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Cinghiali per strada, panico tra i residenti di Sangineto e Bonifati

COSENZA – L’Organizzazione sindacale Faisa Confail interviene dopo le segnalazioni da parte di alcuni residenti della zona tra il comune di Bonifati e Sangineto sull’avvistamento di cinghiali che girovagano per le strade. In alcuni casi gli ungulati sono stati notati in prossimità delle fermate degli autobus, seminando il panico tra i residenti, con il rischio di recare anche danni alla viabilità.

La stagione estiva si prepara anche ad ospitare i villeggianti, quindi con un incremento della popolazione delle zone citate. Nella giornata di martedì abbiamo appreso di una segnalazione della presenza di cinghiali nel comune di Sangineto e “alla luce di quanto espresso, chiediamo un incontro con il Prefetto di Cosenza e l’intervento immediato anche da parte delle autorità preposte, al fine di rendere più sicura le strade e dar maggiore tranquillità alla vivibilità alla popolazione, evitando che si verifichino fatti di tale rischio o magari peggiori”.

La Calabria è invasa dai cinghiali, monta la protesta in Regione

CATANZARO – Con lo slogans “#Noi seminiamo i cinghiali raccolgono basta cinghiali” e  iniziato a Catanzaro alla Cittadella Regionale il flash-mob  organizzato da Coldiretti Calabria  per per sollecitare l’amministrazione regionale a intervenire in modo deciso e risoluto nella gestione  dell’emergenza cinghiali. Una presenza non più tollerabile dei cinghiali che ormai assediano spazi rurali e urbani, spingendosi sempre più vicini ad abitazioni e scuole fino ai parchi dove giocano i bambini. La manifestazione si sta tenendo in contemporanea in tutte le Regioni con il presidio principale a Piazza Montecitorio a Roma. Sono presenti agricoltori, allevatori cittadini, sindaci, amministratori e rappresentanti Istituzionali giunti da tutta la regione ad ulteriore riprova di quanto il problema dei cinghiali sia oggi sentito e allarmante per tutti, non solo per gli agricoltori Oltre a danneggiare l’agricoltura- commenta Coldiretti -la proliferazione senza freni dei cinghiali è diventata una minaccia anche per la sicurezza dei cittadini”.

A cominciare dalla sicurezza stradale: secondo le stime della Coldiretti, il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali è aumentato del 81%. L’eccessiva presenza di animali selvatici rappresenta un rischio per l’agroalimentare, visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentrano le nostre produzioni tipiche. La proliferazione eccessiva dei cinghiali ha messo a rischio l’equilibrio ambientale e la situazione è diventata oggi insostenibile non solo per le imprese agricole, ma anche per i cittadini. E’ impossibile portare avanti le colture nelle aree rurali, dove ormai neanche le recinzioni elettrificate bastano più a contenere le incursioni dei branchi di ungulati sempre più numerosi e affamati. Le popolazioni di cinghiali guadagnano terreno rispetto alla presenza umana con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali. Drammatiche anche alcune testimonianze dei partecipanti alla manifestazione. Il fine dell’iniziativa è quello di sollecitare la politica ad adottare misure efficaci finalizzate al contenimento della diffusione della fauna selvatica, per ridurre il carico sui territori e permettere il ritorno alla normalità agli agricoltori e ai cittadini. Tra poco Coldiretti incontrerà il Presidente Spirli e l’assessore all’agricoltura Gallo.  .

Emergenza cinghiali, proseguono le attività della regione

CATANZARO – Proseguono le attività della Regione per combattere l’emergenza cinghiali, in applicazione del Piano di selezione.

In particolare, comunica il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, sono circa 160 i selettori protettivi attivati, che stanno operando già dalla metà del mese di marzo. Le province interessate, si specifica, sono quelle di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, nelle quali sono stati già effettuati circa 120 abbattimenti. Per la provincia di Vibo Valentia, sottolinea il Dipartimento Agricoltura, si sta operando alacremente nei comuni di Maierato, Francavilla Angitola, i due Comuni maggiormente interessati dal fenomeno, e  Pizzo e Monterosso: nei quattro Comuni, si specifica, sono circa 60 i selettori impegnati e 31 gli abbattimenti già effettuati, dei quali 29 sopra l’anno di età.

