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Regione, il delegato emergenza Covid rimane il direttore generale della ProCiv Calabria Varone

CATANZARO – Il delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid resta il direttore generale reggente del dipartimento Protezione civile della Regione Calabria, Fortunato Varone. E’ quanto fa sapere in una nota la Regione Calabria.

Varone è anche un componente dell’Unità di crisi per l’emergenza Covid, presieduta dal presidente della Giunta regionale. L’Unità di crisi, di cui fa parte anche il commissario ad acta della Sanità, a breve sarà integrata con altri due componenti medici.

LA RIUNIONE

Durante la riunione di questa mattina, avvenuta negli uffici della Presidenza, l’Unità di crisi ha deciso di intervenire con la massima urgenza al fine di migliorare l’attuazione del piano vaccinale della regione.

È stato inoltre stabilito, su espressa richiesta del presidente della Giunta, che lo stesso Varone, in qualità di delegato del soggetto attuatore, si avvalga della collaborazione del dipartimento di Protezione civile e di tutto il personale regionale necessario a una efficiente organizzazione del piano vaccinale anti-Covid.

Una poesia per farci compagnia. Il buongiorno in versi di Siluna

ACRI (CS) – Sono già settecento le persono connesse che ogni mattina, da lunedì 9 marzo, ricevono quotidianamente il buongiorno con una poesia, un messaggio contenente parole ricche di significati da fare propri e da condividere con gli altri. Per rimanere vicini, collegati, distanti ma uniti (come ci viene chiesto ormai a gran voce) dalla poesia che scalda i cuori sensibili e non solo.

Una lista broadcast di whatsapp nata per gioco, una sera davanti al camino, e che continua a crescere man mano che i giorni passano grazie alle continua richieste di chi vuole entrare a farne parte. È l’iniziativa che l’associazione culturale Siluna di Acri – la stessa che ogni anno promuove la rassegna culturale “Siluna Fest” – sta alimentando in questi giorni difficili per via dell’emergenza sanitaria per la pandemia del Coronavirus.

«Il nostro è un assalto alla paura, un modo per stare vicini in questo tempo nonostante il metro di distanza interpersonale impostoci per il nostro bene dal decreto del Presidente del Consiglio. Ci rendiamo conto che in questo periodo difficile c’è tanta voglia di comunicare, anche solo di ricevere messaggi cordiali», spiega il direttore artistico di Siluna e promotore dell’iniziativa Giacinto Le Pera.

Cinque gli autori scelti che con i loro versi alle 8.00 di ogni giorno raggiungono in rete le persone registrate nella sua rubrica telefonica, suddivise in tre liste whatsapp che corrispondono al sud, al centro e al nord della Penisola. «I poeti che abbiamo scelto sono Christian Bobin, Mariangela Gualtieri, Franco Arminio, Livia Candiani, Rainer Maria Rilke, per un’avventura collettiva tra la paura e la voglia di vivere». Del resto anche il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che proprio in questi giorni ha lanciato l’iniziativa social “Uffizi Decameron” – che porta le opere del complesso museale più importante d’Italia nelle case degli italiani per un’unione virtuale nel nome della cultura e dell’arte -, ha detto che «dobbiamo evitare ogni contagio, tranne quello della bellezza».

Chi vorrà entrare a far parte della speciale lista poetica potrà comunicare il proprio numero a siluna@silunafest.it.

Emergenza cinghiali, proseguono le attività della regione

CATANZARO – Proseguono le attività della Regione per combattere l’emergenza cinghiali, in applicazione del Piano di selezione.

In particolare, comunica il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, sono circa 160 i selettori protettivi attivati, che stanno operando già dalla metà del mese di marzo. Le province interessate, si specifica, sono quelle di Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, nelle quali sono stati già effettuati circa 120 abbattimenti. Per la provincia di Vibo Valentia, sottolinea il Dipartimento Agricoltura, si sta operando alacremente nei comuni di Maierato, Francavilla Angitola, i due Comuni maggiormente interessati dal fenomeno, e  Pizzo e Monterosso: nei quattro Comuni, si specifica, sono circa 60 i selettori impegnati e 31 gli abbattimenti già effettuati, dei quali 29 sopra l’anno di età.

