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Cetraro, travolto da un’auto mentre attraversa la strada: muore 42enne

CETRARO (CS) – Un uomo di 42 anni Pietro Ferrante, è morto ieri sera a Cetraro dopo essere stato investito da un’auto sulla Statale 18 Tirrenica, a pochi metri di distanza da un ristorante. Secondo quanto emerso Ferrante stava attraversando la strada quando l’auto l’ha centrato in pieno. Il conducente si è fermato a prestare soccorso e poco dopo sono arrivati i sanitari del 118.
Trasportato con urgenza in gravi condizioni all’ospedale a Cetraro, il 42enne è deceduto. Al vaglio dei carabinieri la ricostruzione della dinamica dell’incidente. 

Corruzione, la Procura di Paola chiude le indagini per Giuseppe Aieta e altri 3 indagati

PAOLA (CS) – La Procura della Repubblica di Paola ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex consigliere regionale ed ex sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, per l’amministratore delegato della Sateca, la società affidataria della gestione delle Terme Luigiane, Dante Ferrari. Ancora per Giuseppe Tucci, azionista della stessa società e per Mario Schiavoni dipendente della Sateca.

Il provvedimento è stato notificato agli indagati mentre sono state stralciate per incompetenza territoriale, le posizioni dei sindaci di Acri e Longobucco, Pino Capalbo e Giovanni Pirillo e degli imprenditori di Roggiano Gravina, Emilio Morelli e di Corigliano Rossano, Giuseppe Chiaradia.

 Giuseppe Aieta è accusato di corruzione elettorale e la Procura guidata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, aveva chiesto l’arresto per l’ex sindaco di Cetraro. Il gip invece, ha disposto il divieto di dimora in Calabria ed il prossimo 24 gennaio, per Aieta, è prevista l’udienza davanti al Riesame.

Pellet contraffatto, sequestrate 75 tonnellate anche in provincia di Cosenza

CROTONE – Sono due le persone indagate dalla Guardia di finanza: il titolare di un’impresa boschiva della presila crotonese ed il dipendente di un locale laboratorio di analisi. L’operazione della Guardia di finanza ha consentito di sottrarre dal mercato un rilevante quantitativo di pellet contraffatto e commercializzato in frode. Le energie da biomassa, in un momento in cui il prezzo del gas e dei combustibili fossili risulta particolarmente instabile, rappresentano la prima alternativa tra le rinnovabili e la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie e, di conseguenza, il volume degli scambi commerciali ha assunto dimensioni sempre maggiori. Parallelamente, laddove la possibilità di produrre utili è trainata dalla crescente domanda, risulta, altresì, crescente la possibilità di riscontrare condotte illecite nello specifico settore ed, in particolare, proprio nel settore del pellet da riscaldamento che è soggetto a particolari regole destinate a garantire la qualità della filiera produttiva e la conformità ambientale del prodotto.

Il Nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Crotone, avvalendosi anche del contributo specialistico dei militari del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, ha rilevato come l’imprenditore indagato abbia commercializzato il pellet utilizzando indebitamente un noto marchio di certificazione europea (sinonimo di garanzia di qualità per il consumatore finale) ed indicando sulle confezioni valori rappresentativi del cosiddetto “potere calorifico” notevolmente superiori a quelli reali, utilizzando a tal fine certificazioni chimiche appositamente rilasciate, rendendo il prodotto più appetibile per i consumatori.

Nel corso dell’operazione, eseguita presso l’impresa boschiva ed estesa anche ai rivenditori presenti nelle province di Crotone, Catanzaro e Cosenza, sono state sequestrate circa 75 tonnellate di pellet, confezionato in sacchi di plastica riportanti l’indicazione di un potere calorifico, pari a 5.400 kcal/kg, superiore a quello effettivamente accertato pari a 4.472 kcal/kg ed oltre n. 400.000 confezioni di plastica (da 15 kg cadauno) recanti alcune il citato marchio di certificazione ed altre le predette indicazioni fraudolente, tutte pronte per essere riempite del prodotto sequestrato.

Pedopornografia e sfruttamento di minori: 12 denunce e un arresto anche in Calabria

TORINO – Smantellata una rete di utenti che, su una nota piattaforma di messaggistica, scambiava materiale pornografico realizzato mediante sfruttamento di minori. Le indagini della polizia postale e delle comunicazioni di Torino ha concluso una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha condotto all’esecuzione di 12 decreti di perquisizione e alla denuncia di altrettanti soggetti, di cui 4 minorenni, responsabili di detenzione e diffusione di contenuti realizzati mediante sfruttamento di minori di anni 18.

