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La commissione cultura esamina il decreto “sblocca Italia”

 

assessore Caligiuri

Si è riunita questa mattina la Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, presieduta dall’Assessore Mario Caligiuri. Nel corso della seduta è stato esaminato il Decreto legge “Sblocca Italia” per quanto attiene il settore cultura, esprimendone parere positivo. Tra gli altri argomenti, la Commissione ha provveduto a designare un rappresentante regionale presso il Consiglio Superiore per i Beni Culturali. Il Presidente Caligiuri ha poi riferito in Commissione dei contatti avvenuti con il Sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu per favorire una più intensa collaborazione tra Ministero e Regioni. Alla riunione hanno partecipato gli assessori Mario Caligiuri (Calabria), Massimo Mezzetti (Emilia-Romagna), Silvia Godelli (Puglia) e Caterina Miraglia (Campania).

In Commissione cultura la poetessa e scrittrice Anna Laura Cittadino

COSENZA – Scrivere può essere una colpa? No di certo, se ad alimentare il bisogno di prendere carta e penna è il desiderio di riscatto, così come capita a Nina, giovane contadina, tutta terra e sudore, nella Cosenza anni ’50 dell’esondazione del Crati, stretta, quasi soffocata, nella dimensione un po’ arcaica della sua famiglia vecchio stampo che non manda giù il suo amore per un uomo sposato.

La storia di questa giovane donna è al centro del romanzo, “La colpa di scrivere”, di Anna Laura Cittadino, poetessa e scrittrice cosentina, ospitata dalla Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro, nell’ambito della rassegna riservata agli autori della terra di Calabria.

Fondatrice e presidente dell’associazione culturale GueCi (nata nel 2011 in memoria del padre scomparso otto anni prima per un caso di malasanità), Anna Laura Cittadino si spende molto per gli altri autori, organizzando tantissime iniziative culturali, ma ogni tanto scrive anche per sé.

Tre le raccolte poetiche al suo attivo, nel 2010 “Echi da un cuore di donna” e “In medias res” e, nel 2012, “Vi porgo la mia penna”. Del 2008 è, invece, il suo primo romanzo, “Pane per l’anima”, cui ora ha fatto seguito “La colpa di scrivere”, pubblicato dall’editore Marco Del Bucchia e di cui si è molto parlato nella seduta di Commissione cultura a Palazzo dei Bruzi.

Anna Laura Cittadino ha le idee chiare e sa il fatto suo e lo si comprende sin dalla dedica che campeggia all’inizio del suo nuovo libro: “a me stessa e a tutte quelle donne che sono riuscite a piantare in una terra difficile la bandiera della conquista faticosa”.

Mimmo Frammartino, che ha svolto il compito di relatore,  si è detto molto colpito dal nuovo romanzo di Anna Laura Cittadino. “Un libro che appassiona, per lo stile scorrevole dell’autrice, ma anche per i colpi di scena che riserva”.

Per Frammartino “Anna Laura Cittadino ha una spiccata sensibilità, che, è vero, rappresenta un requisito imprescindibile in ogni artista, ma nel suo caso, è ancora più presente”. Il libro, ambientato nel centro storico di Cosenza e che racconta la storia di Nina, che sfida le convenzioni e che a soli 15 anni segue l’amore che sente, prepotente, verso un uomo sposato e che le costerà una vita di solitudine, insieme al distacco doloroso dalla sua famiglia e da quel contesto sociale rurale che rivela tutta la sua arretratezza, è anche il pretesto per sviluppare un’intensa riflessione sul rapporto genitori-figli ai quali ultimi, anche quando sbagliano,  va lasciata – questo in buona sostanza il monito della Cittadino – la porta socchiusa della comprensione, senza insistere con atteggiamenti respingenti che non lasciano intravedere vie d’uscita.

La Vice Presidente della Commissione cultura Maria Lucente ha ribadito la soddisfazione della commissione cultura per avere tra i suoi ospiti la poetessa e scrittrice Anna Laura Cittadino che “fa parte – ha detto – di quelle persone che hanno consapevolezza del proprio lavoro e della ricerca che portano avanti, nonostante il percorso che hanno dovuto affrontare sia risultato estremamente tortuoso”.

