ma sicuramente per le criticità amministrative che si colgono nel “Progetto Tecnico dell’Intervento per come previsto nella parte “documentazione richiesta” all’art 2 punto 3 delle Disposizioni Procedurali”, che riguardano la ricevibilità, l’ammissibilità ed il monitoraggio che mettono a rischio la rendicontazione della spesa PSR Calabria alla Commissione Europea. Crediamo – conclude – che ci sono i motivi sufficienti  anche perché è mancata una  forte determinazione per un reale  sostegno alla ripresa delle attività economiche».

Incontro Oliverio-Mariggiò (Calabria Verde): «Riprendere la collaborazione con gli enti locali»

CATANZARO – Nella sede della Regione Calabria si è svolto un incontro tra il Presidente Mario Oliverio e Aloisio Mariggiò, Commissario straordinario di Calabria Verde, che in questi giorni sta visitando insieme ad alcuni dirigenti di settore i Distretti territoriali dell’Azienda disseminati sul territorio. Mariggiò, in particolare, non ha potuto fare a meno di riportare le segnalazioni dei Sindaci che da oltre un anno non possono contare sulla opera dei dipendenti di Calabria Verde. Una situazione, questa, che ha causato non pochi problemi alle entità territoriali, specie i piccoli Comuni dispersi sul territorio appenninico che, per questioni di bilancio, incontrano diverse difficoltà di carattere economico. Per tale ragione, anche con l’approssimarsi della stagione estiva, il Governatore Oliverio e il dottor Mariggiò hanno inteso di attivare immediatamente le richieste di convenzione pervenute nei mesi scorsi, nell’ottica di ridurre i disagi alle popolazioni. Inoltre, nei prossimi giorni inizierà un piano di pulizia della viabilità nelle località turistiche del vibonese. Continueranno anche le operazioni avviate nel Parco della Sila, con le autorità di quell’Ente e la Protezione Civile, al fine di rimuovere masse di rifiuti abbandonate lungo le rotabili.

Attraverso tale intesa, la Regione intende lanciare un messaggio, cioè che Calabria Verde, pur operando principalmente nel settore della deforestazione, dell’antincendio e del dissesto idrogeologico, in ogni caso deve rafforzare il proprio rapporto con gli Enti presenti sul territorio con i quali eventualmente concordare interventi da inserire nei piani attuativi.