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Collettiva d’arte su San Francesco di Paola a Cosenza

collettiva S. FrancescoCOSENZA (CS) – “San Francesco da Paola nel seicentenario della nascita” è il titolo della collettiva d’arte presentata presso la Sala del Consiglio della Provincia di Cosenza per la cura scientifica di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona; la mostra è composta da oltre 50 opere contemporanee di artisti calabresi e non che – attraverso la loro opera – hanno donato il loro omaggio al santo calabrese. L’esposizione affronta i temi della misericordia, della carità e dei valori identitari attraverso un linguaggio simbolico e ricco di poetica contemporanea. L’omaggio al Santo patrono calabrese è il risultato di una contaminazione tecnica che muove verso una necessaria riflessione concettuale sulla materia, del suo ingombro nel presente ma capace di essere trasposta, attraverso un atteggiamento che si potrebbe definire missionario, su un alto livello etico, in linea con i canoni dell’ordine dei minimi ed il quarto voto di riconciliazione.Il primo lavoro è quello dell’artista Marco Papa, marchigiano di origine. Nella realizzazione dell’opera “il Martinello rampante” l’artista si sfida nell’utilizzo dei materiali, acqua e farine del territorio, con il supporto di maestranze locali, dando vita ad una scultura di pane a rappresentare un agnello che si eleva sulle zampe posteriori e disposto su una lunga pala in legno di faggio a mezz’aria. Il Martinello rampante di Marco Papa, poco prima della benedizione ha subito un increscioso incidente che ne ha causato la rottura; e così, del dono artistico non sono rimasti che gli elementi primi: l’acqua e la farina. Ed è in questa nuova sembianza che si propone il Martinello di Papa, l’omaggio iconografico di forte slancio spirituale ma soprattutto di riappropriazione, attraverso l’arte, degli elementi più significativi della nostra tradizione, il recupero dei valori reali tra spiritualità, religione, storia, iconografia, leggenda e miracolo.  E’ un prodigio – quello invece scelto dall’artista Andrea Aquilanti – che, senza dubbio, non si riscontra facilmente nella vita dei santi e che presenta il Taumaturgo calabrese come figura dello stesso Cristo, quando procedeva imponente sulle onde del lago di Tiberiade. “Se voi non avete denaro da pagarmi, io non ho barca per portarvi” si rivolse con queste parole Pietro Coloso ai pellegrini che gli chiesero il traversamento dello stretto. Un’affermazione che ci avvicina tragicamente alla lettura della cronaca dei migranti dei nostri giorni: un mare di misericordia, una riflessione su come possa trasformarsi da luogo di tragedie per tanti migranti che fuggono da situazioni sociali difficili, in luogo di accoglienza e fraternità.Ed è probabilmente dalla stessa considerazione che parte il lavoro di Aquilanti; una video installazione che attua una ridefinizione del concetto di immagine, purificata e resa evanescente dal tessuto emozionale del soggetto. Non più solo l’artista, quindi, ma anche l’uomo, l’io spirituale che si esprime attraverso la dualità tra l’immagine pittorica e l’immagine proiettata. Aquilanti, infatti, giocando e manipolando la luce ed il segno pittorico crea la promessa per una nuova condizione del movimento su una visione stabile ed eterna. L’ artista di origine calabrese Gianfranco Grosso scardina totalmente la linea rappresentativa scelta dai colleghi. “Il cerchio d’oro” – foglia oro su ferro – è la rappresentazione dell’attributo figurativo che avvolge di luce il capo dei santi ad indicarne la gloria; un omaggio che può dunque essere esteso alla santificazione generale, al coraggio degli uomini di vivere la propria fede in un secolo ancora bombardato da esplosioni industriali, dal mercato di massa e dalla commercializzazione dell’arte che trovano unico comun denominatore nel concetto di economia; un omaggio, se vogliamo, anche alla “perdita dell’ aureola” di Charles Baudelaire riuscendo, di contro e con grande merito, a rendere comprensibile il linguaggio artistico contemporaneo.La mostra, che in parte si trova in questi giorni presso il chiostro del Santuario di San Francesco nel Comune di Corigliano, proseguirà il suo cammino verso le città di Napoli, Palermo e Parigi, luoghi in cui l’incontro con altre esperienze religiose influirono molto sulla trasformazione dell’Ordine dei Minimi ma che, al contempo, furono altamente contaminate dalla forza spirituale del Santo.