Si raccolgono già i primi frutti del lavoro, tanto che molte aziende agricole stanno manifestando il proprio compiacimento all’amministrazione regionale, per il supporto che stanno ricevendo, a tutela non solo delle produzioni agricole, ma anche della salute e dell’incolumità dei cittadini calabresi. Gli stessi selettori, infatti, a detta degli imprenditori, rappresentano un deterrente per i cinghiali nei territori regionali.

«La Regione sta lavorando senza soste – ha affermato il Consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – per l’emergenza cinghiali, che ormai travalica i confini regionali, ma che per la Calabria, terra vocata all’agricoltura e che da questo settore trae il maggiore incremento del Pil, rappresenta un problema molto serio e da affrontare con grande solerzia e determinazione. Dopo la lettera che il Presidente Oliverio ha indirizzato ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, ai quali ha chiesto con solerzia una modifica della legislazione attuale, al fine di ampliare il periodo di caccia al cinghiale e di consentire alle Regioni anche la facoltà di effettuare abbattimenti selettivi in periodi diversi da quelli nei quali è aperta la caccia al cinghiale  – ha aggiunto D’Acri – la Regione Calabria sta mettendo in campo tutte le azioni possibili per fronteggiare l’emergenza».

«Essendo ben consapevoli dei risvolti negativi dell’emergenza cinghiali, non solo nei confronti delle attività economiche – ha specificato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Giacomo Giovinazzo –  ma anche dai punti di vista ambientale, sociale e sanitario, stiamo operando per tenere sotto controllo la situazione e riportarla nei limiti della normalità. Il nostro obiettivo è infatti quello di far sì che gli interventi previsti possano condurre a risultati dal beneficio non solo momentaneo, riportando le popolazioni di cinghiali in equilibrio con gli altri fattori territoriali, tutelando anche  il patrimonio rappresentato dalla fauna selvatica, che è un bene ambientale di valore per il genere umano. Stiamo lavorando – ha spiegato Giovinazzo – per portare a compimento il vecchio piano triennale in proroga fino ad agosto, ma intendiamo concluderlo prima della data stabilita, entro la quale abbatteremo 500 capi in tutte e quattro le province. Contemporaneamente, stiamo ultimando il nuovo piano triennale di selezione, che entrerà in vigore subito dopo agosto, nel quale vogliamo inserire una zonizzazione dei danni, realizzabile grazie soprattutto alle segnalazioni ed ai contribuiti degli agricoltori e dei cittadini, che devono continuare a fornirci indicazioni sulle zone maggiormente colpite dal fenomeno, per permetterci di intervenire al meglio».

Emergenza cinghiali, ieri riunione della Consulta faunistica regionale

CATANZARO – Si è tenuta nella Cittadella regionale di Germaneto la riunione della Consulta faunistica regionale. All’incontro hanno partecipato il Consigliere delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri, il Dirigente Generale del Dipartimento “Agricoltura e Risorse agroalimentari” Giacomo Giovinazzo, il Responsabile dell’Ufficio Caccia Rocco Stranieri, l’esperto faunistico e consulente della Presidenza Lorenzo Vitari, il neo dirigente del settore Affari Generali Giorgio Piraino, i rappresentanti del mondo venatorio, delle associazioni di categoria, del Corpo dei Carabinieri Forestali, dell’Enci, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana e i rappresentanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Introducendo i lavori della Consulta, D’Acri ha salutato tutti i presenti, sottolineando il particolare interesse della Regione nei confronti del settore venatorio.

«Ribadisco il massimo impegno di questa amministrazione – ha affermato- nell’individuazione e nella ricerca di ogni possibile soluzione, in quanto il comparto della caccia in una regione come la Calabria riveste un ruolo fondamentale.  Lavoreremo e vigileremo  – ha aggiunto – affinché vengano messe in atto tutte le azioni necessarie per supportare adeguatamente questo settore».

Il Dirigente Generale Giacomo Giovinazzo, dal canto suo, ha spiegato che l’Ufficio Caccia ed il patrimonio faunistico faranno capo al settore Affari Generali del Dipartimento Agricoltura e che la Consulta Faunistica sarà convocata con cadenza mensile, precisando che l’Ufficio Caccia subirà una profonda riorganizzazione.

