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[#CiNerd] Logan – The Wolverine, la recensione

Uscito nelle sale italiane il 1° Marzo, Logan è l’ultima fatica del regista James Mangold.

Mangold aveva diretto anche il precedente Wolverine: L’immortale (2013). Il suo nuovo lungometraggio vede il ritorno del solito immenso Hugh Jackman ad interpretare il mutante con gli artigli di adamantio, a quanto sembra per l’ultima volta nella sua carriera.

Logan è sicuramente uno dei cinefumetti più importanti di casa Marvel, perché riesce nella difficile impresa di alzare ulteriormente l’asticella delle produzioni occidentali basate sui fumetti, che con questo film raggiungono una maturità che raramente si era vista prima. Ma andiamo con ordine.

LA TRAMA

Nel 2029 i mutanti si trovano quasi sull’orlo dell’estinzione. Logan, ormai vecchio e con un fattore rigenerante indebolito, passa le sue giornate lavorando come autista, rifugiandosi insieme a Calibano (Stephen Merchant) in una fonderia abbandonata. I due si prendono cura di Charles Xavier (Patrick Stewart), cercando di limitare le potenti crisi telepatiche che di tanto in tanto colpiscono l’ex capo degli X-Men, paralizzando tutti gli esseri umani nel raggio di molti metri. Successivamente Logan incontra Laura (Dafne Keen), una mutante che sembra possedere i suoi stessi poteri.

 Logan-Immagine

IL COMMENTO

Dopo i due precedenti e non proprio riuscitissimi film dedicati al mutante con gli artigli, non ci aspettavamo un film così ben confezionato e “diverso” dalla media dei cinecomics. Logan è infatti un film maturo, coinvolgente ed ottimamente realizzato, che ha il solo difetto di essere tratto da un fumetto. In questo film i personaggi sono più umani che mai, non dei semplici supereroi. Si tratta di una pellicola che affronta il tema della paternità in un modo molto interessante, attraverso i tre personaggi principali, Xavier, Logan e Laura. Infatti nel film si nota anche come Logan sia legato al vecchio Charles in modo quasi paterno. Xavier è l’uomo che gli ha dato una famiglia, togliendolo dalla condizione di animale da combattimento in cui riversava nelle prime battute del primo film sugli X-Men.

 

xavier

Ovviamente l’interesse si sposta anche sull’evoluzione del rapporto tra Logan e Laura, gestito molto bene da Mangold, che riesce a far empatizzare lo spettatore, non disdegnando qualche siparietto comico mai fuori luogo.

Logan è un cinecomic “atipico” anche per la sua violenza visiva, sulla falsariga di Deadpool (2016), anche se il lato grottesco viene completamente messo da parte a favore di una violenza cruda, ma sempre contestualizzata.

Ovviamente non si tratta di un film esente da difetti, come un villain poco approfondito (difetto dell’80% dei cinecomics di stampo Marvel) e qualche tempo morto nella seconda metà. Personalmente avrei tagliato qualcosa in fase di montaggio. Si tratta comunque di difetti trascurabili per un film che, preso come opera tratta da un fumetto, si può considerare come un lavoro veramente straordinario.

La forza di Logan sta anche nelle varie prove attoriali, con il grande Hugh Jackman, ormai entrato nell’immaginario collettivo quando si parla di Wolverine, che riesce ad essere intenso in ogni occasione, sia quando c’è da sfoderare gli artigli, sia quando c’è da tirar fuori il lato umano del personaggio. Ma a mio avviso la miglior prova del film se l’aggiudica un gigantesco Patrick Stewart, che tira fuori uno Xavier totalmente diverso dal passato, un personaggio di una forza emotiva veramente impressionante. Adorazione totale per un attore eccezionale, in questo film in una forma strepitosa. Bravissima anche Dafne Keen, che colpisce soprattutto per la sua espressività nelle scene di combattimento.

Dafne Keen

PIANO TECNICO

Sul piano puramente tecnico c’è un ottimo lavoro di Mangold alla regia. Le scene d’azione sono frenetiche ma le si segue alla perfezione. Il regista non disdegna qualche bella ripresa lunga nelle scene di lotta, dimostrando un’ottima confidenza con il mezzo. La fotografia del film è abbastanza cupa, a volerne enfatizzare il tono, ma non c’è uno studio particolare sulla profondità di campo o sulle luci, diciamo più una fotografia con poche pretese. Le musiche sono ottime e fanno il loro dovere soprattutto nelle scene più drammatiche.

Hugh-Jackman-Logan-movie-stills

CONCLUDENDO

Logan è uno dei migliori cinecomics di casa Marvel.
Consigliato anche a chi non ama i supereroi, perché in questo film è l’umanità dei personaggi a farne da padrona.

Grazie di tutto Hugh.

Antonio Vaccaro