Archivi tag: Coronavirus Calabria

Un’altra vittima per il coronavirus in Calabria: i decessi salgono a 251

Il coronavirus in Calabria colpisce ancora, causando un’altra vittima, la 251/ma dall’inizio della pandemia.
 

Si tratta di una persona residente nel comune di San Gregorio d’Ippona, nel vibonese, dove i decessi complessivi salgono a 16.

A darne comunicazione sul proprio profilo Facebook è stato il sindaco di San Gregorio, Pasquale Farfaglia: “Purtroppo – ha scritto Farfaglia – abbiamo registrato il primo decesso la cui concausa è stata il Covid 19. L’Amministrazione comunale tutta si stringe attorno ai familiari della vittima, esprimendo profondo cordoglio”.

Sanità, Boccia: “Sarò in Calabria per discutere dell’emergenza in atto”

«La prossima Conferenza Stato-Regioni, venerdì, la farò dalla sede della Regione Calabria. Ho già informato il presidente Spirlì».

 

Lo ha annunciato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, in audizione alla commissione parlamentare per gli Affari regionali, sui rapporti tra lo Stato e le Regioni. 

 

Il ministro ha poi aggiunto: «Ringraziamo Gino Strada ed Emergency per l’accordo raggiunto ieri, con il capo della Protezione civile Borrelli, abbiamo a lungo parlato con Gino Strada, che ringraziamo. L’accordo raggiunto con Emergency permetterà alla Calabria di affrontare meglio l’emergenza, con un lavoro proficuo».

 

«Questa però – ha precisato – è un’altra cosa rispetto alla gestione del disavanzo del settore sanitario in Calabria, che è quello di cui maggiormente si deve occupare un commissario ad acta. Stiamo assistendo a un dibattito surreale su questo tema».

Covid, l’Ordine dei Medici di Cosenza: “No a Commissario Zuccatelli”

Di seguito la nota stampa del dottor Eugenio Corcioni, Presidente dell’ordine dei medici e odontoiatri della provincia di Cosenza.

“La nomina d’urgenza, avvenuta nel Consiglio dei Ministri di ieri sera, del Dott. Zuccatelli come nuovo Commissario governativo alla sanità in Calabria, pur riconoscendo il tempestivo intervento del governo volto ad allontanare il precedente Commissario dopo la sua fallimentare gestione biennale e la sua inaccettabile intervista televisiva, non ci può tuttavia tranquillizzare e soddisfare né nel merito della scelta né, e ancor più, per la ripetizione di un metodo, cioè quello del commissariamento attraverso un plenipotenziario, che, come proverò a spiegare, per 10 e lunghi anni ha già ampiamente dimostrato i suoi insormontabili insuccessi e limiti.

Avvertiamo questa preoccupazione come operatori sanitari, come rappresentanti ordinistici e come cittadini di questa regione e vogliamo, con questo appello, rendercene umilmente portavoce a nome di tutti, a maggior ragione per la nuova emergenza sanitaria, causata dalla ripresa minacciosa dell’epidemia, che unitamente alle croniche insufficienze del sistema sanitario calabrese sta mettendo in pericolo la salute e la vita della popolazione calabrese, anche per le gravi e negative ripercussioni sul mondo del lavoro, sulla vita quotidiana di giovani, adulti, anziani, sulle relazioni sociali.

Venendo al merito della scelta, senza nulla togliere ai meriti professionali e all’onestà personale dell’interessato:

a) è davvero singolare la nomina, in una situazione di acuta emergenza che ha fatto dichiarare la Calabria come zona rossa, cioè a massimo rischio, di un soggetto contagiato che si trova in isolamento in un’altra regione (lunedì, come urgente e necessario, potrà raggiungere la sua postazione di lavoro?)

b) perché scegliere una figura già coinvolta a livello provinciale nella gestione commissariale fallita e, soprattutto, un candidato (non eletto) alle politiche del 2018 nelle file di un partito di maggioranza , che garanzie di imparzialità egli può offrire in prossimità delle elezioni regionali che si terranno nei primi mesi del 2021 e che saranno fortemente influenzate dalle consistenti quote di voto collegate all’esercizio del potere nel sistema sanitario, che impegna i ¾ del bilancio regionale?

c) pur riconoscendo, lo ribadiamo, il suo apprezzabile curriculum come manager in campo sanitario, come si fa a nominare come commissario, in tempi di lotta drammatica al Covid, in quanto esperto del settore della salute un uomo che, come certi sciagurati uomini politici e star dei massmedia, ha ironizzato volgarmente sulla necessità della mascherina?

