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Nell’archivio storico custodito uno scorcio del passato della città di Cosenza

COSENZA – 120 anni di vita cittadina, dal 1809 al 1929, raccontati attraverso i documenti anagrafici del Comune di Cosenza: gli atti di nascita, di matrimonio e di morte, cui si aggiungono i documenti relativi alla leva militare. Un lavoro di riordino e catalogazione coordinato dalla Dirigente del settore Affari Generali Maria Molezzi e che ha visto impegnato il personale comunale dei servizi demografici. Il risultato è l’Archivio storico dell’anagrafe e dello stato civile del Comune, un vero e proprio luogo della memoria, allocato nella sede degli uffici comunali del complesso “I Due Fiumi”, che questa mattina è stato presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del Vice Sindaco Jole Santelli, dell’Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro e della dirigente del settore Affari generali del Comune, Maria Molezzi. «L’Amministrazione comunale – ha detto in conferenza stampa il vicesindaco Jole Santelli – ha delle figure proattive di creatività e di impegno che vanno al di là del loro lavoro ordinario. Mi sono molto appassionata a questa iniziativa. Tutte le città d’Italia hanno un’anagrafe dal 1860. Noi abbiamo la fortuna di aver applicato una direttiva di Gioacchino Murat e ci ritroviamo un patrimonio storico che è datato 1809. Non mi risulta che altre città abbiano ricostruito e reso fruibile a tutti i cittadini questo patrimonio storico. Il merito – ha aggiunto la Santelli – è quello di aver trasformato documenti polverosi e numeri, in momenti di vita, di curiosità, in uno sforzo di ricerca dell’identità di questa città». Il vicesindaco si è soffermata su alcune spigolature che vengono fuori dai documenti dell’Archivio storico. Dai certificati di nascita dei bambini dell’epoca si risale alle professioni dei genitori e dai registri vengono fuori anche cose abbastanza divertenti. C’è chi si dichiarava galantuomo, industriante o manipolo e chi si dichiarava brigante, vendoliere o faticatore. «Tutto questo – ha detto ancora Jole Santelli – ci restituisce una fotografia completamente diversa, negli anni, della nostra città». Altre curiosità, i nomi femminili più in voga a quei tempi, tra il 1809 ed il 1929: Scolastica, Candia, Petronilla, quest’ultimo nome mutuato probabilmente dal celebre fumetto americano “Arcibaldo e Petronilla” che sbarcò in Italia nel 1913 e che venne pubblicato sul “Corriere dei Piccoli”. Nel chiudere il suo intervento Jole Santelli ha, infine, auspicato che l’archivio storico dell’anagrafe e dello stato civile possa diventare nel tempo un vero e proprio Museo. Del lavoro certosino di archiviazione che regala alla città un valore importante ha parlato, poi, in conferenza stampa, l’assessore Rosaria Succurro. «Una perla all’interno della collana dei Musei della città, un museo della memoria». Così l’assessore alla comunicazione ha definito l’archivio storico dei servizi demografici. «Un valore aggiunto che si tocca con mano grazie ai numerosi documenti preziosi che sono stati riordinati e catalogati. Immaginiamo i tanti studenti che a questo archivio, così bene organizzato, potranno attingere anche per le loro ricerche. Siamo felici – ha proseguito Succurro – perché grazie all’analisi di questi documenti storici siamo in grado di comprendere come il nostro territorio si sia evoluto, senza trascurare la nostra storia ed il nostro passato». Soddisfazione è stata poi espressa dalla dirigente Maria Molezzi. «Questo archivio storico – ha detto la Molezzi – è davvero frutto di un lavoro certosino. I documenti sono stati materialmente presi da armadi polverosi, catalogati e messi in ordine e questa intuizione è venuta in mente in occasione del trasferimento, dalla vecchia sede del Lungo Busento al centro “I due Fiumi”, dell’ufficio statistica. Cosenza insieme ad altre città del Regno di Napoli ha precorso un po’ i tempi perché viene avviata sin dal 1806, data del primo atto di nascita da parte del signor Francesco Scarpelli, un calzolaio che aveva registrato in Comune la nascita di sua figlia, la registrazione di quegli atti di nascita, matrimonio e morte che prima erano custoditi solo nelle parrocchie. Il nostro Meridione d’Italia, oggi tanto bistrattato, forse negli anni passati era, invece, precursore di modernità. Nell’archivio storico sono presenti – ha detto ancora la dirigente Molezzi – anche le liste relative alla leva militare e i ruoli matricolari. Anche in questo caso una minuziosa elencazione di persone che hanno partecipato alla prima guerra mondiale, come pure è stato estrapolato l’elenco di tutti i ragazzi appartenenti alla classe 1899 che furono reclutati dal generale Armando Diaz per essere avviati alle armi quando ancora non avevano compiuto nemmeno 18 anni». 80 i nomi dei ragazzi cosentini che rappresentavano la “meglio gioventù” di quegli anni. A conclusione del suo intervento la dirigente Molezzi ha anticipato la notizia che nel corso di quest’anno sarà avviata la digitalizzazione dei volumi che costituiscono l’archivio storico dei servizi demografici. Nel corso della conferenza stampa è stata anche presentata la pubblicazione, edita dal Comune, sul processo evolutivo della Città di Cosenza, dal 1900 al 1960, a cura di Vincenzino Aiello, Lorella Gallo e Assunta Lucanto e con la collaborazione esterna di Egidio Bruni. Anche in questo caso uno sforzo notevole, come era accaduto per un precedente volume presentato a fine dicembre del 2014 un’indagine sulla qualità della vita a Cosenza dal 1960 al 2010. Non solo quello della raccolta e dell’elaborazione dei dati, ma anche e soprattutto quello di affrancarsi dal freddo ruolo di compilatori di tabelle ed enucleatori di numeri per conferire a tutta l’indagine una caratterizzazione più passionale e, a tratti, condita di aneddoti che ci fanno comprendere appieno anche i fenomeni di costume della società cosentina nei primi sessant’anni del XX secolo.

