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Circolo “Sessa”, Rosito confermato presidente. Eletto il nuovo direttivo

COSENZA – Il giornalista professionista Franco Rosito è stato confermato alla Presidenza del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza.

A nominarlo, all’unanimità, il nuovo Consiglio direttivo dello stesso Circolo della stampa eletto a sua volta nei giorni scorsi, per acclamazione, dall’assemblea dei soci riunitasi nella sede del CONI in Piazza Matteotti e presieduta da Beniamino Morrone.

Nel nuovo consiglio direttivo sono stati rieletti, oltre al riconfermato Presidente Franco Rosito, Franco Mollo, Franco Lorenzo, Monica Perri e Raffaele Zunino. Due i nuovi ingressi: il giornalista professionista Giuseppe Di Donna e la giornalista pubblicista Franca Ferrami. Per il collegio dei revisori, l’assemblea dei soci ha eletto Francesco Mannarino, Romolo Cozza e Roberto Barbarossa. Per il collegio dei probiviri, Franco Segreto, Dino Gardi ed Enzo Pianelli. Il Consiglio direttivo ha poi dato corso al rinnovo delle cariche nominando, all’unanimità, Franco Mollo Vice Presidente vicario (riconfermato nella carica), Franco Lorenzo Vice Presidente (anche per lui una riconferma), Franca Ferrami segretaria e Raffaele Zunino tesoriere.

Presidente del nuovo collegio dei revisori è stato nominato Francesco Mannarino, mentre alla Presidenza del collegio dei probiviri è stato indicato Franco Segreto.

«Il nostro circolo – ha sottolineato il Presidente Rosito subito dopo la sua rielezione – è nato per sviluppare attività culturali e formative allo scopo di migliorare, per quanto possibile, il bagaglio professionale dei soci, ma anche per aiutare le giovani leve del giornalismo. Oggi le sfide che ci attendono sono molteplici. La nostra professione va sempre più trasformandosi ed a noi è richiesto uno sforzo notevole per stare al passo coi tempi, soprattutto per far sì che le nuove conquiste della tecnologia e le nuove modalità di comunicazione non perdano mai di vista le regole deontologiche ed il rigore professionale che devono essere sempre alla base del mestiere del giornalista». 

Circolo della Stampa, Franco Rosito nuovo presidente

COSENZA – Franco Rosito è il nuovo presidente del Circolo della stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza. Giornalista professionista, Rosito ha collaborato con emittenti radiotelevisive locali e vari quotidiani ininterrottamente dal 1978 al 1995 e da più di venti anni è impegnato nella redazione cosentina di Gazzetta del Sud. E’ tra i soci fondatori del Circolo e ha ricoperto sempre incarichi dirigenziali. Rosito è stato eletto dal Consiglio direttivo del Circolo, che ha provveduto, inoltre, ad indicare quali vicepresidenti Franco Mollo (vicario) e Franco Lorenzo ed alla carica di segretario Emily Casciaro. Completano la composizione del Consiglio direttivo Franco Bartucci, Monica Perri e Raffaele Zunino. Quest’ultimo ed Emily Casciaro sono subentrati a Gregorio Corigliano e Rosellina Arturi. Il presidente Rosito, nel ringraziare i colleghi per l’ampia fiducia accordatagli, ha tracciato le linee programmatiche della sua presidenza ed individuato le iniziative da realizzare nei prossimi mesi. «Tra le principali direttive lungo le quali intendo condurre il nostro impegno – ha dichiarato Rosito – c’è la volontà’ di prestare particolare attenzione all’evoluzione della professione del giornalista, agli scenari che si stanno delineando grazie alle nuove tecnologie ed al complesso mondo dell’informazione. Intendiamo promuovere iniziative coinvolgendo la società civile, i giovani e gli studenti, attivare opportunità di formazione per l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze del giornalista. Tutto questo sarà realizzabile con l’apporto ed il contributo di tutti i componenti del Consiglio e degli oltre cento soci del Circolo, nell’interesse della categoria e di tanti colleghi che ogni giorno si mettono in discussione per raccontare ed onorare la verità». Insieme ai colleghi del Direttivo, il presidente Rosito ha rivolto un sentito ringraziamento per l’impegno profuso in tanti anni alla guida del Circolo a Gregorio Corigliano, che ne ha lasciato la presidenza «per consentire il rinnovamento del Circolo, degli organismi dirigenti e per ragioni personali e familiari», continuando a mettere a disposizione la sua esperienza come socio. «Con la presidenza di Corigliano – ha detto ancora Franco Rosito – il Circolo ha raggiunto importanti traguardi. Le tante iniziative, attività e manifestazioni realizzate sono state frutto di un impegno corale che ha trovato nel noto giornalista calabrese il collante giusto. La trasformazione dell’Associazione dei giornalisti in Circolo della Stampa, gli incontri con autorevoli rappresentanti del mondo delle istituzioni, dell’informazione regionale e nazionale, il Premio intitolato alla collega scomparsa Maria Rosaria Sessa che affronta il tema della violenza di genere, le giornate sulla libertà di stampa, sono tra le attività che possono sintetizzare al meglio l’azione competente del presidente Corigliano, dei Direttivi che lo hanno accompagnato nel corso dei vari mandati e del primo presidente, Filippo Veltri. Ci auguriamo di poter fare sempre di più’ e di contribuire a costruire percorsi di sviluppo condivisi ed efficaci».

