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Trebisacce, le strade si tingono di rosa. Soste ad hoc per le donne

TREBISACCE (CS) – Le strade del Comune di Trebisacce si apprestano a tingersi di rosa. Nei prossimi giorni, in alcuni punti chiave della cittadina ionica, saranno predisposti oltre dieci parcheggi rosa, cioè parcheggi riservati a donne in gravidanza o con prole in tenera età.

I parcheggi rosa non sono stabiliti dal Codice della Strada, e dunque chi ne usufruisce impropriamente non è soggetto ad alcuna sanzione amministrativa.

Sono, tuttavia, un segno di grande civiltà che una realtà come Trebisacce, sempre molto attenta al welfare e alle esigenze dei cittadini, non poteva che sposare e sostenere in pieno.

«I parcheggi rosa sono un’ulteriore piccola, grande conquista della nostra cittadina – ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali Giulia Accattatoche testimonia ancora una volta l’attenzione dell’Amministrazione Comunale  per gli appartenenti alle fasce sociali che vanno sostenute, come quella delle mamme, che siano esse prossime al parto o già con bambini a seguito. Il trasporto di un neonato, la prolungata ricerca di un parcheggio, le manovre di posteggio, le operazioni di carico e scarico di passeggini e altre operazioni simili sono attività che possono rappresentare un notevole disagio per le donne in stato di gravidanza e per le neo-mamme, che si muovono prevalentemente con mezzi privati, esponendosi ad un sovraffaticamento fisico in caso di difficoltà nel trovare un parcheggio in prossimità di strutture di servizi quali ospedali, farmacie e uffici pubblici. Sono convinta che il Comune, in quanto istituzione più vicina al cittadino, abbia per primo il dovere di diffondere, anche con uno strumento come questo, il sostegno e la valorizzazione della maternità. Seppure non ci sia una vera e propria norma che impone agli automobilisti di riservare questo tipo di parcheggio a coloro a cui è destinato, siamo sicuri che la civiltà dei nostri cittadini prevarrà e che questa iniziativa verrà rispettata e apprezzata da tutti». 

Le aree di parcheggio rosa saranno presenti presso il Consultorio Familiare in Via della Libertà, ogni farmacia o parafarmacia presente sul territorio comunale, l’Ospedale G. Chidichimo, la Casa Comunale e il Lungomare di Trebisacce.

Donne e Culture, Chaimaa Fatihi ospite a Cosenza per parlare di libertà

Le donne forti, quelle che motivano la crescita culturale nella nostra società, le donne che alzano i propri occhi curiosi e sono pronte ad essere tutto ciò che vogliono in una vita che è solo loro.

L’incontro organizzato dal Soroptimist International Club di Cosenza col patrocinio del Comune di Cosenza, che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala Quintieri del teatro Rendano dal titolo “Donne e Culture tra libertà e vincoli“, è stato questo e molto altro. Un tavola rotonda che ha dato spunti interessanti a un folto pubblico,  che ha contribuito attivamente negli interventi dei relatori e dell’ospite d’onore, l’autrice del libro “Non ci avrete mai, lettera aperta di una musulmana italiana ai terroristi” Chaimaa Fatihi.

Un viaggio che ha preso vita con i saluti iniziali di Rosita Paradiso, presidente del Soroptimist International club di Cosenza, da sempre attenta nel creare progetti che potessero parlare delle donne. A seguire Alessandra De Rosa, presidente della commissione Cultura di Cosenza, attiva negli eventi che coinvolgono il territorio cosentino, ha proposto un interessante intervento sulla figura della donna nel mondo cattolico, con una accostamento finale dell’autrice del libro “Non ci avrete mai” a Santa Caterina da Siena, una donna minuta, forte e con un’acuta intelligenza.

Il talento di Francesca Maiorca ha poi catturato il pubblico, che ha ascoltato con attenzione l’esecuzione della giovane pianista (12 anni) nell’interpretare le Variazioni su un tema di Paganini di Isaac Berkovich e la Tarantella op.43 di Chopin.

