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[#Nerd30Consiglia] Piano Forest (Piano No Mori)

Ritorna l’appuntamento con i consigli di Nerd30, questa volta con un film anime targato Madhouse.

Stiamo parlando di Piano No Mori (Il piano nella foresta), pellicola del 2007 diretta da Masayuki Kojima, trasposizione dell’omonimo manga in 22 volumi di Makoto Isshiki, dal quale si discosta negli avvenimenti per renderlo un film autoconclusivo.

Il film è edito in Italia da Kazè per il reparto home video, con un ottimo doppiaggio italiano.

LA TRAMA

Shûhei Amamiya è un ragazzo delle elementari proveniente da una famiglia benestante di musicisti. Si è appena trasferito da Tokyo con la madre in una piccola città per accudire la nonna malata ed ha quindi dovuto cambiare scuola ed amicizie. Suona il pianoforte da quando era molto piccolo per molte ed interminabili ore al giorno, ma non lo fa per divertimento, perché si è reso subito conto che il suo destino e la sua missione è di diventare un grande pianista come il padre o forse anche di più:

il più grande pianista del Giappone.

Kai Ichinose è, invece, un ragazzino spensierato sempre pronto ad azzuffarsi con i compagni di classe. Proviene da una famiglia disagiata (sua madre è una prostituta), frequenta saltuariamente la scuola e sembrerebbe che la musica classica possa essere l’ultimo dei suoi interessi, ma quando Shûhei lo sente suonare il misterioso grande pianoforte abbandonato nella foresta vicino alla città, capisce subito quanto sia grande il talento dell’amico. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Piano No Mori è il classico esempio di film semi-sconosciuto, probabilmente perché non ha dietro nomi altisonanti come quelli di Miyazaki o Shinkai, ma che non ha nulla da invidiare in termini qualitativi alle opere dei suddetti registi. Un film di stampo musicale, ma che funzionerebbe in qualsiasi altro contesto, perché orbita intorno ad un concetto semplicissimo:

bisogna amare quello che si fa per riuscire a farlo bene.

Shuhei viene educato fin da piccolo allo studio del pianoforte, ma ci rendiamo conto che quella non è mai stata una sua scelta, ma più un’imposizione forzata. Kai invece inizia a giocare con il pianoforte nella foresta fin da piccolo, senza che nessuno gli dicesse di farlo, ma solo per pura curiosità, che nel corso degli anni si trasforma in un amore viscerale per lo strumento. Questa dicotomia tra i protagonisti sarà il fulcro dell’intera pellicola e in un certo senso i due dovranno riuscire a completarsi a vicenda.
Il film vanta un ritmo fantastico, per cui è impossibile annoiarsi, specialmente se si è musicisti o si vuole provare a diventarlo. Trattandosi di un film, non si può aggiungere molto per non rischiare di rovinare la visione di questa fantastica opera, quindi passiamo al prossimo punto.

COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo la cura che ci si aspetterebbe da una produzione cinematografica.
La regia di Kojima riesce ad enfatizzare le scene al pianoforte, grazie ad un sapiente uso del montaggio (termine che ha poco a che fare con l’animazione, ma ci siamo capiti), con continui cambi di inquadratura per non rendere le scene eccessivamente statiche. Animazioni fluide in perfetto stile Madhouse, cosa che si nota soprattutto quando vengono inquadrate le mani dei protagonisti, che sembrano volare sulla tastiera.

Trattandosi di un film musicale abbiamo una grandissima cura nel reparto sonoro. Alla colonna sonora ha partecipato il pianista Vladimir Davidovič Aškenazi, che ha eseguito i vari brani classici presenti nella pellicola.

IN CONCLUSIONE

Piano No Mori è un film che vola via, 2 ore che sembrano 20 minuti. Vi informiamo inoltre che ad Aprile inizierà la trasmissione di un adattamento televisivo del manga originale, realizzato da studio Fukushima Gainax.

