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Rubano in un negozio, denunciati per furto e ricettazione

COSENZA – Due giovani, un uomo e una donna di nazionalità egiziana di 19 e 20 anni, sono stati bloccati dagli agenti della squadra volante della Questura di Cosenza e denunciati per tentato furto e ricettazione. Gli uomini della Polizia di Stato sono intervenuti presso l’Oviesse di Corso Mazzini dopo che il direttore dell’attività commerciale aveva allertato gli operatori del 113, dopo aver notato i due giovani aggirarsi tra gli scaffali con fare sospetto. Giunti sul posto gli agenti accertavano che i due egiziani avevano occultato in una borsa svariati capi di abbigliamento per un valore di circa 200 euro, in parte proveniente da altri negozi. Sulla base degli elementi raccolti i due venivano accompagnati presso gli uffici della Questura di Cosenza e denunciati per tentato furto e ricettazione.

Scoperti con 2.800 euro in banconote false. Due denunce

POTENZA – La Polizia Stradale ha sequestrato ben 2.800 euro in banconote false, durante un controllo svolto nei pressi dello svincolo di Lagonegro Sud, sul tratto lucano della Salerno-Reggio Calabria. Il denaro, 62 banconote in tagli da 50 e 10 euro, sono stati rinvenuti su di un’auto con a bordo un 57enne residente nella provincia di Cosenza e una donna di 41 anni, residente anch’essa in Calabria ma di nazionalità ucraina. Nel corso della perquisione sulla vettura, gli agenti hanno ritrovato il denaro nascosto in sette buste infilate sotto la moquette del sedile posteriore. I due fermati sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per possesso di banconote false.

 

Le sviste sulla rivista turistica calabrese denunciate da Selvaggia Lucarelli

MILANO (MI) Selvaggia Lucarelli, all’interno della sua pagina Facebook, dopo aver visionato la rivista promozionale di Ryanair, nella parte riguardante la nostra regione, ha deciso di denunciare la campagna che poco valorizza la Calabria e le sue bellezze. Di seguito il post caricato dalla nota blogger capace di raccogliere un largo consenso nel giro di poche ore.

“Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Calabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose. Non so chi sia il grafico/pubblicitario/copy che s’è occupato di questa pagina ma immagino sia un bambino di otto anni o un alcolista o il nipote del cugino del fratello di un qualche assessore del turismo calabrese ma ditemi voi se è possibile che: A) il titolo sia un mesto arial bianco che si vede malissimo e non è manco centrato. B) velo pietoso sui puntini di sospensione in un titolo (con la minuscola dopo). C) nella scritta in fondo “sistema aeroportuale” sia scritto “sistema aeroportualeR”.  Peracottari tutti. Chi ha incaricato dei peracottari, chi non ha visto gli errori dei peracottari e chi paga dei peracottari per lavorare con tutti i grafici/pubblicitari/copy bravi che fanno la fame.
L’altro Paradiso non è la Calabria. E’ il posto in cui per questa mediocrità non c’è spazio. (la Calabria è una regione bellissima, merita di più. Ribellatevi amici calabresi.)”


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Tagliano 376 piante di leccio, due persone denunciate

ORSOMARcorpo foresta legna taglio abusivoSO (CS) – Due persone sono state denunciate in stato di libertà dal personale in servizio al Comando di Campotenese del Corpo forestale con l’accusa di danneggiamento e furto. I provvedimenti scaturiscono da controlli effettuati in contrada Aamarotonda di Orsomarso, nell’area ricadente nel Parco del Pollino, durante i quali è stato scoperto che i due si sarebbero resi responsabili del taglio di 376 piante di leccio in un terreno di proprietà del Comune. Il legname ricavato dal taglio delle piante, per un totale di duecento quintali, che è stato sequestrato, è stato trovato ammassato, pronto per essere trafugato e venduto.