Si raccolgono già i primi frutti del lavoro, tanto che molte aziende agricole stanno manifestando il proprio compiacimento all’amministrazione regionale, per il supporto che stanno ricevendo, a tutela non solo delle produzioni agricole, ma anche della salute e dell’incolumità dei cittadini calabresi. Gli stessi selettori, infatti, a detta degli imprenditori, rappresentano un deterrente per i cinghiali nei territori regionali.

«La Regione sta lavorando senza soste – ha affermato il Consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – per l’emergenza cinghiali, che ormai travalica i confini regionali, ma che per la Calabria, terra vocata all’agricoltura e che da questo settore trae il maggiore incremento del Pil, rappresenta un problema molto serio e da affrontare con grande solerzia e determinazione. Dopo la lettera che il Presidente Oliverio ha indirizzato ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, ai quali ha chiesto con solerzia una modifica della legislazione attuale, al fine di ampliare il periodo di caccia al cinghiale e di consentire alle Regioni anche la facoltà di effettuare abbattimenti selettivi in periodi diversi da quelli nei quali è aperta la caccia al cinghiale  – ha aggiunto D’Acri – la Regione Calabria sta mettendo in campo tutte le azioni possibili per fronteggiare l’emergenza».

«Essendo ben consapevoli dei risvolti negativi dell’emergenza cinghiali, non solo nei confronti delle attività economiche – ha specificato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Giacomo Giovinazzo –  ma anche dai punti di vista ambientale, sociale e sanitario, stiamo operando per tenere sotto controllo la situazione e riportarla nei limiti della normalità. Il nostro obiettivo è infatti quello di far sì che gli interventi previsti possano condurre a risultati dal beneficio non solo momentaneo, riportando le popolazioni di cinghiali in equilibrio con gli altri fattori territoriali, tutelando anche  il patrimonio rappresentato dalla fauna selvatica, che è un bene ambientale di valore per il genere umano. Stiamo lavorando – ha spiegato Giovinazzo – per portare a compimento il vecchio piano triennale in proroga fino ad agosto, ma intendiamo concluderlo prima della data stabilita, entro la quale abbatteremo 500 capi in tutte e quattro le province. Contemporaneamente, stiamo ultimando il nuovo piano triennale di selezione, che entrerà in vigore subito dopo agosto, nel quale vogliamo inserire una zonizzazione dei danni, realizzabile grazie soprattutto alle segnalazioni ed ai contribuiti degli agricoltori e dei cittadini, che devono continuare a fornirci indicazioni sulle zone maggiormente colpite dal fenomeno, per permetterci di intervenire al meglio».

Emergenza cinghiali, ieri riunione della Consulta faunistica regionale

CATANZARO – Si è tenuta nella Cittadella regionale di Germaneto la riunione della Consulta faunistica regionale. All’incontro hanno partecipato il Consigliere delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri, il Dirigente Generale del Dipartimento “Agricoltura e Risorse agroalimentari” Giacomo Giovinazzo, il Responsabile dell’Ufficio Caccia Rocco Stranieri, l’esperto faunistico e consulente della Presidenza Lorenzo Vitari, il neo dirigente del settore Affari Generali Giorgio Piraino, i rappresentanti del mondo venatorio, delle associazioni di categoria, del Corpo dei Carabinieri Forestali, dell’Enci, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana e i rappresentanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Introducendo i lavori della Consulta, D’Acri ha salutato tutti i presenti, sottolineando il particolare interesse della Regione nei confronti del settore venatorio.

«Ribadisco il massimo impegno di questa amministrazione – ha affermato- nell’individuazione e nella ricerca di ogni possibile soluzione, in quanto il comparto della caccia in una regione come la Calabria riveste un ruolo fondamentale.  Lavoreremo e vigileremo  – ha aggiunto – affinché vengano messe in atto tutte le azioni necessarie per supportare adeguatamente questo settore».

Il Dirigente Generale Giacomo Giovinazzo, dal canto suo, ha spiegato che l’Ufficio Caccia ed il patrimonio faunistico faranno capo al settore Affari Generali del Dipartimento Agricoltura e che la Consulta Faunistica sarà convocata con cadenza mensile, precisando che l’Ufficio Caccia subirà una profonda riorganizzazione.