A che valgono ora le sue scuse, per un cittadino incompetente potrebbero bastare, mentre per un esperto non sono di certo sufficienti, tenendo conto che la virulenza della seconda ondata dell’epidemia è stata causata anche dai comportamenti scriteriati di tanti italiani, illusi e fuorviati da questo tipo di considerazioni del tutto gravi ed errate.

Venendo alla nostra insoddisfazione sul piano del metodo, occorre partire da un bilancio, quello che tutte le forze politiche si rifiutano di fare, che riguarda 10 e più anni di commissariamento della sanità a livello regionale.

Da questo punto di vista, la gestione del generale dei Carabinieri ha forse toccato il punto più basso, eppure è suo merito, per quanto amaro sia dirlo, quello di aver portato sotto gli occhi dell’intero paese il fallimento della decennale gestione commissariale.

L’elenco dei commissari è lungo… ricordiamo Spaziante, Pezzi, Scura ecc… e non sarebbe neppure giusto equipararli in modo indifferenziato, fra di loro c’è chi ha fatto qualcosa di buono e chi meno, e chi quasi per nulla.

Altrettanto lungo è l’elenco dei governi nazionali che li hanno nominati (Berlusconi-Monti-Letta-Renzi-Gentiloni-Conte 1, con5Stelle e Lega, Conte2, con 5 Stelle e PD), come pure diversi sono stati in questo stesso periodo le giunte regionali in carica (innanzitutto quelle a guida Scopelliti e poi Oliverio, il primo di centrodestra, il secondo di centrosinistra, con le parentesi Loiero e Santelli), che hanno dialogato o polemizzato con il sistema commissariale senza produrre alcun apprezzabile risultato.

A quanto pare, i politici regionali erano soddisfatti degli spazi di manovra clientelare, sebbene ridotti, rimasti comunque nelle loro mani, mostrandosi per il resto del tutto privi di qualunque capacità di iniziativa, mobilitazione e proposta politica volta a risolvere i problemi della sanità regionale sul piano strutturale, organizzativo, gestionale, finanziario, lavorativo.

Anche per gli assessori e presidenti della regione Calabria non sarebbe equo ritenere tutte le esperienze parimenti negative, come non sarebbe giusto rifiutare quanto di buono c’è stato nell’intenzione di vari governi italiani di contrastare la gravissima infiltrazione mafiosa nella sanità calabrese (soprattutto nel periodo successivo all’omicidio del consigliere regionale Fortugno del 2006, che mostrò tragicamente tutta l’aggressività della criminalità organizzata e la sua volontà di infiltrarsi nel mondo sanitario e nei suoi affari), come pure nel tentativo di contrastare l’eccessivo indebitamento del settore, puntando al suo risanamento economico.

Tuttavia, alla prova dei fatti, la prospettiva antimafia e quella ragionieristica hanno entrambe fallito, come confermano le inchieste e i processi in corso e il bilancio sanitario ancora pesantemente in rosso.

L’effetto finale di queste inadempienze è sotto i nostri occhi: la salute dei cittadini, un bene primario costituzionalmente valorizzato e protetto, è tuttora una merce di scambio politico-economico; il sistema sanitario è gravemente deficitario e inadeguato, in quanto è inteso principalmente come strumento di consenso elettorale, di distribuzione di risorse finanziarie, di arricchimento privato, senza attenzione al bene pubblico (e, in questo quadro, anche alle finanze pubbliche, che ne costituiscono un aspetto dell’interesse generale e non il presupposto); la presenza mafiosa è tutt’altro che debellata.

In questo clima, la stucchevole disputa sulla zona rossa si o no rischia, ancora una volta, di deformare il quadro generale dei problemi e di allontanarne la soluzione, producendo confusione, disinformazione, divisioni.

E’ chiaro ad ogni osservatore informato, onesto e non di parte, che, sebbene l’indice dei contagi nella nostra regione non sia (per il momento e speriamo che tale resti) così elevato come in altre aree del paese, tuttavia il livello di precarietà, sotto dotazione e disorganizzazione delle strutture sanitarie impone misure assai severe, per il bene della popolazione e in particolare dei più deboli.