Cosenza, non mandano i figli a scuola. Denunciati otto genitori

COSENZA – I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno denunciato alla Procura della Repubblica otto genitori, sei dei quali di nazionalità romena, con l’accusa di inosservanza dell’obbligo scolastico nei confronti dei figli minori. I controlli e le verifiche eseguite dai militari a partire dal mese di settembre dello scorso anno in alcuni istituti scolastici del capoluogo hanno appurato che alcuni giovani di età compresa tra i 12 e 16 anni, regolarmente iscritti ad un istituto scolastico cittadino, non frequentavano le lezioni senza fornire alcuna giustificazione. I carabinieri hanno riferito che dalle indagini è emerso che i genitori si disinteressavano completamente degli obblighi scolastici dei figli nonostante le numerose sollecitazioni da parte della Direzione didattica.

“La Cittadella regionale? Una Cattedrale nel deserto”. La denuncia della CISAL

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Catanzaro ( Cz) – «La Cittadella regionale? Tutto fumo e niente arrosto! Anzi, a guardare bene di “arrosto” è pieno. Basta recarsi agli ingressi della Cittadella dalle ore 13 alle 14 per vederla trasformata in un immenso catering all’aperto». Lo dichiara la CISAL (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori), denunciando tutte le situazioni critiche di una sede faraonica sì, ma «ancora lontana dal conseguimento dei diritti e dei servizi dei dipendenti e dei visitatori», spiega.

UN CATERING AL POSTO DELLA MENSA. «Manca una mensa! Centosessanta milioni di euro non sono bastati – commenta la CISAL – per fornire ai dipendenti un servizio mensa. I pasti vengono serviti dal bagagliaio delle auto che intorno all’ora di pranzo occupano gli ingressi della sede. A parte le attenzioni sull’igiene e sulla sanità – che in questa situazione lasciano molto a desiderare anche in considerazione di un olezzo davvero imbarazzante oltre che inquietante: verosimilmente quello degli scarichi fognari – i dipendenti sono costretti a rinunciare anche alla convivialità in un ambiente decoroso».

MANCANZA DI UN BAR. Mensa, ma non solo. Manca anche il bar. «Si spendono sette mila euro per il precetto pasquale – aggiunge la CISAL – però il governatore Oliverio, evidentemente, non pensa che ai fini della produzione lavorativa un caffè, opportunamente servito e non con i tristi distributori automatici, sia importante per favorire l’attenzione intellettuale. E non solo quella spirituale dei dipendenti… In questi giorni abbiamo appreso che alcune sigle sindacali si stanno prendendo addirittura il merito di “aver impresso una forte accelerazione all’approvazione di un bando di gara per la concessione del servizio di bar-ristorazione veloce e ristorante…” il merito, certamente, non è attribuibile a questi ultimi».

ASSENZA DELLE PIÙ ELEMENTARI DISPOSIZIONI SANITARIE. La CISAL non si ferma qui, passa al setaccio tutte le discrepanze di una struttura che fa acqua da tutte le parti. E la sicurezza sanitaria non fa eccezione. «All’interno lavorano circa 1.700 dipendenti e a questi bisogna aggiungere tutti i cittadini che vi si recano ogni giorno per richieste e documentazioni. Ebbene, nei diversi piani manca un minimo di assistenza sanitaria immediata, le cassette di pronto soccorso e un defibrillatore per i casi più urgenti. Una mancanza piuttosto grave che, ci auguriamo, la Giunta, dall’alto della sua postazione, possa prendere presto in considerazione».

