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Luigi Lilio, medico ed astronomo di Cirò, colui che diede vita alla riforma del nostro calendario, emanata da Papa Gregorio XIII nel 1582.

È l’oggetto più comune di tutti: il Calendario. Non c’è abitazione in cui manchi. Strumento di alta precisione per la vita di tutti i giorni. Il merito di questo va ad Aloysius Lilius, nome latino, nato a Psycròn , oggi Cirò, nel 1510.

Le radici del Calendario di Aloysius Lilius non sono nella Scienza né nel progresso tecnologico ma nella concezione mistica del Tempo. Ecco perché Gregorio XIII promulgò il Calendario di Aloysius Lilius con la Bolla “Inter gravissimas pastoralis officii nostri curas” firmata a Mondragone il 24 febbraio 1582. Dall’alba della civiltà l’uomo ha sempre voluto capire il significato del Tempo. Nel corso di millenni e millenni ha inventato tanti possibili modi per legare lo scorrere del tempo ai ritmi della sua attività ed è per questo che ha inventato i Calendari. Ogni popolo e civiltà ha avuto il suo.

Nella Roma pagana il Calendario era strumento di potere, privilegio di pochi. Fu Giulio Cesare a porre termine nell’anno romano 708 (46 a.C), ultimus annus confusionis, al Calendario con 445 giorni per passare ai 365 cui ogni quattro anni si sarebbe dovuto intercalare un giorno complementare, l’anno bisestile. Con la riforma di Giulio Cesare (che stabilì così la regola del calendario giuliano) l’anno restò diviso in 12 mesi, della durata, alternativamente, di 31 e 30 giorni, con la sola eccezione di febbraio, che era destinato ad avere 29 giorni oppure 30 (negli anni bisestili). Inoltre gennaio e febbraio diventarono i primi mesi dell’anno, anziché gli ultimi, com’era stato dai tempi di Numa Pompilio fino ad allora. E il calendario da lunisolare divenne in questo modo solare, simile dunque a quello degli Egizi. Dopo la morte di Cesare, tuttavia, la riforma del Calendario giuliano fu sconvolta. Poi accade qualcosa: nasce un uomo nato da una vergine che dopo essere assassinato risorge la prima domenica dopo il plenilunio che segue l’equinozio di primavera. Dalla babele di Calendari, dunque, emerge un nuovo modo di guardare al Tempo. E alla metà del primo millennio un abate venuto dal Caucaso, abilissimo astronomo e matematico, Dionysius Exiguus (Dionigi il Piccolo), attribuisce al tempo una dimensione mistica, come testimonia quanto lui dice a proposito della data di Pasqua: “essa va calcolata come illuminazione dello Spirito Santo”. Da questa concezione mistica del tempo nasce, grazie ad Aloysius Lilius, il calendario a noi familiare che nel terzo millennio ha varcato tutte le frontiere, imponendosi per la sua straordinaria precisione (sette centesimi di secondo al giorno) nel sincronizzare le date del calendario con l’effettivo occorrere di equinozi, solstizi e stagioni. Esso esiste in quanto studiosi di fede Cattolica hanno dedicato le loro energie intellettuali al fine di sincronizzare la data del Calendario con l’equinozio di primavera. Non perché tale equinozio li interessasse come fenomeno astrofisico ma in quanto a tale equinozio era ed è legata la data della Resurrezione di Cristo. Questo anno ce lo ha calcolato un certo abate che aveva del Tempo una concezione mistica.

L’ateismo nega l’esistenza della sfera trascendentale ed è quindi costretto a sostenere che tutto avviene per coincidenza di eventi. Una certezza però viene dalla Scienza: la nostra esistenza materiale ha le sue basi nella Logica del Creato che non lascia spazio al caos, e dove c’è una logica deve esserci per forza un autore. È bene riflettere allora su quell’abate che, nel legare l’origine del Calendario alla esistenza di Gesù e alla data della sua Resurrezione, sentì che il Tempo doveva essere radicato in fatti legati ai Misteri della Fede. Misteri che trovarono, mille anni dopo, in Aloysius Lilius, medico di professione ma appassionato cultore di matematica e astronomia, il cattolico devoto che seppe risolvere quel problema, su cui si era focalizzata l’attenzione della cultura cattolica, per dare certezza alla data della resurrezione di Cristo. Quando venne promulgata la bolla pontificia per il nuovo calendario non esistevano gli orologi atomici né la scienza. Nel terzo millennio, come nei millenni a venire, il Calendario Gregoriano di Aloysius Lilius sarà la guida quotidiana per tutti i popoli della Terra. Guida nata nel cuore della spiritualità cristiana. Anche la Scienza sarà, con il suo rigore e la sua logica, strumento indispensabile di progresso per tutti i popoli della Terra. Strumento nato, grazie a Galileo Galilei, per atto di Fede nel Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. A Dionigi il Piccolo dobbiamo la concezione mistica del Tempo, ad Aloysius Lilius l’avere saputo risolvere i problemi che hanno dato vita al calendario più preciso mai concepito; a Galileo Galilei dobbiamo l’atto di fede nel creato da cui nasce la Scienza che ha portato alla misura del Tempo con precisione al livello di millesimi di miliardesimi di secondo, grazie agli orologi atomici. Dionigi Exiguus, Aloysius Lilius e Galileo Galilei: Fede, Ragione e Scienza legate indissolubilmente.

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