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Centenario Cosenza Calcio: Commissione cultura assegna riconoscimento al giornalista Vincenzo d’Atri

COSENZA – “Il Cosenza calcio senza la storia raccontata da Vincenzo d’Atri sarebbe come una notte senza luna e senza stelle”. Scomoda Confucio, parafrasandone un aforisma, ma dice la pura e sacrosanta verità Maria Lucente, Vice presidente della Commissione cultura del Comune di Cosenza, nel tratteggiare la figura del giornalista Vincenzo d’Atri, a proposito del suo impegno e della sua passione per i colori rossoblu cui ha dedicato l’intera carriera giornalistica (tra i volti più popolari della Rai regionale) ma anche quella di narratore ineguagliato e, probabilmente, inarrivabile, delle gesta pedatorie della squadra della città dei Bruzi.

Ieri sera, Vincenzo d’Atri, decano dei giornalisti calabresi, è stato festeggiato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, in occasione del centenario del Cosenza Calcio, dalla Commissione cultura presieduta da Claudio Nigro che gli ha assegnato un riconoscimento sia per la sua attività giornalistica che per essere stato autore dei volumi “Cosenza, storia in rossoblù” che documentano con dovizia di particolari tutta la storia del Cosenza Calcio, da quando vide la luce come Società Sportiva “Fortitudo”, quando il rosso e il blu non avevano ancora fatto la loro comparsa sulle maglie dei calciatori che allora vestivano una casacca verde e azzurra. Verde come i boschi della Sila e azzurra come lo stemma della città. Poi, in omaggio ai grifoni del Genoa, la prima squadra a vincere il titolo italiano, il rosso e il blu presero il sopravvento e accesero le passioni. Come quella di Vincenzo d’Atri. Che ama riassumere in un aneddoto che, ora che si gode la pensione, lontano dagli schermi telvisivi che lo hanno reso popolarissimo, racconta senza la preoccupazione di recare un dispiacere ai tifosi delle altre città calabresi e di violare ogni forma di par condicio calcistica. “Molti amici e spettatori televisivi mi hanno confessato – ha raccontato d’Atri durante l’incontro in commissione cultura – che quando si sintonizzavano sul canale della Rai regionale per seguire il telegiornale e, come spesso capitava la domenica, ero io a condurlo, già dal mio buona sera si accorgevano se il Cosenza avesse vinto o perso. Evidentemente la mia espressione tradiva o la felicità della vittoria o lo scoramento della sconfitta o, ancora, una delusione a metà, nel caso di un pareggio.” A festeggiare ieri il giornalista cosentino, ma di origine castrovillarese, anche l’Assessore allo sport del Comune di Cosenza Carmine Manna. Ma all’appuntamento non hanno voluto mancare anche la figlia di d’Atri, Gabriella, anche lei giornalista Rai, e la nipote Alessia. Tra gli amici, Padre Fedele Bisceglia, leader riconosciuto del tifo ultrà rossoblu.

Nelle vesti di relatore della commissione cultura, il consigliere Mimmo Frammartino che, all’epoca della promozione del Cosenza in serie B, nel 1988, era Assessore allo sport. Per Frammartino “Vincenzo d’Atri è lo storiografo del Cosenza Calcio nel vero significato del termine. Inimmaginabile la mole di dati e di notizie che d’Atri ha fornito sulla storia del Cosenza, accanto alla narrazione della storia della città dal punto di vista politico, economico e culturale, così come ha fatto nel volume “Cosenza alle soglie del terzo millennio”.

All’incontro di ieri ha partecipato, oltre al Presidente Nigro e alla Vice Presidente Lucente, anche il consigliere Francesco Perri, mentre il Presidente della Commissione sport Francesco Spadafora, assente per impegni precedentemente assunti, ha inviato una lettera che è stata letta dal Presidente Nigro. A d’Atri Spadafora ha rivolto il suo personale ringraziamento “per l’encomiabile opera di memoria portata avanti e che appartiene ormai al bagaglio culturale della Cosenza sportiva.”

Visibilmente commosso, quando arriva il momento di dire la sua, Vincenzo d’Atri ringrazia la commissione cultura “per la grande manifestazione di affetto”, ricorda il periodo in cui scrisse la sua storia in rossoblu, stimolato anche dal sindaco di allora Giacomo Mancini, “che volle fortemente la pubblicazione  dei due volumi” e rimarca che quello raccolto nei due libri sulla squadra di calcio della città “è un racconto senza fine, perché senza fine è il suo protagonista: il Cosenza”.

