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Operazione Old Mill, il cinquantatreenne P. L. lascia il carcere

CASTROVILLARI (CS) – Lascia il carcere il 53enne P.L., coinvolto nell’operazione “Old Mill” e difeso dagli avvocati Ettore Zagarese e Lucio Esbardo. In accoglimento della richiesta avanzata dai difensori, è stata revocata la misura della custodia in carcere nei confronti dell’uomo, nato a Cassano all’Ionio e residente a Trebisacce, al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari.

 L’operazione “Old Mill” è stata portata a termine lo scorso ottobre 2016 dai Carabinieri della Compagnia di Corigliano, all’esito di un’indagine diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. In quella occasione erano stati eseguiti sei arresti (tre in carcere e tre ai domiciliari) e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I destinatari dei provvedimenti, emessi dal Gip di Castrovillari dott.ssa Benigno, sono accusati a vario titolo di detenzione ai fini di cessione di sostanza stupefacente.

L’indagine si è concentrata sulla contestata attività di spaccio nell’area ionica, tra Trebisacce e Corigliano, anche attraverso i territori di Villapiana e Cassano all’Ionio. Al centro dell’attività investigativa anche l’agriturismo “Il vecchio mulino” del 53enne P.L., che secondo gli inquirenti sarebbe stata una copertura delle attività illecite contestate.

Il prossimo 12 maggio è fissata l’udienza dinanzi al Tribunale di Castrovillari per i nove imputati, in seguito alla richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.

Detenuto consegue la laurea in Scienze dell’educazione. Gli auguri del rettore Crisci

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «Nella giornata di oggi un detenuto del carcere di Paola ha conseguito la laurea in Scienze dell’educazione. A lui porgo le mie congratulazioni e colgo questa occasione per ricordare che il nostro Ateneo è particolarmente sensibile ai temi sociali, convinti che la cultura rappresenti, per i detenuti, una grande opportunità di riscatto e di acquisizione di responsabilità e di autonomia». Lo dichiara il rettore dell’Unical Gino M. Crisci a margine della seduta di laurea, che si è celebrata questa mattina nell’aula Fac 2. «Proprio per garantire, ai soggetti in stato di detenzione, l’effettiva fruibilità del diritto allo studio universitario – spiega il rettore -ho voluto costituire, qualche mese fa, un Comitato scientifico che si occupi della costituzione di un Polo universitario penitenziario, che accompagni i detenuti che intendono seguire i nostri corsi di laurea, nell’iter che li porta dall’iscrizione fino alla laurea. Tutto, naturalmente, in accordo con i direttori degli istituti penitenziaridel sistema carcerario calabrese e lucano. Fanno parte del Comitato i professori Pietro Fantozzi, che è anche mio delegato in materia, Ciro Tarantino, GiulianaMocchi e Franca Garreffa. Grazie al loro lavoro e a quello dei tanti volontari che ogni giorno si spendono per questa causa, già nello scorso mese di giugno abbiamo avuto i primi due detenuti laureati, entrambi reclusi presso la Casa di reclusione di Rossano». «Oggi, invece, – continua Crisci – un altro studente ha potuto raggiungere questo importante obiettivo, ribaltando quella che è l’idea di base del percorso universitario tradizionale: non è l’allievo che si presenta nel luogo e nei tempi definiti dall’istituzione universitaria, bensì è l’Università che si rende disponibile a entrare in contatto con lo studente nei tempi e luoghi stabiliti dall’Amministrazione penitenziaria. Un obiettivo non facile da raggiungere ma di alta funzione sociale, per il quale il professor Fantozzi si sta impegnando con grande determinazione, tanto che ha intenzione, nei prossimi mesi, di visitare tutte le carceri calabresi per promuovere la rete di collaborazione necessaria a far nascere il Polo universitario penitenziario dell’Università della Calabria».

 

Cosenza, inaugurata una biblioteca in carcere per i detenuti

COSENZA – Due sale lettura e una biblioteca con 2500 volumi, locali ristrutturati dai detenuti. Lo “spazio dell’anima” inaugurato nella casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza, con taglio del nastro affidato al magistrato di sorveglianza Paola Lucente, è frutto del  progetto “Liberi di leggere” realizzato dall’associazione LiberaMente e promosso in partnership con l’istituto di pena, MorEqual, la libreria Ubik di Cosenza e il Centro socio culturale Pier Giorgio Frassati  di Paola e con il contributo della Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa Onlus. «Un’opportunità per i detenuti- ha affermato Filiberto Benevento direttore del carcere di Cosenza – molti ci chiedono di leggere, altri si stanno laureando ed avranno così a disposizione gli spazi per studiare. Un bel traguardo raggiunto grazie alla sinergia con le associazioni di volontariato».  Soddisfazione è stata espressa dal presidente di LiberaMente Francesco Cosentini «Finanziato dal Ministero del lavoro – ha spiegato – il progetto prevede la gestione della biblioteca, incontri con l’autore, il coinvolgimento della cittadinanza tramite il libro sospeso. Obiettivo è quello di sostenere percorsi di inclusione e reinserimento sociale dei detenuti attraverso la lettura». La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con l’encomio a Domenico Antonio Papalia, detenuto che si è particolarmente distinto nello svolgimento dei lavori all’interno della casa circondariale, il  riconoscimento consegnato dall’educatrice Brunella Scarcello.