Al termine del momento musicale, si è dato spazio agli interventi della professoressa Teresa Ting, ricercatrice presso l’Università della Calabria, e della dottoressa Raffaella Buccieri, critico e storico dell’arte. Nel primo intervento i presenti hanno potuto partecipare a un breve laboratorio interattivo per indagare la figura della donna negli ideogrammi cinesi; nel secondo, la dottoressa Buccieri ha analizzato la figura della donna come ricerca e sperimentazione nel mondo dell’arte, con un focus sugli stili e le influenze femminili in dipinti e fotografie.

Nel cuore dell’evento, un reading della talentuosa attrice Francesca Marchese ha dato il via all’intervista all’ospite Chaimaa, quest’ultima imprimeva il suo sorriso negli occhi dei presenti mentre raccontava delle difficoltà di poter essere libera di scegliere la propria identità, da italiana e musulmana all’interno della società. Si è discusso di religione, gratitudine, pace, sentimenti e contaminazione culturale, per vivere come uomini liberi tra uomini liberi.

Tra le parole di Chaimaa, Francesca Marchese ha letto alcuni passi del libro, ripercorrendo quelle pagine che hanno dato forza a tantissimi ragazzi di poter dissociare la propria fede con orgoglio da chi compie atti di sangue, quest’ultimi sono i “disumani”.

Al termine, i saluti dei relatori e un intervento commosso di chi ha apprezzato la presentazione, cogliendo quell’emozione che può crescere in chi ha tanto da dire e un mondo da cambiare.

Miriam Caruso

UNUCI Calabria omaggia le donne in uniforme

RENDE (CS) – “Dal voto alle donne alle donne in uniforme” è stato il tema del convegno che, fuori dai festeggiamenti dell’8 marzo, ha coinvolto gli studenti delle quinte classi dell’Istituto di istruzione Superiore ITE “V.Cosentino” ed IPAA “F.Todaro” di Rende grazie all’iniziativa voluta dalla sezione calabrese dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia – UNUCI presieduta dal Generale Giovanni De Luca che ha voluto sottolineare il «personale omaggio al valore morale delle Donne».

Una mattinata all’insegna di quelle emozioni capaci di ricondurre ai valori antichi e mai dimenticati del senso dell’onore e della Nazione a cui si è voluto aggiungere il ricordo di tante donne pioniere che, ancora oggi, devono contrastare i pregiudizi di una società immatura a valutare, con obiettiva normalità, la parità tra le persone. Persone appunto, e non donne o uomini, perché il ruolo non può prescindere dal sesso o peggio, dal genere, bensì dalle capacità e soprattutto dalla passione che si dedica al lavoro da svolgere.

E proprio in quest’ottica la presenza delle donne in uniforme è fortemente emblematica nel percorso di crescita delle nuove generazioni che, vittime inconsapevoli di pregiudizi non soltanto familiari, ma oggi ancora più amplificati attraverso i Social, si ritrovano ad essere stereotipate in immaginari che omologano e distolgono dal sentire la propria essenza.

L’incontro è stato accolto con grande benevolenza da parte della dirigente scolastica, la professoressa Brunella Baratta, che lo ha ritenuto «una preziosissima occasione  di esperienza formativa di orientamento in uscita verso le Forze Armate che invita a non pensare ad uno specifico compito solo perché associato ad uno specifico sesso. Un traguardo che noi docenti abbiamo il dovere di perseguire come direttiva formativa per lo sviluppo di valori». «Le donne hanno saputo conquistare ruoli importanti senza aver bisogno di quote o di spazi ad esse dedicate – ha detto l’ingegnere e giornalista Giulia Fresca che ha coordinato e moderato il convegno – eppure siamo ancora fortemente in ritardo rispetto agli Stati Occidentali in merito al riconoscimento di molti valori ed all’accesso a tante cariche soprattutto dello Stato. Nessuna Presidente della Repubblica, né del Consiglio dei Ministri o della Banca d’Italia, ma anche nessun Generale, segno che ancora c’è molto da fare ed i pregiudizi verso le donne che seguono strade considerate ancora di appannaggio maschile, sono ancora presenti nella nostra società».