Brillante, poi, l’intervento della giornalista Manuela Fragale che aveva già partecipato alla presentazione ufficiale del libro di Anna Laura Cittadino.

La Fragale ha sottolineato come ne “La colpa di scrivere” venga messo in primo piano il rapporto della protagonista con la cultura, in una dimensione che, alla fine, le consentirà di veder riconosciuta la propria identità.

Non facile la condizione della protagonista, calata in una dimensione arcaica che le sta fin troppo stretta. Ma la cultura potrà aprirle la porta di una nuova vita che la libererà dal destino impostole dall’ambiente d’origine.

E l’happy end finale rivelerà tutta la capacità di Nina di raggiungere il proprio obiettivo.

Poi è il turno proprio di Anna Laura Cittadino che mentre annuncia che ha in cantiere un altro libro, di cui già si conosce il titolo, “Pensavo di vivere 100 anni”, dice che il riconoscimento che le è arrivato dalla sua città e dalla Commissione cultura vale doppio. “Si scrive per sé stessi, ma contano i riscontri.

E la scrittura, per la giovane contadina che la preferisce al lavoro nei campi – sottolinea l’autrice – è la vera essenza della sua vita che la riscatta come donna.

La chiave di volta è il rinvenimento dopo l’esondazione del Crati che ha riempito di fango la città, di alcuni frammenti di carta con i versi di Tommaso Campanella. Una vera folgorazione che indirizza Nina, la protagonista, sulla strada della scrittura.”

Un aspetto, quest’ultimo, che fa cogliere molte similitudini con la passione di Anna Laura Cittadino che, al termine dell’incontro in Commissione cultura, ritira il riconoscimento riservato agli autori della terra di Calabria.