Ospedale di Cosenza, si rischia un nuovo scontro istituzionale comune-regione

COSENZA – «Il governatore Oliverio mi aveva rassicurato che i tecnici incaricati dello studio di fattibilità del nuovo ospedale di Cosenza avrebbero incontrato gli omologhi del Comune. Così non è stato e il rischio che si corre è quello di una nuova contrapposizione istituzionale con la Regione, ma questa volta su un punto ancora più delicato della vita dei cittadini che è quello del diritto alla salute e ad avere una struttura ospedaliera moderna in un’area facilmente raggiungibile da tutto il comprensorio e che non crei ulteriori danni per l’abbandono della parte a sud di Cosenza e per il centro storico». È quanto afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto «intervenendo ancora una volta – riporta una nota – sulla realizzazione del nuovo ospedale e sugli impegni che erano stati assunti dalla Regione. Il Comune di Cosenza – aggiunge Occhiuto – ha da tempo già indicato una soluzione sostenibile, avendo individuato il perimetro che va dall’attuale edificio di malattie infettive sino al plesso del Mariano Santo. Ciò permetterebbe al comprensorio di poter accedere tranquillamente in ospedale, anche alla luce dei progetti collaterali previsti, tra tutti, la bretella che condurrebbe al nosocomio dallo svincolo autostradale. Il nostro comportamento, anche in questo caso, è stato coerente e finalizzato ad evitare, purtroppo senza successo, un’inutile perdita di tempo e una spesa. L’allocazione del nuovo ospedale, investimento che avrebbe dovuto avere precedenza su tutto il resto, andrebbe, peraltro, a rafforzare la parte sud dell’area metropolitana, diversamente depauperata e depotenziata. È ancora importante sottolineare che le ipotesi paventate dalla Regione, tra le quali Vaglio Lise, vanno in una direzione diametralmente antitetica ai bisogni di baricentricità connessi a un ospedale moderno. Non si capisce, ancora perché l’ente di programmazione delle risorse voglia sostituirsi ai governi dei territori, non limitandosi alle importanti funzioni di coordinamento e gestione della spesa, oltre che di stazione appaltante. Non è pensabile che un nosocomio al passo coi tempi e di dimensioni adeguate alle nuove tecnologie – sottolinea ancora il sindaco di Cosenza – sorga in un ambito già di per sé congestionato, né che la città debba subire scelte che penalizzerebbero le sue vocazioni e emarginerebbero un agglomerato che va dal centro storico sino alla cintura dei comuni contermini. È per questo che invito, anche in questo caso, la Regione a un ravvedimento operoso. Ritengo sia interesse di tutti che Cosenza possa finalmente disporre di un nuovo ospedale e che questo nasca in un posto accessibile a tutti e ben armonizzato con la vita della città e dell’hinterland, senza tralasciare in alcun modo la necessità che la vocazione regionale del nosocomio faciliti l’afflusso dalla provincia. Non difendo posizioni preconcette, ma, più semplicemente, il diritto alla salute dei nostri concittadini e dei tanti che afferiscono al nostro ospedale da altri comuni. È di tutta evidenza che non accetteremo diktat e imposizioni che ledano sin dall’origine questo irrinunciabile bisogno. La Regione deve far propria la cultura del rispetto istituzionale che non può certamente passare dagli imperativi, ma che deve al contrario nutrirsi di un confronto produttivo e proficuo con gli altri enti locali». Per Occhiuto «senza questa imprescindibile cultura istituzionale, dettata dal reciproco rispetto, si mette in discussione il concetto di autonomia delle città e si rischia di costruire strutture disfunzionali e che penalizzano nei decenni la comunità e il suo diritto alla salute. Con questa Amministrazione regionale diventa difficile pensare di arrivare ad alcun accordo, sia che si parli di ospedale, sia che si parli d’altro».