Ovviamente non ce lo perderemo per niente al mondo.

Antonio Vaccaro

 

https://youtu.be/s_yG10P4cbc

[#Anime] Top #4 Anime da NON perdere della stagione primaverile 2017

Da pochi giorni è iniziata la stagione primaverile degli anime e, anche questa volta, ci troviamo di fronte a una domanda importantissima: quale nuova serie seguire?
Nessuna paura, ecco quali sono i cavalli su cui scommettere questa primavera:

Boruto: Naruto Next Generations – 05/04/2017 – Studio Pierrot

Certamente grande novità della stagione sarà il seguito ufficiale delle vicende di Konoha. Questa volta vedremo protagonista Boruto, figlio di Naruto, che, nonostante rifiuti costantemente la figura del padre, lo venera come un eroe e brama di superarlo, per questo quando incontrerà Sasuke, padre di una sua amica, il ragazzo diventerà suo allievo.
Beh, solo il fatto che il figlio di Naruto diventi un discepolo del suo eterno rivale, Sasuke, dovrebbe convincere a dare un’occhiata al titolo, no?

https://youtu.be/5JJ2b4ZsCw0

Alice & Zoroku – 02/04/2017 – J.C. Staff

Anime scommessa che incuriosisce partendo solamente dalla trama: la storia ruota intorno a un gruppo di ragazzine, le “Alice’s Dream”, in grado di trasformare in realtà tutto ciò che immaginano. Queste bambine sono imprigionate e utilizzate a scopo di ricerca, ma un giorno una di loro, Sana, riesce a scappare e si imbatte in Zouroku, un burbero signore anziano.
Questo è uno di quei titoli su cui si è disposti a scommettere conoscendo ben poco del prodotto stesso. Qualche risata assicurata e un po’ di mistero a fare da contorno. E allora perché non vederlo?
https://youtu.be/a1UjvQWODPs

Sekai no Yami Zukan – 07/04/2017 – Ilca

Amanti del brivido? L’anime è una raccolta di corti horror che trattano le tematiche più varie, tra ufo, poteri soprannaturali, antiche civiltà, maledizioni, leggende urbane e tanto altro ancora, il tutto in un’atmosfera popolare stile anni ’60 e ’70.
Un piccolo diamante in mezzo al mare di shoujo e shounen che ogni stagione ci propone. Consigliatissimo!

Sekai no Yami Zukan

The Laughing Salesman – 03/04/2017 – Shin-Ei Animation

Titolo molto curioso tratto dal manga omonimo di Fujiko Fujio, autore di Doraemon. La storia è incentrata su Fukuzuo Moguro, un uomo misterioso che appare alle persone che conducono una vita difficile e promette loro di realizzare ogni desiderio senza chiedere nulla in cambio. Nessuno ovviamente si fida e tutti rifiutano di seguire i suoi consigli, o si comportano in modo sleale, e Fukuzuo le punisce chiedendo un prezzo altissimo.
Nonostante i tratti tipici molto bambineschi di Fujio, l’opera è a tutti gli effetti un seinen. Da vedere.
https://youtu.be/rQcTBchmO6k

CONTINUAZIONI E GRANDI ATTESE

Per quanto riguarda poi le continuazioni di serie già in corso non possiamo che ricordarne alcune d’obbligo: primo fra tutti l’attesissimo ritorno de “L’Attacco dei Giganti”, la cui messa in onda è ripresa il primo Aprile. Impossibile dimenticarsi poi di “My Hero Academia” che, dopo l’avvincente prima stagione, è pronto a farci rivivere tantissime emozioni.

Paolo Gabriele De Luca

[#Nerd30Consiglia] Shinsekai Yori

Torna il nostro consueto appuntamento con la rubrica dei consigli anime del mese!

Questa volta con un anime targato A-1 Pictures, uno studio d’animazione parecchio altalenante nelle sue produzioni, ma che in questa occasione è riuscito (almeno sul lato narrativo) a sfornare un’opera eccezionale.

