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Al Senato il confronto sui piani di sviluppo delle regioni meridionali

ROMA – Oggi al Senato il confronto sui piani di sviluppo delle regioni meridionali tra Governo, regioni stesse, Sindacato confederale e Confindustria, alla quale parteciperà anche il Presidente della Regione Calabria in qualità di componente la Cabina di regia del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020. «Siamo molto perplessi rispetto alla enorme aspettativa che si è creata intorno a questo appuntamento-rende noto Fernando Pignataro esponente del Coordinamento Sinistra Italiana Calabria- da un lato, ma anche dopo le dichiarazioni del Presidente Oliverio, nella conferenza stampa di metà mandato, della disponibilità di 9 miliardi di euro nei prossimi anni e delle possibilità di sviluppo della nostra regione. Il confronto è importantissimo soprattutto in una fase di grande disattenzione rispetto al Mezzogiorno, sia da parte del Governo che delle grandi aziende di caratura nazionale, partecipate o meno. Oggi non può bastare la riapertura di un confronto generico perché la spesa così fatta non ha migliorato occupazione e condizione di vita dei calabresi in tutti questi anni di intervento delle risorse comunitarie, fallendo di fatto, da noi più che altrove, gli obiettivi strategici del sostegno alle aree in ritardo di sviluppo del cosiddetto Obiettivo 1. Occorre cambiare rotta e virare ad un vero e proprio progetto industriale che individui soggetti, territori, settori e filiere su cui investire e da cui recuperare crescita di un moderno sistema di imprese e dell’occupazione. Agricoltura e agroalimentare, energia e sistemi ambientali, riassetto del territorio, trasporti e sistema delle comunicazioni, produzioni industriali con altissimo valore aggiunto, servizi alle persone, beni comuni e politica dell’accoglienza possono rappresentare un’agenda del fare, della possibilità di creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile che faccia superare alla Calabria questa perseverante condizione di isolamento fisico, economico e culturale. Per fare questo, però, c’è bisogno di energie, di piattaforme sulle priorità e sulle scelte da compiere o imporre, sul rilancio di una vera e propria vertenza Mezzogiorno e, al suo interno, di una evidenza calabrese, di una regione sempre più agli ultimi posti in Italia e in Europa».