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Viscomi all’Unical al convegno sulla ricerca “Economia della terra”

Arcavacata di Rende ( Cs) – “La vera sfida che il sistema imprenditoriale pone oggi alle istituzioni pubbliche è una sola: la velocità di decisione e di attuazione delle decisioni assunte”. Questo- informa un comunicato – è quanto dichiarato dal Vicepresidente della Regione, prof. Antonio Viscomi, all’incontro di presentazione, presso l’Università della Calabria, di una ricerca sul sistema economico e imprenditoriale calabrese dal titolo “Economia della terra. Cibo, territorio, vocazioni, sviluppo in Calabria”, promossa da Unipol e realizzata dalla stessa Università e dal centro studi “TorinoNordOvest”. Dopo gli interventi e le testimonianze di esperienze imprenditoriali di successo, caratterizzate tutte da una grande propensione all’innovazione senza perdere di vista la tradizione, il prof. Viscomi ha partecipato ad una tavola rotonda con il Presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, e il Rettore di Unical, Gino Crisci. Tre i punti segnalati dal Vicepresidente. Il primo è relativo alla frammentazione del sistema imprenditoriale calabrese, in particolare di quello agricolo: circa 140mila imprese per 500mila ettari di superficie agraria utile, con una media di 4 ettari ad azienda contro i 14 degli altri paesi europei. Segnalando la tendenziale omogeneità con il sistema amministrativo (409 comuni, di cui più della metà con solo tremila abitanti), il prof. Viscomi ha sottolineato l’importanza essenziale dei processi di riorganizzazione e di integrazione delle filiere, anche valorizzando strumenti giuridici come i contratti di rete, per venire incontro alle esigenze di un mercato sempre più esigente e complesso. Il secondo punto riguarda proprio le trasformazioni del mercato e dei consumatori, sempre più alla ricerca di prodotti di qualità, in grado di far assaporare la cultura e la storia di una terra, ma anche sempre più liberi di scegliere grazie alle potenzialità tecnologiche. Nel terzo ed ultimo punto trattato, il Vicepresidente ha affermato:  “l’urgente necessità del sistema politico-burocratico di comprendere che il tempo è oggi un elemento essenziale della competizione economica, e che quindi i riti e i ritmi della politica e della burocrazia tradizionale devono cedere il passo ad una logica attiva del fare, sì che l’inveterata abitudine a sollevare problemi e porre ostacoli nei confronti di chi vuole operare produttivamente deve essere definitivamente superata dall’impegno nella ricerca delle soluzioni più adeguate, nell’interesse dei cittadini ed al fine di assicurare condizioni ottimali per la ripresa economica della regione”.