Durante la riunione si è discusso di pianificazione venatoria e la Regione ha spiegato che ha già iniziato a programmare l’utilizzo delle risorse che provengono dal mondo venatorio e che dovranno essere finalizzate ad interventi di miglioramento ambientale che agevolino, contemporaneamente, l’esercizio dell’attività venatoria. Il Dipartimento inoltre, ha precisato il Dg Giovinazzo, si sta adoperando per effettuare tutte le liquidazioni delle rendicontazioni agli Atc, Ambiti Territoriali di Caccia, alle Associazioni venatorie, alle Commissioni d’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio ed agli enti pubblici.

Tra le problematiche più urgenti attualmente sul tappeto è stata affrontata la cosiddetta “emergenza-cinghiali”.

Nel corso dell’incontro è stata prospettata, tra l’altro, l’ipotesi che la Regione, per fronteggiare l’aumento esponenziale della popolazione dei cinghiali sui territori regionali, potrebbe autorizzare la caccia ai singoli cacciatori anche nelle zone non assegnate a squadre precostituite, mediante una modifica del disciplinare regionale della caccia al cinghiale. Ipotesi condivisa dai presenti al tavolo. La Regione, inoltre, sta valutando anche alcune soluzioni innovative per affrontare questo problema. Il 31 agosto scorso si è concluso il piano di selezione per la caccia ai cinghiali. Adesso la Regione attuerà metodi ecologici di prevenzione dei danni. Una volta sperimentati i metodi ecologici, la Regione metterà  nuovamente in atto un piano di controllo numerico della specie per fronteggiare l’emergenza.

 

Caccia Cinghiali, la regione replica a Coldiretti

CATANZARO – Il Dipartimento regionale agricoltura interviene nel merito delle dichiarazione della Coldiretti sui danni causati dalla specie cinghiale, riprese dalla stampa locale. «Occorre evidenziare  – si legge nella nota – che il titolo dello stesso: “La Regione ha gli strumenti per contenere la presenza di cinghiali” è perfettamente appropriato. Infatti, nella Consulta faunistica venatoria regionale, in cui la Coldiretti è presente, sono state trattate nei mesi scorsi tutte le problematiche connesse alla gestione del cinghiale. Tra questi, il Piano di selezione dell’ungulato che, dopo tanti anni, è stato per la prima volta posto in essere dal Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari con interventi di cacciatori “selettori” tesi proprio a limitare danni e pericoli in zone non vocate (agricole) anche a seguito di segnalazioni proprio dell’organizzazione autrice della nota stampa e che si è concluso, con circa 400 abbattimenti, nel decorso mese di luglio. Nel medesimo organo consultivo, coordinato dal Dipartimento regionale, attraverso le Associazioni venatorie, ma anche a mezzo degli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.), i cacciatori delle squadre sono stati sollecitati ad aumentare il prelievo prevedendo, nel calendario venatorio 2017/2018 approvato dalla Giunta regionale, un aumento del carniere giornaliero da 12 a 20 capi; è stato predisposto un nuovo disciplinare di caccia al cinghiale; sono stati convocati i rappresentanti dei Parchi sollecitandoli ad adottare propri piani di contenimento nei loro territori di pertinenza; è stato formalmente comunicato che sono all’esame dell’ISPRA i risultati del precedente piano di selezione al fine di pervenire ad un nuovo intervento al quale verrà destinato un numero di Selettori superiore al precedente, per i quali sono in fase di organizzazione dei corsi di formazione che saranno tenuti dagli A.T.C. anche in collaborazione con gli Enti comunali e che, parallelamente al piano di selezione, verrà messo in atto un piano con l’adozione di metodi ecologici su tutto il territorio regionale, previsto dalla normativa, prodromico all’adozione di altri metodi di controllo e contenimento del cinghiale, altrimenti non consentiti».«In merito alla semplificazione delle procedure di risarcimento- prosegue la nota –  gli Ambiti Territoriali di Caccia sono stati invitati a stipulare, dopo le perizie di stima dei danni, appositi concordati da trasferire al Dipartimento per un pronto soddisfo delle spettanze dovute. A tal proposito, gli agricoltori danneggiati, i cui risarcimenti sono stati concordati con gli A.T.C. che hanno provveduto a trasferire la documentazione al settore competente, riceveranno a breve il dovuto».