Durante la riunione si è discusso di pianificazione venatoria e la Regione ha spiegato che ha già iniziato a programmare l’utilizzo delle risorse che provengono dal mondo venatorio e che dovranno essere finalizzate ad interventi di miglioramento ambientale che agevolino, contemporaneamente, l’esercizio dell’attività venatoria. Il Dipartimento inoltre, ha precisato il Dg Giovinazzo, si sta adoperando per effettuare tutte le liquidazioni delle rendicontazioni agli Atc, Ambiti Territoriali di Caccia, alle Associazioni venatorie, alle Commissioni d’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio ed agli enti pubblici.

Tra le problematiche più urgenti attualmente sul tappeto è stata affrontata la cosiddetta “emergenza-cinghiali”.

Nel corso dell’incontro è stata prospettata, tra l’altro, l’ipotesi che la Regione, per fronteggiare l’aumento esponenziale della popolazione dei cinghiali sui territori regionali, potrebbe autorizzare la caccia ai singoli cacciatori anche nelle zone non assegnate a squadre precostituite, mediante una modifica del disciplinare regionale della caccia al cinghiale. Ipotesi condivisa dai presenti al tavolo. La Regione, inoltre, sta valutando anche alcune soluzioni innovative per affrontare questo problema. Il 31 agosto scorso si è concluso il piano di selezione per la caccia ai cinghiali. Adesso la Regione attuerà metodi ecologici di prevenzione dei danni. Una volta sperimentati i metodi ecologici, la Regione metterà  nuovamente in atto un piano di controllo numerico della specie per fronteggiare l’emergenza.

 

Cimitero di Rende, Miceli, «Emergenza non ancora risolta»

RENDE (CS) – «Nonostante le promesse non si è ancora risolta l’emergenza al cimitero cittadino. Gli slogan di Manna e della sua corte non hanno prodotto i risultati sperati. Ad oggi sono pronti 75 loculi su 92 salme che devono trovare degna sepoltura». Lo dice in una nota il consigliere del M5S del Comune di Rende Domenico Miceli.

«Ma un altro problema scuote il camposanto cittadino: il sottodimensionamento dell’organico cimiteriale. Gli attuali tre dipendenti non riescono a sopperire al lavoro straordinario che la gestione emergenziale del sito richiede pur riuscendo, tra mille difficoltà dovute soprattutto alle criticità delle mancate sepolture, a mantenere il luogo in condizioni dignitose. Servirebbe un aumento di altre due unità, già segnalato al Comune. Ma l’esecutivo come al solito fa spallucce, buttando fumo negli occhi dei cittadini con la realizzazione del nuovo cimitero. Come Movimento 5 Stelle abbiamo riflettuto molto sulla questione del cimitero cittadino e siamo convinti che l’ubicazione del nuovo camposanto al confine con il Comune di San Fili sbugiarda il sindaco nella sua volontà di rilancio del borgo antico. E rende palese un disegno che si pone contro la storia e la cultura del centro storico, intacca le fondamenta del nucleo originario dei rendesi, crea un blocco tra passato e futuro che sarà deleterio per la memoria storica della nostra comunità».

«Citando Walter Benjiamin – prosegue il pentastellato- potremmo dire che i cimiteri sono la carta d’identità delle città, i biglietti da visita della memoria collettiva. Abbandonarne uno a vantaggio di un altro, la cui gestione sarà appannaggio dei privati, cosa che non condividiamo assolutamente, contribuirà oltremodo alla distruzione del borgo antico che sarà ancora di più relegato nel limbo della storia passata. Lanciamo dunque le nostre proposte a Manna, sperando che le accolga immediatamente: potenziare l’organico cimiteriale di altre due unità; realizzare la nuova ala del cimitero vicino a quello storico e non da un’altra parte, continuare a gestire il cimitero con risorse pubbliche e non private, risolvere definitivamente e in maniera civile il caso delle mancate sepolture, senza ulteriori ritardi e improvvisazioni».

