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Oliverio a Gioia Tauro, «Necessario proseguire il dibattito sul Mezzogiorno»

GIOIA TAURO (RC) – «Il tema posto al centro di questa iniziativa è più che mai attuale, più che mai un tema che assume il cuore di una questione nazionale. Ripartire dal sud per costruire una ipotesi di sviluppo, per aprire opportunità al nostro Paese e all’Europa è fondamentale». E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Mario Oliverio intervenendo a “L’Italia del Mezzogiorno. Una strategia nazionale per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo del Paese”, iniziativa della Cgil tenuta a Gioia Tauro nella mattinata, all’interno dell’Auditorium dell’I.I.S. “Severi Guerrisi”, conclusa dal segretario generale dell’organizzazione sindacale Susanna Camusso,

«Ci sono oggi- ha proseguito Oliverio- questioni importanti: quella della disoccupazione, in particolare modo la disoccupazione giovanile, la stessa questione del lavoro che si ripropone in termini drammatici e si concentra soprattutto nel mezzogiorno d’Italia. Anche i segni timidi di una inversione del trend che ha caratterizzato gli anni della crisi, dal 2007 al 2014, in modo particolare, se non sono accompagnati da una strategia generale, da un grande progetto nazionale per il mezzogiorno, rischiano di essere effimeri e di rifluire alla prima difficoltà congiunturale che incontrano. Mettere in campo un piano ed una strategia generale, dentro la quale assumere anche iniziative e politiche regionali, significa in primo luogo porsi il problema del verso al quale il Paese deve essere orientato».

«Oggi siamo a Gioia Tauro, infrastruttura di fondamentale importanza per una strategia di sviluppo e di proiezione dell’Italia nell’Europa. Le sue potenzialità devono essere colte e per farlo è necessaria una iniziativa che veda le forze sociali, il Paese nel suo insieme, dispiegare una impostazione. Per questo è importante la vostra presenza qui oggi, è importante questa iniziativa che considero carica di questo significato: una scelta chiara, che definirei coraggiosa, rispetto alla prospettiva che deve essere indicata su Gioia Tauro” ha indicato alla affollata platea il presidente della Regione che ha quindi parlato della problematica relativa agli investimenti infrastrutturali, ai corridoi, all’ammodernamento infrastrutturale necessario “affinché Gioia Tauro possa essere davvero la porta del paese per l’Europa sul mediterraneo; in una visione che deve guardare al progetto per il sud come un progetto rispetto al quale le risorse comunitarie devono essere risorse aggiuntive e non sostitutive dell’intervento ordinario».

La realizzazione della ZES

«Noi, dopo anni di proclami, di auspici   abbiamo realizzato un grande risultato: l’obiettivo della Zes, uno strumento importante e strategico. Abbiamo fatto proposte precise. Ad esempio- ha informato Oliverio-  abbiamo destinato risorse rilevanti sui contratti di sviluppo; siamo la prima Regione ad aver sottoscritto un accordo di programma con il Mise per i contratti di sviluppo, con 65 milioni di euro di risorse regionali aggiuntive a quelle nazionali; ciò per consentire un volume di investimenti per alimentare i contratti consistentemente. Abbiamo ancora orientato i contratti di sviluppo prioritariamente verso filiere e verso aree come la Zes che riteniamo trainanti per lo sviluppo della nostra regione, quali agroalimentare, manifatturiero, turismo. Abbiamo sottoscritto proprio negli scorsi giorni il primo contratto di sviluppo proposto da Hitachi, il che allargherà le attività produttive e l’occupazione di quella azienda».

«Credo che dall’incontro di oggi- ha concluso Oliverio-  debba ripartire la ripresa di un grande dibattito sul sud, sulla questione meridionale che non è stata mai rimossa nelle sue implicazioni sociali, di ritardato sviluppo, nelle sue collocazioni di marginalità. Il sud può diventare davvero la risorsa per una ripresa ed una rinascita del nostro Paese. La condizione, però, affinché questo avvenga è che si riprenda una grande discussione per rimettere il sud al centro delle politiche nazionali ed europee, perché attraverso il suo recupero come risorsa, collocata in un’impostazione più ampia di sviluppo, è possibile riaccendere i motori della crescita, non effimera ma solida del nostro Paese».

