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Protagonista della settima edizione di Intersezioni è Daniel Buren

CATANZARO – Cresce l’attesa per l’inaugurazione della settima edizione di Intersezioni, la rassegna d’arte contemporanea al Parco Archeologico di Scolacium e al museo MARCA che ha da tempo proiettato Catanzaro all’attenzione della cultura nazionale e internazionale.
Il protagonista è quest’anno Daniel Buren, tra i maggiori maestri contemporanei, reduce dallo straordinario successo della sua ultima esposizione al Grand Palais di Parigi visitata da oltre 300 mila spettatori. Buren, da giorni in Calabria per seguire e coordinare insieme al curatore del progetto Alberto Fiz, le installazioni di Scolacium e del MARCA ha immaginato per la mostra di Scolacium, che egli stesso definisce una delle sue esposizioni più impegnative, una serie di opere realizzate per l’occasione in Calabria e per le quali si è avvalso della collaborazione di imprese del luogo. Sono straordinari lavori in situ che coinvolgono direttamente le vestigia del Parco archeologico che diventano parti integranti del lavoro.
Le maggiori testate hanno confermato la loro presenza per l’inaugurazione, mentre il Sette del Corriere della Sera si è aggiudicato l’esclusiva nazionale dedicando la rubrica della cultura del prossimo venerdì 27 al progetto di Intersezioni con un’approfondita intervista a Daniel Buren.

Alla conferenza stampa, prevista per il prossimo mercoledì 25 luglio alle ore 11,00 presso la Sala Consiliare della Provincia di Catanzaro, prenderanno parte  il presidente della Provincia Wanda Ferro, il curatore del progetto Alberto Fiz e l’artista Daniel Buren.

 

Daniel Buren ospite alla settima edizione di “Intersezioni”

Catanzaro, 12 lug 2012 – Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ (Construire sur des vestiges, d’un éphémère à l’autre. Travaux in situ) è il titolo dell’evento espositivo che sarà inaugurato venerdì 27 luglio alle ore 19,30 per rimanere aperto sino al 14 ottobre 2012 al Parco Archeologico di Scolacium. Protagonista, Daniel Buren che approda con cinque grosse installazioni all’attesa rassegna estiva “Intersezioni 2012”, giunta quest’anno alla settima edizione. Il progetto coinvolge anche il museo MARCA di Catanzaro. Entrambi gli appuntamenti sono curati da Alberto Fiz, Direttore Artistico del MARCA.
Intersezioni 2012 è organizzato dalla Provincia di Catanzaro con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, il patrocinio della Regione Calabria – Assessorato alla Cultura e di Sensi Contemporanei – Ministero dello Sviluppo Economico.
La mostra coinvolge i centri nevralgici del Parco con una serie d’interventi concepiti specificatamente per la Basilica, il Foro, il Teatro romano e l’uliveto. La Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e blu che la riportano ad un immaginario utopico in un’alternanza magica e imprevedibile di luci e ombre. “Per me il colore è pensiero puro, dunque totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o un concetto filosofico”, ha scritto Buren. Il Foro, invece, è oggetto di una fantastica ricostruzione dove Buren reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai frammenti esistenti. In questo caso il luogo dell’archeologia appare come l’elemento ispiratore di un progetto architettonico che sfida il tempo e lo spazio. Di natura del tutto eccezionale è, poi, lo spettacolare intervento ideato per il Teatro dove Buren ha concepito una struttura specchiante di oltre 30 metri di lunghezza e di oltre tre metri d’altezza che, collocata al centro, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione sviluppando un contesto visivo del tutto straniante dove la percezione del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e nello stesso tempo occultando lo spazio. Ci si trova di fronte all’impermanenza dello sguardo che assorbe i dati di una realtà virtuale.
Buren, poi, è apparso particolarmente affascinato dall’uliveto che circonda il Parco creando una perfetta integrazione con i luoghi della storia e, per quest’occasione, ha progettato un’installazione di oltre 20 elementi che abbraccia gli ulivi evidenziandone le caratteristiche e la peculiarità nel suggestivo ambiente del Parco di Scolacium. Come afferma Buren: “Le mie installazioni permettono sia d’accentuare le linee di forza già esistenti all’interno del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rilevare le altezze, come nel caso del Teatro, o ancora, rintracciare delle colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro.”
Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un nuovo e imprevedibile spazio visivo.
A tutto ciò si aggiunge un’altra installazione concepita specificatamente per il Parco, Cabane éclatée aux 4 couleurs: travail in situ, di 4x4x4 metri. Si tratta di un nuovo lavoro basato sulla relazione spazio-colore che fa parte della serie Cabane éclatée iniziata nel 1975. Sono strutture esplose al loro interno che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le circonda condividendone l’esistenza. Le Cabane non sono né un oggetto né un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova verifica. Proprio questo concetto di luogo connesso appare il punto di riferimento dell’esposizione al MARCA dove viene proposta La cabane éclatée aux plexiglas colorés et transparents: travail situé che in questo caso entra in relazione con lo spazio chiuso sviluppando un nuovo approdo visivo dove il museo diventa parte dell’opera.
La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con testi di Maria Grazia Aisa, Daniel Buren, Bruno Corà, Alberto Fiz e Hans-Ulrich Obrist.