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Callipo a Saline Joniche contro la centrale a carbone

SALINE JONICHE – «No alla centrale a carbone. Al suo posto un aggregatore di piccole e medie imprese che possa fare da volano allo sviluppo dell’intera area grecanica, alla quale va rivolta una particolare attenzione nella programmazione dell’impiego delle risorse comunitarie».
È l’impegno che Gianluca Callipo ha assunto nel corso di un incontro con sindaci, amministratori pubblici e imprenditori che si è tenuto a Reggio Calabria.
Callipo, candidato alle primarie regionali del centrosinistra, ha espresso una posizione di netta opposizione alla costruzione a Saline Joniche di una grande centrale elettrica a carbone, nell’area dell’ex Liquichimica, così come prevede il progetto della Sei Spa, controllata dalla società svizzera Repower.
«Quest’area ha una grande valenza paesaggistica che va recuperata e valorizzata – ha detto Callipo -. Non si può consentire che la Calabria diventi terra di conquista da parte di una grande multinazionale svizzera, consentendo la costruzione di una centrale a carbone che avrebbe effetti devastanti sull’ambiente e sull’immagine di una porzione vastissima di territorio, compromettendo qualsiasi altra attività produttiva. Le centrali a carbone appartengono al passato, sebbene ce ne siano in attività ancora tante. Ma quando pensiamo a nuovi impianti per la produzione di energia elettrica dobbiamo guardare avanti, a nuove tecnologie e nuovi sistemi che abbiano un impatto ambientale sostenibile».
Al posto della centrale a carbone, Callipo propone la realizzazione di un’area che accolga le piccole e medie imprese della zona, il cui indotto occupazionale sarebbe certamente di gran lunga superiore alle unità lavorative che impiegherebbe la centrale.
«Penso innanzitutto al recupero della struttura portuale a fini turistici e alla bonifica di un’area che, rispondendo alle logiche della Prima Repubblica, ha impoverito per decenni l’intero versante del basso Jonio reggino. Qui, invece della centrale a carbone, dovrebbe sorgere un aggregatore di imprese a fiscalità agevolata, dotato di infrastrutture e servizi per lo sviluppo delle aziende artigiane, commerciali e del terziario – ha spiegato Callipo – che possa fare da catalizzatore per la crescita economica dell’intera area. Da tempo le imprese che operano da queste parti avvertono l’esigenza di un insediamento produttivo attrezzato e funzionale, che consenta loro di lavorare nelle migliori condizioni possibili. Saline Joniche può offrire questa opportunità e diventare il volano di tutta l’area grecanica».
Per sostenere questa idea di sviluppo e la contrarietà alla centrale a carbone, Callipo parteciperà a un nuovo incontro in programma lunedì 15 settembre (ore 16), sul pontile del porto di Saline, insieme ai sindaci e agli amministratori pubblici del comprensorio, cittadini, associazioni e comitati impegnati da anni nella battaglia contro la costruzione della centrale.

Respinto ricorso contro centrale a carbone Saline Joniche

SALINE JONICHE (RC) – Il Tar del Lazio ha dichiarato “irricevibile” il ricorso con il con il quale una serie di associazioni, società cooperative e aziende agrituristiche calabresi contrastavano il provvedimento con il quale il 15 giugno 2012 il Presidente del Consiglio dei Ministri decretò la compatibilità ambientale e l’autorizzazione all’esercizio del progetto proposto dalla società Sei per la realizzazione della centrale a carbone a Saline Joniche, nel Comune di Montebello Jonico (Rc).

Centrale Saline Joniche: depositato ricorso della Regione

CATANZARO – E’ stato depositato presso la Segreteria del TAR del Lazio il ricorso per motivi aggiunti proposto dalla Regione Calabria per ottenere l’annullamento del decreto del Ministro dell’Ambiente n. 115, del 5 aprile 2013, con il quale è stata dichiarata la compatibilità ambientale e concessa l’autorizzazione integrata ambientale per il progetto della centrale di 1320 Mw, alimentata a carbone, di Saline Joniche.

