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Lamezia, Luigi Tenco – In un mondo di luci sentirsi nessuno

Lamezia (CZ)- Ritorna Contemporanea con un nuovo appuntamento di “musica&parole”

Il 25 maggio dalle 21.30, il palco del Café Retrò, si animerà con letture, musica, dibattiti e video nel ricordo di Luigi Tenco.

Un’occasione per rivivere  i successi del cantautore piemontese, le tappe fondamentali della sua arte e la tragica scomparsa avvenuta a Sanremo il 27 gennaio del 1967.

In Musica&Parole il palco è aperto, chiunque potrà esibirsi leggendo, suonando o cantando un brano del cantautore protagonista della serata.

Contemporanea può essere seguita e documentata, oltre che sulla pagina Facebook di Open Space, anche su Instagram e Twitter consultando e utilizzando gli hastag #OpenSpace_ac e #OpenContemporanea.

La serata è organizzata grazie al supporto logistico del Sistema Bibliotecario Lametino e all’ospitalità del Café Retrò.

Noah, in uscita il terzo singolo della band e il live sul palco del BSide

COSENZA – Dopo il successo per l’uscita del singolo “Il complesso di Elettra”, arriva sul palco del B-Side Music Pub di Rende, il prossimo venerdì 14 aprile alle 23, il progetto Noah con il live “Lettere Scarlatte”.

Il concerto sarà preceduto dall’uscita del terzo singolo della band, Adesso tocca a me, disponibile online da mercoledì 12 aprile.

«La realtà è un luogo inospitale per chi ha creduto e poi ha saputo amare, la soluzione è l’indifferenza o ancora la tua ingenuità.»
(Il Complesso di Elettra)

Noah è il nuovo progetto del cantautore cosentino Tullio Cesario che, dopo un silenzio durato circa 15 anni, ha deciso di riprendere in braccio una chitarra per tornare a raccontarsi. Amante del rock d’oltreoceano, si lascia trasportare fin da subito delle sue esperienze musicali, fino ad abbracciare il rock cantato in italiano, perché «la musica per dire di più abbisogna di parole da lasciar cadere dentro di sé, permettere loro di giocare, corteggiarsi». L’interesse per questo connubio, tra note e parole, lo porta a scrivere canzoni intime, come intime sono le emozioni che racconta. Inizialmente, nel 2015, si esibisce come solista, per poi consolidare la sua band con Giuseppe Paese (Basso), Paolo Scarnati (Batteria) e Andrea Scalzo (Chitarra). L’impatto emotivo ricercato da Cesario ora è completo, scaraventando tutta la sua energia nei live, come quello al teatro dell’acquario di Cosenza, in cui monta uno spettacolo tra note e reading, al Lungofiume Boulevard del 2016, al MusiCS 2017, al Festival “Sul Palco” in Basilicata, fino ad arrivare tra i finalisti di rock targato Italia nel 2017 e la partecipazione al prossimo Sanremo rock.

L’energia non si esaurisce, il nuovo disco è in uscita per questa estate.

Per maggiori info e per non perdere le ultime novità del progetto Noah, seguite la pagina facebook: https://www.facebook.com/progettonoah/.

Miriam Caruso

“Il Muro di Berlino”, il nuovo videoclip dei VioladiMarte contro le difficoltà di comunicazione

COSENZA – Esce oggi il nuovo attesissimo videoclip dei VioladiMarte: Il Muro di Berlino. un concentrato di rock alternativo, cantautorato e psichedelia.

Il brano racconta delle difficoltà odierne legate alla comunicazione interpersonale. Si evolve il concetto di non-azione, espresso nell’ultimo album della band La Sindrome dei Panda (2012), portando l’ascoltatore alla consapevolezza dell’esistenza dei “Muri Emozionali”. Muri che si possono interporre tra due amici, in una coppia o sul posto di lavoro, separandoci da ogni forma di comunicazione reale.
Come un abito mi cucirai perché ti entri ancora”.
Il Muro di Berlino è la metafora dell’ultima difesa personale utilizzata dalla società.
Da un’idea di Joe Santelli, con la collaborazione di Visioni Creative, nasce il video ipnotico del Muro di Berlino, che in circa 4 minuti riesce a portare lo spettatore a confrontarsi con situazioni che può trovare nella vita di tutti i giorni.

Persone, quotidianità, maschere e sguardi, tutto gira intorno a un muro, mostrando volti differenti a ogni cambio scena.

