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390 milioni di pezzi sequestrati dalla GDF il 2015: crescita del 300% die beni contraffatti

VIBO VALENTIA – L’etichettatura dei prodotti dalla prospettiva di imprese e consumatori: obblighi, vantaggi, responsabilità. Se ne è parlato in un convegno alla Camera di Commercio di Vibo Valentia su “SICUREZZA DEI PRODOTTI E MARCATURA CE”, organizzato dall’ente camerale per focalizzare l’attenzione su uno strumento fondamentale per la commercializzazione di alcune specifiche categorie di prodotti nell’ambito del mercato comune europeo.

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Sono stati questi gli argomenti affrontati e approfonditi dagli autorevoli relatori presenti all’incontro.Il T. Col. Pietro Romano del Nucleo Speciale Tutela Proprietà Intellettuale Guardia di Finanza, nel suo articolato intervento, ha testimoniato il ruolo e l’azione del Corpo nella lotta alla contraffazione precisando che «La marcatura è un modo per fornire al consumatore indicazioni precise su origine e provenienza del prodotto e per tutelare  brand e credibilità aziendale. La contraffazione–ha poi aggiunto-è una piaga socio-economica trasversale, che provoca danni alle imprese in termini di immagine, calo di fiducia dei consumatori, minori ricavi e perdita di posti di lavoro; ma provoca anche danni collaterali allo Stato per minori entrate tributarie e diminuzione del Pil, e, infine, al cittadino gravato da maggiore pressione fiscale”. I dati forniti parlano di un fenomeno in crescita: 2013 i pezzi sequestrati dalla G.di F. sono stati 130 milioni nel 2013, 290 nel 2014, 390 nel 2015; le percentuali per settore registrano, tra il 2014 e i primi quattro mesi 2016 un 29% per i giocattoli, 20% elettronica, 11% moda; 40% beni di consumo. “Quello che sollecitiamo -ha aggiunto il Colonnello- è la massima collaborazione di istituzioni e cittadini e con il progetto SIAC abbiamo voluto creare un sistema di sicurezza partecipata a disposizione di tutti per informazioni e segnalazioni.  La contraffazione è un fenomeno criminale gestito dalla criminalità organizzata, per combatterla –ha concluso- serve una legalità organizzata».

Paolo Taverna, Direttore di Assogiocattoli, si è soffermato, invece, sui rilevanti aspetti dell’etichettatura nello specifico settore considerato che sono i bambini i fruitori del prodotto. Maurizio Caruso Frezza della Camera di Commercio ha poi evidenziato il ruolo dell’ente nell’attività di regolazione del mercato e di vigilanza, egli interventi per la certificazione delle imprese a tutela della identificabilità aziendale e tracciabilità dei prodotti.

I lavori sono stati conclusi dal Segretario Generale dell’Ente Donatella Romeo che ha sottolineato come «La tematica dell’etichettatura mette in evidenza un sistema complesso in cui interagiscono soggetti diversi, con diverse esigenze e prospettive, ma con a denominatore comune il dato di fatto che la certificazione ha un costo che spesso si cerca di eludere. La contraffazione è anche figlia della propensione del consumatore, non sempre responsabile, a spendere meno, e di un sistema legislativo complesso e contraddittorio, orientato dalla pressione delle lobby piuttosto che verso la tutela di imprese e cittadini. Ben venga la collaborazione perché i vari mondi si confrontino e trovino percorsi comuni per debellare un fenomeno che impoverisce l’economia sfruttando il lavoro. Ma la collaborazione non basta se non accompagnata da un senso civico convinto e diffuso. La Camera di Commercio si propone come punto di riferimento per agevolare e sostenere processi di partecipazione e legalità a sostegno del sistema produttivo e della collettività».