L’excursus storico “dal diritto di voto alle madri costituenti” è stato il tema trattato dalla professoressa Angela Maria Bruni che si è soffermata su alcune figure rappresentative della storia patria, mentre appassionato è stato l’intervento del giudice Giliola Langher che, partendo dall’interrogativo “dall’uguaglianza formale all’uguaglianza sostanziale?” ha analizzato i percorsi formativi delle donne in una società ancora indietro in termini di parità reale tra i sessi.

Le tante donne in uniforme presenti in sala, rappresentanti dell’Esercito, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, della Polizia Provinciale e Comunale ma anche della Croce Rossa Italiana, sono state totalmente assorbite e coinvolte dalla testimonianza del maresciallo del Carabinieri Elisabetta Pisanti che, intervenendo sul tema “donna in uniforme, cosa è cambiato?” ha offerto la propria esperienza personale di donna al servizio dello Stato nata da una «scelta consapevolmente decisa che – ha detto la Pisanti-  non è solo una scelta lavorativa bensì di vita. Noi non siamo né un valore in più né un valore in meno: siamo un valore imprescindibile della società. Siamo però ancora fortemente in ritardo e prima che vi sia una donna Generale dovremo aspettare il 2040». Emozioni sono state offerte anche dalla Fanfara dei Bersaglieri che, magistralmente diretta dal M° Sergente Maggiore Francesco Malandrino ha intonato le note dell’Inno di Mameli prima della tradizionale Marcia del Passo di Corsa.

Teresa Gaudio, Giorgia Vilardo, Marcello Trentinella, Maria Giulia Reda ed Alessia Carnevale, sono stati gli studenti che hanno posto domande sentite alle ospiti convenute evidenziando il ruolo della famiglia e della società nelle scelte delle donne. Alla intitolazione solenne della sede dell’Unuci alla Memoria del Tenente Colonnello Rocco Vigna, medaglia al Valore Militare, ha anticipato la consegna degli attestai di Benemerenza ai convenuti a cui si sono aggiunti, per il particolare impegno, il Capitano Dario Ottolenghi e Suor Immacolata Gigliotti.

Cosenza-Brescia, donne allo stadio con lo sconto del 50%

COSENZA – La Società Cosenza Calcio informa che per la gara Cosenza – Brescia, in occasione della celebrazione dell’otto marzo, le sostenitrici rossoblù, da oggi, potranno acquistare i tagliandi per tutti i settori dello stadio “San Vito – Gigi Marulla” scontati del 50%. Questo quanto riportato sul sito del Cosenza Calcio

