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Gentile (Ap) sulla decadenza di Graziano: «Per noi non cambia nulla»

ROMA – «Giuseppe Graziano, consigliere regionale, è stato sostituito dal subentrante Gallo per un mero cavillo burocratico. Per Alternativa Popolare non è cambiato assolutamente il corso delle cose». Lo afferma in una nota il sottosegretario Antonio Gentile. «Noi abbiamo stipulato un patto politico-elettorale con il movimento “Il Coraggio di Cambiare l’Italia” che andava al di là delle cariche istituzionali ricoperte. Per Ap Graziano è un punto di riferimento importante, essendo persona dotata di grande qualità politiche ed umane, e al quale esprimiamo la più totale solidarietà. In politica si può vincere o si può perdere, ma le regole della politica dicono che chi ha vinto con il voto popolare non può essere destituito».

Magno: «Le mancate riunioni del Consiglio regionale sono un caso nazionale»

REGGIO CALABRIA – «Trovo ingiustificato e sconcertante che il Consiglio regionale della Calabria non si riunisca dal ventinove giugno e le commissioni consiliari producano pochi provvedimenti e siano convocate raramente. Il ritorno in Aula, previsto per l’undici settembre, determinerà due mesi e mezzo di stop ai lavori dell’organo legislativo che sono assolutamente inaccettabili e incomprensibili per una Regione in cui le emergenze sociali, economiche e occupazionali sono all’ordine del giorno». E’ quanto sostiene il consigliere regionale della Calabria On. Mario Magno. «L’eco mediatico nazionale causato da questa vicenda – osserva – mi spinge a rivolgere un accorato appello al Presidente della Regione Mario Oliverio ed al Presidente del Consiglio Nicola Irto. Il primo prenda atto che la maggioranza di centrosinistra, chiamata dai cittadini a governare la Regione, si sta manifestando assolutamente incapace ed inadeguata a raggiungere quella coesione necessaria per rispondere alle numerose criticità esistenti. Il Presidente del Consiglio, invece,  in virtù del suo ruolo, prenda le adeguate contromisure in quanto non è possibile che la massima Assemblea calabrese si sia riunita solo sei volte da inizio anno e le commissioni latitano. Non ci sono parole per giustificare, di fronte ai cittadini calabresi, tale situazione alquanto indecorosa che pone, ancora una volta, la Calabria all’attenzione del Paese per inefficienza e malgoverno». «Per tali ragioni – conclude l’On. Magno – hanno fatto bene i parlamentari di Forza Italia, gli onorevoli Jole Santelli e Roberto Occhiuto, a presentare un’interrogazione al Ministro degli Affari regionali sui continui rinvii e ritardi del Consiglio regionale nell’affrontare tematiche importanti ed il rinnovo degli organi istituzionali, che di fatto bloccano i lavori dell’Assemblea legislativa. Non è più tollerabile andare avanti con attese, sterili polemiche e mancate decisioni sui problemi che affliggono la nostra regione. Chi è chiamato a governare è tenuto a dare adeguate risposte ai cittadini e nel più breve tempo possibile, altrimenti si faccia da parte».

 

Fondi distratti da Fincalabra, il Pd regionale: «Milioni sottratti alla crescita delle imprese»

REGGIO CALABRIA – «Avevamo intuito da subito che la gestione di Fincalabra, durante la passata legislatura di centrodestra, era finalizzata esclusivamente alla cura irresponsabile di interessi personali e di parte. Oggi, la procura di Catanzaro – che ringraziamo per la preziosa opera di verità che conduce in Calabria con coraggio e dedizione – ci aiuta a capire che fine hanno fatto milioni e milioni di euro che dovevano essere messi a servizio della crescita delle imprese calabresi e, invece, sono stati sperperati sull’altare di oscure trame di potere». E’ quanto si legge in una nota del Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico. «E’ bene -prosegue la nota- riportare alla memoria collettiva che il presidente Mario Oliverio, appena insediato, tra i suoi primi atti ha estromesso Luca Mannarino dalla presidenza dell’ente in house, oggi indagato per peculato, con l’accusa di aver illecitamente sperperato 47 milioni di euro in finanza creativa e ad alto rischio per le casse pubbliche della Regione, denunciando investimenti azzardati e gestioni oscure. L’opera di bonifica e di ripristino della legalità, che abbiamo messo in campo, inizia a portare primi e preziosi frutti. La Calabria – conclude il Gruppo consiliare regionale del Partito Democratico – ha bisogno di verità e risultati concreti e su questo cammino non smetteremo mai di sentirci impegnati e di sostenere le forze dell’ordine e la magistratura per il duro lavoro sul campo svolto ogni giorno nei nostri territori. Anche con azioni e provvedimenti che, come in questo caso e non solo, anticipano e facilitano l’azione della magistratura».