Cosenza:Amedeo Ricucci fa il punto sulla professione giornalistica

amedeo Ricucci
Il giornalista Rai Amedeo Ricucci
incontro con Ricucci
L’Incontro all’Istituto “Monaco” di Cosenza

Il Circolo della Stampa di Cosenza, associazione dei giornalisti “Maria Rosaria Sessa”, con OdG Calabria in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa ha presentato: “Libertà di stampa e ruolo dell’Informazione nell’area dell’Islam” con Amedeo Ricucci, inviato di guerra Rai, il 7 maggio dalle ore 10,30 presso l’Istituto tecnico Industriale Monaco di Cosenza. Ha introdotto il giornalista, Gregorio Corigliano, presidente del Circolo della Stampa, è seguito l’intervento del dirigente scolastico, Ennio Guzzo, e i chiarimenti riguardo al seguito della formazione del giornalista, Giuseppe Soluri, presidente dell’ Ordine dei Giornalisti della Calabria. La partecipazione all’evento era gratuita, per due crediti formativi per l’aggiornamento alla professione. Amedeo Ricucci arriva trafelato, e da subito precisa che il termine d’inviato di guerra oggi è obsoleto. Il giornalista oggi è colui che vive di agenzie, che sta dietro alle scrivanie, ma la bellezza e il ruolo sul campo con una buona dose di studio alle spalle di certo fanno del giornalista un grande e buon giornalista, in grado di saper distinguere una notizia vera da una falsa. Di fatti il grande rischio, oggi è d’incorrere in errori di valutazione se non si è diretti osservatori dei fatti. Tutti scrivono e le informazioni volenti o nolenti sono in mano anche al social, in mano a tutti coloro, che disponendo di una macchina digitale possono riprendere fatti e porli all’attenzione mondiale, attraverso il semplice caricamento di un video o di una foto. Ma, aggiunge Ricucci, il ruolo del giornalista allora deve mutare, perché solo il giornalista, che è presente ai fatti, può discernere cause, motivazioni e conseguenze e dare voce esauriente alla verità di quel momento, che lo stesso fotografa e certifica con la sua presenza. Il fatto che il giornalista non sia presente sul posto, fa si che l’editore ne possa approfittare “essendo il più delle volte impuri della professione e scendono in campo solo per farsi i loro affari”. Ricucci pone l’accento di come l’obbligo di verificare i fatti sta alla base della sua stessa scelta primaria del fare giornalismo e che addirittura è cresciuto con questo valore fondamentale che è la verifica personale dei fatti. Riprende l’esempio dell’attacco alle Torri gemelle, atto terroristico dell’Islam Integralista, per ribadire, che nonostante i video dei cittadini americani presenti, solo i giornalisti sono stati in grado di tirare le somme di ciò che è accaduto e le dinamiche con le ipotesi. Il giornalista è giusto che mantenga un ruolo fondamentale nell’ecosistema informativo, che è un bene si sia arricchito di azioni o atti di giornalismo, continua Ricucci, ma la trasformazione dei fatti in notizie è e rimane essenziale e lavoro complesso. Ancora nell’incontro anticipa la notizia di un suo documentario, che andrà in onda il 17 maggio alle 23,00, nato dall’idea per un episodio accaduto a Porto Recanati dove alcuni cittadini, presi dalla paura degli attacchi dell’Isis, hanno telefonato alle forze dell’ordine per denunciare la presenza di un drappo nero su un albero, forse a dire loro la bandiera dell’Isis, poi rivelatosi uno straccio nero. Notizia che purtroppo è finita sui giornali, con servizi in tv private delle Marche, finta notizia, che se mai andava data come segno di psicosi collettiva. Nevrosi di massa, che però i media hanno enfatizzato. “Facciamo il nostro lavoro, dice Ricucci, con gli strumenti del nostro mestiere, che ci impone di non inseguire le notizie e di evitare i caratteri cubitali nelle colonne e il sensazionalismo”. Il giornalista per definirsi tale, deve evitare la fascinazione della notizia con conseguente emulazione e deve anche evitare la possibilità di una psicosi collettiva. Egli si fa consapevole del fatto che la rete viaggia veloce, lo stesso you tube ha oscurato migliaia di video dell’Isis che riportavano immagini crude. th (2)Si deve contestualizzare, invece, il senso delle immagini che si vanno a proporre, anche perché molti video possono essere costruiti così come le foto e mettere nei guai persone innocenti, che poi non riceveranno scuse per gli errori il più delle volte. Da evitare nell’informazione specifica su l’Islam, secondo Ricucci, è sicuramente l’equazione e sillogismo: terrorismo sta a Isis, come Isis sta a mondo Islamico. Riguardo all’aggiornamento professionale, il Giornalista invita ad aderire, indipendentemente dai crediti formativi, essendo il mondo oggi più complesso e necessita di maggiore comprensione. 

Lucia De Cicco