DI SEGUITO I PREZZI DEI BIGLIETTI SCONTATI NEI VARI SETTORI

  • Curva Sud “Donato Bergamini” – 6,50€

  • Tribuna B – 8,00€

  • Tribuna A – 9,00€

  • Tribuna “Giancarlo Rao” – 10,00€

  • Tribuna “Raffaele Bruno” Sud – 12,00€

  • Tribuna Vip – 16,00€

    Foto: sito Cosenza Calcio 

A “Le Muse” tre eventi raccontano il ruolo della donna

REGGIO CALABRIA- Il “Laboratorio delle Arti e delle Lettere – Le Muse” di Reggio Calabria, ha dato il via al primo di ben 3 eventi dedicati al ruolo femminile nel tempo, consestualizzandolo nell’ambiente calabrese e lo ha fatto, con il classico appuntamento dedicato ai “Videodibattiti in Archivio di Stato”.
«Non chiamiamola “Festa della Donna” -ha ribadito il presidente Muse, Giuseppe Livoti-in apertura di manifestazione, ma una serie di incontri per riflettere su come la società è cambiata ed è in continua evoluzione e, su come il ruolo femminile abbia cambiato finalità nel contemporaneo».
Da questa idea, la serata all’Archivio ha visto le sollecitazioni visive del critico cinematografico Paola Abenavoli. «Una letteratura calabrese visiva e ricca- ha commentato- poiché il cinema da sempre ha narrato i nostri territori». Le immagini dell’Istituto Luce, all’indomani della Seconda guerra, dimostrano con una voce narrante forte ed autorevole, una ripresa economica, sociale ed artistica della nostra Regione, in un bianco e nero che sa di storia. Infatti, i territori venivano descritti con dovizia di particolari per esaltare il passaggio da una società contadina ad un cambiamento radicale in cui la donna era il perno di numerose attività tra famiglia e lavoro. «Di gran valore le immagini dell’ Istituto Luce-Cinecittà-ha ribadito l’Abenavoli-, poichè è la società pubblica che opera come braccio operativo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ed è una delle principali realtà del settore cinematografico, con una varietà di impegni e attività che si traducono nella più ampia missione di sostegno alla cinematografia e all’audiovisivo italiani». La serata è continuata con inserti estrapolati dal Viaggio in Calabria di Vittorio De Seta, film documentario del 1993, vero e proprio rapporto su una regione del sud Italia, descritta come una terra abitata ancora da chi “vive come all’origine dei tempi” e dove la modernizzazione è stata “la grande speranza delusa”, terra di allevatori e contadini, uniti e solidali, con i ritmi legati alle stagioni, dalla semina al raccolto, dal riposo alle feste paesane, terra sotto gli effetti dell’industrializzazione selvaggia, tesa a sviluppare un’economia depressa creando, degrado ambientale e disoccupazione, tra immoralità e sottocultura, emigrazione e criminalità. Il documentario con soli 13 minuti di parlato evidenzia a viva voce il concetto che è “tutto un mondo di tradizioni, costumi, dialetti, temperanza, laboriosità, arte, musica, canti è stato travolto di colpo dall’avanzata del mondo dell’industria, tutta una cultura che costituiva la storia stessa dell’uomo è stata negata, condannata” (citazione dal film). Uno stile classico, a tratti anche un po’ retorico quello dell’Istituto Luce mentre quello di De Seta, stile documentaristico contemporaneo. E la Calabria è stata al centro anche dell’ultimo lavoro di De Seta, scomparso nel 2011, ovvero “Articolo 23”, il cortometraggio inserito nell’opera collettiva “All human rights for all”, realizzata nel 2008 in occasione dei sessant’anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il film comprendeva 30 corti firmati da 30 registi, ognuno dei quali prendeva in esame un articolo della Dichiarazione: De Seta scelse di raccontare, in maniera molto poetica, l’articolo 23 relativo al lavoro, parlando di vecchie e nuove migrazioni e ambientandolo in un luogo suggestivo come Pentedattilo, che lo aveva colpito durante la partecipazione al Pentedattilo Film Festival.
Nuovi modi di guardare alla Calabria, dunque, che sta diventando, da qualche anno, nuovamente protagonista della cinematografia, non solo come sfondo ma, appunto, come protagonista del racconto e come fonte di linguaggio, attraverso tanti film, da “Il ladro di bambini” di Gianni Amelio, che ha aperto questa strada, a “Diciott’anni dopo”, da “Le quattro volte” a “Il volo” di Wim Wenders, a “Preferisco il rumore del mare”, di Mimmo Calopresti (regista che ha finito di girare da poco in Calabria il suo nuovo film), fino alle opere di Fabio Mollo, “Il sud è niente” e “Il padre d’Italia”.
La direttrice dell’Archivio di Stato Maria Fortunata Minasi ha commentato ed esposto per l’occasione documenti storici che attestano il ruolo della donna fin dal ‘600 come si evince nel fondo notarile: le famiglie meno abbienti mandavano le bambine di 11, 12 anni a sevizio per altri 10 – 12 anni, per guadagnare, e così potersi fare una dote. Commentati dalla Minasi documenti dell’Intendenza (Prefettura prima dell’Unità) che mostrano il lavoro delle balie, delle maestre mentre dal Fondo Consiglio degli Ospizi della metà dell’ottocento, carteggi in cui si parla di una zitella che chiede di entrare in un convento per fare lavoro di pulizie ed al telaio poiché fuori sarebbe stata insidiata.
Ruoli ed immagini di un tempo in trasformazione che attestano come e quanto la donna, oggi sia cambiata tra famiglia, lavoro e ruolo sociale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 14 febbraio torna a Cosenza il flash mob di “One Billion Rising Revolution”