Tra questi, 3 sono tratti in arresto in Campania, Calabria e Lombardia e sequestrati migliaia di file.

L’attività, diretta dalla Procura di Torino, ha interessato tutto il territorio nazionale, coinvolgendo altri Uffici della specialità, quali i compartimenti Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto.

 

L’indagine è partita da un’attività sotto copertura svolta nell’ambito del contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete e, in particolare, su una piattaforma di messaggistica che garantisce ampio anonimato agli utenti. Gli operatori sotto copertura sono entrati in contatto con gli utenti che, apertamente, sulla chat di gruppo, dichiaravano di possedere o pubblicavano materiale pedopornografico, proponendo di scambiarlo con altri internauti.

Per identificarli, dopo aver carpito la loro fiducia gli investigatori sono risaliti alle tracce informatiche che hanno consentito l’individuazione dei partecipanti e, in particolare, dell’amministratore di un canale dove reperire materiale illegale definito “particolare”, previa iscrizione e pagamento di 25 euro.

L’uomo, su cui hanno trovato elementi sia a polizia postale di Torino che di Napoli, è stato arrestato in Calabria per commercio di materiale pedopornografico aggravato, per avere utilizzato strumenti per impedirne l’identificazione. A suo carico, oltre a numerosi supporti informatici, sono state sequestrate carte di debito e di credito e un portafogli elettronico. Il procedimento penale, ricorda la polizia in una nota, è nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.

Trebisacce, anziana aggredita e scippata mentre va in Chiesa: finisce in ospedale

TREBISACCE (CS) – Aggredita e scippata mentre si reca in Chiesa per assistere alla Santa Messa. É accaduto a Trebisacce, comune in provincia di Cosenza. Un giovane, secondo una prima ricostruzione, avrebbe tentato di strapparle la catenina d’oro dal collo, strattonandola e facendola cadere rovinasemnte a terra.

La donna è finita in ospedale, al Pronto soccorso riportando diverse ferite e un trauma cranico. I fatti risalgono al pomeriggio di domenica. L’anziana si stava recando in Chiesa quando è stata assalita da un giovane che, per rubarle la catenina d’oro, l’ha strattonata e poi fatta cadere. Lo scippatore, pare fosse insieme ad un altro uomo, un complice. La donna sotto shock e dolorante ha chiesto aiuto ai passanti che hanno subito allertato i carabinieri che stanno ricostruendo quanto accaduto per tentare di risalire ai responsabili.

Investito da un’auto in transito, morto un uomo a Corigliano

CORIGLIANO ROSSANO (CS) –  Tragico incidente stradale a Corigliano Rossano. Un uomo di nazionalità lituana dopo essere stato investito, per cause in corso di accertamento, da un’auto in transito.

Il fatto è avvenuto lungo la via Provinciale nell’area urbana di Corigliano. Il conducente della vettura si è fermato per prestare soccorso. Immediato è stato l’intervento di un’ambulanza del servizio di emergenza 118 che ha trasferito il ferito nell’ospedale di Rossano, dove l’uomo è deceduto poco dopo in seguito alla gravità delle ferite riportate. Sul posto per effettuare i rilievi e ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, sono intervenuti i carabinieri del Reparto territoriale di Corigliano Rossano.

‘Ndrangheta, tentato omicidio ed estorsione. Arrestati in 5 a Cetraro – VIDEO

COSENZA – Nella mattinata odierna, 15 settembre 2022, i Carabinieri delle Compagnie di Scalea e Paola hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 5 indagati residenti a Cetraro, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati, a vario titolo loro rispettivamente ascritti, di tentato omicidio, lesioni personali ed estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso, nonché di detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo e violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale.

La misura cautelare è intervenuta a seguito delle attività investigative, coordinate dalla D.D.A., e delegate alla Compagnia Carabinieri di Scalea e alla Compagnia Carabinieri di Paola.

   In particolare si tratta degli approfondimenti investigativi, relativi al tentato omicidio, ipotizzato nei confronti di uno degli indagati, verificatosi nel giugno del 2021, ai danni dell’addetto al servizio di sicurezza di un locale notturno dell’alto tirreno cosentino, il quale si sarebbe opposto alla presunta condotta estorsiva ipotizzata nei confronti di quattro indagati, consistente nella pretesa di consumare bevande senza corrispondere il relativo prezzo.        