Ma questi sacrifici necessari saranno vanificati senza un progetto complessivo e rigoroso di risanamento e rilancio dell’assistenza sanitaria in Calabria, altrimenti la condizione del sistema peggiorerà ulteriormente, i cittadini continueranno a soffrire ingiustamente e magari, una volta sconfitto il Covid, faremo finta di dimenticarcene, salvo strapparci di nuovo i capelli alla prossima emergenza, e nel frattempo continueremo a sostituire commissari incapaci di raggiungere i traguardi sbandierati, come si fa con gli allenatori nelle squadre di calcio.

Ecco il punto decisivo sul piano del metodo: è inadatto l’approccio generale, che ha portato a elaborare e ripetere, senza mai confrontarsi con i riscontri negativi provenienti dalla realtà oggettiva, il metodo della nomina di un plenipotenziario del governo e del ministro della sanità di turno (e del suo partito), affidandogli un mandato ispirato da una visione unilaterale e comunque ristretta, rispetto alla complessità del problema.

Il modello del commissario-uomo solo al comando è sbagliato (bel al di là del merito che ha portato alla nomina di Zuccatelli) perché non tiene nel debito conto gli aspetti e le conoscenze di natura costituzionale, organizzativa, strutturale, manageriale, professionale che, insieme alla rigorosa e intransigente applicazione dei principi di legalità e di trasparenza amministrativa, sono fondamentali per gestire, ripianare il deficit, rinnovare veramente e senza retorica il complesso mondo della sanità pubblica e privata in Calabria.

La via maestra sarà il ritorno della politica e amministrazione sanitarie nelle mani dei rappresentati eletti dal popolo sovrano nell’assemblea regionale, ma questa via non appare ancora matura, sia per la fase difficile di transizione che la regione sta vivendo dopo la prematura scomparsa della Governatrice eletta in gennaio, sia, e dispiace affermarlo, per la evidente inadeguatezza della classe politica regionale, e quindi il governo nazionale è chiamato ad assumersi fino in fondo la responsabilità di voltare pagina. E di farlo non tanto con un altro commissario o, per lo meno, non soltanto con lui, ma nominando al suo fianco una vera e propria taskforce, reclutata tra le migliori competenze disponibili nel paese, che agisca in fretta, in perfetta autonomia dai condizionamenti politici, che sia capace di svolgere la sua funzione unicamente per l’interesse comune, senza favorire nessuna delle parti che competeranno nella imminente contesa elettorale regionale.

Un gruppo di lavoro dotato dell’autorevolezza e della capacità operativa necessaria, nei diversi campi del complesso mondo sanitario pubblico e privato, per avviare ed impostare finalmente un autentico risanamento, che passi poi la mano ai politici eletti sul territorio, affiancandoli magari per il tempo ancora necessario. E’ una soluzione di buon senso, che potrebbe mettere in moto una vera e propria rete di iniziative innovatrici, avvalendosi sia del contributo delle molte figure di qualità presenti in Calabria tra gli operatori sanitari, oggi sottovalutate o sottostimate, sia delle esperienze eccellenti nel mondo dell’associazionismo socio-sanitario calabrese, riconosciute e apprezzate anche fuori regione.

Esistono soluzioni migliori?

Ben vengano, ma basta con le soluzioni di comodo e di facciata che possono far pensare addirittura a volontà coloniali.

Ma qualcuno ci ascolta?

Chi ascolta il grido di dolore che sale dai cittadini spesso privi delle cure necessarie, sia per il Covid ma ancor più per tutti gli stati di malattia, e dai tanti medici ed operatori sanitari che lavorano con competenza e generosità anche oltre i loro doveri contrattuali?”

Covid, sindaco di Mormanno: “Asp Cosenza ci ha lasciato soli, attiveremo nostre Usca”

La task-force sanitaria locale riunita con carattere di urgenza nella serata dal sindaco, Giuseppe Regina, ha deciso di dar vita ad una strategia esecutiva per gestire la crisi pandemica nella comunità di Mormanno. In attesa dell’attivazione delle Usca da parte dell’Asp di Cosenza, il Comune di Mormanno, decide – gioco forza – di attrezzarsi da solo. Così grazie alla disponibilità di medici di Medicina Generale, Medici Professionisti come il Dott. Armentano – Dott. Grisolia – Dott. Fiammingo – Dott. Piccirillo che presteranno la loro professionalità a titolo gratuito, infermieri del territorio comunale che hanno dato o daranno la loro disponibilità per un servizio territoriale definita Usca Comunale

