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Sequestrati 2 quintali di botti illegali nel Cosentino, denunce

COSENZA – La Compagnia di Rossano e la Tenenza di Corigliano Calabro della Guardia di Finanza hanno sequestrato, ad Acri ed a Corigliano Calabro-Rossano, due quintali di materiale pirotecnico detenuto abusivamente.

Contestualmente i finanzieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari anche due cittadini italiani che erano in possesso dei “botti” sequestrati.

Nello specifico, tramite attività di intelligence e di controllo economico del territorio, sono stati individuati, all’interno della zona industriale di Rossano e del centro abitato di Acri, due magazzini dopo che, nei pressi dei locali, erano state rilevate anomali movimenti di persone e di mezzi. Le successive perquisizioni, effettuate nei due magazzini alla presenza dei proprietari, hanno consentito di trovare, in entrambi i casi, numerosi scatoloni ammassati contenenti il materiale pirico, che é stato sequestrato.

Complessivamente, i “botti” detenuti dai due denunciati erano 10.906, tra “batterie” e grossi petardi.

Truffa dello specchietto, due denunce

COSENZA – Ieri pomeriggio la Polizia di Stato di Cosenza ha denunciato G. S., di anni 53, e F. F. di anni 33, per truffa.

In particolare i due, con a carico numerosi precedenti di polizia, poco prima avevano messo in atto la cosiddetta “truffa dello specchietto”, nel quartiere Donnici, ai danni di un ignaro cittadino che si trovava alla guida della propria autovettura.

Dopo aver attuato le truffa i due si erano allontanati da Donnici verso Cosenza; all’altezza del Ponte Mancini venivano intercettati da una pattuglia in servizio di controllo straordinario del territorio. Alla vista della pattuglia, il conducente dell’autoveicolo cercava di eludere il controllo imboccando improvvisamente una stradina, ma veniva immediatamente bloccato e sottoposto ai controlli del caso.

Al momento del controllo gli agenti si sono resi conto che l’autovettura dei due fermati presentava lo specchietto retrovisore esterno sinistro rotto, pertanto i due sono stati accompagnati presso gli uffici competenti per ulteriori verifiche.

Nel frattempo la vittima del raggiro, sopraggiunta in Questura, ha immediatamente riconosciuto uno dei due fermati come autore della truffa.

 

Due persone denunciate per evasione

RENDE (CS) – I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rende Hanno deferito in stato di libertà, per il reato di evasione due persone, un 27enne cosentino e una 41enne di nazionalità russa, entrambi residenti a Rende.
I militari operanti accertavano che i due, già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, al momento del controllo erano al di fuori delle rispettive abitazioni, violando gli obblighi cui sottoposti.

Denunciate due persone per guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti

ROSSANO (CS) – Nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione dei reati in genere, nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato, ha denunciato in stato di libertà B.N. di anni 47 e A.A., di anni 28, rispettivamente per guida in stato di ebbrezza alcoolica e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

In particolare nel pomeriggio del 12 febbraio u.sc. personale delle Volanti in servizio a Rossano interveniva in una Via del quel Centro a eseguito di  segnalazione di un incidente stradale, nel quale erano rimasti coinvolti una vettura ed un motociclo. Al termine dei primi accertamenti di rito, i conducenti dei due mezzi venivano accompagnati presso il locale nosocomio. Dopo le prime cure, risultava che il conducente del motociclo aveva superato oltre il limite massimo consentito di sostanze alcoliche.

Da analisi di laboratorio l’altro conducente risultava invece positivo al test “cannabinoidi urinari”. Inoltre li agenti hanno accertato che entrambi i mezzi erano privi di copertura assicurativa per cui sono stati denunciati entrambi i soggetti per le violazioni commesse.

Protestano per il diritto alla mobilità e vengono denunciati. Solidarietà USB

Riceviamo e pubblichiamo comunicato USB Calabria:

La denuncia di interruzione di pubblico servizio per 14 attivisti del movimento a difesa della mobilità nell’area  jonica  cosentina ad opera di Trenitalia, convocati a giudizio per il 9 di luglio, rappresenta l’ennesima inconfutabile prova  di come in questo paese sia orami stata sospesa la democrazia e il diritto.

Opporsi alla continua e pressante aggressione al diritto alla mobilità, posto in essere dalla Regione Calabria con la complicità di Trenitalia, significa rischiare una condanna per attentato all’ordine costituito; ed è quello che potrebbe accadere ai 14 attivisti qualora il Giudice accogliesse le tesi di Trenitalia.