Per tali presunte condotte illecite, è stata ritenuta, altresì, la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso in quanto sarebbero state poste in essere avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo propria delle organizzazioni mafiose.

        L’ulteriore vicenda oggetto della misura cautelare è quella relativa al reato di violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale commesso nel marzo 2021, ipotizzato nei confronti di uno degli indagati con riferimento alle presunte minacce rivolte a due Carabinieri, nel corso di un ordinario controllo di polizia, per costringerli ad omettere il suo deferimento all’Autorità Giudiziaria in ordine alle violazioni che erano state rilevate nei suoi confronti.

       Con il provvedimento restrittivo è stata disposta la misura cautelare in carcere nei confronti di n. 4 indagati e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di n. 1 indagato.

Il procedimento per le ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

 

 

‘Ndrangheta, scoperto giro di fatture false per oltre 20 milioni tra Calabria e Lombardia

MILANO – L’operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bergamo. Scoperto un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro realizzato mediante almeno 7 società “cartiere“, intestate a prestanome o a imprenditori compiacenti con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria. Società nate per riciclare i proventi delle attività del clan ‘ndranghetista della famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto.

Eseguite misure cautelari personali e reali nei confronti di oltre 30 persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività della cosca ‘ndranghetistica del crotonese, in relazione a condotte di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari.

Cosenza, retata contro la ‘ndrangheta: 202 arresti tra cui 3 politici

COSENZA – Nelle prime ore della mattina del 1° settembre 2022, in Cosenza ed in altri centri del territorio nazionale i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, il personale della Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro, e del Servizio centrale Operativo di Roma, i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, del Nucleo di Polizia Valutaria di Reggio Calabria, con il GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 202 indagati, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vario titolo ipotizzati, nei loro confronti, tra cui, rispettivamente, associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori, nonché in ordine ad altri numerosi delitti, anche aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

Tra gli esponenti politici figurano il sindaco di Rende e presidente Anci Calabria Marcello Manno, e gli assessori del Comune di Cosenza Francesco De Cicco e Pino Munno. 

 Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal P.M., che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

In aggiornamento

Stanno emergendo nuovi dettagli sull’operazione di questa mattina della Guardia di Finanza.

Le investigazioni si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di indagine di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, servizi sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela poderosa attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, corroborati dai relativi riscontri, oltre alla acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.

La gravità indiziaria, conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato l’attuale operatività delle organizzazioni criminali nell’area cosentina, passate attraverso una importante rimodulazione degli equilibri sul territorio, curata dai “nuovi” presunti capi e gregari, legati al “nucleo stabile” degli storici esponenti dei gruppi criminali.

Si tratta in particolare di gravi elementi indiziari circa l’attuale assetto dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta di Cosenza e del suo hinterland, articolata in diversi gruppi organicamente confederati, e tutti riconducibili ad una struttura di vertice, nello specifico riconducibili ai due principali gruppi, il cd. clan degli italiani, nelle sue varie componenti, e il cd. clan degli zingari, anch’esso con varie articolazioni, nell’assetto rideterminatosi a seguito delle complesse e altalenanti dinamiche relazionali tra gli stessi, nonché delle numerose vicende giudiziarie, con i relativi diversificati esiti, che li hanno interessati.

La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, la struttura e il modus operandi di una delle presunte articolazioni criminali dedite al traffico, e allo spaccio diffusodi sostanze stupefacenti di vario genere, nel quadro di quello che viene ipotizzato come il cd. Sistema” che governa tutti i rapporti tra i vari sottogruppi criminali della città di Cosenza e del suo hinterland.

Ha riguardato, inoltre, plurime attività illecite poste in essere, rispettivamente, dagli indagati per i quali si è ipotizzato un ruolo preminente rispetto all’attuale operatività dei consorzi criminali, nonché i vari settori di operatività correlati alle ipotizzate fattispecie penali.