Contraffazione, centrale del falso da tessuto a prodotto finito

REGGIO CALABRIA – Dall’acquisto della materia prima alla realizzazione del prodotto finito con moderni macchinari industriali in grado di imprimere i marchi delle griffe di moda direttamente sui capi prodotti: coprivano tutte le fasi produttive i componenti dell’organizzazione che aveva messo in piedi una centrale del falso e che è stata smantellata dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con 16 arresti. L’inchiesta “Easy Brand”, coordinata dalla Dda reggina, è nata dal sequestro di migliaia di capi d’abbigliamento a carico di un cittadino senegalese, nonché dal rinvenimento di un opificio artigianale che non poteva giustificare l’enorme mole di materiale sequestrato. I Baschi verdi del Gruppo di Reggio sono così riusciti a compiere una mappatura delle aree di vendita ed a delineare compiutamente l’operatività e i ruoli dei numerosi partecipanti all’organizzazione. E’ così emerso che la materia prima “vergine” veniva acquistata direttamente in Turchia, in Cina e in diverse regioni italiane per poi essere confezionata nel prodotto finale destinato a rifornire gran parte dei mercati della Provincia oltre che ad evadere specifici ordini commissionati anche da clienti operanti fuori dal territorio cittadino. L’organizzazione – capeggiata, secondo l’accusa, da Giuseppe Spatari di 54 anni, e dal cittadino italiano di origine senegalese Lo Macouna, conosciuto come Giulio (57) – aveva impiantato diversi opifici attrezzati con macchinari industriali moderni capaci di imprimere i marchi delle griffe di moda direttamente sui capi. Alcuni degli opifici erano completamente clandestini, altri operavano in violazione delle norme sui diritti di proprietà industriale visto che erano sprovvisti di qualsiasi tipo di autorizzazione e della licenza, tanto che uno era dotato di regolare partita Iva. Così facendo, secondo l’accusa, la banda aveva creato un vero e proprio mercato “parallelo” del falso. Sono stati oltre 150mila i capi di abbigliamento ed accessori contraffatti sequestrati nel corso dell’indagine per un valore di circa 2 milioni di euro Tra i danneggiati ci sono anche i consumatori finali che hanno comprato prodotti qualitativamente scadenti e, talvolta, pericolosi per la salute.

Operazione anti contraffazione, 16 arresti

REGGIO CALABRIA – È in corso di esecuzione, dalle prime luci dell’alba, una imponente operazione di polizia giudiziaria da parte dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che vede coinvolti più di 200 uomini e 50 mezzi, che ha consentito di disarticolare un’associazione per delinquere, ramificata sul territorio cittadino, dedita alla produzione e commercializzazione di capi ed accessori di abbigliamento riportanti marchi contraffatti. Sono in corso di esecuzione 16 ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria e 40 perquisizioni locali. Si sta procedendo, inoltre, al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione, alterazione e uso di marchi e segni distintivi ovvero di brevetti, all’introduzione nello Stato e conseguente commercio di prodotti con segni falsi; il tutto aggravato dalla commissione sistematica del reato attraverso l’allestimento di mezzi e attività organizzate. Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia -, hanno portato a rilevare l’esistenza di un vero e proprio cartello criminale presente ed operante nel territorio di Reggio Calabria, in grado di condizionare il regolare svolgimento delle attività economiche, con particolare riferimento al confezionamento ed alla vendita di oltre 150.000 capi ed accessori di abbigliamento riportanti note griffe contraffatte. Sono complessivamente 40 le persone denunciate. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra alle ore 11.00 presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria Dott. Federico Cafiero de Raho.

La Guardia di finanza sequestra a Lamezia terme casalinghi contraffatti

th (30)Circa seimila prodotti contraffati e potenzialmente pericolosi sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza in un negozio di Lamezia Terme, CZ gestito da un cittadino di origine cinese. che è stato denunciato. Tra i prodotti sequestrati nel negozio, specializzato in casalinghi e giocattoli, salvagente gonfiabili e cuffie da mare, tutti privi delle informazioni d’uso e delle indicazioni su origine e provenienza. Sequestrati anche prodotti per cancelleria.

Sequestrati 80 Mila Euro di Merce Contraffatta nel porto di Gioia Tauro

new_20'_containersGIOIA TAURO (RC) – La Guardia di finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, con il coordinamento della Procura di Palmi, hanno sequestrato ventiduemila prodotti contraffatti nel porto di Gioia Tauro.

La merce, proveniente da Cina e Bangladesh, era contenuta in tre container e comprendeva giocattoli, calzature e magliette con marchi contraffatti per una stima di circa 80 mila euro.

L’operazione si è svolta tramite controlli incrociati sui documenti e sui container in transito.

Sequestrati 26 mila articoli contraffatti

VILLA SAN GIOVANNI – La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, CONTRAFFAZIONI: GDF SEQUESTRA A NAPOLI 170 MILA GIOCATTOLInell’ambito di controlli finalizzati alla tutela del consumatore e del commercio, ha sequestrato, in due negozi di Villa San Giovanni gestiti da cinesi, 26 mila articoli contraffatti. Uno dei due commercianti è stato denunciato alla Procura di Reggio Calabria per le violazioni penali connesse alla contraffazione del marchio della Comunità europea. Il valore della merce sequestrata è di 250 mila euro.