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L’ANARCHIA DEI PARCHEGGI. La Cittadella, come una piccola grande città. Ma anche meno, molto meno. Nell’area dei parcheggi sosta, invece, «l’anarchia più incontrollata».  «Nelle città “normali” vige il codice della strada. Vi sono le strisce blu per i residenti e le strisce bianche per tutti. Ma mai ci è capitato di verificare parcheggi riservati a dirigenti, a politici e, infine, parcheggi riservati agli altri che svolgono un’altra attività. E non è solo questo. Qui fa da sovrana l’anarchia più incontrollata. Allora, abbiamo il grande parcheggio davanti alla struttura per i dipendenti e per i visitatori; il parcheggio per i dirigenti che, non mi capacito come sia occupato sistematicamente anche dai soliti amici degli amici; e, infine, il parcheggio “politico”, per il presidente e il suo entourage comodamente a due passi dagli ascensori interni. Si tratta di una situazione davvero al limite della legalità. Ma non solo. Ci sono dei dipendenti che talvolta finiscono di lavorare tardi, tra cui molte donne, e sono costretti a farsi anche un chilometro al buio pur di raggiungere la propria automobile che, certe volte, per mancanza di spazio, viene parcheggiata lontano dall’asfalto, nella terra battuta. Non è possibile che nel 2016 si verifichino situazioni di questo tipo – tuona la CISAL – E non è tutto. Mancano una copertura fino all’ingresso per proteggere le persone dalla pioggia e le pensiline per gli autobus e i pullman. Un tempo, prima della creazione del posto di vigilanza, quasi un avamposto militare davanti alla Cittadella, i pullman di linea riuscivano a fare manovra, far scendere le persone e tornare indietro. Oggi assistiamo alle “fermate improvvisate” senza un minimo di criterio. Spesso viene utilizzata, come fermata, finanche la rotatoria della provinciale con grande rischio e grave pregiudizio per gli utenti. A proposito segnaliamo i molti dipendenti che hanno subito incidenti con riconoscimento da parte dell’Inail di infortuni accorsi sul luogo di lavoro oppure mentre vi si recavano. L’articolo 3 della nostra Costituzione, evidentemente, – ammonisce sempre la CISAL – vale per tutto il territorio italiano tranne che per la Casa dei Calabresi!».

PULIZIA FATTA ALL’ACQUA DI ROSE. Fin qui la carenze dei servizi infrastrutturali posti all’esterno. Ma le défaillance si trovano anche all’interno. «Il servizio di pulizia è carente. Non si sa se per mancanza di personale. Sta di fatto che la polvere la fa da padrone in tutti gli ambienti. Così come mancano i cestini igienici nei bagni, soprattutto delle donne».

L’UFFICIO DEL PROTOCOLLO COME UN TOPOLINO DALLA MONTAGNA. L’ufficio più importante che mette in comunicazione la Cittadella amministrativa con tutti i calabresi: il Protocollo. «La montagna ha partorito il topolino! Si tratta di una stanza di ridicole dimensioni rispetto alle esigenze per  dipendenti e cittadini, costretti a sgomitare per farsi spazio. Invitiamo, pertanto, i vertici della Regione a fare un sopralluogo per verificare di persona quanto stiamo riportando perché prendano provvedimenti immediati. Trattasi di una situazione davvero paradossale se pensiamo alle dimensioni della Reggia di Caserta calabrese, in cui, rammentiamo, manca addirittura un archivio cartaceo per le attività amministrative che chiude, anzi apre, una voragine sulla reale utilità di una cattedrale nel deserto».

ASSENZA DI SPAZI PER L’INFORMAZIONE SINDACALE. «Hanno dimenticato anche gli spazi per le bacheche sindacali. E, nonostante, siano stati individuati i locali per le attività sindacali, ancora non sono stati resi operativi. Forse, sempre per l’articolo 3, la nostra Regione non gradisce che vengano evidenziate anomalie ed irregolarità per migliore i servizi», chiosa la CISAL.

INAUGURAZIONE DI MATTARELLA E DINTORNI. A questo punto, la domanda nasce spontanea: «Considerata l’assenza di tutti i servizi di cui dovrebbe usufruire la Cittadella Regionale (e aggiungiamo anche altri previsti sulla carta: un istituto bancario, l’ufficio postale, il museo e l’asilo nido), non sarebbe stato opportuno trasferire dapprima i servizi “utili” per il lavoratore e poi i lavoratori? Forse che sì. Ma così facendo Mattarella non avrebbe fatto in tempo ad inaugurare la casa dei calabresi. E forse neanche il suo successore al Quirinale», chiude sardonica la CISAL.