 

 

Susanna Camusso al congresso Cgil Calabria

CATANZARO – Il segretario generale nazionale della Cgil, Susanna Camusso, ha avviato a Catanzaro il congresso dell’organizzazione sindacale. Ha, infatti, partecipato all’iniziativa “Il lavoro decide il futuro – verso il congresso della Cgil”.

Durante l’intervento ha affermato che “il lavoro è l’unica fonte di ricchezza per il Paese e non può essere giocato come merce a ribasso”.

Manifestazione a Catanzaro, presente solo la Camusso

Un’accorata manifestazione, oggi a Catanzaro, alla cui moltitudine di cittadini scesi in piazza – tra cui giovani, studenti e precari – si è unita solo Susanna Camusso, la segretaria generale della Cgil. La protesta dei sindacati confederali era nata con lo scopo di chiedere al Governo interventi per lo sviluppo della Calabria. All’appello mancavano però Angeletti e Bonanni, assenti – secondo quanto riferito – per motivi di salute. All’iniziativa hanno partecipato numerosi sindaci, alcuni dei quali hanno incontrato Susanna Camusso a margine della manifestazione

Questione Calabria: a Catanzaro Camusso, Bonanni e Angeletti

CATANZARO – La «questione Calabria» non può più attendere. Lo abbiamo detto in mille occasioni e lo ripetiamo ancora: «La nostra regione è una bomba sociale pronta ad esplodere». E’ per questo che il 13 ottobre saranno a Catanzaro i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camuso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Sarà una manifestazione popolare per dire no a tutte le cose che non vanno nella nostra terra, come il precariato e la grave crisi dell’occupazione. Sarà anche l’occasione per portare alla ribalta nazionale la questione dei 5200 lavoratori Lsu e Lpu, per i quali il 2012 si è aperto (e si sta concludendo) all’insegna di ritardi e promesse non mantenute. «Da 15 anni – spiegano i segretari di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp, Antonio Cimino, Carlo Barletta e Gianvincenzo Benito Petrassi – i precari lavorano all’interno dei Comuni senza però alcun riconoscimento giuridico o pensionistico. E tutto questo è permesso dallo Stato. Se le stesse condizioni si dovessero verificare in un’azienda privata, lo stesso Stato apporrebbe i sigilli. In casa sua, invece, consente l’inaccettabile. Siamo arrivati al punto di non avere più fiducia in buona parte della nostra politica. E’ giunto il momento che le istituzioni si facciano carico delle loro responsabilità. Molti dei nodi da sciogliere dipendono dal Governo centrale, come lo sblocco delle assunzioni negli enti utilizzatori, l’assegnazione di un contributo straordinario per gli enti che intendono stabilizzare e, soprattutto, il riconoscimento dei contributi previdenziali, perché altrimenti queste persone non potranno mai andare in pensione pur avendo lavorato una vita per enti pubblici. La mobilitazione di sabato 13 è indispensabile per avviare un nuovo confronto fra Regione, Governo e Sindacati. Lsu e Lpu rappresentano un bacino di precariato che aspetta da troppo tempo e che necessita di una soluzione strutturale. La manifestazione del 13 ottobre (dopo gli scioperi del 24 maggio e 3 giugno) è l’ennesima richiesta rivolta al Governo e alla Regione Calabria, a voler ripartire da un tavolo nazionale con l’Esecutivo che abbia quale presupposto imprescindibile la reale volontà di porre in essere tutti gli strumenti necessari per una soluzione in positivo della vertenza che vede coinvolti migliaia di precari calabresi. Un tavolo, è bene ribadirlo, più volte promesso ma mai convocato. Un tavolo da cui dipende il destino non solo dei lavoratori di pubblica utilità e socialmente utili, ma anche quello degli altri lavoratori calabresi e in cerca di occupazione.