Quei dieci voti che mettono in crisi il Consiglio Regionale sulla fusione dei comuni presilani

REGGIO CALABRIA – Una manciata di voti, dieci per la precisione, è stata sufficiente a mandare in tilt il consiglio regionale. A tratti si è percepita la sensazione che l’assemblea, nella valutazione della norma istitutiva del nuovo comune di Casali del Manco, non sapesse che pesci prendere. E, francamente, non è stata una bella sensazione. Le puntate precedenti sono note: per iniziativa dei consiglieri regionali Giudiceandrea e Romeo è stato avviato il processo di fusione di cinque comuni della Presila: Spezzano Piccolo, Trenta, Casole Bruzio, Serra Pedace e Pedace. L’iter prevede un referendum consultivo, e qui arrivano le grane. Perché l’esito complessivo delle urne è positivo: la maggioranza del corpo elettorale si esprime a favore della fusione. Ma a Spezzano Piccolo i contrari prevalgono per 481 a 471. Questa circostanza ha creato il corto circuito. Cosa fare? Inizialmente si era pensato ad una modifica della legge istitutiva del nuovo comune, escludendo Spezzano Piccolo dalla fusione. Anche il presidente Oliverio è sembrato indeciso: «Parlo da consigliere e non da presidente. Personalmente volendo rispettare la volontà popolare, prima ero dell’idea della fusione di quattro comuni tranne Spezzano Piccolo. Nel corso della conferenza dei capigruppo, invece, dopo aver verificato il parere dell’ufficio legale del Consiglio regionale, suffragato da altri pareri e dalla pronuncia della Corte d’Appello che ha proclamato l’esito sul referendum nel suo complesso, ho cambiato opinione. Il quesito era unico per i cinque comuni – ha concluso Oliverio – i cittadini di Spezzano Piccolo potranno sempre ricorrere appellandosi al parere del Governo». L’esito del voto dell’aula del Consiglio regionale ha comunque registrato l’approvazione della legge per la fusione dei cinque comuni. A favore si sono espressi i consiglieri di maggioranza di centrosinistra, con la sola eccezione del consigliere Orlandino Greco. Astensione dei consiglieri di Cdl e di Ncd mentre si è registrato il voto contrario di Forza Italia. L’approvazione della norma, c’è da scommetterci, susciterà un vespaio di ricorsi e controricorsi alimentati non tanto dal voto negativo espresso dai cittadini di Spezzano Piccolo ma dalla confusione generata dal fatto che nessuno tra i soggetti coinvolti nelle procedure di fusione abbia preventivamente pensato a quale direzione assumere nel caso si fosse verificata questa, tutt’altro che remota, eventualità. Allucinante.

Somme bloccate indebitamente, le Poste devono risarcire il comune di Cosenza

COSENZA – Il Tribunale di Cosenza, con sentenza n.716 dell’11 aprile, ha condannato Poste Italiane S.P.A. a risarcire al Comune di Cosenza la somma di un milione e 709.237,70 euro, oltre gli interessi, al termine di un contenzioso sorto in seguito alla condotta di Poste Italiane che,   sostituendosi illegalmente al Tesoriere comunale (Banca Carime), aveva trattenuto, in modo indebito, nelle proprie casse, somme di denaro di pertinenza  della Pubblica Amministrazione. A darne notizia, l’Avvocatura comunale, attraverso l’avvocato Agostino Rosselli che ha sostenuto, davanti al Tribunale, le ragioni del Comune di Cosenza. Oltre alla condanna di Poste Italiane al risarcimento del danno al Comune di Cosenza, il Tribunale ha dichiarato la risoluzione di n. 9 contratti di conto bancoposta aperti dal Comune per agevolare i pagamenti da parte dei contribuenti sparsi nel territorio nazionale. “Il Comune di Cosenza – spiega l’Avvocato Agostino Rosselli – aveva chiesto al Tribunale:

1) di dichiarare che non sono ammesse procedure di esecuzione e di espropriazione forzata nei confronti del Comune di Cosenza presso le Poste Italiane s.p.a. soggetto diverso dal tesoriere comunale (Banca Carime spa) e che gli atti esecutivi intrapresi presso le Poste Italiane s.p.a. non determinano vincoli sui conti correnti postali intestati al Comune di Cosenza;

2) di dichiarare risolti, per colpa di Poste Italiane S.P.A. i contratti di conti correnti postali intestati al Comune di Cosenza;

3) di condannare Poste Italiane S.P.A. alla restituzione,in favore del Comune di Cosenza, di tutte le somme indebitamente vincolate, maggiorate degli interessi legali e della rivalutazione monetaria;

4) di condannare, infine, Poste Italiane  al risarcimento dei danni conseguenti alla mancata utilizzazione da parte della P.A. delle somme indebitamente vincolate.

