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Davigo, dichiarazioni shock: «In Italia violare la legge conviene»

COSENZA – Con Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, tra i magistrati protagonisti della stagione di mani pulite, si è parlato della crisi della giustizia, della lentezza dei processi, dei rimedi da mettere in campo per snellire l’attività dei tribunali e rispondere al legittimo bisogno dei cittadini di avere sentenze eque e corrette in tempi ragionevoli. L’iniziativa è stata organizzata dal meetup dei Cinquestelle di Cosenza. Introdotta dal senatore Nicola Morra, è intervenuto anche Ugo Vetere, sindaco di Santa Maria del Cedro. «La crisi della giustizia in Italia è determinata da un eccesso di domanda, addirittura patologica. Non perché gli italiani siano particolarmente litigiosi – spiega il magistrato che oggi ricopre la carica di presidente della II Sezione Penale della Corte suprema di Cassazione – ma perché violare il codice conviene». Davigo non ha dubbi: «Prendiamo uno dei casi più ricorrenti di cause civili. Perché mai in Italia un debitore dovrebbe pagare il suo creditore? Ammesso che il creditore riesca a provare in giudizio il suo buon diritto, e non è detto che ci riesca, il debitore dovrà pagare dopo diversi anni di processo esattamente la stessa somma, maggiorata di un modesto tasso di interesse. Nel penale basta riflettere su un dato: in Francia, paese per certi versi simile all’Italia, solo il 40% delle sentenze viene appellato, in Italia viene appellato il 100% delle sentenze. La spiegazione è semplicissima: se uno fa appello a capocchia, per prendere tempo, in Francia aumentano la pena, in Italia invece la Corte d’Appello non può aumentare la pena, al massimo confermare la sentenza di primo grado. E siccome il nostro sistema giudiziario è piramidale sulle corti d’appello, in numero inferiore rispetto ai tribunali, viene scaricato un numero enorme di processi, tale da non consentire ai giudici di appello di svolgere al meglio il loro lavoro. La conseguenza – spiega Davigo – è che la qualità delle sentenze dei giudici di appello è mediamente inferiore a quella emessa dai giudici di primo grado. In sostanza i giudici di primo grado sono severi come i padri, mentre i giudici di corte d’appello sono mediamente simili ai nonni: in genere viziano i nipoti». Secondo Gherardo Colombo «La giustizia ha sostanzialmente due problemi. Da una parte la durata dei processi, dall’altra la qualità delle soluzioni. Le due questioni sono strettamente legate. Quando una sentenza interviene diversi anni dopo la commissione dei fatti, non può rispondere a tutti i canoni della giustizia. Per questo bisogna operare nella direzione della riduzione dei tempi e di puntare meno sui numeri e di più sulla qualità. Sarebbe importante in primo luogo depenalizzare, per evitare che i tribunali debbano occuparsi di questioni che potrebbero risolversi altrove, poi andrebbero modificate alcune regole del processo. Inoltre sarebbe necessario dotare l’ufficio del giudice di una struttura di persone capace di supportarlo nella preparazione del dibattimento ed in tutti quegli adempimenti che rallentano il procedimento. E poi bisogna dire che in Italia il numero degli avvocati è davvero eccessivo. Nel solo Lazio sono di più che in tutta la Francia. E così tanti avvocati inevitabilmente aumentano la litigiosità».

“Gli intoccabili”, Davigo dice no al Ponte sullo Stretto

VIBO VALENTIA – Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, nel corso del suo intervento alla trasmissione “Gli Intoccabili”, ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito al Ponte sullo Stretto, questione che in questi giorni più che mai preoccupa la Penisola.  Forti le parole del presidente che boccia, quasi in maniera categorica, la costruzione del collegamento. Di seguito le parole che Davigo ha rilasciato durante il corso della trasmissione condotta da Klaus Davi.

Davigo (Anm): ‘Ndrangheta teme comunicazione, bene diretta da Archi

Politici disertano? Bisogna dire no ai voti dei clan

«Le organizzazioni mafiose temono il silenzio quindi qualunque cosa che faccia diminuire questo silenzio e che getti una luce sulle loro attività è certamente molto utile. Sono sempre stato dell’avviso che i clan non controllino molti voti ma ne controllino abbastanza per determinare chi vince e chi perde. Se tutti i politici concordassero una convenzione che li portasse ad escludere i voti di questi soggetti il potere dei clan diminuirebbe».

Davigo (Anm): Va modificata norma su benefici penitenziari per mafiosi

mi hanno dato assicurazioni 

«In merito alla riforma della giustizia c’è una norma che ha suscitato perplessità in alcuni di noi e si presta ad interpretazioni ambigue e che riguarda la possibilità di applicare benefici penitenziari anche agli appartenenti ad associazioni mafiose. Peraltro ho ricevuto assicurazioni che se questo fosse il rischio potrebbe essere cambiata la norma, dopo di che si vedrà cosa accadrà».

Davigo (Anm): Ponte sullo stretto? Inutile

«Quando sono andato al sud per la campagna elettorale per il Comitato Direttivo Centrale, mi sono reso conto guadando gli orari dei treni che in Calabria e in Sicilia è praticamente impossibile muoversi agevolmente. Trasferte e spostamenti in quelle regioni richiedono ore e ore. Sono abituato ad andare daMilano a Roma in sole tre ore. Quanto al ponte, mi sembra un ponte che porterebbe dal nulla al nulla: se non ci sono strutture efficienti da una parte e dall’altra non si capisce perché si dovrebbe fare un ponte.»

klaus davi

DAVIGO (ANM) A GLI INTOCCABILI BOCCIA PONTE SULLO STRETTO:
https://youtu.be/zridYPSq5Bc