COSENZA – Anche quest’anno, il 14 febbraio, Cosenza partecipa all’iniziativa ‘One Billion Rising Revolution’ che, a livello mondiale, invita a insorgere contro la violenza sulle donne a ritmo di musica. Come avviene in centinaia di città sparse nel mondo, le donne si uniranno e balleranno, seguendo il ritmo travolgente di “Break the Chain” (“Rompi le catene”) per dire, con sempre maggiore forza e determinazione: “No alla violenza su donne e bambine”.

Le Associazioni  Mammachemamme e il Centro Contro la Violenza alle Donne Roberta Lanzino, con il patrocinio del Comune di Cosenza, promuovono l’adesione alla campagna “One Billion Rising Revolution”, per il terzo anno consecutivo. “Un miliardo di voci contro la violenza su donne e bambine”, è il  movimento ideato dalla scrittrice,  attivista, drammaturga  Eva Ensler, che indica nel 14 febbraio la data del V Day.  L’appuntamento a Cosenza è in Piazza dei Bruzi, alle ore 17.

Quest’anno la parola d’ordine è Solidarietà:  contro lo sfruttamento delle donne, contro il razzismo e il Sessismo, ancora presenti in tutto il mondo.

Fonte foto One Billion Rising Revolution

 

Droga nascosta nella biancheria intima, arrestate tre donne

ROCCA IMPERIALE (CS) – Tutto è iniziato con un normale posto di controllo sulla S.S. 106 radd., ma alla fine delle operazioni i Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno  tratto in arresto tre donne del ragusano con l’accusa di detenzione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

Nello specifico i militari della Stazione di Rocca Imperiale nel tardo pomeriggio di ieri stavano effettuando, come spesso accade, un posto di controllo lungo la trafficatissima arteria 106 radd. che collega fra loro la Puglia, la Basilicata e la Calabria, quando decidevano di fermare un grande suv, condotto da una donna. Al suo interno i Carabinieri scorgevano oltre alla guidatrice anche altre due donne, tutte con accento siciliano.  Alla richiesta dei militari di esibire i documenti di riconoscimento, i due passeggeri si dimostravano collaborativi, mentre la donna alla guida affermava di aver dimenticato a casa la patente di guida e forniva delle generalità ai militari. Queste, però, risultavano inesistenti ai controlli in banca dati, facendo insospettire i militi, che incalzavano la donna, la quale, con non poca esitazione, affermava di aver dato delle generalità false perché gli era stata ritirata la patente di guida. Nel frattempo, però, l’attenzione dei Carabinieri della Stazione di Rocca Imperiale veniva attirata sia dalla crescente agitazione delle donne all’interno dell’abitacolo, sia da un odore tutt’altro che sconosciuto, che iniziava a provenire dal portabagagli del veicolo e cioè quello acre tipico della marijuana.

Per una maggiore sicurezza si decideva di continuare il controllo presso la locale caserma, dove sia il veicolo che le tre donne venivano sottoposte a perquisizione. La stessa non tardava a confermare che i sospetti avanzati dai militari erano fondati, infatti nel portabagagli del suv, all’interno di un borsone, fra biancheria intima e pantaloni, erano celate sette buste sigillate contenenti quasi 5 kg di marijuana purissima.

Le donne nel momento in cui venivano fermate stavano percorrendo la statale dalla Puglia con direzione Sicilia ed era quindi verosimile che le stesse avessero appena acquistato l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente e lo stessero portando nel ragusano.