Stiamo parlando di Shinsekai Yori (From The New World), adattamento animato in 25 episodi dell’omonimo romanzo di Yusuke Kishi, andato in onda sulle reti giapponesi tra il 26 settembre 2012 e il 23 marzo 2013.

Trama

Ambientato in un Giappone futuro di mille anni, Shinsekai Yori racconta le vicende di Saki, una ragazza del 66º distretto di Kamisu. In questa epoca tutti gli umani possiedono potenti abilità di telecinesi e vivono in modo idilliaco in villaggi agrari. Nonostante la paura dei genitori che non potesse svegliare il potere dentro di sé, Saki ottiene i suoi poteri all’età di dodici anni e si unisce ai suoi amici Satoru, Maria, Mamoru, Shun e Reiko all’accademia per sviluppare i poteri. (fonte Wikipedia)

 

shinseki yori

 

IL COMMENTO

Shinsekai Yori è un’opera veramente meritevole, soprattutto per gli interessantissimi temi trattati e per la trama, che va a svolgersi in tre diversi periodi temporali, in cui assisteremo alla crescita fisica e mentale dei vari personaggi.

Come può l’uomo creare una società perfetta? Le nostre credenze sono veramente nostre o ci sono state imposte? L’uomo è veramente una creatura privilegiata o è solo una presunzione infondata? Noi esseri umani siamo destinati a vivere tenendo a distanza il prossimo per non fargli del male, oppure ad unirci per combattere qualcosa che è più grande di noi?

 

shinsekai yori

 

Quella che a mio avviso è la grande forza degli anime migliori è la capacità di far porre tante domande allo spettatore, di farlo dubitare delle sue certezze o di farlo entrare in una profonda riflessione su temi a volte sottintesi nella vita di tutti i giorni.

Shinsekai Yori ha questa grande capacità di trattare temi maturi e interessanti.

Prendendo in considerazione il tema “società”, notiamo come l’anime si soffermi sulla sete di potere insita in ogni essere umano, che chi governa tenta di tenere sotto controllo, anche con mezzi non proprio ortodossi. Ma tenere un leone in gabbia è la giusta soluzione per renderlo docile?

Un altro argomento trattato dall’anime è la persecuzione dei più deboli, che da sempre ha contraddistinto l’animo umano e che è uno dei motivi che spingono a combattere una guerra. Questi possono essere più che validi, ma dall’altra parte c’è sempre qualcuno che ha delle ragioni altrettanto valide. L’anime insegna a non essere superficiali nel giudicare gli altri, ognuno ha le proprie ragioni e, anche se ci crediamo esseri superiori, siamo tutti esseri umani e possiamo sbagliare.

Ovviamente un anime così riflessivo deve necessariamente avere una narrazione lenta, ma Shinsekai Yori riesce a coinvolgere anche nei momenti più sommessi, grazie alla sua straordinaria capacità di farci soffermare su quello che è lo spirito umano.

I PERSONAGGI

I personaggi sono tutti fantastici e hanno una grandissima evoluzione nel corso dell’anime, in particolare la nostra protagonista Saki, che si farà portatrice di tutti i dubbi che accompagneranno lo spettatore nel corso della visione. In generale abbiamo un gruppo di amici veramente ben strutturato, ognuno con le proprie ragioni e la propria umanità. Nel complesso la trama è veramente ben architettata ed originale, quindi un altro punto a favore.

APPARATO TECNICO

L’apparato tecnico di Shinsekai Yori è un punto leggermente dolente. Partendo da un character design veramente troppo semplice, si dipanano delle animazioni abbastanza scadenti, con i personaggi disegnati in maniera bidimensionale, senza particolari ombreggiature o dettagli che possano enfatizzarne l’espressività e delle linee a volte troppo spigolose. La situazione peggiora ulteriormente nei campi lunghi, dove vediamo delle linee letteralmente “buttate lì” senza particolare cura.

maria saki da shinsekai yori

 

La regia dell’anime è buona, se non altro sul lato storyboard, e in parte riesce a mettere una pezza alle animazioni. Magnifiche invece le ost.