Cinghiali pericolosi a persone e coltivazioni, Coldiretti, «La regione intervenga»

COSENZA «L’ultimo incidente, per fortuna senza gravi conseguenze per le persone, avvenuto a causa della presenza dei cinghiali, e che si è verificato sulla strada provinciale Camarda tra Rogliano (CS)  e la frazione Saliano rende sempre più attuale agire velocemente  per contenerne la presenza.  La Regione Calabria, che  ha ormai piena coscienza dei danni che hanno e stanno arrecando i cinghiali alle coltivazioni, alla stessa sicurezza dei cittadini oltre problemi sanitari ha gli strumenti per intervenire».  La Coldiretti ribadisce che occorre, approvando uno stralcio di Piano Faunistico Venatorio,  ridelimitare le zone vocate e non vocate e con apposito censimento consentire la presenza dei cinghiali per densità agro-silvo -forestale sostenibile , ponendo in atto misure atte ad evitare scompensi dovuti all’eccessiva presenza del territorio. Confidare o solo pensare  che possa provvedere l’Europa o il Parlamento su sollecitazione della Conferenza Stato-Regioni significa allungare i tempi e non ottenere il risultato. «Detto questo che è prioritario e serve ad evitare ulteriori danneggiamenti e pericoli– aggiunge Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – chiediamo che il Dipartimento Regionale Agricoltura proceda, con opportuna semplificazione delle procedure,  al rimborso dei danni a chi a fatto domanda e dia la possibilità a chi non lo ha fatto, perché sfiancato e deluso, di poterlo fare.  E’ evidente che le imprese agricole non possono aspettare all’infinito».

 

Emergenza cinghiali in Calabria, Coldiretti: «Serve un’azione incisiva »

COSENZA – Situazione allarmante in tutta la Calabria: ultimamente “rasati a zero” interi campi di coltivazione di patate nell’altopiano silano.

Quasi tutta la Calabria è ormai assediata  dai cinghiali.
«Ogni giorno in incontri e negli uffici – riferisce Molinaro –  raccogliamo segnalazioni e proteste degli agricoltori ormai esasperati e impotenti, ma anche arrabbiati per la disattenzione della Regione. Ad essere pesantemente colpite – precisa– sono le zone collinari ed interne, dove tra l’altro il PSR 2014-2020 prevede significativi investimenti, ma  che invece sono diventate off limits per la coltivazione, con i cinghiali che spazzano via ogni tipo di coltura. Rispetto a questa situazione, si assiste all’abbandono di colture e di terreno da parte di troppi agricoltori e all’aumento di costi insostenibili per un’azienda agricola; il paradosso è che gli agricoltori sono costretti ad “allevare cinghiali”. Non possiamo non evidenziare il grido d’allarme che viene dalle campagne ma anche dai cittadini che sono preoccupati per la loro incolumità  – aggiunge Molinaro – gli agricoltori si sentono impotenti per le scorribande di cinghiali tra le colture. Ultimamente ad esempio  – informa  – agricoltori del Comune di Parenti  nell’altopiano silano, hanno avuto “rasati a zero” i campi coltivati a patate. I cinghiali rubano una parte sempre più consistente del nostro reddito – afferma –  e se la Regione  ci tiene alla nostra agricoltura non dovrebbe perdere un altro istante in più. Sono situazioni  drammatiche – commenta Molinaro – ma la soluzione c’è. Ricordo che il 10 luglio 2015, abbiamo presentato al Presidente Oliverio,  il Progetto di Legge Regionale (
Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica, di tutela dell’incolumità pubblica e dell’ordine economico), che evidenzia taluni profili normativi, che come già avvenuto in altre Regioni possono contribuire ad eliminare il fenomeno. Coldiretti chiede una azione incisiva di coordinamento e nuova regolamentazione da parte del Governo Regionale, su un problema serio e non più rinviabile. Il PdL regionale che il Presidente Oliverio si era impegnato a presentare  al Consiglio Regionale come proposta di iniziativa della Giunta regionale, attenuerà il rischio dai danni causati dalla fauna selvatica ed in particolare dai cinghiali e getta i presupposti per un sistema organico di interventi diretti alla tutela, alla gestione e al controllo delle specie di fauna selvatica presenti sul territorio; alla prevenzione e al risarcimento dei danni  con una forte semplificazione nonchè alla pianificazione delle attività faunistico venatorie.  Alla luce di quanto continua ad accadere da diversi anni  – conclude Molinaro – è il caso davvero di accelerare il percorso.»