Asp di Cosenza, quattro consiglieri regionali chiedono una commissione d’inchiesta

REGGIO CALABRIA – I consiglieri regionali del gruppo Democratici e Progressisti Giuseppe Giudiceandrea, Arturo Bova e Giuseppe Neri, e l’esponente del Partito Democratico Carlo Guccione hanno depositato una richiesta indirizzata al presidente Nicola Irto per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’Azienda Sanitaria di Cosenza. «A norma dell’articolo 35 del regolamento interno – si legge nella richiesta inviata al presidente del Consiglio Nicola Irto – e preso atto dell’audizione del direttore generale dell’Asp di Cosenza Raffaele Mauro, dalla quale si evincono una serie di situazioni poco chiare, si sono rinnovate le perplessità più volte espresse sulla conduzione dell’Asp, resa più grave dall’audizione prima citata». I quattro esponenti della maggioranza «chiedono l’immediata istituzione di una commissione d’inchiesta necessaria a dirimere e rimuovere, se necessario, ogni ostacolo nel preminente interesse dei cittadini, e del loro diritto alla salute».

Wanda Ferro nel consiglio regionale, soddisfatta Tonia Stumpo

CATANZARO – La consigliera regionale di Parità, Tonia Stumpo, esprime soddisfazione per il ripristino di legalità che consente a Wanda Ferro di entrare legittimamente in Consiglio Regionale. «Oggi – ha detto – ci ritroviamo una donna in più nel Consiglio regionale, per avere domani una legge elettorale che ci consenta di contare su una maggiore ed equa rappresentanza femminile in questa importante istituzione regionale».

 

Il Tar ha deciso, Mangialavori fuori dal Consiglio Regionale

CATANZARO – Sarà Giuseppe Mangialavori, eletto con la lista della Casa delle Libertà, a lasciare lo scranno di consigliere regionale della Calabria in favore di Wanda Ferro, candidata alla presidenza della Giunta calabrese nel 2014. E’ quanto deciso dal Tar di Catanzaro dopo l’ultima udienza presieduta da Vincenzo Salamone. L’avviso della decisione è stato notificato agli avvocati delle parti. Si attende però che la decisione venga pubblicata. La sentenza emessa dalla Consulta il 22 novembre scorso (presidente Paolo Grossi, redattore Giuliano Amato, cancelliere Roberto Milana) aveva già sancito l’illegittimità di quella parte della legge regionale che impediva al miglior candidato presidente sconfitto di ottenere un seggio di consigliere regionale, dando dunque il via libera all’ingresso nella massima assise calabrese di Wanda Ferro. Adesso il tar ha stabilito che sarà Giuseppe Mangialavori a lasciarle il posto.

Oliverio pronto ad assumere la guida della sanità calabrese

REGGIO CALABRIA – Al fotofinish, quando i lavori del Consiglio Regionale volgevano al termine, è spuntata in aula una mozione presentata da Vincenzo Ciconte, del Partito Democratico, relativa alla struttura commissariale per il piano di rientro dal debito sanitario. Com’è noto, il Parlamento ha licenziato la Legge di Bilancio 2017 la quale, ai commi 395 e 396, ridefinisce i poteri dei Commissari ad acta per le regioni, come la Calabria, in piano di rientro dal debito sanitario: i poteri commissariali tornano in capo ai Presidenti delle Regioni rimuovendo le incompatibilità precedentemente esistenti. In sostanza la nuova norma consente ai presidenti delle regioni Campania e Calabria, Vincenzo De Luca e Mario Oliverio, di assumere le funzioni di commissario straordinario alla sanità. La legge nazionale è già in vigore. Tecnicamente dunque, Oliverio potrebbe essere investito della nuova carica già a margine del prossimo Consiglio dei Ministri. In ogni caso, in tempi estremamente brevi. Per questo i provvedimenti strategici assunti da Scura nelle ultime ore, con effetti a lunga scadenza come quello relativo al budget 2017, sono apparsi ai consiglieri regionali, non rispettosi delle determinazioni assunte dal Parlamento. Che la presenza di Massimo Scura e del suo vice Urbani non andassero giù alla politica nostrana era cosa risaputa. Ieri questa insofferenza è stata certificata dal voto favorevole alla mozione di Ciconte anche da parte delle opposizioni, sottolineato dagli interventi dei consiglieri Sinibaldo Esposito, Fausto Orsomarso e Domenico Tallini.

Consiglio Regionale, via libera alla legge di bilancio

REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il collegato alla manovra di finanza regionale per il 2017, la Legge di stabilità regionale 2017 ed il Bilancio di previsione finanziario della Regione per gli anni 2017/2019. La manovra supera complessivamente i 5 miliardi di euro per il 70% vincolati da spese per la sanità, per il personale, e per il funzionamento della macchina regionale. Per la prima volta sono stati destinati 266 milioni di euro per il finanziamento dell’attività legislativa. Tra gli altri impegni di spesa, il contratto di servizio con Trenitalia (7 milioni di euro); la copertura delle spese di funzionamento (34 milioni di euro) per il funzionamento dell’Arsac; 20 milioni di euro per l’assistenza socio-sanitaria. L’aula ha dato, inoltre, parere favorevole al “Rendiconto di gestione dell’Agenzia regionale Calabria per le erogazioni in agricoltura (Arcea) esercizio finanziario 2014 e riaccertamento straordinario dei residui ai sensi del comma 7 dell’art. 3 del decreto legislativo n. 118 del 2011 e successive modificazioni ed integrazioni”, alla proposta di legge recante il “Riconoscimento della legittimita’ dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze, ai sensi dell’art. 73 , comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e successive modificazioni ed integrazioni” ed alla legge che istituisce la Riserva naturale regionale delle Valli Cupe.