Il Tribunale di Cosenza, accogliendo la difesa del Comune, applicando in modo corretto le disposizioni inderogabili di cui all’art. 159 del d.lgs. 267/2000, secondo cui gli atti esecutivi eventualmente intrapresi nei confronti di soggetto diverso dal tesoriere dell’ente locale sono del tutto inidonei a determinare vincoli sui beni oggetto delle procedure esecutive, ha censurato i comportamenti delle Poste Italiane affermandone l’illegittimità, la contrarietà a norma di legge ed ai doveri di correttezza e buona fede che dovrebbero improntare i rapporti tra le parti.

BoCS Art 2017, pubblicato l’avviso per l’affidamento dei servizi di gestione delle attività organizzative e logistiche

COSENZA – In vista della prossima edizione del Progetto “BoCs Art” sulle residenze artistiche internazionali, il settore Cultura, Spettacolo e Turismo del Comune di Cosenza ha pubblicato l’avviso per l’affidamento, attraverso procedura negoziata, dei servizi di gestione delle attività organizzative e logistiche.
L’edizione 2017 del Progetto BoCS Art sarà articolato in 7 sessioni della durata media di 21 giornate ciascuna, prevedendo la partecipazione di circa 170 artisti nel corso dell’anno, per una media di 25 partecipanti in ogni sessione. L’edizione 2017 avrà inizio nella seconda metà di aprile e terminerà nel mese di gennaio 2018. Attraverso la procedura negoziata, il Comune intende selezionare un operatore economico al quale affidare la gestione full service dell’accoglienza e della logistica degli artisti ospitati nell’ambito dei BoCS Art.
Possono partecipare alla manifestazione d’interesse indetta dal Comune soggetti (ditte individuali, società di fatto, società cooperative, associazioni regolarmente costituite, ecc.) iscritti alla Camera di Commercio per attività simili o, nel caso di associazioni od altri soggetti non tenuti all’iscrizione, che dichiarino di non esservi tenuti ed essere regolarmente costituiti con uno statuto che preveda espressamente attività rispondenti alla procedura nel settore della cultura e delle arti figurative.
I soggetti interessati possono presentare domanda anche in forma di raggruppamento/partenariato. In tal caso, l’obbligo del requisito dell’iscrizione alla Camera di Commercio o della costituzione con statuto si configura solo per il capofila. I soggetti interessati dovranno far pervenire, per posta, corriere o consegna diretta a mano, presso l’Ufficio Protocollo, improrogabilmente e non più tardi delle ore 12,00 del 10 aprile prossimo, un  plico chiuso indirizzato a: “Comune di Cosenza- Servizio Protocollo Piazza Cenisio- pal. Ferrari, 87100 Cosenza”. Il plico, a pena di esclusione, dovrà essere chiuso con nastro adesivo trasparente da applicarsi sui lembi, dovrà essere controfirmato sugli stessi lembi e dovrà riportare, oltre l’indirizzo e la denominazione del mittente, anche la seguente dicitura “Procedura negoziata ex art. 36, comma 2, lettera b) del D.lgs 50/2016 – BOCS ART ORGANIZZAZIONE E LOGISTICA”.
Il plico dovrà contenere tre buste (A, B e C), la prima con la documentazione amministrativa, la seconda con la proposta tecnica, la terza ed ultima con l’offerta economica.
L’avviso è pubblicato integralmente all’albo pretorio on line del Comune ed è consultabile sul sito Internet (www.comune.cosenza.it) alla sezione “Bandi e concorsi”. Ulteriori informazioni possono essere richieste al Settore Cultura,  Spettacolo e Turismo del Comune di Cosenza ( tel.0984-23303).

Cosenza, il consiglio approva le linee programmatiche del Sindaco e il bilancio di previsione

COSENZA – Dopo un lungo dibattito il Consiglio comunale di Cosenza ha approvato le linee programmatiche del Sindaco Mario Occhiuto e il bilancio di previsione 2017.
Sia le linee programmatiche che il documento contabile sono stati approvati con 22 voti a favore, 6 voti contrari e un astenuto (il consigliere Enzo Paolini).
La votazione, conclusasi in tarda serata, è avvenuta prima sulle linee programmatiche che in mattinata erano state illustrate dal Sindaco Occhiuto e poi sulle singole pratiche di bilancio, votate punto per punto.
Al termine della votazione è stato deciso di rinviare la discussione  sul futuro della Biblioteca Civica e dei suoi dipendenti, sebbene nella sua replica agli interventi succedutisi durante il dibattito, il Sindaco Occhiuto aveva toccato l’argomento, sottolineando l’intento dell’Amministrazione comunale di riportare la Biblioteca civica all’interno del Comune. «Oggi la Biblioteca – ha sottolineato il primo cittadino – non è comunale. E’ un ente autonomo. Noi abbiamo dato il nostro contributo, in termini di risorse economiche, come gli altri anni, ma la Provincia non lo ha più potuto fare perché nel frattempo ha anche perduto le deleghe .
Quando saremo autorizzati ad assorbire i dipendenti – ha aggiunto Occhiuto – lo faremo subito. Spero che nei prossimi mesi si possa dar vita a questa operazione».
Domani, in un comunicato stampa più ampio, forniremo i particolari del dibattito.

