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Furbetti del cartellino, scoperti e indagati una ventina di dipendenti pubblici

VIBO VALENTIA – Assenteismo, truffa aggravata, false attestazioni di prestazioni lavorative. Sono questi i reati contestati ad una ventina di dipendenti pubblici in servizio presso l’Asp di Vibo Valentia, in particolare presso il distretto sanitario di Serra San Bruno, che risultano adesso indagati.

Venti tra medici, infermieri, assistenti e collaboratori a vario titolo in servizio nel distretto di Serra San Bruno sono stati denunciati dai carabinieri per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni di orari lavorativi. L’attività investigativa che ne è seguita ha permesso di portare alla luce una serie di condotte similari anche da parte di altri dipendenti tra medici, infermieri e altro personale. In un caso è stata registrata anche un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.

Gli avvisi ai dipendenti sono stati notificati dai carabinieri. Gli investigatori hanno esaminato un periodo di tempo di quattro mesi tra gennaio e aprile 2018.

 

 

Furbetti del cartellino, sospesi altri sette dipendenti a Bova Marina

BOVA MARINA (RC) – I militari della Guardia di Finanza della compagnia Melito Porto
Salvo, nell’ambito delle indagini effettuate dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, a un’ordinanza di misura
cautelare della interdizione dai pubblici uffici per periodi variabili da 2 a 1 mesi, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria, dott. Davide Lauro nei confronti di ulteriori sette dipendenti pubblici in servizio presso il comune di Bova Marina. Le indagini, riguardanti complessivamente n. 22 indagati, avevano già portato all’esecuzione, lo scorso 28 maggio, di ulteriori cinque misure analoghe. In data odierna, a seguito di interrogatori effettuati dal g.I.P., sono stati interessati altri sette dipendenti del comune di bova marina per le ipotesi di reato di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di pubblici dipendenti, di truffa ai danni dell’ente comunale e interruzione di servizio pubblico. Oltre agli accertamenti documentali delle presenze giornaliere acquisiti presso l’ente, l’indagine si fonda sulle immagini acquisite all’interno e all’esterno dei locali del municipio mediante il monitoraggio visivo dell’orologio marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere, su un’accurata attività di osservazione, pedinamento e controllo eseguita dai finanzieri. Significativa è la circostanza che, ben 12 impiegati sui 22 indagati in una struttura medio piccola, quale quella del comune di Bova Marina, siano stati oggetto delle misure cautelari della interdizione dai pubblici uffici.

Furbetti del cartellino, interdetti cinque dipendenti comunali

MELITO PORTO SALVO (RC) – I militari della guardia di finanza della compagnia Melito Porto
Salvo, nell’ambito delle indagini effettuate dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione, a un’ordinanza di misura cautelare della interdizione dai pubblici uffici per periodi variabili da 10 a 7 mesi, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria, dott. Davide Lauro nei confronti di cinque dipendenti pubblici in servizio presso il comune di Bova Marina.

Truffa ai danni del comune di Bova Marina

Le indagini nei confronti, complessivamente, di n. 22 indagati, sono state dirette dal sostituto dott. Gianluca Gelso e coordinate dal procuratore aggiunto dott. Gerardo Dominijanni, ed hanno ad oggetto le ipotesi di reato di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di pubblici dipendenti, di truffa ai danni dell’ente comunale e interruzione di servizio pubblico, nonché, per due indagati, di peculato in quanto usavano autovetture del predetto comune per fini privati. L’attività odierna nasce dalle doglianze di alcuni cittadini che spesso dovevano mettersi alla ricerca dei dipendenti comunali intenti alle loro faccende personali.
Oltre agli accertamenti documentali delle presenze giornaliere acquisiti presso l’ente, l’indagine si fonda sulle immagini acquisite all’interno e all’esterno dei locali del municipio mediante il monitoraggio visivo dell’orologio marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere, su un’accurata attività di osservazione, pedinamento e controllo eseguita dai finanzieri si poteva cosi’ verificare che numerosi dipendenti del comune di Bova Marina, formalmente al lavoro, si assentavano ingiustificatamente recandosi a fare la spesa, al bar o a dialogare con altre persone nei pressi degli uffici comunali, anche per
svariate ore. Significativa è la circostanza che, in una struttura medio piccola, quale quella del comune di Bova Marina, composta da n. 25 impiegati effettivi, la percentuale di quelli sottoposti alle attuali indagini e’ pari all’88%, e nel corso di circa 80 giornate lavorative sono state
accertate 448 irregolarità di cui 30 gravi

