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[#NerdInterview] Intervista con Massimo Barbetta

Durante il convegno Terra Opera Aliena, ospiti dell’associazione Mistery Hunters, abbiamo intervistato Massimo Barbetta, cultore delle conoscenze degli antichi popoli e di astronomia.

Ci ha parlato della sua attività di scrittore e delle conoscenze acquisite nel corso degli anni su babilonesi, antichi egizi e tanto altro. Buona Visione!
 

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo

[#NerdInterview] Intervista con Federico Frusciante

Abbiamo incontrato Federico Frusciante, youtuber e intenditore di Cinema, e non potevamo non intervistarlo per voi!

Ci ha parlato della condizione del cinema in Italia, delle sue prossime monografie e di ciò che pensa di piattaforme streaming come Netflix, fino ad arrivare allo scandalo di Venezia che porta il nome di Lars Von Trier.

Buona Visione 😉

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniele MrInk Ferullo
Ph. Paolo Gabriele De Luca

[#NerdEvent] Comicult, due giorni dopo

A due giorni dalla chiusura delle porte del Comicult, parliamo di questa prima edizione, tirando le somme di una tre giorni che ha portato la fiera del fumetto vicina agli universitari.

La fiera, inaugurata la mattina di venerdì 18 maggio, ha accolto i visitatori con grandi nomi del panorama nerd italiano, permettendo agli avventori di passeggiare tra gli stand accanto ad Adrain Fartade, Federico Frusciante, Slim Dogs, Angelo Maggi e tantissimi altri. Dai primi minuti di apertura, le attività si sono susseguite una dietro l’altra, dai seminari con i docenti dell’Università della Calabria alle conferenze con i grandi ospiti, creando uno scambio culturale di idee di altissimo livello. Possiamo citare la conferenza dedicata allo studio Ghibli, il confronto fra gli Slim Dogs, Francesco Polizzo e Stefano Bosi Fioravanti, la conferenza del divulgatore scientifico Adrian Fartade, la presentazione del libro di Emmanuele Vercillo (I Dimenticati) e i live di doppiaggio con le voci più famose del mondo del cinema.

All’esterno, le associazioni LARP (Edur) e Softair (Wild Arena) hanno allestito un campo di battaglia degno di questo nome. Edur, inoltre, assieme all’associazione Mystara del Levante, ha permesso la realizzazione di un piccolo flash mob all’interno dei padiglioni, portando i fratelli Merrino a giudizio “della suprema corte di Nerd30”, di cui presto vedrete l’intervista. Tra le ordinate fila di stand, gli amici di Nipponics e dei loro meravigliosi origami, lo stand dell’Escape Room Rende, con il loro attivo coinvolgimento del pubblico, i sempre allegri Ghostbusters Sicilia (altro valido aiuto per il secondo Flashmob che ha coinvolto la bellissima cosplayer Gutter Flower), le poesie lette in live dal Nucleo Kubla Khan, la magnifica caricatura della nostra mascotte Maneki di Marco Serravalle (The Mirror), gli operosi vicini di Gusto Tv, con la bellissima Gaia Bafaro e Roberto Salviddio e il Bosone periodico nerd. Ancora, l’area games gestita con puntualità da Redshift Gaming e Midgard, gli amici di Noise Press, lo youtuber cosentino DadoBax e la presenza del game Call of Salveenee di Marco Alfieri.

Tra dorayaki gustati all’ombra dell’area giapponese e panini mega imbottiti dell’area food, ci siamo avvicinati al palco centrale, dove abbiamo assistito alla gara cosplay ad opera di Epicos per CNC (Campionato Nazionale Cosplay) con una giuria di tutto rispetto, composta da cosplayer del calibro di Nadia SK, Andrea Franchini, Gutter Flower, Black Deb e Luce Cosplay, che hanno premiato:

1° Classificato – Ciri (Simona Pavone);
2° Classificato – Zephyr (Pierluigi Serravalle);
Premio CNC – Link Breath of the wild (Tindaro Idotta);
Miglior Interpretazione – Spaventapasseri (Giovan battista Lillo Doardi);
Miglior Gruppo – Black Butler (Erika Scardamaglia, Selene Grande);

La chiusura è stata affidata a un grandioso Giorgio Vanni, con un carico di energia scaraventato sul pubblico per un concerto che ha fatto tremare i ricordi di tutti i presenti. I colori dell’Holi Color Fest hanno degnamente salutato i partecipanti, un arrivederci verso una nuova edizione.

