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Elezioni Cosenza, Klaus Davi alla presentazione della lista Pd

COSENZA – Il noto massmediologo Klaus Davi sarà a Cosenza domani per condurre la presentazione della lista dei candidati del Partito Democratico al consiglio comunale. La manifestazione si svolgerà alle ore 17,30 sul primo tratto dell’isola pedonale di Corso Mazzini, di fronte al Cinema Modernissimo. Parteciperanno i candidati, i segretari regionale e provinciale Ernesto Magorno e Luigi Guglielmelli, le parlamentari Enza Bruno Bossio e Stefania Covello. Concluderà il candidato a sindaco Carlo Guccione.

Il candidato Lucio Presta scombina i piani del centrosinistra

COSENZA – Alla fine qualche politico di professione lo ha imbarcato anche lui. Giampaolo Chiappetta preparerà una lista di candidati a sostegno della sua candidatura a sindaco. Ci sarà poi Luigi Formoso, ex consigliere comunale del Pd, e l’ex socialista e manciniano Fabio Vercillo. Ha svelato solo questi nomi Lucio Presta, incontrando la stampa, con tempismo perfetto, a poche ore dall’Assemblea provinciale del Pd che dovrà decidere in merito alle elezioni Primarie. Quattro per adesso le formazioni che comporranno la sua coalizione. Oltre al simbolo di Amo Cosenza e alla lista di Chiappetta, ci sarà un contrassegno intitolato Obiettivo Cosenza ed una formazione, Orgoglio Bruzio, interamente composta da candidati che vivono le periferie e le aree popolari della città. Proprio da questi quartieri è iniziata la campagna di ascolto di Presta. E di reclutamento. Sul tavolo, le problematiche sono quelle di sempre. Il traffico, la mancanza di un efficiente e puntuale servizio di trasporto urbano; il centro storico che cade a pezzi e che non viene adeguatamente valorizzato; la necessità di promuovere una cultura dell’accoglienza turistica; il sostegno alle tante giovani intelligenze che frequentano l’Università della Calabria e che potrebbero rappresentare, con il loro sapere,Lucio Presta 3 una risorsa per il territorio. Sull’ospedale Lucio Presta non ha dubbi: l’Annunziata è al collasso ed il personale che vi lavora è eroico. Serve costruire un presidio nuovo di zecca, ma non sulle ceneri del vecchio che nel frattempo, dovrà essere messo in condizione di erogare le giuste prestazioni sanitarie ai cosentini. Presta ha le idee chiare anche sulle questioni più strettamente politiche. Chi volesse convergere sul suo nome, Partito Democratico compreso, si può accomodare, ma sarà lui a dettare le condizioni. Alle Primarie non ha mai pensato di partecipare, anche perché i fatti hanno dimostrato che non sempre vi siano garanzie sul rispetto delle regole. E sulla caduta dell’amministrazione Occhiuto nessuno scandalo: la mozione di sfiducia è un atto democratico e la chiusura anticipata della consiliatura non produrrà contraccolpi sul giudizio maturato dai cosentini rispetto all’operato del sindaco uscente. Una presenza scomoda, quella di Lucio Presta, nel panorama politico nostrano. Ed un problema per Magorno. Renzi ha chiesto al segretario democrat calabrese di sposare la linea del civismo inaugurata da Sala a Milano e di convincere la coalizione di centrosinistra a sostenere il suo amico Presta in maniera unitaria, ma l’ex sindaco di Diamante deve fare i conti con le ambizioni nutrite da Enzo Paolini e da Marco Ambrogio. E con l’ostruzionismo di Guglielmelli che ha già annunciato ufficialmente lo svolgimento delle elezioni Primarie per il 6 marzo, senza che però, sia stata ancora avviata la macchina organizzativa. Lucio Presta incarna alla perfezione la figura del candidato a sindaco che potrebbe inaugurare il nuovo corso del Partito della Nazione. Sarebbe per Cosenza, l’elemento di congiunzione ideale di quella alleanza, ormai chiara, esistente tra la sinistra riformatrice e renziana ed il gruppo di moderati ispirati alle posizioni di Alfano e Verdini, consolidata a Roma dall’ingresso di Antonio Gentile nel Governo e che in Calabria ha già determinato lo scossone a palazzo dei Bruzi con l’uscita di Morrone da Forza Italia.