Palazzo dei Bruzi, la relazione di Vigna sul bilancio di previsione

COSENZA – «E’ un bilancio dai numeri veri e reali. I numeri di un Comune che negli ultimi anni ha inteso voltare pagina. Un bilancio connotato sicuramente da sacrifici e da tagli di spesa notevoli. Ma un bilancio prudente, per evitare di inserire partite che non si trasformano in entrate. Così come non abbiamo inserito entrate derivanti da evasione fiscale. Anche se, da qui a breve, non appena comincerà l’attività del nuovo affidatario del servizio di riscossione, partirà una fase importante volta proprio ad intraprendere azioni di recupero dell’evasione Pur operando in un contesto difficile, crediamo di aver fatto le cose perbene. Nonostante la situazione di predissesto in cui versava il Comune, siamo riusciti a realizzare il nostro programma amministrativo e il bilancio di previsione che il Consiglio comunale si appresta ad approvare ci consentirà di realizzare le linee programmatiche che il Sindaco Occhiuto ha illustrato questa mattina. Per questo non chiederemo ulteriori sacrifici ai cittadini. Possiamo pertanto ritenerci fieri e soddisfatti, perché il risultato è positivo e credo che sia stato fatto un ottimo lavoro. Tanti enti locali non riescono a chiudere il bilancio di previsione. Noi non soltanto lo abbiamo chiuso, ma ci accingiamo ad approvarlo ora, a marzo, mentre gli altri anni si arrivava addirittura a settembre». Non nasconde la sua soddisfazione l’Assessore al bilancio Luciano Vigna nella sua relazione che ha aperto la ripresa pomeridiana dei lavori dell’odierna seduta del Consiglio comunale di Cosenza chiamato ad approvare il bilancio di previsione 2017.
«Abbiamo raggiunto un equilibrio sostanziale – ha detto ancora Vigna- ringraziando gli uffici e i revisori dei conti che – ha aggiunto – hanno esaminato con puntiglio e serenità il documento contabile senza esprimere alcun rilievo di sorta». Dopo aver dato conto della modifica e delle integrazioni al regolamento della Imposta Unica Comunale (IUC) adeguandola alle nuove normative, ricordando anche, per le famiglie che versano in situazioni di particolari difficoltà, la possibilità di richiedere dilazioni per importi superiori, l’Assessore Vigna ha sottolineato nel suo intervento come nel bilancio di previsione 2017 si registri «una inversione di tendenza sulle aliquote che rappresenta un importante segnale della diminuzione della pressione fiscale dopo che per 15 anni il nostro Comune ha registrato l’applicazione massima delle tariffe di ICI, TARSU ed IRPEF. Assicuriamo il mantenimento dei livelli di tassazione dell’anno scorso,  che sono i più bassi della regione e non raggiungono picchi di applicazione elevate. La TARI – ha detto ancora l’Assessore al Bilancio – merita una più approfondita analisi. Il costo d’opera di tutte le procedure di affidamento della nuova gestione del Piano dei rifiuti è di 13 milioni e 370 mila euro . Ci siamo riservati di variare questo costo ed eventualmente di diminuire la quota a carico dei cittadini. E’ un dato, questo, importante per fare chiarezza. Basterebbe un mero esercizio cognitivo per percepire che non abbiamo aumentato la pressione fiscale sui cittadini.  Sulla TARI tanti osservatori di prezzi hanno analizzato il costo medio di una famiglia,  che è pari a 280 euro. A Cosenza si paga di meno, 260 euro, contro i 460 euro di Reggio Calabria.  Dire che la tassa sui rifiuti è alta equivale, dunque, a dire una bugia. Anche per le utenze idriche è vero l’esatto contrario. A Cosenza si pagano 171 euro, mentre a Firenze costa 550 euro. Siamo tra i 10 comuni d’Italia in cui le tariffe idriche sono più basse. Non abbiamo elevato i costi e la spesa per i cittadini, nonostante l’acqua sia aumentata del 30 %. Le economie di bilancio hanno permesso questo. Sulla TARI vanno, inoltre, ricordate – ha aggiunto l’Assessore Vigna –  le politiche di esenzione. Chi ha oggi un reddito ISEE di 6 mila euro non paga la TARI. E’ questo un elemento di assoluta importanza che va incontro ai bisogni dei cittadini, in una situazione di grande crisi economica.Tutte queste esenzioni sono somme, che si aggirano intorno a 500 mila euro, che l’ente deve recuperare diversamente».
Un altro elemento messo in luce da Luciano Vigna è stato il piano delle alienazioni. «Il nostro patrimonio – ha detto Vigna – è un patrimonio di valore che consta di 42 milioni di euro, più 17 milioni di terreni. Nell’attuale contesto di crisi socio-economica, le procedure di alienazione non sono state seguite dalla vendita dei beni comunali, tranne qualche modesta eccezione. Le somme ricavate dalla vendita non influenzano il bilancio e saranno destinate a finanziare opere pubbliche. A breve partiranno – ha detto ancora Luciano Vigna –  i bandi per l’alienazione del Caffè Letterario e dell’Albergo Bologna, quest’ultimo finalizzato alla realizzazione di una struttura ricettiva».