Il soggetto che accusa sintomi da sospetto COVID-19 dovrà sempre chiamare il proprio medico di medicina generale che dopo aver effettuato il triage telefonico con il paziente, eventualmente supportato dai medici della task-force sanitaria locale, valuterà il livello di criticità di salute del paziente ed eventualmente potrà attivare l’infermiere a supporto adeguatamente munito di Dispositivi di Protezione Individuale e costantemente testato nella propria idoneità sanitaria

«Siamo arrivati al paradosso ma non abbiamo il tempo di fare polemiche ma di agire per salvaguardare la vita dei nostri cittadini. Ci sarà il tempo per le polemiche ed i processi mediatici, ora bisogna agire e farlo prima che il virus devasti il nostro territorio» – ha aggiunto il sindaco Giuseppe Regina – annunciando la nascita della Usca comunale – «Però il fatto che piccoli comuni debbano sostituirsi alle strutture sanitarie dell’Asp, in ovvio ritardo rispetto all’emergenza in atto, è una rivoluzione civile di cui terremo conto nel prossimo futuro. Ma ora dobbiamo aiutare chi ha bisogno e lo facciamo da noi, se nessuno ci ascolta». 

L’usca comunale potrà farà i test rapidi anche in conseguenza alla decisione dell’amministrazione comunale di Mormanno di acquistare cento kit per i monitoraggi urgenti. Questi tamponi «saranno molto importanti per una prima diagnosi precoce in attesa della conferma di diagnosi ufficiale che darà il tampone molecolare che, comunque, sarà richiesto all’ASP dal medico di medicina generale».

“Solo carenza posti letto, nessuna manipolazione”: Così la Regione giustifica le modifiche al bollettino Covid

“Dalle analisi effettuate è emerso che, in alcune Aziende ospedaliere, nei primi giorni di novembre si era verificato un aumento considerevole, e non in linea con i mesi precedenti, dei ricoveri in terapia intensiva. Grazie a una interlocuzione con i responsabili delle unità operative, è stato verificato che, a causa della temporanea carenza di posti letto nei reparti di degenza ordinaria e di terapia sub-intensiva, alcuni pazienti, che non avevano bisogno di ventilazione meccanica assistita, perché non presentavano gravi criticità, erano stati ricoverati in Rianimazione”. Così il delegato per l’emergenza Covid della Regione Calabria, Antonio Belcastro, cerca di motivare la modifica recente sui numeri del bollettino regionale di contagi da Copie in cui è palese una repentina riduzione dei posti in terapia intensiva in Calabria comunicati al ministero della Salute prima della decisione di porre la regione nella fascia rossa.

La Riduzione da 26 a 10  è stata interpretato come una “manipolazione” dei dati per evitare di finire assieme a Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta nelle zone in lockdown.

“L’aggiornamento del Bollettino regionale è stato necessario per permettere una più corretta classificazione dei casi”, ha spiegato Belcastro, che definisce “una speculazione priva di fondamento” le ipotesi sulle manipolazioni delle cifre.

“Il trasferimento dei pazienti dalle Terapie intensive ai reparti di Malattie infettive e Pneumologia – ha proseguito Belcastro – ha fatto aumentare il tasso di saturazione (16%) dei posti letto di area medica, mentre il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (6%) è ancora lontano dalla soglia di allerta, fissata al 30%”. 

Emergenza Covid in Calabria, stanziati 110 mln per la ripartenza

«In questi mesi abbiamo continuato a lavorare su due fronti: consentire al sistema economico calabrese di resistere alla crisi e programmare la ripartenza. Con l’ulteriore rimodulazione di risorse europee mettiamo in campo altri 110 milioni di euro complessivi su tre misure aggiuntive e parallele rispetto a quelle del governo nazionale, in modo da assicurare alla Calabria un grado di competitività maggiore anche rispetto alle altre regioni».

È quanto dichiara l’assessore allo Sviluppo economico, Fausto Orsomarso, in merito alle misure di sostegno all’economia calabrese approvate ieri dalla Giunta regionale.

