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Scilla, “Il padre d’Italia” di Fabio Mollo inaugura la rassegna sul Cinema d’autore

SCILLA (RC) – «Ringrazio Paola Bottero e Alessandro Russo per il confronto importante di questa sera e per la loro capacità di costruire percorsi di cultura indispensabili per la nostra Calabria, e rilancio: oltre alla prossima edizione di questa rassegna, organizziamo qui a Scilla un Festival internazionale delle Migrazioni, che permetta di ampliare ancora di più il tema trattato questa sera». Così Antonio Viscomi, vicepresidente della Regione Calabria, ha chiuso il dibattito della prima serata di Scilla Cinema d’Autore: “onde di un mare migrante”. Organizzata dall’associazione culturale Incroci con il Comune di Scilla, la rassegna partita ieri sera in piazza San Rocco ha messo a confronto il diverso sentire dei relatori. In prima fila il Premio Oscar Gianni Quaranta, che ha salutato il pubblico, come farà anche questa sera, rimandando a domenica l’appuntamento a tutto tondo con la serata in suo omaggio.
Il dibattito è iniziato con una dichiarazione di intenti presa direttamente da Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è”. E di visioni differenti ce ne sono state davvero tante. Sul grande schermo le foto in sequenza dell’attualità sugli ultimi fatti dei migranti ed alcune immagini di sbarchi e di prima accoglienza hanno accompagnato il confronto sulla tematica delle migrazioni.
Il sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone ha raccontato la realtà di una città che attraverso investimenti, opere pubbliche (ultimo il finanziamento per il porto) e una grande attenzione alle politiche culturali, ha cambiato il proprio volto, rilanciandosi come meta del turismo internazionale: «In tutto questo, però, ci scontriamo con l’impossibilità di gestire da soli problemi enormi come quello dell’accoglienza dei migranti».
Accorati e arrabbiati gli interventi di Bruna Labate Mangiola, responsabile promozione umana della Caritas, che ha raccontato il dramma dei migranti distruggendo alcuni stereotipi figli della paura del diverso: «Non è vero che ci rubano il lavoro. Non è vero che lo Stato regala loro 35 euro al giorno. Vero è che grazie su di loro c’è chi specula e continua a speculare». In platea alcuni giovani migranti che hanno trovato in Bruna un punto di riferimento e di riscatto.
Carmelo Basile, presidente della cooperativa Fattoria della Piana, ha raccontato l’esperienza di integrazione tra diverse etnie all’interno di una realtà produttiva, con delle puntualizzazioni: «Non possiamo pensare di accogliere tutti a prescindere dalla nostra capacità di accoglienza. I flussi devono essere controllati e le politiche internazionali devono essere volte a creare sviluppo e ricchezza nei territori da cui provengono questi uomini e queste donne, senza però alimentare le dittature come è stato fatto finora».
“La bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore”: questa la sintesi non solo dell’intervento ma anche del libro di Ruggero Pegna, “Il cacciatore di meduse”, che ribalta completamente il punto di vista del “diverso”, raccontando la storia d’amore, una fiaba nonostante i dolori, del protagonista Tajil, bimbo somalo che approda in Italia e impara ad accettare di vivere tra tanti bianchi.
La sintesi di chiusura del dibattito, prima della visione del film di Emanuele Crialese “Terraferma”, è stata affidata a Viscomi: «Purtroppo ci occupiamo delle rotte, non delle traiettorie: guardiamo a ciò che succede quando i migranti arrivano in Italia, ma non ci chiediamo né da dove arrivano né perché. Solo partendo dalla nostra identità, da chi siamo noi calabresi, possiamo costruire insieme una società in cui sull’interesse prevalga l’inter-essere, l’essere insieme ed integrati. In Calabria un tempo chiamavano i migranti “cugini”: la nostra identità è basata sull’accoglienza. Cerchiamo di recuperarla».

