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12 immobili tra ville, appartamenti e attici sequestrati al detenuto Domenico Passalacqua

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Immagine di repertorio

Beni per un valore di cinque milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia di Reggio Calabria ad un imprenditore, attualmente detenuto, Domenico Passalacqua, di 64 anni, ritenuto un esponente della cosca Buda-Imerti della ‘ndrangheta. Il sequestro è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale reggino su richiesta del Procuratore della Repubblica. Tra i beni sequestrati 12 immobili tra ville, appartamenti e attici ed un’imbarcazione da diporto.
   

Confiscati beni a collaboratore di giustizia

REGGIO CALABRIA – La Dia di Reggio Calabria ha sequestrato e confiscato beni personali e societari, per 1,5 milioni di euro, al collaboratore di giustizia Antonino Fiume, di 50 anni, condannato in via definitiva per associazione mafiosa, omicidio, favoreggiamento personale e violazione della legge sulle armi. Fiume era ritenuto affiliato alla cosca De Stefano di Reggio, sino a quando, nel 2003, non ha iniziato a collaborare con la giustizia, venendo ammesso allo speciale programma di protezione.

Scajola e il lungo lavoro dei magistrati calabresi

Come riporta l’Ansa in base a fonti investigative,  si prospetterebbe molto lungo e delicato, il lavoro di verifica e di accertamento sulla carte sequestrate a Claudio Scajola, l’ex ministro arrestato insieme ad altre sette persone per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena. Saranno personalmente i magistrati della Dda di Reggio Calabria a visionare la mole impressionante di documenti che sono contenuti in oltre cento faldoni e che sono custoditi nel centro Dia di Genova.

Scajola, interrogatorio al Regina Coeli

Risale alle ore 16:30 l’interrogatorio all’ex ministro Claudio Scajola nel carcere di Regina Coeli. L’arresto è avvenuto ieri su ordine della magistratura di Reggio Calabria per aver favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. L’interrogatorio di garanzia di Scajola sarà condotto dal Gip del Tribunale di Roma.

Da quanto si apprende dalle ultime indiscrezioni ha passato una notte tranquilla all’interno del carcere; ha dormito, mangiato e ha visto il suo avvocato.

L’ex ministro è attualmente detenuto nella quinta sezione, nella quale ci sono altre 40 persone a cui è applicata la cosiddetta vigilanza dinamica: le porte delle celle durante il giorno sono aperte e il controllo da parte degli agenti non è costante. I detenuti ristretti in queste sezioni sono ritenuti a bassa pericolosità.

Lo spostiamo in “un posto più sicuro e molto migliore, ma più vicino anche”. E’ questa una delle frasi pronunciate dell’ex ministro Claudio Scajola in una conversazione telefonica con Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena. La telefonata risale al 12 dicembre del 2013 alle ore 12.12. Nella conversazione, sostiene il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, emerge che “alcuni soggetti si stanno attivando per spostare Matacena da Dubai verso altro Stato”.

”Non ho fatto nulla e voglio chiarire la mia situazione. Per questo torno spontaneamente in Italia per mettermi a disposizione della giustizia”. Lo ha detto al telefono all’Ansa Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena. ”Ho appreso la notizia – ha aggiunto – dalla stampa, e non conosco il provvedimento, ma non voglio assolutamente sottrarmi alla giustizia. Ho il cuore spezzato, anche perché ho la responsabilità dei miei figli, che amo con tutto il cuore. Mi spiace per loro. Tutto questo è ingiusto e spero di chiarire”. Chiara Rizzo è difesa dagli avvocati Candido Bonaventura, del Foro di Messina, e Carlo Biondi, del Foro di Genova.

“Sconcertato e sconvolto”: così è apparso l’ex ministro Claudio Scajola agli uomini della Dia che l’hanno arrestato all’alba in un albergo della capitale in via Veneto. Scajola ha detto di non aspettarsi il provvedimento e ha chiesto di conoscerne le motivazioni.