Vigna ha poi ricordato la discussione in commissione bilancio del regolamento di contabilità, aggiornato in base ai principi del decreto legislativo n.118 del 2011, «strumento importante – ha detto Vigna – che migliora la fase procedurale e le fasi di impegno e liquidazione, centrali nelle dinamiche di un ente». Il titolare della delega al Bilancio ha anche ricordato la procedura negoziata per il servizio di tesoreria, senza la previa pubblicazione di un bando di gara. «E’ l’ennesimo tentativo che facciamo, tenendo conto che le gare tendono ad andare deserte perché le banche non intendono più accollarsi i rischi di un default che dovesse colpire gli enti. Questo passaggio autorizzato dal Consiglio è utile per avviare le fasi della gara ad evidenza pubblica e, nel caso di gara deserta, di arrivare ad una licitazione privata». Con riferimento alle entrate, l’Assessore al bilancio ha sottolineato ancora che «la parte corrente rappresenta un volume di entrata molto simile a quella della passata annualità e che potrà migliorare con la fase di recupero dell’evasione». Vigna ha poi evidenziato alcuni elementi di novità come l’obbligo di effettuare, per le entrate di dubbia e difficile esazione, un accantonamento in un Fondo di crediti di dubbia esigibilità nel bilancio di previsione. «Questo crea – ha detto Vigna nella sua relazione – i presupposti per un bilancio più solido, per una stabilità maggiore rispetto ad eventi negativi. Il Fondo in questione è un Fondo rischi nel quale vengono accantonate somme che restituiscono la fotografia di un bilancio prudente, in caso, ad esempio, di contenziosi od altre evenienze passive. Altro elemento importante sottolineato da Luciano Vigna  nell’analisi delle spese, è, nel bilancio di previsione 2017, il mantenimento dei livelli di spesa. «Nella parte relativa alla spesa – ha detto – il nostro bilancio è un bilancio rigido e le leve su cui agire sono ben poche. Il 26%, infatti, è occupato dai costi del personale. Altra parte consistente è quella che riguarda le spese contrattuali: per i Rifiuti, la Sorical, le Cooperative, ecc. Per l’85% il bilancio è un bilancio strutturato. Nonostante tutto, è prevista una serie di modifiche rispetto agli anni precedenti. Nonostante la difficoltà di alienare immobili, il Comune ha previsto 800 mila euro per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, dando alla macchina comunale la possibilità di trovare l’immediata copertura per effettuare questi interventi. Per altre tipologie di opere è poi previsto l’accesso ad altre forme di finanziamento quando permettano di ridurre i tempi di raggiungimento degli equilibri di bilancio. Un ulteriore investimento è poi previsto per l’ulteriore riefficientamento delle reti idrica e fognaria. Altri interventi straordinari riguarderanno poi gli immobili, di edilizia residenziale pubblica, di via Popilia e via degli Stadi. Altro aspetto su cui si è soffermato Vigna, le politiche sociali. «Intanto – ha detto Vigna – anche la riduzione della pressione fiscale rientra a pieno titolo nel welfare (5 milioni di euro di esenzione). La Spesa sociale è pari a dieci milioni di euro. Si può agire per migliorare l’efficienza e l’efficacia, ma i numeri hanno il crisma dell’oggettività. La rete di servizi offerti, sia con fondi propri che con il sostegno di fondi europei, è una rete ampia che va dai disabili, agli anziani, all’infanzia, alle cooperative di tipo B. Si tratta di un contesto variegato e ramificato. Abbiamo, inoltre aumentato, del 30%, le poste di bilancio per fronteggiare l’emergenza casa. Così come abbiamo aumentato il capitolo generico, prevedendo interventi a tutela dei più bisognosi, con 100 mila euro per dare avvio ad una serie di progetti. Manteniamo inalterati gli impegni contrattuali per garantire i servizi nel campo sociale. Un quadro oggettivo, insomma, che ci tranquillizza. I livelli attuali sono più che soddisfacenti. L’aspetto relativo agli eventi e manifestazioni  culturali – ha aggiunto Vigna -rimane intatto (un milione e settecentomila euro è la posta prevista in bilancio, tra politiche turistiche ed eventi di varia natura). Le somme spese sono inversamente proporzionali ai successi ottenuti. Si spende di meno e si migliora la qualità. L’aspetto fondamentale del raggiungimento degli obiettivi prefissati è legato all’aumento delle percentuali di riscossione. La sfida è il raggiungimento di livelli più elevati. Abbiamo aumentato di 6 punti e mezzo il livello di riscossione. Per il raggiungimento degli equilibri bisogna arrivare a percentuali che si aggirino intorno al 65% nel 2017. Con i residui attivi ci siamo attestati al 20%. Bisogna arrivare al  25%».