Cosenza, presunto malaffare a Palazzo dei Bruzi. Interrogazione del Pd. Immediata replica di Luciano Vigna

parlamentoCOSENZA – Sembra che… pare che… si dice che… Alla scuola di giornalismo insegnano ai cronisti di abbondare con i condizionali nel trattare alcune notizie di cui si è venuti a conoscenza ma che non godono ancora del crisma dell’ufficialità. Ma la professione parlamentare non è quella del giornalista, e quando si ipotizza il compimento di reati gravi contro la pubblica amministrazione, non è una interrogazione che bisognerebbe presentare, ma una denuncia alla Procura della Repubblica, magari anche corredata da qualche documento. Per adesso restiamo nel campo delle ipotesi, “aria fritta”, anzi “chiacchiere” tanto per restare in tema di Carnevale. Che poi sempre di fritto si tratta. Densa di condizionali è l’interrogazione parlamentare presentata dai deputati del Pd della provincia di Cosenza, Ernesto Magorno, Ferdinando Aiello, Enza Bruno Bossio e Stefania Covello. Destinatari sono i ministri dell’Interno, della Funzione pubblica e degli Affari Regionali. “Il malgoverno che in questi anni ha interessato la città di Cosenza e che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale – è scritto in una nota diffusa dai parlamentari – è stato caratterizzato da un esercizio diffuso e quotidiano dell’illegalità e del clientelismo. Pertanto chiediamo che venga fatta chiarezza sull’azione amministrativa di Palazzo dei Bruzi al fine di ripristinare la legalità, il principio di trasparenza e di buona amministrazione nel Comune di Cosenza”. Nell’interrogazione i parlamentari del Pd evidenziano che lo scioglimento del Consiglio comunale è la “risultante del fallimento politico-amministrativo della maggioranza consiliare, insediatasi in seguito alle elezioni amministrative svoltesi nel 2011. La pratica usuale dell’affidamento diretto – si evidenzia ancora nell’interrogazione – pare configurarsi come un vero e proprio artificio per aggirare l’obbligo della procedura concorsuale e favorire poche imprese fornitrici divenute beneficiarie dell’assegnazione di ingenti quote di risorse finanziarie pubbliche; in particolare, pare che alcune di queste imprese registrino tra i soci proprietari persone notoriamente vicine al Sindaco, parenti di qualche suo stretto collaboratore e di soggetti legati alla criminalità. Lo scenario ed il contesto di una preoccupante e pericolosa deriva di arbitrio è confermata anche dalle evidenze accertate dalla procura della Repubblica di Cosenza. E ingente la mole dei debiti fuori bilancio contratti durante questa consiliatura e sui quali il Collegio dei revisori dei conti ha formulato pesanti osservazioni perché conseguenti a pratiche amministrative effettuate in aperta violazione di legge”.

Immediata la replica del vicesindaco uscente Luciano Vigna: “Ho avuto modo di dare una veloce lettura all’interrogazione dei Parlamentari del PD sul Comune di Cosenza. Al di là dell’improvvisato copia incolla con cui è strutturato tutto l’atto nel quale si parla del bilancio comunale senza scrivere nemmeno un numero, mi fa sorridere l’accusa che ci viene rivolta sui debiti fuori bilancio”. Lo scrive l’assessore al bilancio uscente di Palazzo dei Bruzi sul proprio profilo facebook in risposta all’interrogazione parlamentare presentata dai deputati cosentini del Pd. Per la precisione, il totale dei debiti approvati nel corso di questa consiliatura è pari ad euro 5.249.211,68 di cui solo circa 65 mila euro sono riconducibili alla nostra Amministrazione. Nei cinque anni di governo del PD, nonostante i ripetuti solleciti che gli interessati rappresentavano a Sindaco e Assessori, questa mole debitoria veniva colpevolmente lasciata nascosta nei cassetti dei vari uffici comunali. Il risultato è stato l’ingente peso di oneri finanziari (circa 2 milioni di euro) maturati a causa di tale irresponsabile gestione della cosa pubblica. Forse riunendosi ed “auto-interrogandosi” avrebbero ottenuto più facilmente le risposte che cercano…” conclude Luciano Vigna.

Barbanti, a Cosenza logiche staliniste e naziste tra i Cinque Stelle

di SALVATORE BRUNO

 

COSENZA – Dialoga con Magorno perché l’interlocuzione con il governo regionale passa necessariamente dal Partito Democratico e sulle vicende amministrative di Cosenza annuncia un progetto comune con il senatore Molinari e l’Associazione Calabria Terra Libera. E sui travagli vissuti all’ombra di Palazzo dei Bruzi dal Movimento Cinque Stelle, lascia in cantina il fioretto, sferzando i suoi ex compagni a colpi di sciabola.