Le tre donne identificate in I.I., 44enne di Vittoria (RG); C.S., 40enne di Vittoria e D.G., 49enne di Roma, ma residente da lungo tempo a Comiso (RG), scattavano le manette per detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantità di stupefacente. Come concordato con il Sostituto di turno della Procura della Repubblica di Castrovillari, coordinata dal Dott. Eugenio Facciolla, le arrestate, dopo le formalità di rito, venivano tradotte presso la Casa Circondariale del comprensorio a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

A Paterno Calabro un nuovo Centro Antiviolenza, il primo nel Savuto

PATERNO CALABRO (CS) – Sarà inaugurato domenica 14 ottobre alle ore 17.00 il nuovo Centro Antiviolenza fortemente voluto dal Comune di Paterno Calabro, il primo ad essere attivato all’interno del territorio del Savuto e delle Serre Cosentine in provincia di Cosenza.

Uno sportello per la consulenza e il supporto contro violenza sulle donne, collocato nel cuore del centro storico del Comune di Paterno Calabro (Cs), presso l’ Ex Chiesa dell’Immacolata, una struttura funzionale a supportare tutte le attività di prevenzione e affiancamento, circondata da area verde e spazi per i bambini.

Uno spazio delle donne e per le donne, un luogo in cui crescere e confrontarsi e che vuole porsi come obiettivo – con valenza intercomunale, provinciale e interistituzionale – quello di mettere in relazione i diversi soggetti, enti pubblici, enti privati e del privato sociale, attivi sul territorio sul tema “violenza di genere in ambito familiare” (nello specifico violenza sulle donne) per sensibilizzare sul tema tutto il territorio della Provincia di Cosenza e del Savuto in particolare.

Finalità del CAV Paterno Calabro è quella di assicurare alle vittime di violenza ed ai loro figli l’avvio di percorsi personalizzati volti a costruire l’autonomia personale e economica e a favorire l’inserimento sociale; finalità è anche quella di migliorare l’integrazione delle istituzioni e degli operatori che incontrano le donne e che costruiscono con loro il progetto di fuoriuscita dalla violenza, sempre nel rispetto della volontà della donna, posta al centro di tutto l’intervento.

«La presenza sul nostro territorio è il segno di una attenzione ad un bisogno che non sempre riesce ad esprimersi per cultura, per paura, per sottovalutazione – dichiara Lucia Papaianni, sindaca di Paterno Calabro – Invece la problematica della violenza di genere sta assumendo connotazioni così grandi che spaventano e stanno modificando le relazioni e anche lo stare in famiglia. Stiamo offrendo un servizio che è una presenza silenziosa, discreta, ma allo stesso tempo preparata ed efficiente»

Lo sportello nasce all’interno del progetto “INSIEME CONTRO LA VIOLENZA” finanziato dalla Regione Calabria con D.D.S. 13640/2017 – Avviso Pubblico “Promozione e potenziamento dei Centri antiviolenza e delle Case accoglienza/rifugio per donne vittime di violenza e loro figli e per il rafforzamento della rete dei servizi territoriali – L.R.20/2007”

Ad inaugurare il nuovo centro antiviolenza, oltre alla sindaca, anche l’Avv.ta Maria Campolo – coordinatrice del Cav e già avvocata del Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”, l’ Assessore regionale Maria Francesca Corigliano nonché l’On. Gerardo Mario Oliverio Presidente delle Regione Calabria.

«Siamo anche liete di annunciare” dichiara Maria Campolo, coordinatrice del nascente Cav “che a patrocinare la nascita di questo nuovo centro antiviolenza ci saranno a portare il loro saluto la vice presidente dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) Dott.ssa Antonella Veltri e le due rappresentanti legali del Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” avv.ta Roberta Attanasio e avv.ta Chiara Gravina. Queste presenze nel segno di quella che potrà essere una stabile cooperazione per i nostri obiettivi comuni e nel riconoscimento dell’ineguagliabile esperienza e competenza  dei centri aderenti a D.i.Re e del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino in particolare».

A Rende una pièce teatrale sulla violenza contro le donne in Sudamerica

RENDE (CS) – Era il 1997 quando per la prima volta l’attivista e antropologa Marcela Lagarde parlò di “femminicidio” richiamando l’attenzione internazionale sulla grave questione di Ciudad Juárez (Messico), dove, a partire dal 1993, si perpetravano i casi di centinaia di donne prima sfruttate nelle “maquiladoras” e poi barbaramente uccise.