Questa sera, sempre alle 21.30 in piazza San Rocco, la seconda serata, “La Calabria dei sogni scomodi” e la proiezione del film “Il Padre d’Italia” di Fabio Mollo. Insieme al regista, parteciperanno al dibattito, condotto dai giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo, l’assessore alla cultura di Scilla Marinella Gattuso, il sociologo Giap Parini, lo scrittore Mimmo Gangemi e la giornalista Rai Gabriella d’Atri.
Domenica, infine, il Premio Oscar Gianni Quaranta si sposterà dalla platea al palco, per la serata di chiusura, “Una vita da Oscar”, a lui dedicata. Sul palco si alterneranno Francesco Villari e Yuri Beccaria di Visionaria spa, il fotografo Raffaele Montepaone e la stilista di Romualdina Rosanna Zolfo, il presidente di Federalbeghi Calabria e dell’Accademia del Bergamotto Vittorio Caminiti, l’europrogettista Carlo de Gori e il maestro orafo Gerardo Sacco, che offrirà al pubblico un omaggio di Scilla e Cariddi presentato da alcune ragazze di Scilla, acconciate dalla stilista SabrinaStyle. Al termine la proiezione di “Farinelli – voce regina” di Gérad Corbiau, film pluripremiato, che è valso il César per la scenografia al Premio Oscar per “Camera con vista” di Ivory.

“Scilla è cinema d’autore” riparte stasera. Domani gran finale con il maestro Gerardo Sacco

SCILLA (RC) – «Il vero regista Calopresti sperimenta la mescolanza tra cinema e vita con gran libertà e affettuosa sapienza. Ogni momento allude a un pensiero complesso e insieme a persone o luoghi amati, alla giovinezza, a una regione dove la bellezza può generare inerzia: tutto realizzato con leggerezza e profondità, realizzando l’innovazione (non tecnologica, narrativa) con semplicità e slancio». Con queste parole Lietta Tornabuoni salutò, a fine 2007, l’uscita del quinto film di Mimmo Calopresti, “L’Abbuffata”.

Non poteva che ruotare intorno a questa pellicola il secondo appuntamento di “Scilla è cinema d’autore”, che riprende stasera, lunedì 22 agosto alle ore 21:30, nella magica cornice del Porto di Scilla dopo l’ottima prima di venerdì 19 agosto, accolta da una stracolma piazza San Rocco. Tre i film di Calopresti scelti per questa rassegna d’autore in una sequenza che è essa stessa una narrazione. Scilla 22ago16Il primo, “Uno per tutti”, intenso racconto che ruota sull’amicizia capace di spezzare anche i muri della cultura mafiosa, per rappresentare la necessità di lavorare insieme, in rete, partendo dagli stessi valori, come ottimamente espresso dal Presidente della Calabria Film Commission Giuseppe Citrigno. Il secondo, “L’abbuffata”, che ancora parla di amore e di valori, come scritto da Valerio Caprara: «Il regista de ‘L’abbuffata’ Mimmo Calopresti è davvero una persona straordinaria: anche se non iscritto al club di promotori & esegeti, chi lo conosce non può che ammirarne l’intelligenza, la modestia, la simpatia e il genuino trasporto per il suo mestiere… Sinora conosciuto e catalogato come cineasta tendente al malinconico e all’intimistico, Calopresti dimostra di potere giostrare a piacimento in un arco di sfumature, contrappunti e impressionismi alquanto elastico: la sua solidarietà con i sogni perduti dei ragazzi non produce il solito cortocircuito piagnucoloso e suggerisce, anche con la sorpresina dell’epilogo, quei contrappunti dolceamari che possono rendere il lavorio dei nostri ricordi più ardito e meno a buon mercato».

Partire da Scilla per iniziare a costruire un nuovo percorso di grande cinema. Partire da un film che racconta (con le musiche del grande Sergio Cammariere), al di là della trama leggera e pur molto intensa, come un luogo (Diamante) possa diventare uno scenario a cielo aperto: Diego Abatantuono, Elena Bouryka, Nino Frassica, Donatella Finocchiaro, lo stesso Calopresti, Valeria Bruni Tedeschi animarono la Calabria dentro e fuori le scene intorno alla grande star Gérard Depardieu, proprio come può e deve succedere a Scilla grazie alla sinergia costruita tra l’amministrazione comunale, la Calabria Film Commission, il regista Mimmo Calopresti e Paola Bottero e Alessandro Russo, giornalisti e scrittori che anche questa sera accompagneranno l’anteprima con il regista e con l’assessore alla cultura di Scilla, Marinella Gattuso, che precederà la proiezione del film.