Guccione al consiglio: «Serve una riforma degli enti subregionali»

REGGIO CALABRIA – «Credo che sia necessario avviare una discussione complessiva al di là dei numeri del Bilancio. La Ritengo importante al di là dell’aspetto contabile. L’Ente Regione è in una grande difficoltà. Se dovessimo governare la Calabria con i fondi ordinari sarebbe oltremodo difficile. Alcune questioni devono essere affrontate. Penso alla sanità. Dal 2009 siamo stati commissariati. Esistono le condizioni di legge e tecniche per potere uscire dal Piano di Rientro. Il 62,5 % delle risorse del bilancio regionale sono state gestite dai commissari. Il punto non è chi fa il commissario oggi o domani. La vera questione è: Consiglio e Giunta devono riappropriarsi dei loro poteri. Consiglio e Giunta lavorino a una redazione di un nuovo piano sanitario regionale che corregga gli errori del passato. Siamo tutti d’accordo in Consiglio ad aprire una trattativa con il governo nazionale? Siamo menomati. È un Vulnus democratico. Tutti i commissari alla sanità sono serviti per utilizzare i fondi calabresi per favorire altre regioni». É quanto ha affermato Il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, intervenendo durante il consiglio regionale. «Il risultato referendario amplifica un problema. Il regionalismo che abbiamo conosciuto finora è fallito. Dalle contraddizioni emerse dal referendum occorre partire per avviare un processo di riforma dell’ente Regione. Se non apriamo questa stagione delle riforme, anche questa legislatura rischia di essere sprecata. Giochiamo bene la partita degli enti strumentali. Avviamo la riforma della Sorical dopo il disastro che si è consumato in questa regione. E poi non possiamo avere cinque enti che si occupano di forestazione. Vogliamo lavorare alla creazione di un grande ente che crei sviluppo. Anche Fincalabra in queste condizioni non può essere strategica. Serve una grande riforma degli enti subregionali. Bisogna passare dalla spesa improduttiva che genera clientele alla spesa produttiva che genera lavoro e sviluppo. Dobbiamo rilanciare l’Ente Regione con un processo condiviso in grado di coinvolgere maggioranza e opposizione. Questa è la grande sfida. Se non la vinciamo, moriremo di ordinaria amministrazione».

Wanda Ferro vince il ricorso alla Consulta

ROMA – Wanda Ferro ha il diritto di entrare in consiglio regionale. La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge elettorale regionale della Calabria nella parte in cui escludeva dall’elezione in Consiglio il miglior candidato a presidente sconfitto. Ad investire la Corte Costituzionale era stato il Tar Calabria cui era ricorsa Wanda Ferro, di Forza Italia, candidata alla presidenza nelle elezioni del novembre 2014 e risultata la miglior perdente dietro l’eletto Mario Oliverio. La Ferro chiedeva di essere ammessa, escludendo il candidato eletto col minor numero di voti delle liste di Fi, Cdl e Fdi. La nuova legge calabrese aveva soppresso il riferimento all’art. 5 della legge costituzionale 1/99 che, in via transitoria, prevede, l’elezione a consigliere del miglior perdente alla carica di Presidente. La Consulta ha eccepito che la legge calabrese è stata approvata il 12 settembre 2014, quando il Consiglio regionale era in regime di prorogatio per le dimissioni di Giuseppe Scopelliti, rassegnate il 29 aprile e comunicate il 3 giugno. Wanda Ferro ha espresso soddisfazione per il dispositivo emesso dalla Suprema Corte, mentre il suo avvocato Francesco Saverio Marini ha chiarito le conseguenze di questa sentenza: «La decisione della Corte Costituzionale sull’articolo 1 della legge elettorale della Regione Calabria accoglie in toto la nostra tesi e a questo punto a Wanda Ferro spetta di diritto il seggio in consiglio regionale – ha spiegato il legale – Ora, dopo la decisione della Consulta la causa sarà riassunta dal Tar, che su istanza della Ferro aveva inviato gli atti alla Corte Costituzionale. Ma la decisione dei giudici amministrativi è puramente formale e quindi scontata: Ferro entrerà in consiglio regionale. A quel punto, sotto un profilo puramente tecnico, chi si è opposto potrebbe fare appello ricorrendo al Consiglio di Stato, ma dopo la decisione della Corte Costituzionale, non avrebbe alcuna chance». Quanto ai tempi, »questi dipendono dal Tar, ma credo ci vorrà comunque qualche mese e probabilmente per l’ammissione in consiglio regionale si passerà al 2017».