Commissione cultura ospita la pittrice Rita Mantuano

COSENZA – Un’esploratrice, attraverso la pittura, dei territori della psiche. E un’artista che, grazie all’iconografia, cui è approdata in un secondo momento, ha intrapreso un percorso spirituale capace di stabilire un irripetibile connubio tra Arte e Fede.
Lei è Rita Mantuano, pittrice e poetessa cosentina appartenente a quella folta schiera di artisti, poeti e scrittori cui la Commissione cultura ha voluto dare una meritata visibilità per il lavoro attento di diffusione dell’arte e della cultura portato avanti sul territorio. La Mantuano è stata ospite dell’organismo consiliare presieduto da Claudio Nigro. Alla seduta che l’ha vista protagonista hanno partecipato, tra gli altri, la Vice Presidente Maria Lucente, in veste di relatrice, e i consiglieri comunali Mimmo Frammartino, Francesco Perri, Pino Spadafora e Cataldo Savastano.
La ricerca di cui si è resa nel tempo protagonista, condividendo anche il percorso di alcuni collettivi artistici di cui fa parte, ha suscitato l’apprezzamento di altri artisti che non hanno voluto farle mancare il loro sostegno e la loro presenza anche nella seduta nel corso della quale Rita Mantuano ha ricevuto il consueto riconoscimento della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi.
Numerosissime le collettive di pittura alle quali ha partecipato. Altrettanto numerosi i premi rastrellati un po’ dovunque, come ha sottolineato la Vice Presidente Lucente che ha anche evidenziato l’appartenenza della Mantuano a quella nuova corrente artistica che va sotto il nome di poesipittura, nella quale la cifra di riconoscibilità e lo stile si esprimono proprio nell’incrocio tra l’arte e la poesia. “E’ un’artista che porta con orgoglio e con grande spirito di appartenenza la cosentinità in giro per l’Italia” – ha rimarcato Maria Lucente.
Rita Mantuano scava nella sua sensibilità e nella profondità del suo animo, facendo  sua la massima di Pablo Picasso secondo la quale “l’arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità”. E il disvelamento di questa verità torna anche nei suoi dipinti. Non è un caso se ad una delle sue opere pittoriche Rita Mantuano ha attribuito il titolo di “Le verità nascoste”. Ma è tutto il suo percorso che risulta disseminato di un lavoro di scavo dell’animo umano, per andare al fondo di quei dissidi interiori che quasi si pacificano nelle sue tele: “Utopie”, “Inquietudini”, “Riflessi dell’inconscio”, “Dietro la maschera”, tanto per citare qualche titolo, riflettono una fioritura pittorica che può essere a giusta ragione essere etichettata come pittura dell’anima.
E quando questo lavoro di scavo nei territori della psiche incontra il sacro,è ancora più chiaro che l’arte è un dono di Dio, un qualcosa che non si può tenere per sé, ma che va donata al mondo.
Nel suo intervento in Commissione cultura Rita Mantuano si dice “orgogliosa di essere calabrese e cosentina”. L’arte è stata per lei una folgorazione, sin dalla più tenera età. A cinque anni già dipingeva. Con l’arrivo delle figlie, la pittrice ha lasciato l’arte per un lungo periodo, salvo riprenderla subito dopo con l’approccio all’iconografia, intraprendendo nel 2003, auspice la frequentazione con il padre gesuita Pino Stancari, un cammino spirituale di iconografa nel laboratorio “San Luca”, presso la Comunità dei Gesuiti a Quattromiglia di Rende. Le sue icone si rinvengono in molte Chiese del cosentino, come la Chiesa delle Vergini a Cosenza o quella di S.Maria Assunta a Donnici, ma anche altrove, come all’Aquila in Abruzzo, a testimonianza di una generosità artistica che è un tratto distintivo del suo modo di essere.
Quello con padre Stancari è stato definito “un incontro determinante” che ha dato luogo al suo percorso introspettivo, contribuendo a sviluppare anche un legame solidissimo con Dio.
Anche le personali, oltre che le collettive, hanno mostrato l’inusuale vivacità di Rita Mantuano, fino a diventare terreno di coltura di una poliedricità mai sopita.
Il complesso monumentale di Santa Chiara a Cosenza ha visto nel 2012 il vernissage della mostra “Il territorio immaginato (“Viaggio nei colori dell’anima”), mentre la Biblioteca Nazionale aveva tenuto a battesimo, sempre nello stesso anno, “Indagine in corso (fra indizi e intuizioni)”. Al periodo iconografico appartiene poi la partecipazione alla Mostra di Arte Sacra al Museo della Grafica di Naro dove ottenne gli apprezzamenti del critico d’arte di fama internazionale Nuccio Mula.
La sua vena poetica si è poi espressa al concorso di poesia che nel 2012 le edizioni Ursini hanno dedicato alla compianta Alda Merini. Due sue liriche sono state selezionate per il volume antologico del concorso “Mille voci per Alda”.
Poi, nel 2013, un altro importante riconoscimento: la prestigiosa onorificenza di Accademica delle arti ricevuta dall’Accademia internazionale di Arti di Agrigento, cui ora si aggiunge quello della Commissione cultura del Comune di Cosenza.

Riconoscimento a Sergio Chiatto

Commissione Cultura

COSENZA – La Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi assegna un riconoscimento a Sergio Chiatto, il primo laureato dell’Università della Calabria. A rendere ancora più istituzionale l’iniziativa, la presenza dell’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri e del vicesindaco del Comune di Cosenza Luciano Vigna. Sono intervenuti anche i consiglieri Mimmo Frammartino e Francesco Perri e poi, tra gli altri, il senatore Massimo Veltri che ha messo in luce il profilo essenzialmente umano di Sergio Chiatto, di cui è amico dal 1959, e Clemente Sicilia, presidente del Rotary Club di Cosenza, che ne ha esaltato la disponibilità verso il prossimo.

Sergio Chiatto è stato un indiscusso protagonista del calcio a Cosenza e in Provincia, dal 1966 al 1982. La sua passione calcistica ha avuto anche una parentesi da arbitro nei quadri federali. Un’esperienza quest’ultima non passata affatto sotto silenzio. E lo ha testimoniato la presenza ieri a Palazzo dei Bruzi, dell’ex calciatore Walter Perrotta, già attaccante del Cosenza che è stato delegato dalla sezione arbitri di Cosenza a consegnare a Chiatto il gagliardetto dell’AIA. Ma lo sport è solo una componente importante, anche se forse prevalente, nella vita di Sergio Chiatto. C’è poi quella di collaboratore di diversi quotidiani e periodici, a cominciare dal “Giornale di Calabria” di Piero Ardenti, così come l’iperattivismo nel mondo dell’associazionismo e dei club service, come dimostra la sua appartenenza dal 2001 al Rotary Club, nel quale ha ricoperto gli incarichi più importanti e di vertice.