Appuntamento stasera alle 21:30 al Porto di Scilla, che ospiterà anche l’ultima delle tre serate. E il terzo film, ultimo tassello della narrazione cinematografica d’autore, che domani sera, martedì 23, costruirà un nuovo incrocio tra le bellezze di Calabria. Bellezze preziose, che parlano di radici, storia, mito, arte e cultura, in una parola di gioielli: quelli che animano la vita del maestro orafo Gerardo Sacco, che si racconterà attraverso il suo libro “Sono Nessuno! – Il mio lungo viaggio tra arte e vita”, il libro intervista scritto con il giornalista Francesco Kostner, attraverso le suggestioni dell’attore Giacomo Battaglia, in un anteprima intimista e profondo, in perfetta sintonia con il film “Preferisco il rumore del mare”, con Silvio Orlando. «Un bellissimo film, fatto di emozioni incrociate tra noi e loro, platea e schermo, di Mimmo Calopresti, autore che sa andare controcorrente e rendere eloquenti le pause, i silenzi, le occhiate», come scrisse Maurizio Porro nel 2000, subito dopo la presentazione della pellicola a Cannes.

L’altra informazione: Il Cinema d’autore e non solo come spazio di Bellezza

Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima. (Ingmar Bergman)

th (7)Una storia lunga più di due secoli e centinaia di chilometri di pellicola: la Settima Arte. Nata alla fine dell’800, d’autentica esperienza visiva si è trasformata in amabile dottrina intellettuale, universale ed inarrestabile. Un occhio chiuso dentro un mirino che evade dal suo tunnel per raggiungere un’altra dimensione, ed emettere frammenti di realtà e schegge di lacrime e sorrisi. Per più di un secolo il Cinema ha rappresentato fedelmente sogni e paure, sociali e personali. Con la sua forza suggestiva ha assimilato la storia dell’uomo e di tutte le altre arti, impastandole, fondendole in un unico prodotto: il film. Lo scopo di questa ( rubrica? ) sul Cinema d’autore, e non solo, è quello di dare uno spazio alla Bellezza, di rivolgersi alla realtà mediante astrazione, allo spirito, invece, che alla carne. Dar voce, nel nostro piccolo, al valore culturale ed artistico, in un Paese afflitto dalla parola ‘Crisi’, che in molti inibisce il ‘lusso’ di pensare al bello. Il nostro è un modesto contributo ad un urlo di rinascita dell’anima attraverso un fremito di grazia. Necessario è, dunque, offrire al pubblico forme diverse di verità, che non siano date soltanto dall’informazione ufficiale. Sensibilizzare alle riflessioni e a un punto di vista personale, che abbandoni per un attimo l’impersonalità a favore di una prospettiva intimistica, magari fuorviante, ma incapace di ingannare. th (9)

“Non desideriamo che riprodurre la vita’’ dichiarò Louis Lumière

alla fine del diciannovesimo secolo, descrivendo con poche e semplici parole una poetica, che accomuna un po’ i registi di tutti i tempi: la generosità di un occhio, di un’anima. Con l’Impressionismo, l’obiettivo era proprio quello di sorprendere, offrendo la visione di una realtà parallela, sovrapposta e contemporanea a quella vissuta, dunque ciò che davvero stupiva era la capacità tecnica di riproduzione, che ben presto fu adoperata dall’Espressionismo: allth (8)ontanarsi dalla logica della narrazione per approdare a prospettive distorte con lo scopo di colpire l’immaginazione del pubblico. L’opera più significativa di questo Movimento è senza dubbio ‘’Il Gabinetto del dottor Caligari’’ di Robert Wiene, sovversivo per sceneggiatura e scenografia. La trama diventa solo un espediente, il reale obiettivo è di sorprendere, stimolare, piagare lo spazio esterno a quello interiore. Proprio qui è che ci imbattiamo in spigoli claustrofobici, angosce che per la prima volta nel Cinema generano terrore psicologico, insidiando il timore per cui in ognuno di noi può nascondersi una mente malata. Intanto, aldilà della Manica, qualcuno affrontava le tragedie dell’umanità ispirando sorrisi: un urlo d’amore anarchico e spontaneo nel mare d’odio delle dittature, questa è la meravigliosth (6)a attivita di Charlie Chaplin. I primi decenni del ventesimo secolo furono di sperimentazione ed avanguardie, soprattutto in Europa. Questa è un’epoca che ci lascia delle perle spesso nascose dal folgore degli effetti speciali nel cinema moderno. Un’eredità di capolavori a cui non possiamo sottrarci.

