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Liberato il falco curato nel Cras di Rende

RENDE (CS) – Un esemplare di falco di palude curato, dopo essere stato soccorso nei mesi scorsi dagli esperti del Centro recupero animali selvatici (Cras) di Rende, gestito dal Comitato italiano per la protezione degli uccelli rapaci (Cipr), è stato liberato ed ha spiccato il volo all’interno della riserva naturale di Tarsia Il volatile era stato affidato dai sanitari del centro al direttore del Parco nazionale della Sila, Giuseppe Luzzi che assieme al direttore delle Riserve naturali di Tarsia e della Foce del Crati, Agostino Brusco e agli uomini della Polizia provinciale di Cosenza ha assistito alla reimmissione in natura dell’esemplare. Nell’ultimo periodo al Cras si stanno intensificando i ricoveri dei animali selvatici feriti per bracconaggio, contatto con i fili elettrici o di quelli spossati per il viaggio di migrazione: in particolare vengono curati assioli, allocchi, barbagianni, gheppi, poiane, balestrucci e rondoni, ricci, falchi pecchiaioli.

Migliorano le condizioni dell’Aquila Reale recuperata sul Pollino

ROTONDA (PZ) – Ulteriori aggiornamenti riguardanti il recupero dell’Aquila Reale effettuato ieri in in località  Pollinello del comune di Morano Calabro nel Parco Nazionale del Pollino. L’animale, ritrovato da alcuni escursionisti, era a terra con difficoltà nel volare. E’ stato trasportato con l’ausilio del corpo forestale al Cras di Rende, centro recupero animali selvatici.

Giunto sul posto all’animale sono state date le prime cure del caso dal veterinario Bruno Romanelli. L’aquila presentava un trauma contusivo all’ala destra per il quale ora si sta valutando il tipo d’intervento da fare. L’animale, che viene costantemente monitorato,  si è nutrito regolarmente ed attualmente le condizioni appaiono buone. Il Cras da alcuni mesi non può più ospitare animali per problemi economici, nonostante ciò grazie all’impegno dei volontari e del suo Presidente rimane un importante punto di riferimento per il territorio.

Finalmente libera!­ Il volo della Cicogna rimasta orfana

Screenshot_2015-08-01-14-09-28-1Ha riconquistato la libertà la giovane c­icogna rimasta orfana di entrambi i geni­tori il 10 giugno scorso in località Thu­rio di Corigliano Calabro (Cs). I genit­ori erano stati rinvenuti morti a poche ­centinaia di metri dal nido per cause an­cora da accertare, probabilmente per int­ossicazione. Rimasta sola sul nido e anc­ora incapace di volare è stata recuperat­a grazie al pronto intervento dell’Unità­ Operativa Enel di Rossano e dai volonta­ri della sezione provinciale LIPU di Ren­de, Salvatore Golia, Marilena Salerno e ­Katharina Werner che si sono subito port­ati sul posto.

Screenshot_2015-08-01-14-09-06-1Messa in salvo la giovane cicogna è stat­a prontamente trasportata al CRAS di Ren­de dagli stessi volontari della LIPU do­ve il volatile vi è rimasto per 40 giorn­i sottoposto alle cure dei volontari del­ centro che si sono prodigati nell’alime­ntazione, cura e riabilitazione al volo.­

Dopo questa lunga trafila, venerdì scors­o, finalmente, in presenza degli stessi ­volontari della LIPU di Rende, del CRAS ­e della Polizia provinciale di Cosenza, ­la giovane cicogna ha spiccato il volo e­ si è ricongiunta ai suoi simili ancora ­presenti in zona. Tra qualche settimana ­raggiungerà i quartieri di svernamento i­n Africa e questo grazie all’azione cong­iunta di volontari, associazioni e istit­uzioni.

La giovane cicogna è stata liberata nell­a stessa zona in cui ha visto la luce, l­a Piana di Sibari. E’ nata circa 70 gior­ni fa in un nido artificiale posizionat­o su un palo Enel di 12 m di altezza, un­o dei tanti, appositamente predisposti d­alla LIPU di Rende per favorire il ritor­no di questa specie in Calabria.

