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La Regione Calabria chiede l’adesione al protocollo per l’esportazione del kiwi

th (16)La Regione Calabria intende aderire al protocollo per l’esportazione del kiwi italiano in Cina, accordo già stipulato nel 2009 da Piemonte, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. La richiesta della Calabria, insieme a quella della Regione Friuli Venezia Giulia, arriva in seguito all’interesse manifestato dalle OP Calabresi della Piana di Gioia Tauro circa l’estensione del protocollo per l’esportazione. La questione rientra nell’ambito dei rapporti diplomatici fra Italia e Cina, tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Servizio Fitosanitario Nazionale, con la collaborazione dei SSFF Regionali e delle OOPP. Attualmente in Cina vigono rigide barriere fitosanitarie per l’ingresso di determinati prodotti vegetali provenienti da paesi terzi. Il 27 aprile scorso, si è tenuto a Pechino il VI Comitato Governativo Italia-Cina coordinato dal MAE. Nel corso dell’incontro, l’Italia ha formalizzato l’invito alla Cina affinché una delegazione di ispettori fitosanitari si rechi nelle regioni interessate, per verificare il rispetto del protocollo sui requisiti fitosanitari per l’esportazione di kiwi dall’Italia, concordato tra il MIPAAF e l’Amministrazione Generale della Qualità, Supervisione, Ispezione e Quarantena della Repubblica Popolare Cinese. In seguito all’incontro è stato stabilito che le visite degli ispettori cinesi in Calabria saranno effettuate tra la fine di ottobre ed i primi di novembre. “La Regione Calabria – ha affermato a tal riguardo il Governatore Mario OliverioInsediamento presidente Regione Mario Oliverio – garantirà la presenza degli ispettori del Servizio Fitosanitario Regionale che, durante la visita tecnica in loco, dovranno fornire agli ispettori cinesi le informazioni fitosanitarie necessarie per consentire l’abbattimento delle barriere cinesi rispetto all’ingresso del kiwi prodotto in Calabria. Si tratta di un’opportunità molto importante per i produttori calabresi, considerato che nella nostra regione le superfici coltivate a kiwi registrano un notevole incremento, e soprattutto che le caratteristiche organolettiche del prodotto sono già molto apprezzate sui mercati nazionali ed esteri. Il nostro obiettivo – ha concluso il Presidente Oliverio – è quello di aumentare la competitività sui mercati e di creare nuovi sbocchi commerciali anche per gli ottimi kiwi nostrani”.

Sequestrati 80 Mila Euro di Merce Contraffatta nel porto di Gioia Tauro

new_20'_containersGIOIA TAURO (RC) – La Guardia di finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, con il coordinamento della Procura di Palmi, hanno sequestrato ventiduemila prodotti contraffatti nel porto di Gioia Tauro.

La merce, proveniente da Cina e Bangladesh, era contenuta in tre container e comprendeva giocattoli, calzature e magliette con marchi contraffatti per una stima di circa 80 mila euro.

L’operazione si è svolta tramite controlli incrociati sui documenti e sui container in transito.

“La cina è vicina”: carnevale di Castrovillari

CASTROVILLARI (CS) – Il Commissario straordinario al Comune di Castrovillari, Massimo Mariani, giovedì 12 febbraio, alle ore 10,30, interverrà al convegno “La Cin aè vicina. Orizzonti e prospettive della nuova economia cinese”, in programma nell’auditorium dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Pitagora/Calvosa” che partecipa, come Scuola, al focus sulla Cina, specifica della 57^ edizione del Carnevale di Castrovillari e della X^Festa delle Culture – intitolata quest’ultima Glocale per valorizzare anche la dimensione economica che salvaguarda le caratteristiche di un Territorio e le specificità delle imprese – tra decine di momenti, organizzati dalla Pro Loco, sino al 17 febbraio, con il coinvolgimento di associazioni, organismi privati ed il patrocinio di enti pubblici.

Dopo i saluti del dirigente scolastico, Franca Eugenia Guarnieri, sempre sensibile a ciò che la scuola può incontrare e far suscitare nell’interesse della crescita e sviluppo degli studenti, e perché in essa avvengano effettive esperienze di educazione, prenderanno la parola, moderati da Pasquale Pandolfi, vice presidente dell’Accademia Pollineana, Tina Zaccato, presidente del Centro Studi Ricerche “Eunomia”, ed Eugenio Iannelli, presidente della Pro Loco; mentre la relazione guida della mattinata sarà curata dal direttore del Dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche dell’UNICAL, università della Calabria, Franco Rubino.

Un’occasione per affrontare ed approfondirela Culturadi una grande Nazione e la capacità del suo popolo di essere, con dignità, carattere ed intraprendenza, all’interno del mercato economico globale senza smarrire la propria tradizione, gli usi ed i costumi, che fanno parte di un enorme patrimonio storico-identitario della Cina la quale desidera entrare sempre più in relazione con l’esistente, affermando lo sviluppo di nuovi settori e di nuove opportunità produttive che non possono prescindere dai negoziati, dalle collaborazioni, dalle partnership, dagli scambi, dal dialogo, dal confronto e dai protocolli che impongono, a livello internazionale, i grandi mutamenti in atto, i quali interessano ogni Paese della Terra e non solo per ciò che concerne le politiche per l’industria e l’imprenditoria.