Quando viene chiamato in causa, oltre ai ringraziamenti doverosi per la Commissione cultura, Sergio Chiatto ha risposto alle diverse domande che sono arrivate dal pubblico, confessando senza reticenze che è lo sport ad averlo appassionato maggiormente “perché è quel mondo che mi è rimasto più impresso e che mi ha dato la carica. Poi ho capito che non era più il mio tempo e mi sono dedicato ad altro.” E raccogliendo l’applauso del pubblico raggiunge la moglie Maria e le figlie Tatiana e Amanda, sedute in platea.

La criminologa cosentina Monica Capizzano in Commissione cultura

COSENZA – Monica Capizzano aveva appena undici anni il 23 maggio 1992, l’anno della strage di Capaci, in cui persero la vita Giuseppe Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli uomini della sua scorta. E aveva ancora undici anni quando circa due mesi dopo, il 19 luglio del ’92, la mafia continuò ad alzare il tiro uccidendo in via D’Amelio Paolo Borsellino e ancora una volta la sua scorta.
Immagini terribili, rimaste così impresse nella memoria di Monica Capizzano da segnare la strada del suo futuro impegno professionale.
Oggi la cosentina Monica Capizzano  di anni ne ha 33 ed è una brillante criminologa con una laurea in Scienze Politiche e relazioni internazionali conseguita all’Università della Calabria, ma in procinto di conseguire la sua seconda laurea in giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli che le spianerà la strada verso la carriera di magistrato che, per sua stessa ammissione, resta la sua prima aspirazione.
Le sue molteplici esperienze di studio, l’attività di criminologa, una vera e propria passione la sua, ed anche quella di scrittrice (la Capizzano è al suo secondo libro, mentre un terzo sarà presentato a breve) hanno suscitato l’interesse e l’attenzione della Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi che ha ospitato Monica Capizzano in una delle sue sedute dedicata alla valorizzazione delle professionalità e dei talenti locali.
Ad introdurre l’ospite, dopo la breve presentazione del Presidente Claudio Nigro, la Vice Presidente della Commissione cultura Maria Lucente che ha tracciato il profilo di Monica Capizzano. “Una personalità molto variegata prima ancora che una studiosa – ha detto la Lucente. Una ragazza iperattiva nel suo lavoro nel quale si ritrova un intreccio trasversale della sua ricca competenza.”
E in effetti il curriculum della Capizzano ne fa una studiosa a 360 gradi, con un bagaglio di esperienze non da poco: si è occupata, quando era a Vicenza, della delicatissima materia dell’utilizzo dei bambini nel terrorismo e nella guerra; quando c’è una perizia da redigere sulla scena del crimine viene spesso chiamata come CTU, consulente tecnico di parte. La sua competenza, sommata alla sua passione, l’ha fatta entrare nel team di studiosi dell’Unieui, l’Università Internazionale di Vicenza, centro di eccellenza con tanto di partenariato Onu, che attualmente è diretta dalla Capizzano e che si è occupata del caso dei marò italiani trattenuti in India, perché accusati di aver ucciso due pescatori indiani durante un’attività antipirateria al largo dell’Oceano Indiano, nel febbraio 2012.
Una vicenda nella quale la criminologa cosentina ha lavorato a stretto contatto di gomito con il prof.Ashish Kumar, uno dei massimi esperti di pirateria e diritto marittimo internazionale.
Il resto dell’attività professionale di Monica Capizzano parla dell’esperienza maturata come professore affiliato di criminologia applicata all’UNISED di Milano e del perfezionamento biennale in scienze criminologiche ed investigative. Esperta in criminal profiling (disciplina che permette di delineare il profilo dei criminali ritenuto fondamentale nelle attività di investigazione) e studiosa del fenomeno dello stalking, questa giovane Miss Marple cosentina ha maturato una particolare specializzazione anche nel repertamento delle tracce sulla scena del crimine. Nel breve filmato di montaggio, riproposto in Commissione cultura, accanto alle immagini di Cogne e del delitto di Erba e delle relative fasi processuali, tornano le immagini di Falcone e Borsellino, quasi che Monica Capizzano li avesse eletti a suoi numi tutelari.
All’attività di criminologa la Capizzano affianca anche quella di scrittrice, senza discostarsi dalla materia che predilige. “Qàyin contro Hèvel – 10 luglio 1941 a.C.”, il primo libro, pubblicato dal gruppo Albatros “Il Filo” di Roma, nel 2011, cui è seguita qualche mese fa la pubblicazione della sua seconda fatica editoriale, “Cervello e comportamento criminale, uscito per i tipi della Arduino Sacco editore.
In quest’ultimo libro la Capizzano tenta di dimostrare l’assunto lombrosiano secondo il quale “criminali si nasce, ma si può anche non diventarlo”. Di Lombroso si professa seguace ad oltranza per aver sposato le teorie del padre dell’antropologia criminale. Ma quando le si chiede se fa parte di quel gruppo di criminologi divenuti presenza fissa delle trasmissioni televisive, confessa candidamente che preferisce starsene un po’ defilata, dietro le quinte, lontana dai riflettori dei talk show televisivi dai quali si lasciano sedurre altri suoi colleghi più illustri.  E intanto si prepara all’uscita del suo terzo libro, sulla negoziazione degli ostaggi, che sarà presentato nei primi mesi del 2014 e scritto addirittura con il capo della Polizia scozzese.
Bella soddisfazione! Con i complimenti della Commissione cultura che, in chiusura di seduta, le attribuisce il riconoscimento riservato alle giovani eccellenze cosentine.