CONCLUDENDO

Shinsekai Yori è un anime che non avrà una confezione grafica eccezionale, ma è senza dubbio un’opera eccellente sul piano narrativo e dei temi trattati.

Consigliato come al solito a chi cerca altro dall’animazione, magari qualcosa che faccia lavorare il cervello e lo spirito.

Antonio Vaccaro

[#Nerd30Consiglia] 5 cm per Second

Sarà anche Agosto, ma Nerd30 non va in vacanza, soprattutto per quanto riguarda i consigli del mese che, in questo caso, vi faranno chiudere in camera a piangere amaramente. In questo ottavo mese dell’anno il titolo raccomandato è del 2007, di produzione Comix Wave Inc. e arrivato in Italia appena un anno dopo il rilascio: 5 cm Per Second è una storia d’amore dai toni intensi ma che punta più alla drammaticità che ai sentimentalismi. Non temete voi che avete il cuore di pietra, non dovrete assistere a sdolcinature.

Il film è diretto da Makoto Shinkai, regista tra i più famosi nel sol levante, noto soprattutto per il suo stile estremamente realistico, sia sul piano della psicologia dei personaggi, sia su quello tecnico. I suoi lavori più noti sono senza dubbio Viaggio verso Agartha, Il giardino delle parole5 cm per second. Il film si basa principalmente su un tema già utilizzato da Shikai in uno dei sui primi cortometraggi OAV, La voce delle stelle (Hoshi No Koe), ovvero l’amore a distanza, che questa volta viene affrontato in una salsa più realistica.

5 cm per second 2

La trama si sviluppa in tre episodi, incentrati su tre momenti della vita dei due protagonisti, Takaki Tōno e Akari Shinohara, amici per la pelle. Quando Takaki è costretto a trasferirsi alla fine delle scuole elementari, i due bambini tenteranno di colmare la distanza in un modo o nell’altro, per poi perdere i contatti.
Evidentemente legati sentimentalmente l’uno all’altra, i due ragazzi si vedranno allontanati dagli eventi della vita che li costringeranno a perdere quella che poteva concretizzarsi in una storia felice. In particolare, le vicende si sviluppano per la maggior parte intorno a Takaki, ragazzo complesso che non ha mai dimenticato l’amicizia con Akari, non riuscendo a proseguire la sua vita in maniera serena. Profondamente innamorato di lei, vedremo già in piena adolescenza che il protagonista subirà un moto di chiusura che parte dall’interno e lo porterà a rifiutare i rapporti sentimentali che non includono la sua amica. Nonostante apprezzi la compagnia di Kanae, compagna di scuola cotta di lui, Takaki non riuscirà mai a scavalcare il muro invalicabile di nome Akari, pensiero costante della sua vita ma troppo lontano, in tutti i sensi. Da qui si capisce bene come il ragazzo perderà tutta la sua spensieratezza adolescenziale e come il baricentro della sua esistenza rimanga in equilibrio sul filo del rasoio, un po’ tendente alla sua amata e un po’ tendente alla sua vita.