Paolini a Palazzo dei Bruzi annuncia le dimissioni: «Non sono interessato ad una consiliatura di compromessi»

COSENZA – La novità di giornata a Palazzo dei Bruzi è la presenza di Enzo Paolini, tornato tra i banchi del consiglio comunale dopo il lungo periodo di esilio che egli stesso si era imposto all’indomani della sconfitta elettorale. Paolini appare nella sala intitolata al compianto collega Antonino Catera già nella prima parte della lunga assise, riempita, per buona parte della mattinata, da Mario Occhiuto e dalle sue affascinanti slide in cui il sindaco ha disegnato le linee programmatiche su cui costruire la Cosenza che verrà. Nel pomeriggio poi, l’assessore Luciano Vigna ha svolto la propria relazione sul bilancio di previsione. Numeri e statistiche contestate dall’opposizione, su cui approfondiamo a parte. Paolini prende la parola all’imbrunire. Dei due consiglieri eletti nella sua coalizione, uno, Giovanni Cipparrone, ha maturato un feeling maggiore proprio con l’ex nemico, l’altro, Francesca Malizia, ha invece deciso di disertare, probabilmente per ottimi motivi, una delle sedute più importanti della vita amministrativa di un ente. Quella seduta, il cui ordine del giorno definito «qualificato» dallo stesso Paolini, è scelta dall’avvocato per annunciare le proprie dimissioni. Dimissioni da protocollare «quando le circostanze lo richiederanno». Dimissioni dettate, forse, anche dalla solitudine restituita dall’immagine di Paolini seduto al fianco dei rappresentanti del Partito Democratico che gli sottrassero la candidatura da lui legittimamente rivendicata e poi consegnata a Guccione dopo il clamoroso passo indietro di Lucio Presta. Dimissioni in sospeso dunque, anche per non perdere l’opportunità di dire la propria sui temi della politica cittadina. In questa prima seduta alla quale ha partecipato, non vi ha rinunciato. E forse non mancheranno altre occasioni. «E’ trascorso quasi un anno dall’insediamento di questo Consiglio e l’amministrazione in carica opera, nella persona del sindaco, nella continuità di un progetto politico che ha ricevuto il consenso maggioritario della città – afferma dopo aver annunciato il proprio voto di astensione sui punti all’ordine del giorno – Ciò non toglie che a questo risultato si è pervenuti a conclusione di una campagna elettorale che ha fatto registrare intrighi, ambiguità, contaminazioni politiche e identitarie che non sono state chiarite né in questo consiglio né dove l’establishment è solito celebrare le sue liturgie e le sue rimozioni. Come se nulla fosse accaduto. Gli aspetti torbidi e non chiariti dell’ultima campagna elettorale, unitamente alle doppiezze consumate pesano e condizionano la composizione politica, rendendo labili e incerti i confini fra schieramenti contrapposti. Il constatare come, con troppa facilità e disinvoltura, si entra e si esce da maggioranze variabili, a Cosenza come a Roma, costringe a chiedersi quali siano gli spazi politicamente agibili per poter onorare dignitosamente il mandato di rappresentanza senza farsi confinare nella sterile testimonianza. Per me e per molti di voi – ha aggiunto Paolini nel suo intervento – non è mai stato coltivato come obiettivo l’elezione in consiglio fine a se stessa. Io con molti valorosi amici ho portato avanti, con le modalità dell’agire politico, una idea, un progetto di città. Di questo progetto non sono stato l’unico sostenitore ma, in un quadro condiviso di alleanze, è stato inizialmente un obiettivo del centrosinistra rappresentato pubblicamente ai livelli più autorevoli. Le cose poi, come è risaputo, hanno preso un’altra piega e il progetto di città, sul quale si era avuta sintesi politica, è finito nel tritacarne degli intrighi, delle doppiezze, delle regole violate e delle pulsioni più squallide della politica. Non sarei sincero se non riconoscessi che sul piano personale sono rimasto fortemente deluso ma la vicenda, con le sue implicazioni, va molto oltre la mia persona e da quella vicenda altre sconfitte sono state generate e altre ancora se ne annunciano. Anche in politica, prima o poi, i conti tornano. Oggi la mia presenza in questa aula si spiegherebbe soltanto se presupponesse un progetto politico in cui riconoscermi, alternativo a quello portato avanti legittimamente dal sindaco e dalla sua maggioranza. Sarà, nelle mie previsioni, una consiliatura di compromessi e di accomodamenti con posizioni mutevoli e variabili a seconda degli interessi in gioco. Non sono interessato e debbo, quindi, inevitabilmente risolvere questa contraddizione e prendere le decisioni conseguenti quando le circostanze lo richiederanno. Ma prima di prendere decisioni irrevocabili sento il dovere di consegnare alla memoria collettiva della città le ragioni che mi portano a prendere le distanze da un contesto politico e amministrativo nel quale non mi riconosco, anche perché la storia di una città è fatta anche dalla qualità della sua rappresentanza politica per come, nel tempo, si è formata e manifestata. Cioè quello che avrei voluto per la mia città e che non sono riuscito a concretizzare». In apertura di seduta il sindaco, sollecitato dal capogruppo Pd Damiano Covelli, si è brevemente soffermato sulla vicenda della denuncia presentata dallo stesso Occhiuto in Procura contro l’ex responsabile dei suoi uffici di segreteria Giuseppe Cirò. Il primo cittadino ha ribadito di esservi stato costretto dal riscontro di alcune illegittimità amministrative. «C’è una indagine in corso – ha detto – per cui non ritengo possibile dare informative specifiche, in virtù del segreto istruttorio. Mi è dispiaciuto sul piano personale trattandosi di uno dei miei più stretti collaboratori, ma poiché il Comune non è casa mia ma è la casa di  tutti, non potevo agire diversamente». Da segnalare inoltre il cambio di denominazione del gruppo consiliare di Cosenza Positiva in Fratelli d’Italia.