Il Carnevale di Castrovillari, così, con i suoi approfondimenti ed attenzionamenti tematici, continua ad essere, grazie alla Pro Loco, ai suoi uomini e donne, filo conduttore e propositore nonché trait d’union tra etnie, valori, vocazioni e talenti dei popoli.

Gioia Tauro: sequestrati giocattoli contraffatti

GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – La Guardia di Finanza, coadiuvata dall’Agenzia delle Dogane, ha sequestrato ottomila giocattoli contraffatti nel porto di Gioia Tauro. La merce stava viaggiando formalmente alla volta dell’Albania, ed era nascosta all’interno di un container cinese. Il valore totale dei giocattoli sequestrati si aggira attorno ai 16 mila euro.

Centro storico di Cosenza “esportato” in Cina come modello di sostenibilità

Tradizionalmente guardano all’Italia con quella immensa ammirazione che da sempre viene identificata nelle immagini di innumerevoli scatti fotografici a ricordo di viaggi suggestivi. Sempre puntando all’arte e sempre alla storia di questo Paese per loro speciale. Era dunque nell’ordine delle cose che i turisti cinesi scoprissero Cosenza, città dal centro storico fra i più belli dello stivale e agglomerato urbano dal patrimonio inestimabile che va tutelato con iniziative ad hoc, adesso estese fino in Oriente. Proprio il fatto di promuovere una fondazione “Amici del centro storico”, nella quale verranno coinvolti personaggi di eccellenza internazionali originari di Cosenza, è l’idea emersa dal passaggio bruzio della delegazione di politici e imprenditori di Shangai. Il sindaco Mario Occhiuto, con l’assessore Rosaria Succurro e il dirigente del settore Cultura Luigi Bilotto, ha accompagnato Ma Guoxiang, Zhang Yi e un gruppo di collaboratori, insieme al sinologo di origini cosentine, Francesco Sisci, in un mini-tour che ha offerto diversi spunti per una concreta collaborazione interculturale che avrà lo scopo di portare vantaggio alla zona  vecchia di Cosenza anche attraverso iniziative come la fedele ricostruzione in scala da realizzare in Cina. “L’obiettivo – ha affermato Sisci in una pausa della visita consumata fra la Stauroteca, il Duomo, il teatro Rendano e i capolavori di palazzo Arnone – è di provare a ricreare in Cina analoghe situazioni urbanistiche che abbiano come riferimento gli antichi borghi italiani e nella fattispecie quello cosentino”. Ciò che attrae maggiormente la curiosità dei visitatori con gli occhi a mandorla, è l’opportunità di promuovere scambi culturali e turistici da una parte all’altra di mondi così lontani. “Questi scambi – ha dichiarato il sindaco Occhiuto – saranno incentrati sullo studio e sulla conoscenza della città antica perché hanno lo scopo di incentivare uno sviluppo sostenibile legato a una città che abbia le stesse caratteristiche sostenibili tipiche dei nostri borghi medievali”.

Intervista a Giulietto Chiesa su crisi, futuro, media, Alternativa e Grillo

Giulietto Chiesa ha partecipato al convegno su crisi e politiche europee che si è tenuto a Pentone(Cz), presso il salone del Santuario di Termine. Lo abbiamo sentito su crisi, futur, media, Alternativa e Grillo.

Crisi e scenari futuri: solidarietà o guerra

Fatti e interpretazioni

Media e manipolazione

Grillo e Alternativa

 

 

 

A cura di Rita Paonessa

FOCUS/Crisi, politiche europee, futuro: un convegno a Pentone (Cz). Giulietto Chiesa ha chiuso la serata

PENTONE (CZ) – Crisi, politiche europee, debito e speculazione, futuro: se ne è parlato a ‘Famiglie in crisi: quale futuro per l’Italia?’. Il convegno si è tenuto a Pentone, in provincia di Catanzaro, presso il salone del santuario di Termine. Giulietto Chiesa [intervista] ha chiuso la serata. Prima di lui sono intervenuti Alberto Scerbo (docente Magna Graecia già direttore Osservatorio Giuridico Conferenza Episcopale Calabra), Vincenzo Falcone (docente universitario già segretario generale Comitato delle Regioni UE) e Sergio Basile (direttore ‘QuiEuropa’ – Osservatorio nazionale Politiche Europee). Dopo i saluti del sindaco di Pentone, Raffaele Mirenzi, ha introdotto il convegno Don Gaetano Rocca, rettore del Santuario e direttore diocesano Ufficio Pastorale del Lavoro e Problemi sociali. L’incontro è stato organizzato dal Santuario Madonna di Termine, in collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro (Dipartimento di Filosofia del diritto), QuiEuropa (www.quieuropa.it) e Comune di Pentone.