Ed è grazie al lungo lavoro della LIPU, ­che la Cicogna bianca sta ricolonizzando­ da circa 12 anni alcuni ambienti agrico­li calabresi tipici della specie tant’è­ che attualmente sono 18 le coppie nidif­icanti in Calabria e tutte su nidi ar­tificiali, ossia una sorta di grosse piattaforme circolar­i in legno.

Screenshot_2015-08-01-14-09-22-1Dietro questi risultati c’è una grande m­ole di lavoro e di passione, una schiera­ di 15 volontari LIPU che rappresentano ­il Gruppo Cicogna bianca Calabria, pers­one meravigliose che tra le altre cose, ­da febbraio ad agosto, sorvegliano e mon­itorano settimanalmente i nidi e i nati ­per evitare atti di bracconaggio o distu­rbo e far si che le nidificazioni vadano­ a buon fine, sostiene Roberto Santopaol­o, coordinatore regionale LIPU e respons­abile del Progetto Cicogna bianca Calabr­ia.

Un lavoro impegnativo, iniziato nel 2003­ quando da una semplice idea, ossia quel­la di offrire una casa alle cicogne, è p­artito il progetto Cicogna bianca Calabr­ia, un vero e proprio piano di azione.

La presenza della Cicogna bianca in Cala­bria, dopo un’assenza di circa 500 anni,­ è dunque un primo grande risultato. Ora­ però è necessario proteggerla e aiutarl­a nel processo di nidificazione affinché­ il numero di coppie nidificanti nella n­ostra regione aumenti ulteriormente nei ­prossimi anni. E le piattaforme nido, la­ LIPU e i suoi volontari continueranno a­d avere in tutto ciò un ruolo fondamenta­le, essenziale.

la natura ci ha regalato delle emozioni ­e delle sensazioni piacevolissima, cerch­iamo di averne cura.

Anna Maria Schifino­

Liberate due poiane curate dal CRAS

CATANZARO –

Un’altra storia a lieto fine grazie all’impegno e alla passione dei sanitari e dei volontari  del Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Catanzaro, che ha sede all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea: questo pomeriggio sono state liberate, nel cuore del Parco, due splendide poiane che erano state ricoverate in seguito a shock da impatto. I due volatili erano finiti contro delle vetture scendendo in picchiata alla ricerca di cibo, e sono sopravvissuti grazie alle cure del Cras, diretto da Debora Giordano. A lanciare le poiane verso la ritrovata libertà, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, e la dirigente del settore competente Rosetta Alberto.
Il presidente Bruno ha colto l’occasione per visitare la sede del Cras, accompagnato dal veterinario Fabio Castagna, presenti anche i volontari del WWF Catanzaro Onlus, che proprio ieri hanno avuto notizia della concessione di una sede sociale nel cuore del Parco della Biodiversità Mediterranea, volontari e uomini della Polizia Provinciale, raccogliendo direttamente le testimonianze di chi si adopera quotidianamente per fare di questo un centro d’eccellenza al servizio della natura.
Il veterinario Fabio Castagna afferma: “Dal novembre 2005 a dicembre  2014, su un totale di 3.600 animali, tra uccelli, mammiferi e rettili, transitati presso il CRAS, oltre 1700 sono stati gli esemplari completamente riabilitati e reimmessi in natura. Incremento nei recuperi e un decremento nei deceduti e negli irrecuperabili che risalta anche comparando i dati inerenti gli esiti nazionali con quelli della struttura catanzarese”.
Salvaguardia, dunque, intesa come tutela del patrimonio faunistico nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, non solo attraverso la riabilitazione clinica e la successiva  liberazione nelle zone naturali,  nei periodi crono-climatici idonei,  per le specie selvatiche autoctone rinvenute in condizioni di difficoltà (feriti, traumatizzati, orfani, immaturi, ecc.), ma anche attraverso l’impegno ad arginare il dilagare di specie alloctone. Queste ultime andrebbero infatti a minare l’equilibrio del sistema ambientale, in quanto spesso particolarmente prolifiche e aggressive nei confronti delle specie autoctone e  non potendo essere reimmesse in natura – così come gli irrecuperabili – vengono ospitate nel Centro e nel Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro per finalità educative. Attraverso visite guidate, infatti, sono stati creati dei veri e propri percorsi di educazione ambientale per i ragazzi in età scolare atti a stimolare i giovani, mediante l’esplorazione, l’osservazione e il contatto, a familiarizzare con “il mondo degli animali selvatici”,  -ormai sconosciuto a causa dei frenetici “ritmi moderni” – e a far comprendere il valore della biodiversità, l’importanza della consapevole conservazione e responsabilità nei confronti della natura, da possedere e tramandare alle future generazioni.  Non solo tutela ma anche promozione del paesaggio della Biodiversità calabrese: a sancirla è stata la convenzione stipulata tra il CRAS di Catanzaro e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali  – CFS – Ufficio Territoriale Biodiversità, per la realizzazione di attività condivise finalizzate alla promozione delle aree protette della Sila Catanzarese.