5 cm per second 3

Come si evince già da queste premesse, “5 cm Per Second” risulta essere un anime intricato che non si ferma al semplice aspetto sentimentale. Non è infatti una semplice storia d’amore quella descritta, ma una condizione di esistenza del povero Takaki, che ha assimilato all’interno del suo animo l’essenza della protagonista, tanto da sentirla come facente parte della sua realtà interna e della sua introversione.
Questa situazione, appunto, si concretizza nell’ultimo atto dell’opera, forse il più alto e particolarmente toccante: i due protagonisti saranno ormai adulti, ognuno con le proprie vite e starà a loro capire come gestire questa situazione, sarà soprattutto Takaki a dover decidere come continuare la propria vita: se intrappolato nel passato, vivendo con il mero ricordo di Akari, o riprendendo in mano il suo esistere e assimilare al suo presente le vicende trascorse.
Titolo, quindi, dalla forte impronta drammatica che mostra come sia possibile che una semplice persona, anche di passaggio, possa stravolgere un’intera vita, semplicemente per il fatto di esserci stata. Non è sempre facile lasciare andare qualcuno e “5 cm Per Second” lo mette ben in mostra, non tralasciando nemmeno un minimo particolare che, nella sua piccolezza e nella sua semplicità, può significare tanto.

Shinkai, con grande sapienza, riesce a coinvolgere lo spettatore in un vortice di sensazioni in cui chiunque possa rispecchiarsi. Si può inoltre notare come il regista sia affezionato al concetto di tempo, considerandolo come l’unica forza capace di alterare o annullare i sentimenti più profondi, un enorme oceano da navigare controcorrente, ma che giorno dopo giorno ci permette di migliorare nella navigazione. Interessantissima la metafora del razzo spaziale che parte per una missione della durata di numerosi anni, durante i quali anche Takaki percorrerà il suo viaggio interiore. Proprio la gestione temporale è uno dei grandi pregi della narrazione di Shinkai, proprio perché lo spettatore riesce a sentire il peso del tempo che passa tra i vari atti. Per questo motivo 5 cm per second potrebbe essere definito come un’esperienza quadrimensionale. Naturalmente non stiamo parlando di un’opera perfetta. Se si dovesse trovare un difetto al film sarebbe il finale, che probabilmente non soddisferà tutti, ma rientra nello stile di Shinkai, quello di voler costruire dei finali che lasciano spazio allo spettatore.

Sul piano puramente tecnico si parla di eccellenza su quasi tutti i fronti. La regia di Shinkai è fatta di grande maestria nella composizione delle inquadrature, sia grandangolari, in cui possiamo ammirare dei fondali veramente impressionanti, quasi tangibili nella loro cura maniacale, sia ravvicinate, in cui notiamo uno stacco dei piani veramente sublime, con l’esaltazione del soggetto in primo piano e uno sfocato di una morbidezza incredibile sia davanti che dietro al soggetto. Proprio quest’ultimo tipo di inquadrature riescono a creare una forte empatia con i protagonisti, che sono spesso ripresi in momenti di riflessione, con la loro voce a narrare le loro sensazioni, creando una totale immersione nella vicenda. Nel caso di riprese panoramiche si nota come Shinkai utilizzi spesso dei lens flare, ovvero delle luci abbaglianti presenti nell’inquadratura, curate quasi come fossero reali.

lens

Proprio la fotografia è tra le cose che più colpiscono della pellicola, con dei colori vivacissimi e un sapiente utilizzo delle ombre e dei riflessi di luce. Animazioni fluidissime, grazie al grande numero di fotogrammi utilizzati. Probabilmente questa cura incredibile sul piano tecnico riduce notevolmente il minutaggio del film, che si assesta su poco più di 60 minuti. Le musiche sono estremamente malinconiche e contribuiscono ad esaltare ogni scena in cui vengono utilizzate. Grande il lavoro dei doppiatori italiani, che riescono a dare le giuste “intenzioni” ai personaggi, in particolare Federico Zanandrea su Takaki, che con la sua recitazione riesce a dare al personaggio un’aura estremamente riflessiva, proprio come si addice al personaggio.

Concludendo, 5 cm per second è un film veramente ben riuscito, con una grande forza emotiva e con una confezione grafica tra le migliori mai viste in una produzione nipponica.

Vi state ancora chiedendo il significato del titolo? Sì, anche questo ha un significato importante e sta a voi scoprirlo.
Buona visione!

Paolo Gabriele De Luca
Antonio Vaccaro