Il Muro di Berlinovioladimarte-3

Video e Montaggio a cura di Visioni Creative – Matteo Leuterio e Giuseppe Greco.
Brano scritto e composto da Joe Santelli.
Registrato presso le Officine 33Giri di Cosenza.
Mastering a cura di Eric James al Philosophers Barn Studios (UK).

Per maggiori informazioni seguite la Pagina Facebook dei VioladiMarte: (https://www.facebook.com/VioladiMarte?fref=ts).

Noah, il live del cantautore cosentino al teatro dell’Acquario

COSENZA – Si terrà il prossimo martedì 5 luglio alle 21 presso il Teatro dell’Acquario il live/reading di Noah, progetto nato un’idea di Tullio Cesario, cantautore cosentino.
Dopo 10 anni di fragorosi silenzi interrotti dal ruolo di episodista, Cesario, ora Noah, torna a calcare la scena con un singolo “complesso”, come del resto la personalità stessa dell’autore, in anteprima on stage sul rinomato palco del Teatro indipendente dell’Acquario, dove musica e poesia vengono accompagnate ad una location di nicchia che fa la differenza. E a fare la differenza, Noah, inizialmente progetto Noah… un esperimento scientifico che diventa all’Acquario sperimentazione musicale e musica sperimentale di fusione tra parole e melodia.
Se le “parole sono importanti”, e lo sono quanto la musica, di pari passo, lo sono insieme a Noah, Lorenzo Madeo (chitarra e cori), Giuseppe Paese (basso), Mattia De Luca (batteria e percussioni), Ilario Musco (chitarra ad effetto), Raffaello Garofalo (basso), Roberto Sasso (piano e tastiere) e Stefania Mangia ( reading/ monologhista).

Mi suona ancora la musica delle tue parole
che depuravano la bile degli avanzi ricordati
appiccando luce nei miei anni senza sole
ma restano attimi secondi andati
con il mare all’orizzonte… canzoni, forse.

[#LiveReport] Giorgio Canali al Cafè Retrò, nostro signore del rock alternativo

Il fitto calendario di eventi del Cafè Retrò di Lamezia Terme prosegue ospitando Giorgio Canali in una delle serate che anticipa il Color Fest, evento musicale ormai di riferimento per la Calabria e non solo. L’unica data calabrese del cantautore emiliano, svoltasi la scorsa domenica, è stata anche la terza del “Perle per porci Tour”, in cui viene  promosso il suo settimo album in tutta Italia. Questa ultima uscita discografica racchiude 13 cover di artisti parecchio di nicchia come Faust’O e i Mary in June, che al momento della pubblicazione sono stati ignorati. Da qui il titolo.

Per comprendere meglio lo spirito della serata, bisogna premettere che assistere a un concerto di Giorgio Canali giorgio canali retròsignifica assistere a un concerto di uno dei cardini del punk italiano prima e del rock alternativo poi, complice una carriera tra CCCP, CSI, Litfiba, PGR e una costante ricerca sonora individuale affiancata da alcune produzioni.
Canali si esibisce sul palco senza musicisti – “Rossosolo” riporta il tabellone delle date – ma, grazie a due loop station, la sua Gibson sembra essere accompagnata da altre due chitarre. Così, per circa un’ora e mezza si sono alternati sapientemente i brani estratti dai diversi album pubblicati nel corso della sua carriera. Si parte con M.me e Mr. Curie, per mettere in chiaro la natura intimista e confidenziale della serata; segue Au bout, canzone in lingua francese, in cui è ancora più forte l’affinità sonora coi Noir Desir. Vengono proposte quasi a catena Mostri sotto il letto (probabilmente la più cantata dal pubblico), Lezioni di poesia e la più arrabbiata Ci sarà. Sono tutti brani che descrivono la poetica anarchica e pessimista di Canali, con un tappeto sonoro post-rock che non rifiuta ogni tanto delle code noise, quest’ultime ottenute giocando coi feedback.
Il pubblico è catturato, c’è gente che ondeggia con gli occhi chiusi. Rapiti, resistono al caldo creato dall’ammasso di persone che si sono concentrate nella saletta del Retrò. Giorgio Canali approfitta di qualche spazio tra una canzone e l’altra per uno scambio di battute col pubblico, ammonisce un ragazzo prima della seconda strofa di Nuvole senza Messico (“Togli quel c***o di flash di m***a negli occhi. Veramente, è fastidiosissimo.” seguito da applauso) e chiude un paio di brani con una testata al microfono. Ma questo, chi lo segue lo sa bene, fa parte di lui.
Una reinterpretazione di Nostra signora della dinamite e della idiosincratica Rossocome portano a una cover di De Gregori (Le storie di ieri), seguiti dalla quaterna finale: Pesci e sedie, Controvento, Un giorno come tanti e, per la gioia del sottoscritto, Precipito (soffice).
Una serata che ci ha portato uno dei songwriter più autorevoli di casa nostra, sperando che non siano altre perle per porci. No, dai.
Di seguito la scaletta della serata:

  1. M.me e Mr Curie [Nostra signora della dinamite]
    2. Au bout [Che fine ha fatto Lazlotòz?]
    3. Mostri sotto il letto [Giorgio Canali & Rossofuoco]
    4. Lezioni di poesia [Nostra signora della dinamite]
    5. Ci sarà [Rojo]
    6. La solita tempesta [Rojo]
    7. Tutto è così semplice [Perle per porci]
    8. Nuvole senza Messico [Nostra signora della dinamite]
    9. 1, 2, 3, 1000 Vietnam [Che fine ha fatto Lazlotòz]
    10. Nostra signora della dinamite [Nostra signora della dinamite]
    11. Tutti gli uomini [Nostra signora della dinamite]
    12. Rossocome [Rossofuoco]
    13. Le storie di ieri [cover di De Gregori]
    14. Pesci e sedie [Perle per porci]
    15. Controvento [Rojo]
    16. Un giorno come tanti [Perle per porci]
    17. Precipito (soffice) [Fatevi fottere ancora un po’ EP]

Gianluca De Serio

[#Recensione] Francesco Motta e “La fine dei Vent’Anni”

Nonostante la fase di stallo creativo che sembra vivere da anni la musica italiana, c’è una certa scena underground che riesce a partorire qualcosa di interessante sia in termini sonori che di contenuti testuali. Il livornese Francesco Motta, che usa come alias solo il proprio cognome, rappresenta uno di questi casi.francesco motta2

In seguito all’esperienza coi Criminal Jokers, con cui ha inciso due album, e alla militanza come fonico e polistrumentista per artisti più o meno affermati, Motta pubblica il suo primo album solista intitolato La fine dei vent’anni (2016), che esce per Woodworm.  Ma cos’è La fine dei vent’anni? “È un po’ come essere in ritardo / non devi sbagliare strada / non farti del male / e trovare parcheggio”, come canta nella title track.  È un disco pieno di canzoni d’amore che spesso lasciano velate allusioni malinconiche, come quelle che ti fanno guardare al passato, a ciò che avresti voluto fare ma che, per qualche motivo, è sempre saltato. Dunque pieno di sentimenti, ma anche di plugin che effettano la voce e soprattutto di accordature non convenzionali, diverse dai canonici 440hz, che avvicinano spesso alla musica etnica (es.: Mio padre era comunista).

Il disco contiene brani che fanno pensare ad artisti come Niccolò Fabi e i Tiromancino senza dimenticare Riccardo Sinigallia, produttore dell’album e co-autore in tre brani, a dimostrazione di quanto l’ex Tiromancino creda nel progetto “Motta”. Non mancano ospiti affermati come Giorgio Canali, Guglielmo Ridolfo Gagliano (polistrumentista di Paolo Benvegnù) e Alessandro Aloisi dei Pan Del Diavolo.
L’influenza musicale che si avverte per prima è proprio quella di Sinigallia: appare latente sin dall’arpeggio introduttivo del brano di apertura, Del tempo che passa la felicità, dove durante un ritmo costantemente incalzante si intrecciano due chitarre arpeggiate in modo molto diverso e in cui si canta di una “magia della noia” come miraggio per l’intera generazione di oggi.
Sono tutti pezzi con lo stampo della canzone d’autore e tuttavia immediati. Questo pregio, che è il maggiore di tutto il lavoro, ha la sua massima chiarezza in Prima o poi ci passerà, scelto come primo singolo estratto. Questo, però, non significa che manchino brani più arrabbiati. È il caso di Se continuiamo a correre, che vede la partecipazione di Aloisi in una ben riuscita commistione di voci, mentre Roma stasera è forse il brano che – pur conservando un sottostrato pop – più degli altri esprime quel senso punk della voglia di perdersi fregandosene delle conseguenze… almeno per una sera.
Chiudono la tracklist i due episodi in cui la chitarra è di Giorgio Canali: Una maternità (E d’improvviso ti accorgi / di quel poco che sei / conservi i ricordi per farci un incendio / ti sei abituata alla perplessità / e rimani in silenzio / in attesa del resto / alla cassa del bar)  e Abbiamo vinto un’altra guerra, poetica e arresa nel descrivere il percorso di una coppia che ormai procede per inerzia, schiacciata dalla maledetta forza dell’abitudine, e che regala probabilmente il più bel momento dell’album cantando: “Non possiamo riparare / Sono finiti gli argomenti / La testa sulle spalle / Le spalle sopra i denti”.