In commissione cultura le eccellenze della scuola “Leonardo Da Vinci”

COSENZA – L’Istituto di istruzione superiore “Leonardo Da Vinci-Nitti” di Cosenza è un autentico fiore all’occhiello della scuola cosentina, soprattutto da quando, dal 2006, a guidarlo è la dirigente scolastica Graziella Cammalleri, animata soprattutto da una mission, quella di mettere in atto, insieme ai docenti della scuola, tutto quello che può servire perché gli alunni emergano, facendo sentire loro l’orgoglio di appartenenza.
I risultati ottenuti negli ultimi tempi dal “Leonardo Da Vinci” hanno sollecitato l’attenzione della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro, che a tre ragazzi della scuola, Eleonora Cipolla, Federica Iuliano e Christian Smeriglio, vere e proprie eccellenze, con ottimo profitto, ha assegnato un riconoscimento, come segno tangibile della valorizzazione del loro talento, espresso a piene mani nelle aule scolastiche che frequentano, ma anche fuori dallo stesso istituto.
Eleonora e Federica hanno ritirato personalmente il riconoscimento a Palazzo dei Bruzi, nella seduta che ha visto ospite anche la dirigente scolastica Graziella Cammalleri che da quando ha assunto le redini della scuola, ha dato all’istituto una forte  impronta di rinnovamento, avviando dei percorsi di moda, settore nel quale il Leonardo Da Vinci spicca notevolmente, ma anche dando vita alla web radio e al giornalino scolastico, “La voce di Leo”.
Christian Smeriglio è rimasto, invece, a casa, trattenuto da un piccolo problema di salute.
Mentre Eleonora e Federica frequentano l’ultimo anno dell’indirizzo moda dell’istituto, Christian si è da poco diplomato come fashion designer, quel che un tempo si diceva stilista di moda.
I magnifici tre del “Leonardo Da Vinci”, oltre ad essere legati da grande amicizia, hanno in comune la passione per l’arte, nelle sue più diverse sfaccettature, dalla pittura, alla fotografia, alla creazione di gioielli con materiali di riciclo. E tutti e tre insieme hanno allestito nel mese scorso, alla Biblioteca Nazionale – come ricordato in Commissione cultura dal consigliere relatore Mimmo Frammartino – una mostra dal titolo “Donna oltre natura”. L’iniziativa è stata organizzata dall’Accademia dei Pignatari (rappresentata in commissione cultura dal segretario perpetuo Pierino Polillo e da Piergiorgio Lecce). Un evento al quale i tre studenti del “Leonardo Da Vinci” hanno potuto prendere parte grazie agli stimoli ricevuti da Alessandra Sganga, giovane critico d’arte che ha fatto loro da tutor in un progetto di alternanza scuola-lavoro, tra quelli frequentemente avviati dall’istituto scolastico. Avendo avuto modo di apprezzare le qualità dei tre ragazzi, Alessandra Sganga, anche lei presente in commissione cultura, li ha spronati sulla strada dell’organizzazione della mostra, sul tema della natura e della donna, diventata un vero e proprio evento nel quale sono emersi l’estro e la creatività dei tre studenti e da cui è venuto fuori un riuscitissimo mèlange tra fotografia, pittura e realizzazione di gioielli artigianali.
L’intervento conclusivo della dirigente scolastica Graziella Cammalleri è stato preceduto in commissione da quello della Vice Presidente Maria Lucente che ha messo in luce la personalità grintosa della dirigente del “Leonardo Da Vinci” “che  sposa completamente il suo lavoro, riuscendo a tenere il passo coi tempi che cambiano”, e del neo componente dell’organismo consiliare Francesco Perri per il quale “i giovani, come quelli del Da Vinci, sono la parte bella della nostra società e quella che ci dà speranza”.
Soddisfatta la dirigente scolastica Graziella Cammalleri.
“Finalmente – ha detto la Cammalleri – la città di Cosenza prende consapevolezza che ci siamo. Da quando ho l’onore di dirigere l’istituto di istruzione superiore “Leonardo Da Vinci – Nitti”, cerco di favorire, con l’aiuto di tutti i docenti, l’emersione del talento degli studenti. A noi non interessano le teste ben piene, ma le teste ben fatte.
Cerchiamo di coltivare tutte le passioni dei ragazzi per sviluppare il loro talento.
Non ci interessa il pedigree, ma il curriculum.”
E con orgoglio indossa uno dei gioielli creato dalla studentessa Federica Iuliano, un manufatto realizzato con materiali di riciclo, nel quale viene fuori tutta la capacità creativa e la fantasia degli studenti, ma anche la corsa ad ostacoli che hanno dovuto superare.