 

Le foto che corredano l’articolo sono state inviate unitamente al comunicato stampa della CISAL, pubblicato integralmente. 

Bigliettino falsi per scavalcare fila alla posta

BAGNARA CALABRA (RC) – I carabinieri a Bagnara Calabra hanno denunciato un uomo di 49 anni per aver turbato il regolare svolgimento di un servizio pubblico mediante l’organizzazione di un autonomo sistema di assegnazione turni, parallelo a quello ufficialmente previsto dall’Ufficio postale.
L’uomo distribuiva dei bigliettini numerati manoscritti ed organizzava una fila parallela a quella che si formava attraverso il ticket autentico emesso dal sistema automatico dell’ufficio postale. Per ogni bigliettino l’uomo incassava un euro. Il sistema escogitato dalla persona denunciata andava avanti da diverso tempo ed aveva creato innumerevoli disagi agli utenti che si recavano nell’ufficio.

L’ufficio postale è completamento estraneo alla vicenda.

Sportello Anti Violenza, a Terranova da Sibari in aumento le donne che hanno il coraggio di denunciare

 

 

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Terranova Da Sibari (CS) – Giorni fà, attraverso lo Sportello Anti Violenza “Ascolto Donna”a Terranova da Sibari ,due giovani donne del comprensorio hanno trovato il coraggio di denunciare i maltrattamenti subiti dal coniuge.Violenza perpetrata contro le donne basata sul genere, ed è ritenuta una violazione dei diritti umani. Inoltre le scuole del territorio hanno chiesto consulenza sul bullismo, diffusa in alcuni adolescenti ,una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale di natura sia fisica che psicologica.Oltre ai maltrattamenti verso le donne c’è  stata un’ affluenza maschile per Stalkinge violenza psicologica dalle ex mogli. Lo sportello” Ascolto Donna” è stato attivato l’11 dicembre 2015 e inaugurato dalla criminologa Roberta Bruzzone in collaborazione tra il comune di Terranova da Sibari . Tesi sposata sin da subito dal sindaco Luigi Lirangi e dall’ASP di Cosenza, dal centro anti violenza responsabile dott.ssa Patrizia Nicotera psichiatra Forense, il quale sostiene le vittime con le visite mediche e vari colloqui, mentre la dott.ssa Rosita De Pasquale ,di Spezzano Albanese,esperta in psicologia investigativa e scienze criminali, si occupata di primo intervento oltre ad essere la responsabile dello sportello di Terranova da Sibari. Lo sportello ha sin da subito visto i numeri degli utenti, beneficiato dalla sensibilità del sostegno anti -bullismo nelle scuole del comprensorio e della sensibilità della cittadinanza in primis femminile successivamente maschile. La fase di età che risulta più interessata dalla violenza in genere, sulla base di solo richieste riguarda le donne di età tra i 30 e i 45 anni. Attraverso lo sportello anti -violenza attivo 24/24 ore , si hanno consulenze gratuite tramite l’associazione, archè avvocati, psicologi, psichiatri servizio a domicilio e casa famiglia, tutto a supporto del percorso di accoglienza donna homo. Lo sportello comprende: Spezzano Albanese, Terranova Da Sibari, San Lorenzo Del Vallo e Tarsia. L’intenzionalità di questo Sportello serve per aiutare questo forme di pugnace che un adolescente compie ,oppure il sopruso che si ha contro la donna. Il bullo agisce deliberatamente con l’intenzione di offendere, danneggiare o far del male ad un’altra persona;la durata nel tempo: sebbene anche un singolo comportamento possa essere considerato una forma di bullismo, di solito si tratta di atti ripetuti nel tempo e con una certa frequenza;la disuguaglianza tra bullo e vittima: il bullo è quasi sempre più forte della media dei suoi coetanei, al contrario, la vittima è più debole dei suoi pari; il bullo di solito è più grande di età rispetto alla vittima; il bullo quasi sempre è maschio mentre la vittima può essere indifferentemente maschio o femmina. “Ciò significa che esiste una disuguaglianza di forza e di potere, per cui uno dei due sempre prevarica e l’altro sempre subisce, senza riuscire a difendersi. Il fenomeno del bullismo: conoscerlo e prevenirlo. La Violenza Maschile contro la donna è una esperienza traumatica che può capitare nella vita di qualsiasi donna. E’ un fenomeno paradossalmente “democratico” che non conosce confini geografici ed accomuna donne di tutto il mondo senza differenze di età, religione, etnia e condizioni socio economiche. Dagli aborti selettivi per evitare la nascita di bambine, ai matrimoni forzati o combinati, alle mutilazioni genitali femminili, agli stupri di guerra sino alla violenza nelle relazione intime con un uomo: violenze che colpiscono donne in differenti momenti della vita ma che si basano sull’idea, tipica di una società patriarcale, della donna in una posizione subalterna a quella dell’uomo. Lo sportello” Ascolto Donna come sappiamo, è attiva con l’obiettivo di fungere da servizio a bassa soglia con personale appositamente formato in grado di accogliere le richieste di aiuto di donne/bambini, in situazione di disagio e/o vittime di violenza di genere e di orientarle verso i servizi appositi.

