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‘Ndrangheta, sequestro di beni per 142 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – La Dia di Reggio Calabria, sotto le direttive della Dda, ha eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di 142 milioni di euro nei confronti di un imprenditore, Pietro Siclari, di 69 anni, accusato di avere intrattenuto rapporti con alcune cosche della ‘ndrangheta. Siclari, attivo nei settori edilizio, immobiliare ed alberghiero, fu arrestato nel novembre del 2010 sempre dalla Dia e condannato ad otto anni. Già nel maggio del 2015 i beni dell’imprenditore erano stati confiscati, ma alla fine del 2016 la Corte d’appello di Reggio ne aveva disposto il dissequestro. Successivamente la Dia ha condotto ulteriori accertamenti che hanno consentito alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di emettere un nuovo provvedimento di sequestro nei confronti di Siclari. Oggetto del sequestro sono 87 immobili, tra appartamenti, ville, locali commerciali e terreni, e numerosi rapporti finanziari tra cui conti correnti, fondi comuni d’investimento e depositi titoli.

Colpo ai clan del narcotraffico, 68 gli arresti

CATANZARO – Nuovo filone investigativo nell’ambito dell’operazione “Stammer” che lo scorso 24 gennaio ha portato all’emissione di 54 provvedimenti di fermo con l’accusa, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravate dalle modalità mafiose. Il giudice per le indagini preliminari ha, infatti, emesso nuovi provvedimenti cautelari a carico di 68 persone, accogliendo la richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. La precedente operazione aveva portato al sequestro di otto mila chilogrammi di cocaina, confermando i legami tra le cosche della ‘ndrangheta del vibonese e i “cartelli sudamericani”. Le indagini, in particolare, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, composta da diversi sodalizi criminali, riconducibili alla ‘ndrina Fiarè di San Gregorio d’Ippona, nel Vibonese, alla ‘ndrina Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto, ed al gruppo egemone sulla contigua San Calogero, organizzazioni satellite rispetto alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi, con la sostanziale partecipazione delle più note ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro, nel reggino, e della provincia di Crotone. Alla base dei nuovi provvedimenti cautelari ci sarebbero le dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia che avrebbe fornito ulteriori elementi sull’imponente traffico di droga e sui ruoli all’interno dell’organizzazione. Le nuove ordinanze sono state eseguite in Calabria, Sicilia, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto.

Catanzaro, maxi sequestro di beni a imprenditori lametini ritenuti organici alla cosca Giampà

CATANZARO – Beni per oltre due milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Catanzaro, con il coordinamento della Procura distrettuale, a due imprenditori di Lamezia Terme Davide Orlando e Roberto Piacente ritenuti organici alla cosca Giampà. Il provvedimento, emesso dalla Corte d’Appello di Catanzaro, è divenuto definitivo dopo la pronuncia della Cassazione. A Orlando e Piacente a cui sono state confiscate quote sociali e l’intero compendio di due aziende di calcestruzzo, beni immobili, mobili registrati e mezzi industriali. I due erano  stati arrestati e condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’ operazione denominata “Piana”. L’iter giudiziario è iniziato nel maggio del 2013 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di quattro soggetti, tra cui i due imprenditori. In particolare è emerso gli Orlando e Piacente riuscivano ad ottenere l’assegnazione di consistenti appalti, scavalcando la concorrenza.

La Dia confisca beni per oltre 800mila euro a imprenditore

GIOIA TAURO – Confiscati beni e attività per oltre 800mila euro a un imprenditore della piana di Gioia Tauro. La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad un decreto di confisca beni nei confronti di Gianluca Ciro Domenico Favara, 49enne imprenditore, nativo di Milano, ritenuto contiguo alle cosche ‘ndranghetiste di Rosarno e di Reggio Calabria, allo stato in regime di detenzione carceraria. L’uomo, nel dicembre del 2014 era stato condannato in primo grado alla pena di anni 10 di reclusione per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed intestazione fittizia di beni, poiché ritenuto vicino, in qualità di gestore e curatore, degli affari illeciti della cosca Condello di Archi di Reggio Calabria, interessata al controllo di rilevanti attività imprenditoriali, tra le quali la nota discoteca “Il Limoneto” di Catona (Reggio Calabria).