Sebastiano Barbanti, deputato cosentino, attualmente nel Gruppo Misto, sta lavorando sotto traccia, ma non troppo, per offrire il proprio contributo alla risoluzione delle tante emergenze che attanagliano la Calabria, mettendo sul tavolo questioni e soluzioni, sottoposte al segretario regionale del Pd. I due sono colleghi tra i banchi di Montecitorio. «Ma la Camera è chiusa dall’ultima decade di dicembre. In pratica erano più di venti giorni che non vedevo Magorno. Ho approfittato della nostra contemporanea presenza a Lamezia Terme per incontrarlo. Il motivo? Da tempo lavoro su temi che stanno a cuore a me ed ai cittadini della nostra regione. La sanità, la Sorical, la questione relativa alla Fondazione Terina. Si tratta di tematiche che riguardano il governo regionale. Il mio interlocutore dunque non può che essere Mario Oliverio ed il suo partito, ovvero i rappresentanti politici ed istituzionali deputati ad affrontare e risolvere le problematiche. Inutile attardarsi a denunciare quello che non va. La diagnosi non è sufficiente. Bisogna trovare le cure e proporle agli organismi che hanno il potere e gli strumenti per operare e cambiare le cose». Una sorta di collaborazione dall’esterno? «In realtà ritengo che le cose si cambiano da dentro, perché dall’esterno si possono esercitare soltanto pressioni limitate, destinate a rimanere lettera morta».

Questa collaborazione con il Pd potrebbe essere riproposta anche a Cosenza, in vista delle amministrative? «Su Cosenza, insieme al senatore Molinari e con l’Associazione Calabria Terra Libera, stiamo predisponendo una lista aperta al contributo dei cittadini. Non abbiamo preclusioni di carattere ideologico. Noi lavoriamo e lavoreremo sui temi, sui fatti concreti e sulla progettualità. Ovviamente i nostri candidati dovranno essere persone specchiate. Quindi la nostra lista sarà off limits per condannati e persone con carichi pendenti». Presenterete un vostro candidato a sindaco? «E’ un aspetto che valuteremo in seguito. I tempi non sono ancora maturi. In questa fase siamo impegnati a chiudere la lista dei candidati al consiglio comunale. Potremo avere un candidato sindaco di Calabria Terra Libera oppure entrare a far parte di uno schieramento più ampio. Sotto questo aspetto la palla adesso è nel campo dei partiti tradizionali. Noi non siamo per alzare steccati ideologici ed anacronistici che non portano a nulla se non ad essere destinati a rimanere ai margini della vita amministrativa. Se dovessero chiederci di sostenere un candidato a sindaco a noi gradito e con le carte in regola, saremo della partita». Da osservatore esterno il deputato Barbanti commenta anche la polemica tra il sindaco Occhiuto ed il senatore Morra, sul caso luminarie e sul famigerato servizio del Tg1. «Per la verità non ho seguito la vicenda, se non in maniera superficiale. E però Occhiuto non è abituato a parlare a vanvera. Se si è esposto in maniera così netta, qualcosa sotto ci sarà. Peraltro gli elementi ci sono tutti, visto che il presidente della Commissione di vigilanza Rai è un rappresentante del Movimento Cinque Stelle. Su questo mi consenta un inciso: non ho visto né sentito dichiarazioni da parte grillina sul caos generato dalla trasmissione di Capodanno. Se a presiedere la vigilanza Rai ci fosse stato l’esponente di un altro partito, sono certo che avrebbero sollevato un polverone, chiedendone le dimissioni». La sensazione è che il divorzio dal Movimento è stato tutt’altro che indolore. Peraltro anche a Cosenza i Cinque Stelle stanno vivendo un periodo non semplice. Il caso di Mario Corbelli ne è un esempio. «Corbelli da persona intelligente, ha capito la logica stalinista, anzi nazista che vige all’interno del Movimento Cinque Stelle a Cosenza, esercitata da esponenti che non esitano a mettere sul patibolo una persona che ha avuto la sola colpa di mettere in discussione una regola che potrebbe anche essere anche cambiata. Sa cosa penso? Che con questi chiari di luna, chissà se riusciranno a mettere insieme il numero minino di candidati per formare una lista».