«Anche in questo caso, come nella prima fase – continua Orsomarso -, utilizzeremo una piattaforma che ci consentirà rapidità nei pagamenti, chiarezza nella proposizione delle domande e trasparenza delle procedure, oltre a mettere in campo misure di controllo preventivo grazie al protocollo d’intesa sottoscritto mesi fa con la guardia di finanza. I primi bandi hanno funzionato, pur con il limite di aver potuto sostenere solo le attività con codici Ateco chiusi per Dpcm. Oggi variamo un ulteriore regime di aiuti che consentirà di dare sostegno alle aziende non interessate dai primi bandi, e di dare liquidità vera alle imprese che stanno già lavorando alla ripartenza».

«Una delle misure, infatti, è il Fondo Calabria di competitività (Fcc), che mette 50 milioni di euro a disposizione delle imprese calabresi. È il fondo di liquidità – rimarca l’esponente della Giunta regionale – che le aziende attendevano, e che è nato dall’intesa che, insieme alla presidente Santelli, abbiamo avuto con Unindustria Calabria. Si tratta di un fondo di rotazione che interviene nell’emergenza come struttura anticiclica, ma può servire a sostenere il sistema economico nei prossimi 5 anni. Anche qui, un sistema molto semplice, attraverso una piattaforma informatica che, in base all’ordine cronologico delle richieste, consentirà di attribuire alle imprese calabresi da 15mila a 80mila euro di liquidità, attraverso un prestito erogato direttamente da Fincalabra con un tasso dello 0,69 per cento, un preammortamento di 24 mesi e restituzione complessiva in 10 anni. Con le risorse che, tra due anni, verranno recuperate con l’inizio della restituzione delle quote potranno essere alimentati nuovi prestiti».

«Abbiamo varato inoltre la seconda edizione di “Lavora Calabria”, che – spiega Orsomarso – interviene come misura di sostegno all’occupazione per le aziende con fatturato superiore a 150mila euro, e con quattro fasce di aiuti a fondo perduto da 2.500 a 12mila euro. Nella prima fase abbiamo utilizzato 15 milioni dei 40 messi a disposizione, considerato che molte aziende hanno scelto di tenere i dipendenti in cassa integrazione. Oggi destiniamo altri 20 milioni che riteniamo possano essere interamente assorbiti. Infine, la seconda edizione della misura “Riapri Calabria”, alla quale abbiamo destinato 40 milioni di euro, ci consentirà di dare un contributo una tantum di 1.500 euro alle piccole attività non chiuse da dpcm, ma comunque danneggiate dalla riduzione delle attività, con codici Ateco esclusi dal primo bando».

«Stiamo facendo il massimo con il presidente della Regione Nino Spirlì e i colleghi di giunta – ha affermato infine l’assessore Orsomarso -, nel solco del lavoro tracciato dal presidente Santelli, per dare alle aziende il sostegno di cui hanno bisogno, cercando di intervenire in ogni settore del nostro sistema economico e produttivo, per mitigare la sofferenza economica ed essere pronti per la ripartenza e la creazione di lavoro vero».

Coronavirus in Calabria, il Presidente Spirlì firma una nuova ordinanza

Alla luce del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020, il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19, ha disposto ieri una nuova ordinanza (la n. 80) a modifica e sostituzione delle misure già fissate nella n. 79, emanata il 23 ottobre 2020.

Il Dpcm di Conte prevede la didattica a distanza (Dad) per le scuole superiori di secondo grado al 75%.

l’ordinanza firmata dal presidente f.f. Spirlì «riconferma la sospensione integrale delle lezioni in presenza fino al prossimo 13 novembre. Nei successivi dieci giorni ci si allineerà alla Dad al 75%».

LA DAD

«Successivamente, dal 14 al 24 novembre 2020, a seguito dell’analisi dei dati epidemiologici, si valuterà la possibilità di consentire la didattica digitale integrata nella misura non inferiore al 75% delle attività».L’ordinanza, inoltre, «dispone – anche a seguito dell’avvenuta interlocuzione con il Comitato regionale universitario di coordinamento della Calabria (Coruc), di cui all’art. 1 comma 9, lett. U) del Dpcm 24 ottobre 2020 – dal 26 ottobre al 24 novembre 2020 la sospensione delle attività didattiche in presenza presso le università, le quali assicurano lo svolgimento di tali attività in modalità a distanza».«Restano ferme, nel rispetto della normativa e dei protocolli di sicurezza vigenti, le attuali modalità di erogazione “mista” o “blended” delle attività didattiche per gli studenti iscritti al primo anno dei corsi di studio e per gli studenti dei corsi di dottorato e di specializzazione in campo sanitario, delle prove d’esame, nonché le attività da svolgere necessariamente in presenza in loco riguardanti le esercitazioni in laboratorio e il tirocinio».