Caligiuri alla seconda edizione degli Stati Generali della Cultura

MILANO – L’assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, anche nella veste di coordinatore della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, ha partecipato oggi a Milano alla seconda edizione degli Stati Generali della Cultura promossi dal Sole 24 Ore e dalla Fondazione Roma.

Alla manifestazione, introdotta, tra l’altro, da Emmanuele Emanuele e Giuseppe De Rita e che ha visto anche le relazioni del senatore a vita Elena Cattaneo, l’amministratore delegato del gruppo “Prada” Patrizio Bertelli e del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, è intervenuto in video conferenza anche il presidente del Consiglio Enrico Letta.

“La seconda edizione degli Stati Generali – ha detto Caligiuri – rappresenta una necessaria occasione per riflettere sulla cultura, come asse portante della politica economica del Paese. E’ fondamentale il ruolo dei privati per gestire e valorizzare i beni e le attività culturali”.

A questo riguardo l’assessore ha ricordato il recente convegno organizzato con l’Associazione “Civita” che si è svolto lo scorso 5 novembre a Roma, dove sono state illustrate le “Linee per la collaborazione tra pubblico e privato per la gestione dei beni e delle attività culturali”.

“Diventa fondamentale – ha sottolienato ancora Caligiuri – l’innalzamento della qualità dell’istruzione, attraverso lo studio della storia dell’arte nazionale e regionale, anche perchè i beni culturali rappresentano l’identità di un popolo. C’è bisogno di efficaci e chiare politiche fiscali per le sponsorizzazioni, le donazioni e le attività. La cultura non può essere gestita in modo burocratico ma deve essere aperta al territorio, dove ci sono regioni e città in cui si esprime la vivacità e la creatività culturale”.