‘ndrangheta, confiscati 30 milioni di beni a ex consigliere

REGGIO CALABRIA – Beni per 30 milioni di euro sono stati confiscati all’imprenditore ed ex consigliere comunale di An a Reggio Calabria Domenico Giovanni Suraci, detto Dominique. Il provvedimento, emesso dal Tribunale Sezione di misure di prevenzione su richiesta della Dda, è stato eseguito dalla Dia di Reggio Calabria. Suraci era stato arrestato nel 2012 nell’operazione “Assenzio-Sistema” e poi rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver favorito la ‘ndrangheta. Secondo l’accusa sarebbe stato al centro di una rete di imprese nel settore della grande distribuzione alimentare i cui fornitori principali sarebbero stati riconducibili a persone vicine alle cosche Tegano, De Stefano, Condello e Lo Giudice. A Suraci è stato confiscato il capitale sociale ed il patrimonio di 8 società operanti nei settori della grande distribuzione alimentare ed in quello immobiliare, 5 trust, 4 immobili di pregio e rapporti finanziari.

La Dia confisca sette milioni di beni a imprenditore

REGGIO CALABRIA – Beni per sette milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria all’imprenditore Massimo Siciliano, di 45 anni, attualmente in carcere. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. Siciliano, ritenuto imprenditore di riferimento del locale di ‘ndrangheta di Antonimina, è stato coinvolto nelle recenti operazioni di “Saggezza” e “Ceralacca 2”. Le indagini, secondo quanto riferito dagli investigatori hanno consentito di disvelare l’effettivo ruolo svolto dall’imprenditore nell’ambito della ‘ndrangheta e in particolare della cosca capeggiata dal suocero Nicola Romano di 68 anni. La confisca riguarda la Icop srl di Antonimina e filiale in Romania e la “G.S.C. Srl Unipersonale”, di Dosolo (Mantova), operanti nel settore costruzioni, manutenzione e riparazione strade, autostrade, ponti e viadotti oltre a disponibilità finanziarie aziendali e personali.

Dia e Gdf confiscano beni per 30 milioni ad un imprenditore

REGGIO CALABRIA – La Dia e la Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per un valore di trenta milioni di euro appartenenti ad un imprenditore del settore della grande distribuzione, Giuseppe Crocè, di 60 anni. La confisca è stata disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda. I beni confiscati consistono nel capitale sociale e nel patrimonio aziendale di quattro società di capitali del settore della grande distribuzione ed in alcuni rapporti finanziari. Giuseppe Crocè è stato destinatario di due ordinanze di custodia cautelare emesse nell’ambito delle operazioni “Assenzio” e “Sistema”, condotte nel 2012 e nel 2013. Il secondo provvedimento restrittivo è stato successivamente annullato dal Tribunale del riesame. Crocè è stato poi rinviato a giudizio insieme alla figlia Fortunata Barbara, di 38 anni, ed il relativo processo è in corso. La confisca eseguita stamattina scaturisce dai «meticolosi accertamenti – è detto in un comunicato – effettuati dalla Dia di Reggio Calabria, che ha ricostruito l’illecita formazione dell’ingente patrimonio societario dei Crocè, nonché dalle risultanze di accertamenti di carattere fiscale e tributario posti in essere dalla Guardia di finanza reggina che hanno corroborato le risultanze delle indagini di polizia giudiziaria della Dia». Nei confronti delle aziende gestite da Giuseppe Crocè e dalla figlia si è ravvisata, riferiscono ancora gli investigatori, «sia una consistente sproporzione tra investimenti effettuati e redditi dichiarati, sia una evidente espansione societaria, frutto di attività illecite».