E mentre sullo schermo del salone di rappresentanza scorrono le immagini  della storica promozione in serie B del 1988, parte la musica del nuovo inno del Cosenza, composto per il centenario da Gino Scaglione e inserito in un cd pubblicato per l’occasione ed il cui ricavato andrà a sostenere la realizzazione di un’opera per aiutare i bambini diversamente abili. Un inno, quello di Scaglione, che si aggiunge a quello storico e intramontabile del compianto Tonino Lombardi che evoca pagine epiche e senza fine della storia in rossoblu.

Riconoscimento della Commissione Cultura all’editore Luigi Pellegrini

COSENZA – 90 anni il prossimo 21 febbraio e non sentirli. Con il candore di chi alla sua età si può permettere tutto e il contrario di tutto.
L’editore Luigi Pellegrini è alle soglie di un importante compleanno, un traguardo esistenziale che arriva dopo una vita dedicata ai libri e alla sua casa editrice, nata negli anni ’50 ed oggi divenuta un punto di riferimento insostituibile, non solo in Calabria.
Tutto quel che in tutti questi anni ha fatto per la diffusione della cultura in Calabria e a Cosenza in particolare lo ha imposto come “una personalità illustre del nostro tempo”, così recita la targa che gli è stata consegnata nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano” per iniziativa della Commissione cultura del Comune di Cosenza nel corso di un incontro veramente speciale, sia per la caratura dell’ospite, sia perché la presenza di Luigi Pellegrini ha fornito l’occasione per tornare a parlare del libro che a lui ha dedicato Angela Costanzo, una giovane docente cosentina, giornalista-pubblicista, che ha avuto la giusta sensibilità per convincere il “professore”, come viene da tutti affettuosamente chiamato, ad aprirle i cassetti con i suoi preziosi carteggi e gli altri documenti  gelosamente custoditi e che fino a qualche anno fa non si sarebbe mai sognato di rendere pubblici.

Prima di cominciare il suo breve, ma intenso intervento, l’editore ha chiesto ai presenti che fosse osservato un minuto di raccoglimento per commemorare due figure importanti della cultura calabrese, recentemente scomparse, il drammaturgo Vincenzo Ziccarelli e l’intellettuale e meridionalista Pasquino Crupi con cui Luigi Pellegrini ha condiviso una particolare amicizia e percorso un lungo pezzo di strada. Poi, quasi un ammonimento nei confronti di chi lo aveva preceduto negli interventi : “su di me, forse, avete tutti esagerato”, a testimonianza di quella umiltà che ne ha sempre rappresentato la cifra di riconoscibilità.
“Il vostro bene lo ricambio col cuore – dice commosso. Poi, tornando ai suoi quasi novant’anni, afferma candidamente di non essersene accorto, perché sono passati così velocemente. Il pensiero vola poi, come in un flashback, ai suoi inizi, quando cominciò ad occuparsi di libri, all’età di 26 anni, e ad intraprendere quella “avventura che ai più appariva come temeraria, pazzesca”. E invece, eccolo qui, tra i velluti rossi della sala “Quintieri” del teatro di tradizione della città a godersi i risultati puntualmente arrivati e la sua famiglia, seduta in platea ed accorsa al completo, con in testa il figlio Walter che ne ha saputo raccogliere il testimone ed imprimere quella svolta innovativa, al passo coi tempi, che continua a fare della casa editrice un “gioiellino” di famiglia al quale prestare ogni cura e attenzione, come dimostra la nascita da qualche anno del “Terrazzo Pellegrini”, impostosi subito come autentico cenacolo culturale.
A Walter, il “professore” ha affidato le redini di quella che ama definire “una barca di carta”, di cui il figlio è ottimo timoniere e al quale spetta il compito di tradurre in pratica il monito paterno: “abbiamo una dirittura morale da mantenere e da trasmettere come una fiaccola di grandi ideali!”
La seduta di commissione, presieduta dal Vice Presidente Maria Lucente, in sostituzione di Claudio Nigro, assente giustificato, ha visto la partecipazione di Mimmo Frammartino, cui è stato affidato il compito di relazionare sulla figura di Luigi Pellegrini, del consigliere comunale Francesco Perri e dell’autrice del libro “Luigi Pellegrini, un pioniere dell’editoria in Calabria”, Angela Costanzo.