Infine, Caligiuri ha ricordato che occorre un grande impegno nazionale per utilizzare in modo efficace i fondi della prossima programmazione comunitaria in modo da valorizzare la cultura e le industrie creative. “In definitiva – ha concluso Caligiuri – bisogna confrontarsi con il mondo e valorizzare le nostre tante potenzialità, a cominciare dal capitale umano e da quello culturale, attraverso leggi che aprono il futuro e che non guardino sempre al passato”.

Commissione Cultura Ospita lo Scrittore Luca Le Piane e l’Editore Pasquale Falco

COSENZA – Adoperarsi in tutti i modi per promuovere lo studio della Costituzione nelle scuole.

Un’esigenza divenuta insopprimibile, anche in virtù di quella crisi di valori che sembra travolgere sempre di più la società e soprattutto i giovani cui un percorso di conoscenza e di approfondimento, orientato verso la cittadinanza attiva, potrebbe risultare utile e costruttivo nella loro formazione.

L’impegno lo ha assunto la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro. Lo spunto lo ha offerto un libro, “Cittadinanza e Costituzione. Per una pedagogia della solidarietà” pubblicato lo scorso anno, per le edizioni “Periferia” di Pasquale Falco, di cui è autore un ricercatore cosentino, Luca Le Piane, contrattista dell’Università della Basilicata.

Sia Le Piane che il suo editore Pasquale Falco sono stati ospiti della Commissione cultura del Comune di Cosenza per illustrare la loro proposta di avviare percorsi di cittadinanza attiva nelle scuole, attraverso approfondimenti mirati allo studio della Carta costituzionale, partendo proprio dal libro pubblicato un anno fa.

Alla seduta di commissione hanno preso parte oltre al Presidente Nigro, i consiglieri Mimmo Frammartino, Francesco Perri, Pierluigi Caputo e Cataldo Savastano.

“Il nostro obiettivo è aprire una finestra importante per affacciarci ad un nuovo impegno, quello di portare la Costituzione nelle scuole, dove non si studia più l’educazione civica – ha detto l’editore Pasquale Falco, fondatore nel 1977 della rivista  “Periferia”, da cui è poi scaturita, nel 1986, la casa editrice che porta lo stesso nome. “Ho fondato “Periferia” proprio per non essere periferico. Letterariamente combattiamo da anni la nostra battaglia che ha assunto – ha aggiunto Pasquale Falco – connotati ancora più drammatici ora che anche noi calabresi ci sentiamo, al pari degli altri, immigrati, trasportati anche noi, metaforicamente, su barconi per approdare ad una sorta di terra promessa che tale non si rivela.”

E ricorda le esternazioni di Mons.Giancarlo Maria Bregantini, già Vescovo di Locri-Gerace ed attualmente Vescovo di Campobasso che alla domanda come si fa ad uscire fuori da questo mondo infettato di mafia, rispondeva: “Con la Costituzione!”.

E un altro ricordo Pasquale Falco lo rispolvera richiamando alla memoria la figura di Saverio Montalto, primo autore in Italia a scrivere un romanzo sulla mafia. Il suo “La famiglia Montalbano” venne scritto 20 anni prima del “Giorno della civetta” di Leonardo Sciascia che custodiva nel suo cassetto il romanzo di Montalto.

Poi è Luca Le Piane a raccontare del suo libro “Cittadinanza e Costituzione. Per una pedagogia della solidarietà” che ha visto la luce dopo alcuni anni di ricerca accademica all’Università della Basilicata. L’obiettivo del volume è quello di sensibilizzare gli studenti, le loro famiglie e gli insegnanti alla comprensione dei principi fondamentali contenuti nella Carta costituzionale, “faro luminoso – ha detto Le Piane – nel percorso di ciascun cittadino attivo e solidale.”

“E’ questa – ha aggiunto il giovane ricercatore – la strada maestra per costruire la società del futuro, fondata sulla comunità multiculturale e sull’esaltazione delle differenze che devono essere percepite come risorse e non come limite.”

Nel corso dell’incontro è intervenuto il consigliere Mimmo Frammartino che dopo aver ricordato il contributo importantissimo dato da Pasquale Falco allo sviluppo dell’editoria in Calabria, ha sottolineato che “le istituzioni non possono restare indifferenti e distratte rispetto all’appello di diffondere il più possibile la Costituzione nelle scuole.”

