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Manuela Fraire tra femminismo e desiderio

FraireRENDE (CS) – Membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana e  del movimento femminista all’interno del quale si è formata attraverso la pratica dell’autocoscienza, Manuela Fraire è stata protagonista della giornata di studi organizzata dal “Centro di ricerca filosofia e psicoanalisi dell’Università della Calabria” con una lezione dal titolo “La violenza dell’interpretazione. Attualità di Piera Aulagnier”. Ci ha rilasciato un’intervista che tocca la tematica del desiderio e del femminismo.

Manuela Fraire, lei è psicoanalista e femminista, come si coniugano questi due aspetti?

– Sono due aspetti di me come donna che non sento in contraddizione l’uno con l’altro. Mi sembrano assolutamente compatibili, non è che l’uno provoca l’altro o definisca l’altro. Mi sembrano due punti di vista che non sono così distanti , è un punto di vista critico sulla realtà esistente, non danno per scontato che ciò che è esistente ha solo quel significato che abbiamo sempre visto .

Ha ancora senso parlare di femminismo ?

– Non solo ha molto senso parlare di femminismo nel termine di partire da sé di ogni donna e quindi la pratica dell’autocoscienza resta una grandissima scoperta. Non è assolutamente una riproduzione di ciò che si fa in analisi ma, soprattutto mi sembra che il femminismo significhi un orizzonte teorico e culturale  al quale le donne, anche quelle che si dicono non femministe,  ormai si riferiscono, evidentemente il femminismo è attivo.

Nonostante le conquiste raggiunte dalle donne, è ancora molto forte l’ideale di donna come  moglie e madre, è possibile scardinare questo ideale?

-Intanto bisogna vedere le situazioni nelle quali l’ideale di moglie e madre è ancora attivo e se superarlo significa per le donne un vero progresso o se si tratta di organizzare qualcosa o una via di uscita da queste due identificazioni così forti. Non è che le donne non hanno nulla da perdere nel perdere il loro statuto di moglie e madre, bisogna vedere con che cosa intendono modificare tutto questo, non è solo tutto negativo.

Cosa desiderano le donne?

– Ogni donna desidera qualcosa di diverso, non  c’è il desiderio della donna, non credo ad una generalizzazione così.

– Come si inserisce il tema dell’omogenitorialità nelle grandi battaglie della rivendicazione femminista del corpo e della procreazione ?

– Noi abbiamo fatto una battaglia sulla depenalizzazione dell’aborto, invece, in questo momento molte donne sembrano fare la battaglia contro la maternità surrogata, vorrebbero addirittura che ci fosse una legge dello Stato che la vieta che è contrario a quanto noi dicevamo e abbiamo detto col femminismo che ognuno è proprietario del proprio corpo e quindi non ci può essere una legge sul corpo della donna che sia una legge dello Stato. Una donna fa del proprio corpo quello che reputa meglio fare.

Rita Pellicori