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Comuni per l’acqua pubblica: istruzioni per l’uso

CATANZARO – Nonostante siano trascorsi oltre due anni dalla vittoria dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, in tutta Italia continua la mobilitazione per la piena applicazione degli esiti referendari a difesa dell’acqua e della democrazia I movimenti per l’acqua hanno inoltre sperimentato nuovi strumenti di democrazia, che coinvolgono l’intera Europa: la campagna ICE (Iniziativa dei cittadini Europei) “L’Acqua è un diritto umano” ha consentito di raccogliere circa 1,8 milioni di firme in 13 paesi, obbligando il Parlamento Europeo a mettere in discussione la privatizzazione dell’acqua.

In Calabria ci troviamo in un particolare momento di transizione, che consente più che in altre realtà di intraprendere percorsi di rottura con le vecchie modalità di gestione del comparto idrico. La messa in liquidazione della Sorical SpA obbliga ad una rivisitazione del sistema attuale. Per questo il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, insieme ad un’ampia coalizione sociale formata da comitati, movimenti, associazioni e sindacati, e sostenuta da diverse forze politiche, ha di recente depositato una proposta di legge d’iniziativa popolare, corredata da oltre 11mila firme e dall’accoglimento formale di circa una ventina di consigli comunali.

In questo quadro di cambiamento è di grande interesse, per le amministrazioni locali, per i comitati e per i lavoratori del settore un confronto sui temi legati ad un’idea di servizio pubblico di qualità e partecipato. È indispensabile definire e proporre nuovi sistemi di finanziamento del servizio idrico con forme di partecipazione di cittadini e lavoratori nella gestione. Determinare sinergie e coordinare le azioni volte alla ripubblicizzazione diventa elemento fondamentale per affermare finalmente i principi referendari.

Per questo il Coordinamento “B. Arcuri” ed il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno organizzato per venerdì 8 novembre alle ore 10.30, presso l’Aula Giuditta Levato di Palazzo Campanella, il seminario “Comuni per l’acqua pubblica: istruzioni per l’uso”, nel corso del quale sarà affrontata la questione della gestione pubblica e partecipata del servizio idrico e dei servizi locali, presentando diversi esempi concreti esistenti in Italia ed in Calabria, ed approfondendo i riferimenti normativi che consentono un reale percorso di ripubblicizzazione.

I lavori vedranno la presenza di Corrado ODDI, del Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua, di Mario Albino GAGLIARDI, sindaco di Saracena (CS) comune che gestisce il servizio idrico e della raccolta dei rifiuti attraverso un’azienda speciale, e del prof. Alberto LUCARELLI, costituzionalista, ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico (Università di Napoli Federico II) e redattore dei quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua.

Nel corso del seminario, che si presenta come un’occasione di confronto a tutto campo sul tema della gestione pubblica e partecipata dei servizi locali, sarà distribuito il vademecum per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

Manifestazione “No Alaco” per la salute e l’acqua pubblica

VIBO VALENTIA – Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ed il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” sostengono con forza la manifestazione “NO ALACO” che si terrà a Vibo Valentia il prossimo sabato 23 marzo dalle ore 9,30 con partenza da piazza San Leoluca.

La diga sull’Alaco ha rappresentato negli anni un caso esemplare di sprechi ed inefficienze: lavori infiniti, finanziamenti bloccati, interrogazioni parlamentari, carte sparite, costi lievitati a dismisura. Da quando poi la Sorical, società mista pubblico-privata (Regione-Veolia), ha allungato i suoi tentacoli, a circa 400.000 persone in 88 comuni di tutta la Calabria è stato negato il diritto all’acqua, perché dai loro rubinetti scorre un liquido maleodorante ed infetto, pompato da un lago malato, ex discarica a cielo aperto mai realmente bonificata.

Il numero delle persone coinvolte e la gravità della situazione dal punto di vista sanitario ed ambientale fanno sì che la questione dell’Alaco trascenda la dimensione locale, ponendosi come emergenza a livello regionale e nazionale, e come esempio estremo di dove può condurre una gestione perversa del bene comune acqua, rispetto al quale ancora, dopo quasi due anni, ci si ostina a non rispettare il chiaro risultato referendario.

Oggi ancora una volta la magistratura si sostituisce al ruolo che doveva essere della politica, di controllo e tutela della salute di centinaia di migliaia di persone. Ma il male prodotto dall’ingresso dei privati nell’acqua, dalla gestione improntata al profitto, dal mantenimento di rapporti clientelari da parte di certa politica, dall’operato della criminalità che si nutre del disagio della gente e delle omissioni delle istituzioni, non può estinguersi senza una presa di coscienza ed un’azione collettiva. Per questo i vibonesi, gli abitanti della provincia e della regione e tutti gli attivisti per l’acqua ed i beni comuni sono invitati a partecipare alla manifestazione del 23 marzo.

Oggi in molti luoghi in Italia (Napoli, Reggio Emilia, Vicenza…) si sta dimostrando che una gestione dell’acqua pubblica e partecipata è possibile. Oggi dal disastro Sorical e dalla tragedia dell’Alaco è possibile ripartire cambiando completamente rotta. La proposta di legge regionale di iniziativa popolare promossa dal Coordinamento “B. Arcuri” va in questa direzione di cambiamento.

 

Consiglio di Stato: bollette acqua illegittime dal luglio 2011

Catanzaro – “Abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull’acqua, questa volta a darci ragione è il parere del  Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano  ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone”.
L’Autorità per l’Energia Elettrice ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all’indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.
Quello che i cittadini hanno pagato è illegittimo ed i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette. Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua lo dice da più di un anno e lo ha messo in pratica con la campagna di “obbedienza civile”, con cui decine di migliaia di persone in tutta Italia hanno ridotto le proprie bollette per contrastare la violazione democratica.
Oggi, questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l’AEEG nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui “la remunerazione del capitale investito” viene reintrodotta sotto mentite spoglie.
Questo nuovo evento non fa che rafforzare le ragioni di chi vuole un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato.
La mobilitazione contro la “nuova” tariffa AEEG è già iniziata e andrà avanti fino a che non verrà ritirata nel rispetto della volontà degli italiani, nelle strade, nelle piazze e nei tribunali.