Dello stesso avviso il Presidente della Commissione Claudio Nigro che ha accolto la proposta di Falco e Le Piane, facendosi carico di coinvolgere le altre istituzioni competenti, a partire dall’Ufficio Scolastico Provinciale.

Commissione cultura esprime solidarietà a Preside Liceo Fermi per aggressione subìta

COSENZA – “La vile aggressione subita dalla dirigente scolastica del Liceo “Fermi” va censurata con sdegno e assoluta riprovazione”. Lo afferma il Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro, a nome di tutti i componenti dell’organismo consiliare, per condannare il gesto di violenza di cui è stata fatta oggetto la Preside del Liceo Scientifico “Fermi” Michela Bilotta.

La Commissione Cultura, riunitasi nel pomeriggio di oggi (presenti, oltre al Presidente Nigro, i consiglieri Mimmo Frammartino, Francesco Perri, Pierluigi Caputo e Cataldo Savastano) ha espresso solidarietà alla dirigente scolastica del “Fermi”, manifestando sconcerto per quanto accaduto.

“L’episodio verificatosi al Liceo Fermi preoccupa e deve invitarci alla riflessione – ha detto ancora Nigro. La scuola deve poter recuperare la sua funzione più autentica e ridiventare il luogo per eccellenza da destinare non solo all’apprendimento e al potenziamento delle capacità cognitive, ma anche alla riaffermazione dei valori più autentici, come il rispetto per gli altri e per chi, nello specifico, ha il compito di indicare la rotta e di impartire gli insegnamenti per la crescita della classe dirigente del domani. In questo difficile momento – ha aggiunto ancora Nigro – ci sentiamo tutti ancor più vicini alla preside Michela Bilotta, che dirige il Liceo “Fermi” con grande piglio manageriale e che ha sempre avuto con gli studenti rapporti improntati al dialogo ed alla condivisione.”

La Commissione Cultura premia la poetica di Davide Noviello

COSENZA –  Non pare un caso che la Commissione cultura, prima di congedarsi per il meritato riposo estivo, abbia voluto omaggiare Davide Noviello. Perché questo artista – seppure la poliedricità sia stata sufficientemente di casa nel viaggio che la Commissione ha compiuto tra le ‘eccellenze’ del nostro territorio – rappresenta davvero la sintesi di un impegno nell’arte a 360 gradi e totalmente assorbente. Noviello vive per l’arte e ne sperimenta le più svariate espressioni in un continuo rimettersi in gioco in nuove forme di comunicazione.

“L’essere artista – dice Noviello intervenendo ai lavori della Commissione cultura che l’ha premiato – significa vedere e sentire in maniera amplificata. Poi viene la responsabilità nei confronti della società di portare all’attenzione le problematiche sociali, di stimolare all’approfondimento”. “Così – ha evidenziato Frammartino nella sua relazione – se guardiamo complessivamente all’arte di Noviello lo troviamo spesso insofferente verso un territorio deturpato dall’uomo, verso la mancanza di senso civico. Non ha esitato Noviello ad intervenire anche su una inopportuna potatura degli alberi piuttosto che sul paesaggio inquinato di Coda Di Volpe, segno di una spiccata sensibilità verso tutto ciò che disturba un equilibrio naturale”. Interventi e riflessioni che fanno concludere a Frammartino “un artista è tale se non riesce a non rinunciare mai alla propria onestà intellettuale e al bisogno di esprimersi liberamente”.

La prima forma di espressione di Noviello è senz’altro la  pittura, da lì viene la sua formazione di matrice classica per poi sviluppare, dopo periodi di sperimentazione, uno stile personale che è stato definito visionismo dove “ogni immagine, ogni forma – ci dice lo stesso artista – appartiene alla sfera dei sensi e delle emozioni, indipendentemente dalla comprensione del concetto che l’ha ispirata”.

Oggi Noviello si sta cimentando in una nuova sfida artistica. Già produttore di video, è alle prese con la scrittura della sceneggiatura del suo primo lungometraggio, “una vicenda umana – ci anticipa – con tematiche sociali, che sarà girato nei nostri territori”.