Giubileo dei carcerati, marcia organizzata da diverse istituzioni

COSENZA – << In occasione del giubileo dei carcerati indetto da Papa Francesco per il prossimo 6 novembre, come Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito, stiamo promuovendo una grande marcia per l’amnistia, la giustizia giusta e la libertà intitolata al Pontefice che porta il nome del Poverello di Assisi e al leader radicale recentemente venuto a mancare e che ha fatto della povertà una forza.
Alla marcia hanno già aderito numerose istituzioni e personalità del mondo politico e della cultura, anche Calabresi. Grazie all’impegno di militanti come Gianpaolo Catanzariti, dalla nostra terra, sia il Consiglio Regionale della Calabria, sia i Comuni di Platì, Roccaforte del Greco e S. Agata del Bianco (RC) invieranno i loro Gonfaloni; e anche i sindaci Tommaso Laporta, del Comune di Botricello, e Bruno Colosimo, di Cropani (CZ), pure loro hanno simbolicamente aderito alla marcia.
Tra politici e personalità calabresi ricordiamo Carlo Tansi, capo del dipartimento della protezione civile calabrese, l’on.le Giacomo Mancini, l’ex assessore regionale Mario Caligiuri, l’ex parlamentare Saverio Zavettieri, Don Alfonso Velonà presidente della Fondazioni Uals>>.
Papa Francesco
Lo si legge in una nota del prof. Giuseppe Candido, esponente e militante del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito che lo scorso settembre ha tenuto il proprio congresso proprio nel carcere romano di Rebibbia.
 
<< Assieme all’obbiettivo dell’amnistia, – prosegue la nota – Rita Bernardini, Irene Testa e Maurizio Bolognetti sono impegnati – ormai da giorni-  in un Satyagraha nella forma del digiuno di dialogo, per promuovere un dialogo, appunto, con il Governo, il Parlamento e con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e domandare che fine ha fatto l’ottimo lavoro scaturito dagli Stati Generali dell’esecuzione penale e per chiedere l’immediata Riforma dell’ordinamento penitenziario “per l’effettività rieducativa della pena” che deve riguardare tutti i detenuti nessuno escluso. Anche noi – per dar corpo a questo tentativo di dialogo – oltre a partecipare attivamente e promuovere con ogni mezzo la marcia intitolata al Pontefice e a Pannella, digiuneremo per due giorni sabato 5 e domenica 6 novembre.
E affinché le persone attualmente detenute nelle carceri calabresi, private sì della libertà ma non degli altri diritti umani, e loro familiari possano aderire al digiuno e alla marcia intitolata a Pannella e a Papa Francesco, dopo la visita del carcere di Catanzaro una settimana fa, domani mattina – alle ore 9:00 – con Gernando Marasco e Rocco Ruffa, e grazie alle autorizzazioni del DAP che l’On.le Rita Bernardini continua a farci ottenere non essendo noi parlamentari né consiglieri regionali, saremo in visita a quello di Vibo Valentia. All’uscita dal carcere, verso le 14 circa, terremo una conferenza stampa>>.

Franco Muto resta in carcere

CATANZARO – Rimane in carcere Franco Muto. Il Tribunale del Riesame ha infatti rigettato l’istanza di scarcerazione dei legali del “Re del Pesce”, arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Frontiera” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Sono invece tornati in libertà Rocco Trazza, Angelo Casella e Giuseppe Scornaienchi, tutti coinvolti nella medesima inchiesta.

Detenuto tenta suicidio, salvato da polizia penitenziaria

REGGIO CALABRIA – Un detenuto nel carcere Panzeri di Reggio Calabria ha tentato il suicidio ed è stato salvato grazie all’immediato intervento della polizia penitenziaria che, nonostante le gravi carenze, è riuscita ad evitare la tragedia. Lo affermano, in un nota, Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale. «In questi giorni – proseguono – la situazione dell’organico del Panzeri è peggiorata ancora di più a causa dell’invio di agenti, sovrintendenti ed ispettori ad Arghillà; scelta, questa, inopportuna e inadeguata da parte dei vertici locali e regionali. Già questa mattina abbiamo segnalato la questione ai vertici del Dipartimento, a Roma, e aspettiamo risposte adeguate, altrimenti metteremo in atto ogni utile forma di protesta. E’ stato anche spostato un dirigente sindacale del Sappe, senza il preventivo nulla osta, contravvenendo a norme contrattuali specifiche».