Vogliamo ricordare che in quella manifestazione, condivisa alche dalla scrivente Organizzazione sindacale che ha dato pieno appoggio alla civile azione di protesta a sostegno del diritto alla mobilità, oltre ai 14 attivisti che dovranno rispondere di interruzione di pubblico servizio, erano presenti rappresentanti delle istituzioni territoriali, cittadini, associazioni di pendolari, studenti e famiglie che, simbolicamente, hanno rallentato la marcia dell’unico treno ancora rimasto allo scopo di rivendicare, per tutto il territorio, il pieno diritto alla mobilità.

Un’azione simbolica e pacifica, giusto per richiamare l’attenzione sull’emarginazione del territorio e per protestare, democraticamente, contro i tagli  ai treni imposti dalla politica nazionale e locale e dalle assurde regole del mercato che li costringe, di fatto, a rinunciare a questo importante diritto costituzionale.

Un vero e proprio scippo perpetrato ai loro danni dalle scelte scellerate da parte della intera classe  politica calabrese, di destra e di sinistra, che hanno completamente emarginato un’importante area a forte vocazione agricola, industriale e turistica dal resto della regione e dai corridoi nazionali.

Un pezzo del territorio assolutamente fondamentale nell’economia della regione e dell’intera nazione,che resta abbandonato e senza possibilità alcuna di poter sviluppare per l’assenza di un sistema di trasporti e mobilità adeguato.

Un territorio consapevole delle importanti potenzialità presenti che, non trovando risposte nella attuale classe dirigente regionale,  si autodetermina e, con le armi della protesta pacifica e democratica, ha cercato di dare visibilità ad un  problema sociale.

Abbiamo avuto, nel corso degli anni, istituzioni, che dovrebbero rispondere solo al popolo sovrano, che si sono invece accaniti contro lo stesso popolo.

Contro cittadini che difendono i diritti dei migranti, il diritto alla casa, il diritto al lavoro, il diritto di cittadinanza e il diritto alla libertà di opinione, cosa quest’ultima ancora non liberamente fruibile in Calabria, alle quali la magistratura pare dedicare fin troppo tempo.

Istituzioni e classi dirigenti il cui scopo primario è stato ed è quello di mantenere il popolo calabrese in una condizione di estremo disagio e senza diritti. Non cittadini liberi ma solo semplici sudditi. Questa la loro concezione di società a volte, sostenuta da chi tenta di far rispettare le loro leggi e non quella del popolo.

Ci aspettavamo che la magistratura archiviasse la questione, vista la natura della protesta e visto che nella vicenda erano coinvolti persone diverse, ma tutte unite per il raggiungimento di un obiettivo comune e cioè la difesa del diritto alla mobilità e per pretendere, legittimamente, dalla Regione, dal governo nazionale un servizio degno di questo nome.

Purtroppo così non è stato.

Noi aspetteremo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, anche se crediamo che anziché su chi protesta per difende i diritti costituzionali e di cittadinanza, le attenzioni dovrebbero essere rivolte verso la classe dirigente di questa regione che, in più occasioni, ha già dato ampia prova di sé quali esempi negativi.

Siamo sicuri che tutto si risolverà con l’assoluzione degli attivisti ai quali esprimiamo, con convinzione, la nostra solidarietà e vicinanza, consapevoli che la difesa dei diritti universali non può prescindere dal conflitto e non può essere fermata dagli interessi del mercato e delle politiche neoliberiste.

Federazione Regionale USB Calabria

Infastiditi uccidono un cane, denunciati

SERRA SAN BRUNO (VV)- Tre persone, due coniugi e il loro figlio, infastiditi dalla presenza di un cane randagio gli hanno sparato uccidendolo. Sono stati denunciati dai carabinieri per uccisione di animale e omessa custodia di armi e munizioni. Il cane meticcio, da tutti ritenuto mite e pacifico, è stato trovato agonizzante dai carabinieri che sono risaliti alla coppia. I due hanno ammesso di avere sparato con un fucile regolarmente detenuto.

Nove Denunciati per Evasione Fiscale da 22 Milioni di Euro

REGGIO CALABRIA – La guardia di finanza di Locri ha scoperto un’associazione a delinquere finalizzata ad un’evasione fiscale da 22 milioni di euro, potando alla denuncia 9 persone per le quali la Procura ha emesso l’avviso di conclusione indagini.

Si tratta di  5 rappresentanti di società e di 3 titolari di ditte che hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per evadere Iva e Irap con la complicità del depositario delle scritture contabili.

Sono stati sequestrati beni per 293.000 euro.