Insomma, la fine dei vent’anni è il raggiungimento dell’età adulta in cui Motta ha anche la sensibilità per mettersi a nudo e parlarci di gioie, malinconie, del suo rapporto con la famiglia e con la vita, attraverso canzoni ricercate e spesso molto orecchiabili. Prosit!

Gianluca De Serio

Umberto Maria Giardini in Concerto questa sera al Cafè Retrò di Lamezia Terme

LAMEZIA TERME (CZ) – Questa sera alle ore 22:30 presso il Cafè Retrò di Lamezia Terme continuano gli appuntamenti con la musica d’autore targati Color Fest con il tanto atteso concerto di Umberto Maria Giardini (ex Moltheni).

L’evento propone il cantautore, reduce dall’ultimo album Protestantesima, in un’esibizione intima e raffinata, preparando così il pubblico al grande concerto estivo che si tiene come ogni anno nella cittadina della piana.

Umberto Maria Giardiniumberto maria giardini
A tre anni di distanza dal suo esordio con “La dieta dell’imperatrice” e a due dall’Ep “Ognuno di noi è un po’ anticristo” torna con il suo nuovo album “Protestantesima” Umberto Maria Giardini.
Più conosciuto al pubblico della scena alternativa italiana sotto il suo ex pseudonimo di Moltheni, UMG ha in se la caratteristica fondamentale della cosiddetta riconoscibilità, soprattutto nei testi che nel tempo lo hanno consacrato come autore sopraffino nonché come uno dei maggiori musicisti ancora oggi sfuggente al semplice tentativo di catalogazione, ma che sempre riesce a sorprendere per la sua raffinatezza e per quella puntualità con la quale in ogni album, si conferma, si legittima si esalta pur rimanendo sempre lo stesso, sempre autentico.
Umberto Maria Giardini si pone come autore fondamentale della musica italiana degli ultimi anni soprattutto per coloro che cercano, riconoscono e amano la vera qualità.

Miriam Caruso

Luca Andrieri presenta il suo ultimo album: “Attimi”

11729001_737006799758353_2277380677201408430_oIl cantautore calabrese Luca Andrieri, venerdì 20 Novembre, è approdato in Calabria, sua terra natia, per presentare il suo ultimo lavoro discografico “Attimi”.
E’ un cd che racchiude otto tracce audio inedite, scritte dal cantautore dopo il successo del primo cd “Io e Luca” del 2013.
Ospite della trasmissione “Modesti a parte” di Tele Europa Network, in onda domenica 22 Novembre, alle ore 14:30, si è lasciato intervistare dal conduttore Giuseppe Greco con il quale ha parlatodellesue canzoni e dei suoi prossimi progetti.
Luca Andrieri, nato a Castrovillari (CS) e trasferitosi a Roma dove attualmente vive, ha collaborato con diversi musicisti e personaggi del settore musicale, in particolar modo con l’artista di spicco Luca Barbarossa.
Rincorre, ormai da anni, la strada del successo e trova spazio nei salotti della musica leggera italiana, presentandosi a “Uno mattina speciale Sanremo” e a “Casa Sanremo” come ambasciatore della Calabria, oltre ai vari concerti live e manifestazioni canore sul territorio nazionale.
Alla Calabria dedica un  inedito ed un video clip dedicato a Bagnara Calabra, paese dove ha vissuto per un breve periodo della sua infanzia.

Esce il Primo Singolo del Cantautore “Scarda”: Io Lo So

ROMA –  Dopo La Nomination come “Migliore Canzone Originale” al David di Donatello 2014 per la “title song”del film “Smetto quando voglio” (di Sydney Sibilla e prodotto da D.Procacci)
“Io Lo So” è il nuovo singolo del giovane cantautore SCARDA.
“Io lo so” anticipa l’uscita del suo disco d’esordio prevista in Dicembre 2014 per MkRecords
Cantautorato “old style”, atmosfere acustiche e minimali sono gli ingredienti del secondo singolo diSCARDA; per dare risalto ad un testo che racconta i timori quotidiani di una donna che nel mondo non si sente a suo agio, con la vaghezza tipica di chi dice: “se volevo raccontartelo precisamente non scrivevo la canzone” .

“Allora lasciati un po’ andare – siamo fiamme su candele, siamo fatti per bruciare” 

Il videoclip (prodotto da Manita Lab) per la regia di Stefano Bazzano è girato in Calabria, terra natia di Scarda, sulla “Costa degli Dei”: due storie che si incrociano a distanza di otto anni l’una dall’altra; distanze ed evoluzioni visibili solo attraverso impercettibili dettagli.