‘ndrangheta, resta in carcere ex parlamentare Psdi

REGGIO CALABRIA – Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha rigettato il ricorso presentato dai legali dell’ex parlamentare del Psdi Paolo Romeo, arrestato nell’ambito dell’operazione “Fata Morgana”, coordinata dalla Dda reggina. Già condannato in passato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’operazione “Olimpia”, l’avvocato Paolo Romeo era stato arrestato il 9 maggio scorso in qualità di “dirigente di un’associazione segreta” finalizzata al procacciamento di finanziamenti pubblici che avrebbe condizionato l’attività degli enti locali. I giudici del riesame hanno confermato la custodia cautelare, concedendogli però il beneficio degli arresti domiciliari, per l’imprenditore Antonio Idone, ingegnere, ex componente del consiglio di amministrazione di Fincalabra. Idone, secondo l’accusa, sarebbe stato “un procacciatore di finanziamenti degli enti locali” e, in concorso con altri indagati, si sarebbe reso responsabile del reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dalle modalità mafiose.

Catanzaro, detenuto si dà fuoco per protesta in carcere

CATANZARO – Un uomo detenuto nella casa circondariale di Catanzaro, di nazionalità tunisina, si è dato fuoco come atto di protesta per ottenere l’espulsione, dopo essersi coperto le gambe con dei giornali cosparsi di olio. Solo grazie al pronto intervento di un assistente capo della Polizia Penitenziaria, che con un idrante ha spento il fuoco, il detenuto è riuscito a salvarsi. Lo rende noto il sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe. «Nel corso del 2015 – spiega una nota – gli atti di autolesionismo posti in essere nelle carceri italiane sono stati 7029, dei quali 4278 sono attribuibili a detenuti stranieri e 2751 ad italiani. I decessi in carcere per cause naturali sono stati 69, 57 italiani e 12 stranieri; i suicidi 39, 25 italiani e 14 stranieri. In Calabria – afferma il segretario nazionale del Sappe, Damiano Bellucci – ci sono stati 104 atti di autolesionismo, 31 tentativi di suicidio, un suicidio e 2 decessi per cause naturali, 117 aggressioni, 13 ferimenti, 1 tentato omicidio. A Catanzaro gli atti di autolesionismo sono stati 14, i tentativi di suicidio 2, le colluttazioni 21».

Paola, detenuto si suicida in carcere

PAOLA (CS) – La scorsa notte, un detenuto di origine italiana di 46 anni, con fine pena tra due mesi e ristretto nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella, attraverso l’utilizzo di brandelli di una coperta. L’uomo aveva tentato altre volte il suicidio ed era sempre stato salvato dalla polizia penitenziaria. Purtroppo, questa volta, è riuscito a mettere in atto il suo proposito. Lo rendono noto Donato Capece, segretario generale del SAPPE, e Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto. “Nei giorni scorsi – rilevano con una nota – aveva anche provocato un incendio nella sua cella, per cui era stato necessario evacuare la sezione. Successivamente aveva anche rotto gli arredi della cella e utilizzato un pezzo di ceramica del lavandino, sempre per tentare di suicidarsi. L’uomo aveva più volte dichiarato di temere per la sua vita, tanto da pretendere di stare da solo in cella. E in ogni caso l’amministrazione aveva provveduto a togliere tutto ciò che potesse servire per tentare un suicidio, ma nonostante tutti gli accorgimenti possibili il detenuto è riuscito nel suo intento”. Capece e Battista Durante evidenziano poi, sempre a proposito del suicidio, come “nonostante i tanti tentativi dei sanitari, l’uomo rifiutava ogni tipo di terapia”. Bisogna ricordare che la polizia penitenziaria, evidenziano infine, ogni anno salva oltre 1000 detenuti che tentano di suicidarsi.

LiberaMente, si avvia il progetto di potenziamento della Biblioteca Penitenziaria

COSENZA- Si è svolta questa mattina nella casa circondariale di Cosenza la conferenza stampa del progetto Liberi  di leggere. Il progetto prevede la gestione e il potenziamento della biblioteca interna al carcere (attraverso la pratica del libro sospeso e l’acquisto di arredi), la realizzazione di reading e incontri con gli autori. Inoltre 40 detenuti (20 della casa circondariale di Cosenza e 20 dell’istituto penitenziario di Paola), parteciperanno ad un laboratorio di scrittura creativa.

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Firmato anche protocollo d’intesa, per il potenziamento della biblioteca e per l’avvio di attività teatrali e sportive in carcere, tra casa circondariale, LiberaMente, Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa, Centro studi Mente Aperte, Biologi senza frontiere e FIGC. Il direttore del carcere, Filiberto Benevento ha anche anticipato che, grazie ad un finanziamento della Cassa delle Ammende, il campo sportivo del carcere sarà trasformato in due campi più piccoli con pista di atletica.