«Ce ne torniamo a casa arricchiti, ma ci avete dato troppe nozioni», interviene un uomo dal pubblico a fine serata. In effetti, i relatori hanno dato informazioni e dati, anche tecnici, di cui non si sente parlare spesso: sulle prime, orientarsi è difficile. Ma il sasso è stato lanciato. Per Don Gaetano Rocca non sono importanti tanto le risposte quanto le domande. Il rettore del santuario, nell’introduzione, ha fatto ricorso alla metafora, diffusa, della malattia e della cura: «la malattia è evidente e conclamata – ha detto – la terapia per risolverla è avvolta da una nebulosa che spazia tra ideologia e particolare formazione culturale». Tra gli altri, ha citato Ford: «È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».

L’elemento comune alle relazioni sembra essere stato il fattore tempo. E’ necessario agire in fretta. E’ necessario guardare al lungo termine per intravvedere gli esiti – catastrofici – della crisi attuale e trovare le relative soluzioni. E’ necessario pure guardare al passato. Per tentare di capire come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo, individuare le responsabilità, renderci conto di chi siamo e di chi possiamo essere. Dopo gli interventi dei relatori, i presenti hanno posto domande e condiviso riflessioni: il confronto è continuato.

 

Cambiamenti veloci e politica lenta, il caso Calabria – Mutamenti economici veloci, politica lenta nel rispondere: è il gap messo in luce da Vincenzo Falcone. Quanto all’Europa, per il professore, «la coscienza europea non si ottiene dall’oggi al domani e, anche se il percorso è ancora lungo, il processo è irreversibile». Falcone si è soffermato sulla Calabria, «la regione dove nulla si trasforma – ha detto – lo dico perché a causa di una classe dirigente che non sa guardare oltre il breve periodo ed è carente circa la conoscenza dei processi, cioè noi abbiamo una classe politica ignorante, che non conosce la storia della Calabria». Il professore ha snocciolato alcuni dati: accesso al credito inesistente, 70mila miliardi di vecchie lire messe a disposizione della Calabria, impatto degli interventi comunitari uguale a zero.

Politica, economia, Europa – Alberto Scerbo ha fatto il punto sull’Europa: una parola – secondo lui – dietro cui ci si nasconde («Si dice ‘ce lo ha ordinato l’Europa’, ma non so quante cose ci ha realmente ordinato l’Europa»). Per il docente, l’Europa politica non c’è: «un problema molto difficile è la sovranità degli Stati: perché si possa parlare di un organismo sovranazionale, è necessario che gli Stati facciano un’azione di abdicazione alla propria sovranità, ma questa abdicazione non c’è stata». D’altra parte, Scerbo ha sottolineato la prevaricazione dell’elemento economico: «l’economia è diventata il problema essenziale, muove la politica: politica e diritto sono arretrati e hanno messo davanti a sé l’elemento economico, usato per giustificare le scelte della politica e del diritto».

Debito e risposte europee (Fiscal Compact e Fondo salva Stati) – Sergio Basile ha analizzato debito pubblico e risvolti delle risposte europee. «In Italia il debito pubblico scoppia negli anni ’80 – ha spiegato – in trenta anni passa dal 60% al 125 %». Ha proseguito: «in parte è dovuto alla cattiva gestione politica, ma questo è vero solo al 10%, lo dicono i dati». Il direttore di QuiEuropa ha fatto, quindi, riferimento alla privatizzazione della Banca d’Italia (1992, Governo Amato), agli 80 miliardi di interessi passivi pagati ogni anno alle banche, alle agenzie di rating e ai loro “consigli” manipolati seguiti come diktat, ai 45 miliardi d’euro l’anno che dovremmo pagare per venti anni secondo il Fiscal Compact, ai meccanismi inquietanti del Fondo salva Stati. Fattori che hanno giocato e giocano un ruolo rilevante nel debito pubblico. «La mia non è una teoria complottista, sono dati pubblici, si trovano su internet», ha precisato Sergio Basile.

Crisi, pianeta e guerra – Giulietto Chiesa ha ampliato la prospettiva al pianeta e agli scenari futuri. Il giornalista ha spiegato che le risorse del pianeta (petrolio incluso) sono limitate, ma viviamo in un sistema – quello capitalistico – orientato a uno sviluppo illimitato. «Ma in un sistema finito di risorse, uno sviluppo infinito è impossibile». D’altra parte, paesi fino a ieri sfruttati – Cina, Brasile, America Latina, India, i cosiddetti BRICS – crescono velocemente. «Non siamo più al centro del mondo – ha detto – dovremo fare i conti con la necessità di diminuire i consumi. Per il presidente di Alternativa, proseguire con questo ritmo significa andare dritti verso la guerra perché «si dovrà andare a prendere le risorse dove ci sono». Perciò «non possiamo più crescere», è la conclusione di Giulietto Chiesa, in controtendenza rispetto al leitmotiv di questi tempi. Il giornalista ha fatto anche riferimento all’infinita produzione di denaro e a rifinanziamento delle banche fallite.

 

Rita Paonessa