‘ndrangheta, la Dia confisca l’impero di Vincenzo Oliveri

GIOIA TAURO (RC) – Società, immobili, automezzi, titoli finanziari: è un vero proprio impero economico, il cui valore è stimato in 324 milioni di euro, quello confiscato stamane dalla Dia di Reggio Calabria a Vincenzo Oliveri, 62 anni, noto imprenditore operante nel settore oleario con interessi nel comparto alberghiero, in quello immobiliare e dei servizi, in Calabria – in particolare nella piana di Gioia Tauro e nella provincia di Catanzaro – ma anche in Abruzzo e in Toscana. La Dia ha eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Reggio Calabria. Oliveri, figlio del defunto Matteo Giuseppe, è socio, insieme al fratello Antonio, di 51 anni, in numerose iniziative imprenditoriali avviate sin dai primi anni Ottanta e culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale le cui attività, partendo dal settore oleario, si sono diversificate nel tempo soprattutto in quello alberghiero di lusso. Oliveri è stato coinvolto in diversi procedimenti penali per la commissione di reati associativi finalizzati alla commissione di truffe aggravate, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, conclusi con provvedimenti di prescrizione o amnistia. Di recente era stato arrestato per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, in ordine all’indebita percezione di contributi erogati a favore di aziende facenti parte del suo Gruppo imprenditoriale. Per i giudici del Tribunale reggino i motivi della confisca sono basati sull’ingente patrimonio accumulato dall’imprenditore nel tempo, considerato frutto di attività imprenditoriali illecite , oltre che sulla sproporzione tra i redditi dichiarati e quelli percepiti. La confisca ha riguardato 15 società (di cui è stata disposta la confisca della sola quota dell’imprenditore), 88 immobili, 7 autoveicoli, 385 titoli comunitari (aiuti all’agricoltura) che gli davano diritto a percepire dall’Agea la somma di circa 1,6 milioni di euro annui, e svariati conti correnti societari e personali. Le aziende confiscate – è stato precisato – proseguiranno comunque la loro attività tramite amministratori giudiziari.

‘ndrangheta, Corte d’Appello conferma confisca beni per 18 milioni

TORINO – Confermato dalla Corte d’appello di Torino il sequestro di beni per 18 milioni di euro a scopo di confisca nei confronti degli esponenti della famiglia torinese Marando, storicamente legata alla ‘ndrangheta. Secondo le indagini della Dia del capoluogo piemontese il patrimonio sarebbe stato acquisito attraverso il reimpiego dei flussi di denaro provenienti dal narcotraffico. Tra i beni confiscati ci sono abitazioni, ville e terreni che si trovano in Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria intestati a prestanome riconducibili alla cosca Marando. La Corte ha accolto anche il ricorso presentato dalla Procura di Torino e ha disposto la confisca della villa di Volpiano in cui è avvenuto, nel giugno 1997, il triplice omicidio dei fratelli Antonio e Antonino Stefanelli e di Francesco Mancuso. Per l’accaduto Domenico Marando è stato condannato all’ergastolo.

Confiscati 1,5 milioni di beni alle cosche

ddaREGGIO CALABRIA – Due confische ed un sequestro di beni, per un valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro, sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria. I provvedimenti sono stati emessi dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della Dda.
Beni per 700 mila euro sono stati confiscati a Michele Maio, 62 anni, di Taurianova, condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi per associazione mafiosa nell’inchiesta ‘Tutto in Famiglia’ contro le cosche della ‘ndrangheta. Sono stati confiscati una impresa, una abitazione e numerosi conti correnti. Altro provvedimento di confisca ha riguardato Pasquale Hanoman, 51 anni, di Taurianova, condannato a 18 anni per associazione mafiosa. Confiscati una impresa, 10 immobili.
Sono stati sequestrati ad Antonio Strangio, 63 anni, di San Luca, beni per 90 mila euro. L’uomo deve scontare una condanna a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa, armi, tentato omicidio.