Scarda, (all’ anagrafe Nico Scardamaglio) napoletano di nascita e calabrese di adozione. Frequenta pochi ambienti artistici, non milita nei gruppi, non suona nei locali ma in compenso strimpella da sempre nei falò.
I suoi ascolti vanno da Battisti ai Radiohead e il mondo che gli passa attraverso. Nel marzo del 2012 pubblica, preso da un impulso irrefrenabile, delle canzoni sotto forma di “demo” su youtube.
Da quel momento arrivano i primi consensi, i primi concerti e i primi sostenitori; il “passaparola estremo” fa il resto e le sue canzoni arrivano alle orecchie del regista Sydney Sibilia, che gli affida la title song del film “Smetto quando voglio”, valsagli la candidatura al David di Donatello come “Miglior canzone originale”…ed ora “Io lo so” !

facebook.com/scardaofficial 
www.mkrecords.it

Stefano Ali’ Racconta la sua Rivoluzione: da un Monolocale al Palco

La Rivoluzione nel Monolocale (La Vigna Dischi) : cd e sfogo di un periodo malinconico. Abbiamo intervistato Stefano Ali’, cantautore  Siciliano, per farci raccontare il suo progetto e l’esperienza della collaborazione con Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce. Nove brani inediti e una cover di Paolo Conte, musiche e testi caldi innaffiati da Gin Lemon nell’intimità di un monolocale.

Partiamo dagli albori, raccontaci come ti sei avvicinato al mondo della musica e al cantautorato.

“Sono sempre stato innamorato della musica, è un antidepressivo naturale per tutti gli essere umani. Nel mio caso ho trovato tutto più gratificante quando ho scritto la mia prima canzone, a 19 anni; alla fine della composizione ho provato una pace interiore incredibile. Tuttora il mio umore dipende dalla scrittura: quando scrivo cose che mi entusiasmano posso andare avanti anche una settimana con il sorriso stampato in faccia.”

La Rivoluzione Nel Monolocale, un disco intimo che lascia sfogare l’insofferenza che la nuova generazione si trova ad affrontare in questo particolare periodo storico. Ci racconti un po’ come sono nati i tuoi testi?

“Sono nati dall’esigenza di raccontare soprattutto a me stesso il periodo che stavo attraversando: sono nati principalmente come uno sfogo. Successivamente ho capito di poter raccogliere i testi, musicarli e inserirli in un disco. Tutto ciò mi ha evitato costose sedute dallo psicologo.”

Qual è per te la canzone chiave dell’album? Quella che ti ha regalato maggior entusiasmo nel comporla?

“Forse Cash! Il primo brano che ho composto per questo progetto. Dentro c’è l’essenza dell’intero disco.”

Quali sono le influenze musicali che ti hanno portato a raggiungere un tuo stile?

“Le mie influenze sono davvero molto varie. Non seguo un genere in particolare, ascolto di tutto! È chiaro che qualcosa te la porti dietro. Passo dai Dirty Projectors ad Alessandro Fiori, dai Karate ai Mùm ecc…”

La scelta dell’italiano spesso lascia al cantautore la capacità di scoprire i propri sentimenti. Le tue parole nascono assieme alla musica o aspettano su un foglio di carta che tu ne scelga gli accordi?

“Parto sempre dalla musica, non riesco a fare il contrario. Magari so già quale argomento affrontare, ma prima ho bisogno di un giro di accordi, un loop, una melodia. Successivamente creo la linea vocale e aggiungo infine il testo. Il metodo classico insomma, sono troppo pigro per poter fare il contrario.”

La produzione artistica di “La Rivoluzione nel Monolocale” è di Lorenzo Urciullo (Colapesce), come nasce la vostra collaborazione?

“Conosco Lorenzo da più di dieci anni, siamo amici e musicalmente siamo molto in sintonia. Volevo che qualcuno pensasse all’arrangiamento dei pezzi, che si prendesse cura di loro, per cui, io e Roberto Cappellani (il batterista), dopo aver registrato dei provini con chitarra e batteria, abbiamo deciso di affidare tutto a lui. Il risultato finale, per quanto ci riguarda, è molto soddisfacente: siamo davvero felici del suono del disco.”

Un’ultima domanda. Cosa dobbiamo aspettarci da Stefano Alì per il prossimo progetto discografico?

“Semplicemente delle canzoni! Non so che vestito indosseranno ma spero solo si piacciano allo specchio.”

 

Miriam Caruso