Il ricorso per motivi aggiunti si ricollega direttamente ed immediatamente a quello già proposto dalla Regione dinnanzi al medesimo TAR del Lazio per impugnare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che, decidendo sul contrasto tra Ministero dei Beni Culturali, che aveva espresso parere negativo, e Ministero dell’Ambiente, aveva dichiarato la compatibilità ambientale dell’intervento proposto dalla società S.E.I. S.p.A.

Quest’ultimo decreto, in particolare, era stato trasmesso per la registrazione alla Corte dei Conti che, sospendendo l’iter della registrazione, ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri numerosi chiarimenti in ordine alla legittimità del provvedimento.

Tra i punti di criticità evidenziati nella richiesta della Corte dei Conti assume specifico rilievo quello relativo alla mancata intesa con la Regione Calabria che costituisce un presupposto essenziale per l’autorizzazione.

Nel caso della centrale di Saline tale intesa è mancata del tutto per la ferma opposizione della Regione Calabria che ha sempre ribadito di non potere assentire la costruzione sul proprio territorio di centrali a carbone giusto quanto previsto nel Piano Energetico Regionale, approvato dal Consiglio nel 2005 ed in corso di aggiornamento, che esplicitamente dispone un divieto in tal senso, per puntare invece su una produzione energetica da fonti rinnovabili e sostenibili sotto il profilo ambientale e territoriale.

La Regione è impegnata quindi ad impedire la realizzazione di un’opera che inciderebbe in maniera irreversibile sull’assetto ambientale di una zona di particolare pregio, dichiarata Sito di Interesse Comunitario e che lo stesso Ministero dei Beni Culturali, nell’esprimere il proprio parere negativo sulla realizzazione della centrale, ritiene di dover tutelare anche per la presenza di significative giacenze archeologiche.

 

 

Regione interviene su decreto Centrale Saline

La Regione ha impugnato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo all’autorizzazione per la costruzione di una centrale termoelettrica a carbone a Saline Ioniche. ”Cosi’ come avevamo piu’ volte evidenziato – afferma il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti – procediamo sulla linea tracciata dalla maggioranza e dal Consiglio regionale e questo ricorso rafforza la nostra volonta’ di dare una prospettiva all’area”.

Regione Calabria: no alla centrale a carbone, si punta al turismo

Catanzaro –  Conclusi i lavori dell’ultima assemblea regionale il massimo esponente Giuseppe Scopelliti, si è espresso sulla controversa vicendadella centrale a carbone a Saline Joniche.

”Il Consiglio regionale – ha detto – si e’ espresso unanimemente, non solo contro la costruzione della centrale a carbone di Saline Joniche, ma, soprattutto, ha ribadito la volonta’ di intraprendere un nuovo percorso di sviluppo turistico per un’area che ha tutte le carte in regola per decollare e che non vogliamo subisca piu’ mortificazioni, come avvenuto in passato. La posizione della Regione e’ sempre stata chiara: no alla centrale a carbone, un rischio da scongiurare con tutti gli strumenti disponibili, finanche l’impugnazione del provvedimento adottato dal Governo Monti nelle sedi competenti”.

E ha ricordato come ”alcuni cittadini nell’ipotesi di costruire una centrale a carbone, abbiano intravisto l’unico spiraglio di sviluppo economico e di aumento dei livelli occupazionali per l’area in cui vivono, anche a costo di modificarne la naturale vocazione turistica”. Di qui ”l’idea di portare avanti, insieme ad Invitalia, un concorso internazionale per lo sviluppo turistico dell’area, valorizzando il porto, creando strutture ricettive, stabilimenti balneari, coinvolgendo i privati ed investendo risorse del POR 2014-2020” allo scopo ”di fatto, da un lato di riconvertire un territorio che, al momento, fa a pugni con se stesso, arrugginito in senso letterale e metaforico da troppo ferro superfluo e, dall’altro, dare un prospettiva a chi lo vive quotidianamente, creare tantissimi posti di lavoro e riqualificare una parte fondamentale della provincia di Reggio e di tutta la Calabria. E’ chiaro che ne deriverebbe un notevole indotto economico, per cui ritengo che questa grande prospettiva di sviluppo possa essere appoggiata anche da chi, oggi, e’ favorevole alla costruzione della centrale a carbone”.