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«Cosenza costretta a pagare i suoi debiti», Katya Gentile contro Occhiuto, «è un despota»

COSENZA – «Ormai  è chiaro che a Cosenza regni un clima di asservimento al potere di un Sindaco ingannatore, despota e prevaricatore, che non lascia trapelare, nè percepire, l’esatta gravità di certe notizie, che finiscono per essere, puntualmente, derubricate a vicende routinarie o a fatti  di ordinaria amministrazione» Questo quanto si legge in una nota diffusa da Katya Gentile, ex vicesindaco di Palazzo dei Bruzi.
«Gli abbiamo visto fare di tutto- prosegue-  taroccare sondaggi per dichiarare primati impossibili;pagare marchette per la pubblicazione di dati falsi; affidare la gestione del suo ristorante pignorato ad uno dei suoi inservienti; lo abbiamo visto ricevere l’arch. Calatrava, in veste di Sindaco, nel suo “studio MOA”, attiguo al ristorante e anche quello pignorato;
abbiamo assistito negli anni ad affidamenti a ditte amiche o creditrici, conferimenti di incarichi ad amici ed a dipendenti del suo studio, ma ancora non era venuta fuori l’ultima chicca eclatante e senza precedenti.  Con la sentenza n.53/2018 del 9 gennaio, infatti, il Tribunale di Cosenza obbliga il Comune, non essendosi mai costituito in giudizio, a pagare i debiti personali di Occhiuto verso equitalia, che, vale la pena ricordarlo,  costituivano i presupposti essenziali ai motivi di ineleggibilità  tanto discussi e poi sminuiti durante la scorse elezioni comunali»
«Forse, per la prima volta, – si legge ancora – negli Uffici della Procura, se mai qualcuno dovesse decidere di agire, non potranno più dire che è solo colpa dei dirigenti. Ciò che più mi indigna di questa brutta storia, non sono le mancate spiegazioni ad un’intera comunità che sarà costretta a pagare per lui, nè il fatto che, quella specie di sindaco, nel più completo delirio di onnipotenza, sprezzante e spocchioso, si permetta pure di usare le sue solite armi di distrazione di massa (oggi il racconto di una serie infinita di progetti e di APPALTI, dice lui, già finanziati -??? -, che bisognerebbe analizzare uno per uno),  quanto il fatto che le sue menzogne vengano ancora prese per buone e venga dato loro risalto a scapito delle sue nefandezze, mentre gli illeciti vengono sistematicamente sviliti o ignorati da una Procura, a dir poco, assuefatta e dormiente.A ben vedere, in un quadro d’insieme, non è il singolo episodio che deve allarmare, è, invece, l’intero sistema, attraverso cui viene gestita la “Cosa Pubblica”, che deve preoccupare, perché è quanto di peggio possa esistere e va smantellato. Diversamente, il nuovo rischio, alla luce della citata sentenza, è quello di legalizzare tutto un sistema corrotto e perverso che, davvero, nulla ha a che fare con le “buone pratiche” di cui ama riempirsi la bocca Occhiuto.
Ad ogni cittadino, che rappresenta  le forze sane di questa città, chiedo lo sforzo di superare  colori, simpatie, antipatie o appartenenze politiche e di guardare invece al bene collettivo e difendere la nostra città; perchè, se al Comune si agisce così illegalmente e contro l’interesse pubblico, mentre la giustizia è così disamministrata da non intervenire, dovremmo avere tutti la consapevolezza che c’e più di qualcosa che non va e dovremmo sentire tutti il dovere di urlare forte contro questo stato di cose, prima che sia troppo tardi.
Credo che sia finito il tempo di limitarsi a scrivere del proprio dissenso sui  social e che sia arrivato il momento, invece, di guardarci negli occhi e manifestarlo in piazza quel dissenso. Chissà che il dott. Gratteri, ottimo nel dispensare buoni consigli, non si decida a fare la propria parte, anche lui, senza dimenticare che, come scriveva Corrado Alvaro, “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile».