Lunedì i Sanitari del Cras Libereranno Aquila Anatraia

CATANZARO – Il prossimo lunedì 21 ottobre, alle ore 12 nella zona della Pineta di Giovino a Catanzaro, un’aquila anatraia verrà liberata in natura dal personale sanitario e dai volontari del CRAS, il Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Catanzaro che ha sede all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea.
L’aquila è stata trovata il 21 settembre al largo di “La Cannella” a Crotone da un pescatore. Il rapace si trovava in stato di ipotermia, privo di forza, probabilmente in mare da tutta la notte, e notevolmente sotto peso. L’Aquila risultava inanellata, quindi si è potuti risalire alla sua provenienza. Il suo lungo viaggio è iniziato in Polonia, da dove si è diretta verso l’Africa, ma stremata ha dovuto fare una pausa in Calabria, dove è stata curata dai sanitari del CRAS, di cui è direttore sanitario Debora Giordano. L’Aquila riprenderà quindi il suo volo lunedì da Catanzaro, quando sarà liberata alla presenza del Commissario straordinario della Provincia Wanda Ferro.

In mare tartarughe curate in Cras

 

Catanzaro – Sono tornate in mare i 28 esemplari di tartarughe di Hermann rinvenute sul territorio in condizioni tali da renderne necessario il ricovero nel Centro recupero animali selvatici (Cras) dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro. Gli esemplari, completamente guariti, sono stati liberati sul litorale tirrenico catanzarese in un territorio ad altissima vocazione per la specie, caratterizzato da un bosco esteso di pino marittimo con arbusti tipici della macchia mediterranea.

 

(ANSA)

Il C.R.A.S di Catanzaro cura due poiane e un falco

CATANZARO – Due poiane ed un falco pellegrino, presi in cura dal C.R.A.S. di Catanzaro, hanno una nuova casa nel centro visite “A. Garcea” del Parco Nazionale della Sila. I tre uccelli lungodegenti, che per le lesioni subite non sono più in grado di volare, sono stati trasferiti dal Centro Recupero Animali Selvatici dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, che ha sede nel Parco della Biodiversità Mediterranea, alle voliere del centro visite di località Monaco a Taverna. Il trasferimento è avvenuto alla presenza di un nucleo di esperti del C.R.A.S. e del Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito della convenzione sottoscritta tra il presidente della Provincia Wanda Ferro e il direttore dell’U.T.B. di Catanzaro del Corpo forestale ing. Nicola Cucci. L’accordo, diretto alla realizzazione di attività condivise finalizzate alla promozione delle aree protette della Sila Catanzarese,  prevede appunto l’ospitalità di animali selvatici lungodegenti ricoverati nelC.R.A.S.  di Catanzaro alle degenze del C.F.S. nel Centro Visite di località Monaco. Nel Parco della Sila potranno quindi essere ammirati da vicino, per attività didattiche e di studio, il falco pellegrino e le due poiane.  L’équipe del C.R.A.S. che si è occupata del trasferimento era composta dal direttore sanitario dott.ssa Debora Giordano, dall’istruttore tecnico faunistico Alfredo Rippa, dalla volontaria Simona Bonofiglio e da Antonio Bianca.