Coldiretti/Vibo: ora basta con i danni provocati ai cinghiali

I danni causati dai cinghiali ormai sono rilevanti e gli agricoltori non ci stanno più. Questo il messaggio chiaro ed inequivocabile scaturito dalla ennesima  riunione  della Coldiretti vibonese alla presenza del presidente Onofrio Casuscelli, del direttore Francesco Manzari e del vice Pietro Sirianni.  I cinghiali, è stato messo in evidenza,  stanno perpetrando ferite mortali alle colture in atto e rappresentano anche un serio pericolo per la pubblica incolumità. Ad essere particolarmente colpito è il comune di Maierato, un territorio ad alta valenza agricola. La coldiretti, alla luce di tali riscontrate rimostranze, con una lettera ha richiesto un urgente incontro al Prefetto di Vibo Valentia e al Commissario Prefettizio dell’Amministrazione Provinciale.  Nella missiva, sono contrassegnate e contenute le seguenti proposte. La sostituzione dei selecontrollori non attivi con eventuale eventuali  integrazioni di altre unità; l’allargamento del periodo di caccia al cinghiale nei periodi di massima criticità (periodo di maturazione dei prodotti). Ed ancora: integrare le Guardie Provinciali deputate agli abbattimenti controllati con Guardie Giurate volontarie, Vigili del Fuoco, Corpo forestale dello Stato e altre forze dell’ Ordine; utilizzo delle squadre dei cinghialai in seno all’ Ambito Territoriale Caccia (ATC)  per la caccia di contenimento. Inoltre è opportuno che  gli Enti preposti procedano all’evasione delle pratiche relative ai risarcimenti dei danni, con l’eventuale addebito del costo di cauzione della perizia dopo la visita in campo, anche maggiorata in caso di segnalazione non veritiera del danno. Siamo fiduciosi e vogliamo responsabilmente investire della problematica di nuovo le Istituzioni –affermano in coldiretti – con proposte ricevibili e fattibili, prima di passare ad altre azioni eclatanti.

Agricoltura nel vibonese messa in pericolo dai cinghiali: Coldiretti lancia l’allarme

VIBO VALENTIA –  L’agricoltura del vibonese e in modo particolare quella della zona di Maierato sta pagando un prezzo enorme per un’emergenza che al momento appare di difficile soluzione: il proliferare senza alcun controllo di orde di cinghiali.  A lanciare l’allarme i soci di ASSOLAC della Provincia di Vibo Valentia esasperati e stanchi per i danni causati da questi animali che continuano a devastare le coltivazioni, dai campi seminati ad ortaggi, agli allevamenti in cui irrompono, con conseguenti danni economici elevatissimi. Il tema della corretta gestione del territorio e del contenimento degli animali selvatici incide direttamente sulla possibilità di sopravvivenza di numerose imprese agricole e zootecniche, è proprio questa la questione all’ordine del giorno: il rischio dell’ulteriore abbandono delle attività agricole già duramente colpite dal dissesto idrogeologico e ambientale che spingono alla ulteriore marginalizzazione delle aree agricole. L’abbandono dell’agricoltura e delle attività zootecniche si ripercuoterebbe negativamente e direttamente sulle possibilità residue di tenuta del territorio e della salvaguardia del paesaggio. La presenza massiccia dei cinghiali negli ultimi anni è diventata una vera e propria calamità alla quale nessuno sembra voler porre rimedio: inascoltate fino ad ora, sono state  le iniziative intraprese da Organizzazioni quali Coldiretti  alla scopo di sensibilizzare, attraverso i numerosi incontri l’Amministrazione Provinciale e la Prefettura, alla soluzione del problema.

Secondo la Coldiretti di Vibo, occorre porre sotto controllo al più presto la presenza di questi animali selvatici e sottoporre il territorio ad una efficace pianificazione faunistica-venatoria, occorre, prima di tutto che, in sintonia con quanto previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, l’ISPRA (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale), anche in Calabria dia delle indicazioni precise su come risolvere la questione dei danni da fauna selvatica. Serve uno sforzo congiunto di tutti i soggetti interessati: agricoltori allevatori, ambientalisti e addetti alle attività venatorie, coordinati dagli organi provinciali preposti, si impegnino per  la soluzione definitiva e duratura del problema con l’obiettivo che si restituisca tranquillità alle imprese per produrre e si salvaguardi l’ambiente e la sicurezza dei cittadini.