Anna Maria Schifino

Proseguono le denunce del Cfs per tagli d’alberi abusivi

COSENZA – Prosegue l’attività intensa di sorveglianza nell’area protetta calabro-lucana da parte del Corpo Forestale dello Stato, con una serie di fermi e denunce alle autorità giudiziarie competenti. Almeno quattro le persone fermate per taglio abusivo di alberi che, indiscriminato nei boschi demaniali, non solo aumenta il rischio idrogeologico ma sottrae un importante bene ambientale ai Parchi Nazionali. Questa volta, il Comando Stazione Forestale di Civita, nel comune di San Lorenzo Bellizzi, dopo  un’indagine per il taglio abusivo di venti piante in un bosco di pregio in località Piano Leccese – Zona 1 del Parco Nazionale del Pollino ha deferito un uomo alla competente Autorità Giudiziaria. Lo stesso è accaduto in località “Paciuri” di Malvito, dove il Reparto di Sant’Agata d’Esaro ha sorpreso due uomini, uno del luogo e l’altro di San Sosti, a tagliare piante con la motosega privi di licenza. Sul versante idrografico tirrenico si perpetrano ulteriori tentativi di furto nei boschi comunali, come appurato dal Comando Stazione di Grisolia durante l’espletamento del servizio in località “Serra Milarra” presso Maierà. Il responsabile, colto in flagrante, è statao immediatamente bloccato. Questi, un pensionato di Buonvicino, è stato segnalato all’Autorità Giudizia per furto aggravato e danneggiamento.

Ventisette piante di ulivo decapitate nel suo terreno. Si teme atto intimidatorio contro imprenditore

Filandari ( VV) Ventisette piantine di ulivo sono state tagliate in un terreno di proprietà dell’imprenditore agricolo Francesco Lopreiato, di 43 anni, di San Gregorio d’Ippona. Francesco Lopreiato è figlio dell’avvocato Rosario Lopreiato, vittima di un agguato compiuto il 23 giugno del 2010 a Sant’Angelo di Gerocarne dal quale riuscì a salvarsi nonostante fu raggiunto più volte dai colpi di pistola all’addome. A scoprire le piante tagliate è stato lo stesso imprenditore agricolo, che ha presentato denuncia ai carabinieri. I danni ammontano a circa tremila euro.