Abuso d’ufficio, falso e truffa, 41 dipendenti della regione Calabria rinviati a giudizio

CATANZARO – Quarantuno dipendenti della Regione Calabria sono stati rinviati a giudizio dal gup di Catanzaro, Giovanna Gioia, per abuso d’ufficio, falso e truffa perché assentatisi arbitrariamente dal posto di lavoro. Secondo l’accusa, i dipendenti, in servizio nei dipartimenti Avvocatura, Attività produttive, Cultura, Politiche energetiche, Bilancio e Lavori pubblici, dopo aver timbrato il cartellino di ingresso si sarebbero allontanati per dedicarsi ad attività private. Il processo é stato fissato per 19 febbraio. A inchiodare alle loro responsabilità i 41 dipendenti le telecamere nascoste piazzate dalla Guardia di finanza. Dopo l’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, avviata nel 2014, la Regione Calabria decise di licenziare 4 dipendenti, di sospenderne altri 5 e di emettere provvedimenti più lievi per altri 41 impiegati coinvolti nell’inchiesta. Poche settimane fa altri tre dipendenti, già condannati in primo grado col rito abbreviato, sono stati assolti dalla Corte d’appello di Catanzaro.

Furbetti cartellino, coinvolti dipendenti comunali. Sono 4 gli arresti

REGGIO CALABRIA – Si allontanavano dall’ufficio, in orario di servizio, praticamente tutti i giorni, soprattutto di martedì quando si tiene il mercato settimanale: è questo il comportamento contestato dalla Procura della Repubblica di Palmi a 24 dipendenti del Comune di Oppido Mamertina, 4 dei quali sono stati arrestati e posti ai domiciliari ed altri 20 hanno avuto notificato dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria un provvedimento di obbligo a presentarsi alla pg. Un modus operandi, quello dei furbetti del cartellino di Oppido, comune agli altri casi scoperti in varie parti d’Italia. I dipendenti “infedeli”, secondo l’accusa, timbravano regolarmente il badge all’ingresso – in alcuni casi uno lo faceva anche per i colleghi – e poi uscivano per sbrigare le proprie faccende. A scoprire il meccanismo fraudolento sono stati i carabinieri di Oppido che hanno avviato le indagini nel novembre scorso dopo avere notato alcuni dipendenti comunali aggirarsi per le vie cittadine in orario di ufficio. Dalle successive indagini, coordinate dalla Procura di Palmi e portate avanti con l’installazione di un sistema di videosorveglianza per monitorare la macchinetta marcatempo e gli ingressi in Municipio e servizi di osservazione e pedinamento per le vie cittadine, è emerso il comportamento fraudolento messo in atto con modalità estremamente disinvolte. E’ così emerso che molti degli indagati si assentavano sistematicamente dal luogo di lavoro venendo osservati dai carabinieri nelle piazze e nelle vie adiacenti il Palazzo Comunale mentre si aggiravano per negozi, facevano la spesa al mercato, erano impegnati in attività di pulizia domestica o si intrattenevano con conoscenti ed amici. Per accertare le assenze ingiustificate i carabinieri hanno anche acquisito tutta la documentazione relativa ai dipendenti con l’elenco delle timbrature, certificati di malattia e permessi per confrontarla con le risultanze delle indagini.