 

«A Cassano a rischio chiusura il 118», la preoccupazione di Gianluca Gallo

CATANZARO – «Non solo il poliambulatorio lasciato in balìa di se stesso, con servizi che funzionano a singhiozzo. Non solo il laboratorio d’analisi continuamente soggetto a tentativi di depotenziamento. Adesso a Cassano a rischio sopravvivenza c’è anche la postazione di emergenza del 118»

Lo denuncia il consigliere regionale Gianluca Gallo, riaccendendo i riflettori sulle condizioni della sanità nel Cassanese. A destare preoccupare è l’eventualità che a partire dal primo Maggio la città ed il territorio possano essere costretti a fare a meno anche del servizio di pronta emergenza garantito dal 118. Una postazione attiva sin dal 2001, «che in tutto questo tempo – ricorda l’esponente della Cdl – ha contribuito in maniera determinante a garantire la tutela della salute in tutto il circondario, con una media di circa 1.300 missioni annue, molte delle quali hanno garantito la salvezza di tante vite umane». Numeri impressionanti, che però sembrano non scalfire gli intendimenti organizzativi che già da domani potrebbero portare a sostanziali cambiamenti in negativo. «Dalle segnalazioni ricevute – spiega Gallo – risulta che la postazione cassanese dovrà fare affidamento sulla presenza di un solo medico. Una situazione che, per come evidente, non consentirebbe di assicurare la necessaria copertura dei turni e la qualità del servizio, con inevitabili conseguenze sull’efficienza del servizio e, più in generale, sulla difesa del diritto alla salute del territorio». Il timore, aggiunge il consigliere regionale, «è che diventi impossibile poter contare su ambulanze medicalizzate, con equipaggio cioè composto da almeno un autista soccorritore, un infermiere ed un medico: una iattura da evitare». Per questo Gallo chiama in causa la direzione generale dell’Asp di Cosenza ed il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio. «Da qualche tempo, in tutta la zona ionica, le postazioni del 118 registrano più di un problema legato alla mancanza di medici. E’ chiara la necessità di un approfondimento sul perché di tale stato di cose. Ancor più urgente, tuttavia, a questo punto, è il bisogno di salvaguardare la piena funzionalità della postazione 118 di Cassano. Il dg dell’azienda sanitaria ed il presidente Oliverio battano un colpo: è tempo di responsabilità di fronte ai nuovi scippi che s’annunciano per la sanità della Sibaritide. Non staremo a guardare, non tollereremo oltre».

“Aprire i cantieri dell’acqua”, la proposta di Coldiretti e Anbi Calabria

CROTONE – Coldiretti e Anbi Calabria lanciano le proposte per una nuova politica delle acque. Il convegno al quale parteciperà il presidente della Regione Mario Oliverio e avrà tra i relatori l’importante presenza di Giuseppe Blasi, Capo Dipartimento MIPAAF – Politiche Europee Internazionali e Sviluppo Rurale e Massimo Gargano Direttore Generale ANBI, si terrà Lunedì 31 Luglio 2017 ore 17.30 a Crotone Sala BCC Crotone in via Unione Europea,15. Il tema è: Aprire i cantieri dell’acqua e…..riparte la Calabria”. In questi giorni il tema della siccità è stato al centro delle cronache e della conta dei danni che Coldiretti ha stimato in 310milioni di €uro.. La situazione si presenta difficile in diverse aree della Calabria , con situazioni di particolare criticità. Per superare l’emergenza occorre porre al centro la necessità di una programmazione e di una pianificazione degli interventi attraverso il PSRN, FSC,POR, Patto per la Calabria che consentiranno di evitare il ripetersi in futuro di crisi dovute a situazioni climatiche che ormai si verificano ciclicamente. Questo, si rende necessario per l’agroalimentare made in Calabria, per il reddito e la competitività delle produzioni agricole e per contrastare la siccità.

Di questo e di una seria politica di valorizzazione della risorsa idrica si parlerà quindi nel convegno organizzato da Coldiretti e ANBI Calabria nel quale sono previsti inoltre gli interventi di: Marsio Blaiotta  Presidente, ANBI Calabria, Benito Scazziota Tecnico ANBI, Roberto Torchia Presidente Consorzio Ionio Crotonese,  Nicodemo Oliverio Capogruppo PD Commissione Agricoltura Camera dei Deputati e Pietro Molinaro Presidente Coldiretti Calabria. Molto attese le conclusioni del Presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio.