Finalmente in America Latina si cominciò a parlare di violenza contro le donne dando l’avvio ad un percorso di autodeterminazione e di rivalsa, affrancamento, da quel sistema valoriale e di pensiero di un contesto sociale, culturale e politico patriarcale e maschilistista.

La comunità brasiliana presenta Desmontando bonecas quebradas- Smontando bambole rotte

La percezione e la storia di quelle violenze ancora tragicamente attuali vengono ripercorse attraverso la narrazione di “Desmontando bonecas quebradas- Smontando bambole rotte”, lo spettacolo che la comunità brasiliana con Rede Polh Italia, Ciranda Brasileira na Calabria, promuove il prossimo 22 maggio alle 20,30 nella sala del cinema Santa Chiara di Rende in collaborazione con il Consolato Geral do Brasil em Roma, il movimento Marielle presente Cosenza e con il contributo del centro Women Studies dell’Università della Calabria e il patrocinio del comune oltre Campagnano.
La performance che l’artista Luciana Mitkiewicz sta portando in scena con successo in tutta Italia sarà preceduta alle 16,30 dal seminario di studi al museo del Presente “Desmontando bonecas quebradas: la violenza che uccide le donne in Sudamerica”.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Marcello Manna e delle assessore Marina Pasqua e Marta Petrusewicz, interverranno Giovanna Vingelli, direttrice del centro “Milly Villa”, Lindara Nobre Costa, attivista della comunità brasiliana, Antonella Veltri, vicepresidente della rete nazionale D.i.Re e l’attrice Luciana Mitkiewicz. Dopo l’incontro, moderato dalla giornalista Simona De Maria, si esibirà in una perfomance di danza contemporanea la ballerina Giulia Spadafora,” della scuola di danza Azzurra Ballet School.
Al termine dei lavori sarà offerto un rinfresco brasiliano.
«Siamo orgogliosi- ha affermato Marina Pasqua- di poter ospitare nella nostra città un evento di tale portata: necessario per analizzare il fenomeno della violenza alle donne attraverso le arti come veicolo gnoseologico. È una storia tragicamente universale, presente da secoli in ogni meridiano e parallelo. È nostro dovere raccontarla e dare voce a chi non è in grado di farlo».
«Rende -ha sottolineato l’avvocata- dimostra ancora una volta la propria vicinanza alle comunità straniere e ai movimenti grazie anche alla proficua collaborazione con l’Università della Calabria.”.
Desmotando bonecas quebradas è un monologo creato a partire dal rimaneggiamento dello spettacolo Bambole Rotte,che parte dal caso emblematico di città Juarez,in Messico,per trattare il tema del femminicidio in America Latina».
Attraverso un colloquio con il pubblico, l’attrice e ideatrice del progetto, riporta scene dello spettacolo originale e condivide il suo processo creativo: dall’immagine della bambola rotta dalla sua infanzia ai casi di violenza estrema che ha scoperto durante la sua residenza artistica in Messico.
Lo spettacolo sarà in portoghese con sottotitoli in italiano.

Lotta delle donne contro la violenza, l’8 marzo possibili disagi nei trasporti

COSENZA – «Si informa l’Utenza che per giovedì 8 marzo 2018 è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore dal sindacato U.S.B. a favore della “Lotta delle donne contro la violenza e la discriminazione di genere”. Tale sigla sindacale non è presente nell’Azienda A.M.A.CO. S.p.A., ma singoli lavoratori e/o lavoratrici dell’Azienda, pur non essendo iscritti, potrebbero,
comunque, aderire allo sciopero. In tal caso, potrebbero verificarsi dei disagi per la conseguente soppressione di alcune corse del servizio urbano che, ad oggi, non possono prevedersi. Si precisa che, a livello locale, sarà comunque garantito il servizio nelle seguenti fasce orarie, dalle 05.00 alle 8.00». Questo quanto si legge in un comunicato ufficiale