di Rossella Vaccaro

Cinema indipendente da domani a piazzetta Toscano

Elisabetta Rocchetti

COSENZA – Una finestra sul cinema indipendente d’autore. E’ quella che sarà aperta da domani, giovedì 13 settembre, in Piazzetta Toscano, a partire dalle ore 21,00, dalla rassegna cinematografica “Mm d’autore”, promossa dal Comune di Cosenza, in collaborazione con Indicinema (l’associazione di artisti, cineasti e intellettuali che, unitamente ad  altre associazioni del settore, si batte per le sorti del cinema indipendente) e la casa di produzione romana “Ars Millennia production”. Curatrice della rassegna è l’attrice Isabel Russinova che è anche  direttore artistico del Teatro “Rendano” di Cosenza.

La rassegna prevede nelle serate di domani, giovedì 13, di venerdì 14 e sabato 15 settembre le proiezioni di tre film d’autore,  precedute da una presentazione alla quale prenderanno parte i rispettivi registi. Si comincia con “Diciottanni – Il mondo ai miei piedi”, scritto, diretto e interpretato da Elisabetta Rocchetti e si proseguirà venerdì 14 settembre con “L’ultimo re” di Aurelio Grimaldi. Il film di chiusura è, invece, “Una notte”, presentato qualche anno fa al Festival del Cinema di Roma, del giovane regista Tony D’Angelo, talentuoso cineasta di cui si dice un gran bene.

Elisabetta Rocchetti è tra le autrici più interessanti della  nuova generazione. Dopo essere stata diretta da registi come Pupi Avati, Dario Argento e da Matteo Garrone, che la volle nel suo film d’esordio “L’imbalsamatore”,la Rocchettiè passata dall’altro lato della macchina da presa. “Diciottanni – Il mondo ai miei piedi” segna il suo debutto nel lungometraggio, dopo il corto “L’ultima seduta”.

Nel film che domani sera, alle 21,00, inaugurerà in Piazzetta Toscano (in caso di pioggia le proiezioni si terranno al Cinema Italia-Tieri) la rassegna “Mm d’autore”, Elisabetta Rocchetti, che si è ritagliata per lei il ruolo di Giulia, affronta il tema dell’educazione sentimentale di un adolescente cresciuto troppo in fretta. Il film racconta, infatti, la storia di Ludovico (l’attore è Marco Rulli), un ragazzo ambizioso ma insicuro che si innamora sempre di donne più grandi di lui. Quando diventa l’amante della fidanzata di suo zio, dovrà affrontare una situazione sentimentale travolgente che gli farà fare i conti con se stesso. Altri interpreti del film sono Rosa Pianeta, G-Max e Nina Torresi.

“Diciottanni – Il mondo ai miei piedi” è stato selezionato in diversi festival cinematografici ed ha anche vinto il Globo d’oro Speciale 2011, andato proprio ad Elisabetta Rocchetti per averlo scritto, diretto, interpretato e in parte anche prodotto.

La rassegna “Mm d’autore” approda a Cosenza dopo essere stata tenuta a battesimo a Roma all’Isola del Cinema, animata dal patròn Giorgio Ginori che ha accompagnato l’estate romana, divenendo un vero e proprio punto di ritrovo per artisti, cineasti ed intellettuali.

“Con Mm d’autore” – afferma Isabel Russinova – si vuole ridare dignità e visibilità a quel cinema indipendente che spessissimo, al di là di qualche festival per addetti ai lavori, trova poco spazio nei circuiti della normale distribuzione. Una mission questa che è stata abbracciata sia dal circuito Indicinema che dalla casa di produzione “Ars Millennia”, di cui faccio parte, insieme a Rodolfo Martinelli. E’ significativo che da una città come Cosenza e da un’Amministrazione attenta alla cultura ed alle arti, come quella guidata dal Sindaco Mario Occhiuto, parta questo messaggio volto alla valorizzazione della produzione cinematografica indipendente.”