Equitalia, pignoramenti annullati dalla Cassazione

La Cassazione, con la sentenza n. 26519, depositata il 9 novembre 2017, ha affermato un importantissimo principio di diritto, stabilendo che è nullo il pignoramento esattoriale di crediti ex art. 72 – bis se attivato da Equitalia senza indicare il dettaglio dei crediti. Infatti, l’atto di pignoramento di crediti presso terzi notificato dall’Agenzia delle Entrate si limita spesso ad intimare in maniera generica il pagamento di una somma dovuta a titolo di tributi o entrate, senza specificare se si tratti di imposte, multe, contributi previdenziali o altre sanzioni amministrative. La mancata indicazione del dettaglio dei crediti, della loro natura, degli importi, delle relative cartelle e delle date di notifica costituisce grave motivo di illegittimità del pignoramento, da contestare con opposizione agli atti esecutivi. Invero, nell’esecuzione forzata esattoriale gli unici atti che rendono edotto il debitore del contenuto del titolo esecutivo sono la cartella di pagamento ed eventualmente l’avviso di mora. Con tale statuizione, la Cassazione, dunque, ha stabilito la necessità del riferimento a tali atti, i quali a loro volta indicano, specificandone la fonte e la natura, il credito per il quale si procede a riscossione. Di fatto, sono stati dichiarati illegittimi tutti i pignoramenti di crediti verso terzi effettuati dall’Agenzia delle Entrate, con la conseguenza di poter proporre opposizione facendo valere i propri diritti. In particolare, la nullità del pignoramento di crediti ex art. 72 – bis D.P.R. n. 602 del 1973 è dovuta alla mancata indicazione dei crediti ed è attribuita alla circostanza che Equitalia non può attestare con fede privilegiata di aver allegato al pignoramento l’elenco delle cartelle. La Cassazione ha, sul punto, evidenziato che “l’atto di pignoramento presso terzi, anche quando è predisposto nelle forme previste dall’art. 72 – bis D.P.R. n. 602 del 1973, in tema di esecuzione esattoriale, ha la natura di atto esecutivo e, quindi, di atto processuale di parte. La fidefacienza di cui all’art. 2700 c.c. riservata ai soli atti pubblici”. Risulta, quindi, infondata l’affermazione secondo la quale l’atto di pignoramento di Equitalia goda di fede privilegiata, per quanto concerne l’attività compiuta per la sua redazione, inclusa l’allegazione dei documenti ivi menzionati, fino a querela di falso. Si tratta, infatti, di un atto avente natura esecutiva, un atto processuale di parte e non di un atto pubblico, al quale è riservata la fidefacienza di cui all’art. 2700 c.c.. Infatti, la Suprema Corte distingue fra l’attività volta alla notificazione dell’atto, relativamente alla quale l’agente riscossore assume in effetti le vesti di pubblico ufficiale, da quella relativa alla stesura dello stesso, con riferimento alla quale egli agisce nella qualità di soggetto privato, come si desume dall’art. 49, comma 3, del D.P.R. 602/1973. In conclusione, non potendo attribuirsi fede pubblica all’attestazione relativa alle attività svolte dal funzionario preposto alla redazione dell’atto di pignoramento, si deve ritenere corretta l’affermazione secondo la quale debba essere rigorosamente provata l’effettiva allegazione delle cartelle esattoriali richiesta dall’art. 543 c.p.c..

Avv. Lucia Boellis

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Consorzio di Bonifica, novità per le cartelle Equitalia

LAMEZIA TERME (CZ) – I Consorzi di Bonifica della Calabria informano i consorziati che è possibile “rottamare” le cartelle emesse da Equitalia per tributi consortili. Pertanto, i contribuenti dei Consorzi, qualora volessero sanare la propria posizione, potranno farlo sino al 31 marzo. La data indicata potrebbe essere prorogata molto probabilmente al 31 aprile. «È una opportunità da non lasciarsi sfuggire – riferisce l’Unione delle Bonifiche calabresi – che precisa che, per rottamare le cartelle emesse dai Consorzi di Bonifica, si può procedere con una dichiarazione di adesione parziale alla definizione agevolata quindi senza pagare le sanzioni, gli interessi e le more». L’istanza per l’adesione alla rottamazione deve essere effettuata ad Equitalia tramite apposito modello e non presso gli uffici dei Consorzi di Bonifica che comunque sono disponibili ad ogni chiarimento.

Il Decreto Legge 193/2016, convertito in Legge, ha previsto la possibilità per qualsiasi contribuente (persona fisica, società, ecc.) di definire in via agevolata le somme iscritte a ruolo da parte di pubblici Uffici per i ruoli affidati ad Equitalia; il periodo oggetto della definizione agevolata, va dal 01/01/2000 al 31/12/2016 (ivi inclusi gli avvisi di accertamento esecutivi). Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o in un massimo di 5 rate da versare entro il 30/09/2018. In questi giorni notevole è stata l’adesione in tutta Italia: si è registrato un vero e proprio boom negli ultimi mesi.