Bilancio di previsione bocciato dall’opposizione di Palazzo dei Bruzi

COSENZA – «Un bilancio di previsione fortemente inadeguato quello che il sindaco Mario Occhiuto porterà in consiglio comunale. Un bilancio che ignora i veri problemi della nostra città. Un documento contabile che dimentica completamente il centro storico e la sua fragilità». È quanto si legge in una nota stampa dei consiglieri comunali della coalizione La Grande Cosenza, dopo la discussione in merito ai punti all’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì 27 marzo. «Malgrado l’aumento delle tasse comunali – si legge ancora nella nota – pagate dai contribuenti cosentini, il documento contabile è palesemente incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini. Occhiuto ha imposto l’innalzamento di tutti i tributi comunali con una tassazione tra le più alte d’Italia. E i servizi che il comune eroga sono scarsi e inefficienti. L’esempio più visibile è quello del servizio idrico. La rete idrica cosentina è tra quelle che in Italia hanno una maggiore dispersione d’acqua. Il bilancio di previsione è inadeguato anche perché non destina risorse proprie, a parte quelle regionali, per il welfare e la lotta contro la povertà. È un documento contabile da bocciare senza appello».

“Uscirai sano”, il comune sostiene la realizzazione del docu-film sul manicomio di Girifalco

GIRIFALCO (CZ) – L’amministrazione comunale sostiene “Uscirai Sano”, il capolavoro artistico realizzato dall’associazione Kinema. Con apposita delibera di giunta (n.29 del 17 febbraio) ed a seguito della nota (n.1199 del 13 febbraio) a firma del presidente del Consiglio Elisabetta Ferraina con cui veniva sollecitata l’adozione di ogni atto utile al fine di favorire la distribuzione dell’opera, il Comune ha, infatti, deliberato il patrocinio e un contributo pari a mille euro utile alla distribuzione del docu-film che accende i riflettori su una delle realtà ospedaliere più grandi e controverse nate in Calabria: il manicomio di Girifalco. Il lavoro cinematografico, realizzato dal sodalizio guidato dalla girifalcese Barbara Rosanò, rappresenta un prodotto di altissima qualità che merita sostegno ed attenzione. Il  docu-film, il cui titolo ripropone la frase scolpita nella pietra con cui, nel 1881, venne inaugurato l’ospedale psichiatrico  di Girifalco, racconta  cento anni di storia e innovazioni della cura della malattia mentale, fin da quando, nel 1878, il Consiglio della Calabria Ultra Secondadeliberò l’ «Istituzione di un Manicomio Provinciale sufficiente a racchiudere 40 o 50 folli, considerato che la Provincia aveva 21 folli liberi e senza cura». Tre anni dopo il manicomio di Girifalco aprì i battenti e introdusse un’importante novità per l’epoca: fu uno dei primi istituti psichiatrici con sistema “open door”, ovvero i pazienti potevano uscire e vivere liberamente il paese e la sua gente. In questo modo (negli anni e tutt’ora) gli ospiti dell’ospedale divennero parte integrante della comunità girifalcese. C’è, poi, un altro aspetto di particolare rilevanza che va sottolineato: attraverso questo documentario molti luoghi del centro storico del nostro paese potranno essere ammirati e scoperti da un ampio pubblico. E questo è, sicuramente, un elemento di non poco conto. Soprattutto in termini di visibilità e valorizzazione degli splendidi scorci del nostro centro storico. «Da girifalcesi prima e amministratori, poi, abbiamo voluto dare – per  quanto possibile – un contributo utile alla distribuzione di un capolavoro che attesta, oltre, al grande patrimonio storico, medico e culturale del nostro paese, il talento e la caparbietà di un gruppo di giovani che con “Uscirai Sano”, siamo certi raggiungere importanti successi».