In tale contesto, nell’ordinanza cautelare, nei confronti degli indagati attinti dalle rispettive misure adottate, è stata ritenuta, allo stato, la gravità indiziaria, tra l’altro, per i delitti, rispettivamente contestati, di concorso esterno in associazione mafiosanumerose ipotesi di condotte estorsive tentate e consumate, concorrenza illecita, rapina, tentato omicidio, lesioni aggravate, reati in materia di armi, usura, con correlati delitti di estorsione per la riscossione delle rate del credito usuraio, esercizio abusivo l’attività finanziaria, utilizzo da parte di detenuti di dispositivi cellulari all’interno di Casa Circondariale, scambio elettorale politico-mafioso ipotizzato con riguardo ad una competizione elettorale amministrativa, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche con riguardo a iniziative imprenditoriali, reati contro la pubblica amministrazione (turbata libertà degli incanti, corruzione, violenza o minaccia a pubblico ufficiale), violenza o minaccia per costringere alla commissione del reato di falsa testimonianza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, detenzione e cessione di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish, eroina e cocaina.

E’ stata ritenuta, altresì, la gravità indiziaria, a livello cautelare, per il delitto di associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi – anche d’azzardo – e di scommesse, nonché delitti di riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori con riferimento alla presunta commistione illecita tra gli interessi di imprenditori del settore e quelli della locale criminalità organizzata per la quale il settore del “GAMING” rappresenta una forte attrattiva, in quanto attività estremamente redditizia – riporta l’Agenzia Agimeg.

Dei 202 indagati, nr. 139 sono stati destinatari di custodia cautelare in carcere, nr. 50 di arresti domiciliari, nr. 12 di obbligo di dimora, nr. 1 la misura interdittiva dello svolgimento di attività professionale.

Contestualmente è stato eseguito, a cura dei Finanzieri GICO del Comando Provinciale di Catanzaro e lo SCICO di Roma, il sequestro preventivo d’urgenza disposto dal P.M., che dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari, di beni immobili, aziende, società, beni mobili registrati, riconducibili a numerosi indagati, per un valore stimato in oltre 72 milioni di euro, e consistenti, tra l’altro, in 78 fabbricati, tra i quali 5 ville, 44 terreni, per un’estensione complessiva di 26 ettari, in vari comuni della provincia di Cosenza, 57 quote di partecipazioni in attività produttive e commerciali al dettaglio e all’ingrosso in diversi settori (ristorazione con somministrazione, bar, abbigliamento produzione energia elettrica, agricoltura, lavanderie e lavanderie industriali, servizi nel settore dello spettacolo, noleggio attrezzature per spettacoli ed eventi, formazione culturale, edile), 39 complessi aziendali, anche di imprese del settore del c.d. “gaming” (scommesse on-line e sale giochi e biliardo), 20 ditte individuali attive nei vari settori delle attività produttive e commerciali (ristorazione, strutture turistiche e ricettive, agricoltura, bar, supporto rappresentazioni artistiche, intermediazione finanziaria), 7 associazioni non riconosciute, impegnate prevalentemente in ambito sportivo/ricreativo, uno Yacht, un aeromobile ultraleggero, un natante, 70 autovetture, 7 motoveicoli.

Nello specifico le ampie e articolare indagini patrimoniali, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/G.I.C.O. di Catanzaro e dallo S.C.I.C.O. di Roma, hanno consentito di ipotizzare, a livello pre-cautelare del provvedimento d’urgenza disposto dal P.M., per i diversi beni, rispettivamente, la sproporzione tra il valore dei beni nella disponibilità – diretta e indiretta – degli indagati e le capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari, l’intestazione fittizia di beni in capo a soggetti “prestanome”, un compendio patrimoniale pertinente ai reati commessi, somme costituenti il profitto dei reati e/o il loro reimpiego.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari. cdn/AGIMEG

Tragedia nel porto di Crotone, esplosione su un rimorchiatore: tre morti e un ferito grave

CROTONE – Squadre dei vigili del fuoco del comando di Crotone sono impegnate dalle ore 17.20 circa sul molo Giunti del Porto di Crotone per una esplosione avvenuta all’interno di una imbarcazione. Tre le persone decedute accertate (di cui due corpi rinvenuti sulla banchina ed un terzo scaraventato in mare dall’esplosione è stato recuperato da alcune imbarcazioni) ed un ferito grave trasportato presso struttura ospedaliera è il bilancio di una esplosione all’interno della sala macchine di una imbarcazione in manutenzione presso il porto di Crotone. Ulteriore quinta persona dell’equipaggio in evidente stato confusionale. Sul posto una squadra della sede centrale con supporto di autoscala ed una autobotte (5 mezzi e 14 unità).
A coordinare le operazioni di soccorso il Comandante Ing. Giuseppe Bennardo