Equitalia, nel 2016 incassati 266 milioni di euro dalla Calabria

COSENZA – Nel 2016 la Calabria ha versato nelle casse di Equitalia poco più di 266 milioni di euro con un incremento del riscosso pari al 2,8% rispetto all’anno precedente. A guidare la classifica provinciale è Cosenza con 86,5 milioni di euro ed un incremento complessivo delle riscossioni pari a +3,7% (circa 3,1 milioni di euro in più del 2015). A seguire Reggio Calabria con 74,9 (+1,6%), Catanzaro con 57,4 (-2,3%), Crotone con 26,2 (+7%) e Vibo Valentia con 21,1 (+14%). Oltre 122 milioni di euro raccolti da Equitalia sono destinati alle casse dell’Agenzia delle Entrate (quasi 17 milioni in più rispetto al 2015), mentre 75,5 andranno all’Inps. Per i Comuni calabresi sono stati raccolti 21 milioni mentre 31 milioni sono destinati a Camere di Commercio, Consorzi di Bonifica, albi professionali, enti di previdenza diversi dall’Inps e altri. Quattro i milioni destinati all’Inail e 11 milioni ad altri enti erariali.

Locri, interdittiva per un magistrato del tribunale

LOCRI (RC) – Agevolava alcuni professionisti, mediante l’assegnazione di consulenze oltre la percentuale consentita dalla legge. Per questo Luciano D’Agostino, magistrato in servizio nella sezione lavoro del tribunale di Locri, è stato raggiunto da un provvedimento di misura interdittiva di sospensione dalle funzioni, emesso dal Gip di Catanzaro e notificato dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo regionale. Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, sotto la direzione del Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e del sostituto Fabiana Rapino, hanno rilevato anche alcune anomalie nella gestione di processi trattati nei confronti della società Equitalia. In tali circostanze, pur in presenza di interesse proprio, il giudice non si sarebbe astenuto dalla pronuncia di sentenze. Il provvedimento emesso nei confronti del giudice Luciano D’Agostino comporta l’effetto della sospensione dall’esercizio delle funzioni di magistrato e l’interdizione da tutte le attività ad esse inerenti.

Gli arriva una cartella di Equitalia: si reca in sede e frantuma alcuni vetri

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Quest’oggi, presso gli uffici Equitalia di Corigliano, un uomo con in mano una cartella per un fermo amministrativo ed un casco ha frantumato i vetri degli sportelli della sede e ha scaraventato delle sedie. Il protagonista, un quarantenne, è stato

Ph. www.ansa.it
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fermato dai carabinieri. Un dipendente ha accusato un malore, rendendo necessario l’intervento dei medici del 118. Solidarietà da parte del Presidente di Equitalia Enzo Busa.

Deve 6 cent a Equitalia. Auto bloccata da 7 anni

COSENZA – “Per sei centesimi mi avevano applicato il fermo amministrativo all’auto. Ma io non lo sapevo”. A dirlo all’Agi, documenti alla mano, Fabio Ferraro, 39 anni, operaio di Montalto Uffugo (CS), la cui vettura era sotto fermo amministrativo da sette anni. Un fermo solo formale, perche’ in realta’ la macchina era nella piena disponibilita’ del proprietario, che era all’oscuro di tutto.
Tanto che la vicenda e’ stata scoperta dall’interessato solo quando ha deciso di vendere il mezzo. “Ho fatto una cattiva figura con il mio amico concessionario – racconta – quando gli ho consegnato la macchina. Subito mi ha detto che era in fermo amministrativo.
Ma a me nessuno lo aveva mai comunicato. E cosi’ – racconta l’uomo – sono subito andato agli uffici di Equitalia. E ho chiesto spiegazioni”. Ferraro ha scoperto quindi che da quasi sette anni viaggiava con un’auto “bloccata”. “Gli impiegati – racconta – si guardavano tra di loro e guardavano lo schermo del computer. Io pensavo tra me e me di dover pagare chissa’ quale cifra mostruosa. Sudavo. Poi, ridendo, mi hanno fatto vedere che dovevo versare solo sei centesimi. In contanti!. E cosi’ ho fatto – dice l’uomo mostrando la ricevuta- Ma ancora non so da dove si sia originato il debito. Se mi fosse capitato un incidente mentre guidavo l’auto bloccata, che guai avrei passato?”. Ferraro dovra’ di nuovo immatricolare la vettura prima di venderla. “Mi tocchera’ spendere altri 100 euro per la reimmatricolazione”, dice sconfortato. Intanto si e’ rivolto anche al “Movimento protesta fiscale a oltranza” per pubblicizzare quanto gli e’ capitato.

Nessuna traccia di antrace nella busta trovata negli uffici di Equitalia a Catanzaro

CATANZARO, 18 GIU 2012 – Non conteneva antrace la busta trovata il 30 maggio negli uffici di Catanzaro di Equitalia. E’ quanto e’ emerso dalla analisi svolte dall’Arpacal e dall’Istituto zooprofilattico di Foggia. Secondo quanto e’ risultato dagli accertamenti, la polvere che era contenuta nella busta era in realta’ una compressa sbriciolata. Le analisi sono state condotte per l’Arpacal dal Dipartimento provinciale diretto da Annamaria Albano e dal dirigente del laboratorio chimico, Francesco Russo. (ANSA).