Lamezia Terme, blitz della Finanza

Cancelleria contraffatta

LAMEZIA TERME – Continuano incessanti e sempre più numerosi i controlli della Guardia di Finanza per il contrasto delle diverse manifestazioni di illeciti connessi alla contraffazione. La mirata attività investigativa svolta dai finanzieri ha permesso, questa volta, di individuare e, quindi, sottoporre a controllo due distinte attività gestite da imprenditori di nazionalità cinese, esercenti il commercio, anche “all’ingrosso”, di articoli di vario genere, provenienti prevalentemente dalla Cina. I “Baschi verdi” durante l’ispezione degli esercizi commerciali, nel quartiere Sant’Eufemia di Lamezia Terme il primo e a Nicastro il secondo, hanno subito individuato moltissimi prodotti, più di un milione,  che non rispettavano le normative dell’unione europea. Più nello specifico, si tratta di articoli di cancelleria per la scuola quali penne con inchiostro in gel, matite, righelli, taglierini e compassi che, se non realizzati a norma di legge, possono causare gravi danni alla salute degli utilizzatori. Sequestrati anche accessori di abbigliamento riproducenti marchi famosi. All’esito dei controlli, i due imprenditori sono stati sanzionati amministrativamente e segnalati alla Camera di commercio di Catanzaro. La costante attenzione sulla filiera dei beni di consumo e le attività a contrasto della commercializzazione di prodotti contraffatti e non sicuri, sono volte non solo alla tutela della salute dei cittadini consumatori, ma anche a garanzia della leale concorrenza e del corretto funzionamento del libero mercato.

Ancora un sequestro per prodotti contraffatti

LAMEZIA TERME (CZ) – La Polizia ha sequestrato in un negozio di Lamezia Terme 150 prodotti con il marchio della Comunità europea contraffatto. I prodotti sono stati trovati dal personale del Commissariato nel negozio di un cittadino cinese che è stato denunciato con l’accusa di frode in commercio e falso. Il sequestro è scattato in quanto i prodotti, non sottoposti ai controlli previsti dalla normativa comunitaria, possono essere pericolosi per la sicurezza e la salute.

Sequestrati 3.263 prodotti taroccati

LAMEZIA TERME (CZ)- La Guardia di finanza ha sequestrato a Lamezia Terme 3.263 articoli con marchi contraffatti e recanti il simbolo “ce” ingannevole. Il titolare di un’azienda commerciale, di nazionalità cinese, è stato denunciato per contraffazione e frode in commercio. I prodotti sequestrati, abbigliamento e casalinghi, risultano provenire in gran parte dal mercato asiatico. All’interno dei locali i prodotti con marchi noti contraffatti erano esposti per la vendita.

Molinaro: “investire in modo scientifico sui controlli a Gioia Tauro”

GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – “Questa volta le scarpe contraffatte! Altre volte sigarette e per non dire anche di importanti partite di droga! Tutto purtroppo – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – va in un’unica direzione: alimentare la concorrenza sleale in tutti i settori produttivi e il circuito illegale della criminalità.”

Non dovrebbe essere sicuramente questo il ruolo del Porto di Gioia Tauro, avamposto commerciale nel mediterraneo, che si dimostra invece un  vero e proprio “porto di mare” da dove può entrare di tutto. “Le forze dell’ordine, che ringraziamo, proseguono in una continua opera per bonificare un mercato libero dai materiali contraffatti e pericolosi, nonché per il rispetto del basilare principio di una concorrenza leale”, ma – aggiunge -questo non basta e in agricoltura le nell’agroalimentare lo sappiamo bene.

Valga per tutto il mercato del succo di agrumi (ma non solo), che come abbiamo dimostrato, entra nella nostra regione e magicamente diventa italiano, mettendo in crisi le nostre produzioni agrumicole.  Vi è da dire, come testimoniano i rapporti delle forze dell’ordine , che gli articoli contraffatti, possono contare su un prezzo minore grazie alla pessima qualità dei materiali impiegati spesso dannosi alla salute, inquinano fortemente il mercato, già in ginocchio per le ripercussioni della crisi.  Mantenere viva nell’agenda di governo il Porto di Gioia Tauro” – conclude Molinaro – “significa anche chiedere di investire in modo quasi scientifico sui controlli: questa ormai si appalesa sempre di più  non solo una necessità bensì un obbligo.”