I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

Tra le altre misure contenute nel nuovo provvedimento, «l’obbligo sull’intero territorio regionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie da indossare anche nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto, a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi e, comunque, con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande».«Sono esentati i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva; i bambini di età inferiore ai sei anni; i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità; i clienti degli esercizi pubblici nel momento in cui consumino cibi e bevande; gli alunni delle scuole quando sono posizionati al loro banco nel rispetto del distanziamento previsto».

LE REGOLE NEI CIMITERI

Si stabilisce che «i sindaci dei Comuni dispongano, dal 28 ottobre al 4 novembre 2020, misure per l’accesso dei visitatori presso i cimiteri, che tengano conto di quanto segue: a) accesso consentito previa misurazione della temperatura corporea; b) utilizzo delle protezioni delle vie aeree; c) rispetto di tutte le altre misure di prevenzione; d) regolamentazione degli accessi per evitare aree di assembramento sia all’interno che nelle aree esterne; e) apposizione di cartelli informativi per i visitatori».«Si raccomanda a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi. La misura vale per l’intero territorio regionale».L’ordinanza «conferma il disposto, a carico delle Aziende ospedaliere, affinché provvedano ad incrementare la dotazione di posti letto dedicati all’assistenza di pazienti affetti da Covid-19 nella misura del 20% di quanto previsto nel Dca n. 91/2020, entro il 3 novembre 2020».

GLI ACCOMPAGNATORI DEI PAZIENTI

Si ribadisce che «è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti, di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso, salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto e che l’accesso di parenti e visitatori a strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione».«È confermato il divieto assoluto di assembramento, il rispetto delle misure di distanziamento fisico interpersonale e delle misure igieniche di prevenzione ed è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».

GLI SPOSTAMENTI

«Non sono consentiti spostamenti delle persone fisiche, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo. Sono consentiti soltanto gli spostamenti motivati da esigenze lavorative, situazioni di necessità, situazioni di urgenza o motivi di salute».Per giustificare gli spostamenti sarà necessario esibire una autodichiarazione, utilizzando il modello allegato al presente atto.Resta consentito, in ogni caso, «fare rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza ed il rientro al proprio domicilio, dimora o residenza degli avventori degli esercizi pubblici attivi per asporto e consegna a domicilio fino alle ore 24».Le disposizioni della presente ordinanza si applicano in sostituzione di quelle già fissate con l’ordinanza n. 79/2020 e producono efficacia dal 26 ottobre 2020.L’ordinanza è in vigore fino al 24 novembre 2020 in coerenza con il Dpcm.In allegato l’ordinanza integrale e il modello per l’autodichiarazione.

Coronavirus in Calabria, precisazioni su ordinanza e autocertificazione

Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, e il delegato del soggetto attuatore, Antonio Belcastro, in relazione al punto 7 dell’ordinanza n. 79 («Non sono consentiti spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo») precisano che le disposizioni previste “producono efficacia dalle ore 24 del 24 ottobre 2020”.

Di seguito l’autocertificazione per gli spostamenti ritenuti essenziali

Coronavirus, coprifuoco in Calabria dalle 24 e dad: Spirlì firma l’ordinanza

CATANZARO – Sospensione delle attività scolastiche secondarie di secondo grado dal 26 ottobre 2020; sospensione, in presenza e con possibilità di attivare la didattica digitale integrata, le attività didattiche presso gli atenei universitari, fatte salve le lezioni e le attività che devono essere necessariamente svolte in presenza fisica; stop agli spostamenti su tutto il territorio regionale, dalle ore 24 alle ore 5 del giorno successivo; divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei Pronto soccorso; accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione. Sono queste le principali misure contenute nell’ordinanza n. 79, firmata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, che dovranno essere osservate fino 13 novembre 2020, per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Le disposizioni previste «producono efficacia dalle ore 24 del 24 ottobre 2020.