 

Incendi, 44 roghi attivi nel cosentino. Situazione in lieve miglioramento

COSENZA – Sono 44 al momento gli incendi attivi in provincia di Cosenza. La situazione dei roghi viene valutata in leggero miglioramento rispetto a ieri quando più o meno alla stessa ora se ne contavano 62 alcuni dei quali particolarmente vasti come quello che ha provocato la morte, a San Pietro in Guarano, del pensionato sessantanovenne Mariano Pizzuti. L’incendio più vasto in queste ore si trova tra i comuni di Spezzano Sila e Spezzano piccolo. Su tutto il territorio provinciale sono in azione due Canadair e due elicotteri che stanno effettuando lanci d’acqua per cercare di spegnere completamente le fiamme. Dalla Prefettura di Cosenza, dove è stata attivata l’unità di crisi, fanno sapere che la situazione è sotto controllo e per ora non si registrano episodi particolarmente gravi, né danni alle abitazioni. L’attenzione però, rimane alta a causa del forte vento che ha preso a soffiare sul territorio cosentino, elemento che assieme alla scarsa pulizia dei terreni rischia di aggravare la situazione.

Incendi, situazione ancora difficile nel cosentino. Sono 60 i roghi segnalati

COSENZA – Situazione particolarmente difficile anche oggi in provincia di Cosenza, per quanto riguarda gli incendi. Da 48 ore, ormai, ci sono diversi fronti attivi nel territorio del comune di Rovito, con seri pericoli per alcune abitazioni rurali. Roghi sono segnalati a San Fili, Roggiano Gravina e soprattutto a Fagnano Castello. Interi borghi risultano circondati dalle fiamme e alcune famiglie, nonostante gli inviti pressanti della protezione civile, si sono rifiutate di abbandonare le loro abitazioni, impegnati nel fronteggiare, anche con scarsi mezzi, l’avanzare delle fiamme. Tutte le squadre dei vigili del fuoco sono costantemente al lavoro, ma non riescono ad essere presenti in tutti i luoghi dove sono segnalate le fiamme.

Dall’Unità di crisi della Prefettura di Cosenza si apprende che, dalla prima mattina di oggi, sono già più di 60 i roghi attivi sul solo territorio provinciale. A Fagnano Castello, particolarmente colpito dalle fiamme nel corso della notte scorsa, la situazione sarebbe sotto controllo ma si valuta ancora la possibile evacuazione di alcune famiglie. La Prefettura non esclude di poter richiedere l’intervento dell’esercito anche per accelerare eventuali evacuazioni.

Fiamme a Bisignano, a rischio anche due edifici scolastici

BISIGNANO (CS) – L’ennesimo incendio ha devastato oggi un colle di Bisignano, precisamente quello su cui sorge il quartiere di Piano, che ospita la scuola media della cittadina e una scuola elementare. Da svariate settimane ormai il paese sembra un inferno in terra, e mentre le forze messe in campo riescono a domarne uno, ecco spuntare un altro incendio dalla portata devastante, in un continua gioco del gatto e del topo.

Supposizioni lasciano spazio a svariate ipotesi, ma certo non sembra un caso che i momenti in cui gli incendi vengono avvistati sono i momenti di maggiore tregua lavorativa, come la notte o il mezzodì. Inoltre vengono accesi in contemporanea in diversi siti quasi a rendere più difficile il lavoro di chi si preoccupa di spegnere.

E la piaga infesta la ridente valle del Crati proprio nei momenti meno opportuni. Il grande problema siccità, denunciato dalla Sorical oltre che da svariati cittadini, non giova certo alla risoluzione del problema, anzi, acuisce il rischio sentito dalla popolazione

E pensare che nemmeno un mese fa un uomo morì a causa del fuoco e delle sterpaglie. Il Comune però si dice pronta per tentare di fronteggiare il problema, lasciando a chi di dovere l’investigazione, vuole portare avanti una campagna di sensibilizzazione del problema, oltre che la programmazione di una campagna straordinaria di manutenzione del territorio, come dichiara il vice sindaco Graziano Fusaro. Rimangono però quasi altri 2 mesi di fuoco. Letteralmente.

Alfredo Arturi