«L’ordinanza di oggi è uno strumento necessario per tutelare la salute di tutti noi calabresi. Non sarà un’ordinanza punitiva. Ci dovrete aiutare a farlo diventare uno strumento di tutela per le persone più deboli, per i nostri anziani, per i nostri giovani, per i padri e le madri di famiglia che, in questo momento, così come tutto il resto degli italiani e degli altri cittadini nel mondo, sono comunque a rischio». È quanto afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, nell’annunciare la nuova ordinanza per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.

«Il periodo di azione di questa ordinanza – spiega ancora – sarà di sole due settimane ed è necessario seguirla alla lettera. L’abbiamo emanata ora proprio per evitare di dover intervenire in maniera più corposa durante le festività natalizie. Ci auguriamo un buon risultato, ovvero che il numero dei contagi possa sensibilmente diminuire».

LE SCUOLE

«Per quanto riguarda le scuole – aggiunge il presidente f.f. -, è prevista la didattica a distanza per le superiori. Per tutte le altre scuole di ogni ordine e grado, la didattica continuerà a essere esercitata in presenza. È altresì prevista la tutela dei pazienti ricoverati in ospedale con lo stop alle visite parentali, che vale anche per le rsa e per tutti quei luoghi di ricovero dove ci sono categorie svantaggiate».

LE MISURE NOTTURNE

«Per quanto riguarda le ore notturne – aggiunge Spirlì -, abbiamo deciso di fermarci dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Dobbiamo evitare gli assembramenti soprattutto nelle piazze, nei luoghi pubblici o davanti ai locali, che hanno comunque dato motivo di preoccupazione in tutte le regioni d’Italia e non solo».

Il presidente f.f. della Giunta lancia il suo appello ai calabresi:«Non sarà una misura molto restrittiva, però vi prego di rispettarla. Siamo, fondamentalmente, nelle nostre mani. Abbiamo bravissimi medici e ottime strutture ospedaliere che si stanno organizzando. Come abbiamo potuto apprezzare nei momenti difficili della primavera, loro hanno saputo arginare l’emergenza con un lavoro estenuante, con una applicazione umana e umanitaria incredibile. Ognuno di noi ha bisogno di tutti gli altri. Garantiamoci a vicenda la tutela della salute, in particolare ai più giovani raccomando quella dei più anziani; ai genitori raccomando la tutela e il controllo della salute propria e dei propri figli; e a tutti quanti auguro una capacità di amore nei confronti dell’altro, una capacità di fratellanza che abbiamo sempre saputo dimostrare».

«Se supereremo ancora una volta questo momento critico, come abbiamo già saputo fare – Spirlì è sicuro -, troveremo una via d’uscita come altri e, mi auguro, prima di tanti altri. Sarete informati costantemente, non ci saranno silenzi. Non avvertirete distanza e assenza, non mancherà la nostra presenza, compresa, ovviamente, la mia, che non mancherà mai. Vi ringrazio per l’amore e l’affetto dimostrato nei confronti del presidente Santelli. Jole lo ha meritato e merita anche il piccolo grande sacrificio delle prossime due settimane».

«CITTADINI PARTECIPANO A DECISIONI»

Il presidente f.f. commenta anche le indiscrezioni sull’ordinanza circolate dalla serata di ieri. «Più che una fuga di notizie – conferma -, è stata l’azione innocente di uno dei soggetti interessati al giro di consultazioni che ho voluto intraprendere a proposito dell’ordinanza restrittiva. Peraltro, è stata una cassa di risonanza, non allarmata e non allarmistica, per un atto amministrativo che avrebbe potuto, di suo, creare motivo di turbamento nella popolazione». «I calabresi – conclude Spirlì – hanno potuto conoscere, dalla viva voce del loro presidente facente funzioni, il metodo che questa amministrazione ha messo in atto fin dal primo giorno di insediamento: contatto, confronto, ascolto e condivisione. Le porte del palazzo sono state sfondate, i cittadini partecipano alle decisioni. Anche a quelle più difficili».

Coronavirus, a Lamezia chiusi il Tribunale e la sede Inps

A Lamezia Terme é stato chiuso il Tribunale fino a domani perché un avvocato é risultato positivo al Coronavirus, stessa decisione per la sede dell’Inps dopo che un’impiegata é risultata anche lei positiva e per un pub, dove un dipendente é stato trovato positivo.

Gli studenti delle classi delle scuole frequentate dai figli delle persone risultate positive sono stati posti in quarantena.