Una tre giorni che ha esaltato tutte le realtà del territorio e non, portando altissima qualità nella sua prima edizione, anche se ci sono ancora alcuni passi da fare per rendere più grande questo evento. Un ringraziamento all’organizzazione del Comicult e a Carlo Borsani per l’invito e l’ospitalità.

Alcune macchie da lavare, su cui la nostra redazione sperò avrà presto chiarimenti, sono state lasciate da piccole voci, voci che hanno leso la nostra libertà di informazione sul campo.
Ciò non ferma il nostro obiettivo, la nostra passione.

La nostra volontà di comunicare senza filtri, con informazioni disambigue e adeguate, continuerà a raccontarvi il mondo Nerd, senza abbassare mai la testa.

Miriam Caruso

 

[#JapanTime] Il festival di Shibazakura

La primavera giapponese è molto caratteristica e nota nel mondo per la fioritura dei ciliegi, uno degli spettacoli più belli che esistano per i colori e la magia di cui si riempiono i paesaggi nipponici, assumendo un aspetto favolistico.

Sono molte le agenzie che nel periodo dell’Hanami organizzano tour in Giappone per ammirare la maestosità di questo evento naturale.
Non tutti sanno, però, che la fine dell’Hanami coincide con l’inizio di un altro festival altrettanto colorato, quello dello Shibazakura. In questo nuovo Japan Time scopriremo un nuovo e bellissimo aspetto del Paese del Sol Levante.


Il festival dello Shibazakura è una ricorrenza del paesaggio giapponese che avviene nel periodo tra Aprile e Maggio. Quest’anno le date vanno dal 14 Aprile al 27 Maggio. Durante questo tempo, le distese del monte Fuji si ricoprono di un lunghissimo lenzuolo rosa. Infatti una gran vastità di fiori rosa, lilla, bianchi e altre varie sfumature dà vita a spettacolari manti di muschio bianco, donando ai paesaggi giapponesi un aspetto quasi surreale e poetico.
Secondo la leggenda, la nascita di questo evento si deve a un’improvvisa e splendida fioritura che prese vita da un contenitore ricolmo di semi. I fiori presero poi a riprodursi in maniera ciclica, dando vita a questa maestosità. Più di centomila metri quadrati di terra ricoperti da un totale di ottocentomila fiori di cinque tipologie, per una visione dall’immensa bellezza.


L’origine del nome è semplice, infatti Shiba significa prato, mentre Zakura, o Sakura, sono i fiori di ciliegio. Grazie alla stretta somiglianza fra questi ultimi e il muschio bianco, è nato lo Shibazakura.
Le location coinvolte nel festival sono varie, anche perché i giapponesi amano gli eventi naturali e quindi cercano di valorizzarli il più possibile. La sede principale si trova a sud del lago Motosuko, nella Regione dei Cinque Laghi del monte Fuji, ma è possibile vedere grandi distese viola anche sull’isola di Hokkaido, al parco Takinoue e al parco Higashimokoto. Proprio nella Regione dei Cinque Laghi è organizzato uno dei percorsi più belli, in cui una guida indirizza i turisti su una via che sfocia nei pressi del Monte Fuji, e qui è possibile ammirare la grandezza di Madre Natura con una scena che è impossibile dimenticare: il monte che si affaccia sui cinque laghi di Yamamashi.


Ovviamente un festival giapponese non sarebbe tale se non ci fossero anche delle specialità culinarie. Se doveste capitare in Giappone in questo periodo è bene approfittare del Mont Fuji Delicious Food Festival, in cui si possono assaggiare le ricette tradizionali rivisitate con l’aggiunta della salsa Shibazakura. Troviamo, ad esempio, i Fujinomiya Yakisoba, che sono dei semplici noodles saltati, oppure i Fujiyama Taiyaki, dolci a forma di pesce ripieni di pasta di fagioli rossi.

Il Giappone si mostra splendido per tutta la durata della primavera. L’Hanami è solo l’antipasto a uno spettacolo così superbo, che fa della primavera giapponese una delle stagioni più belle di sempre.


E allora, quando si parte?

                                                                                                                 Paolo Gabriele De Luca

[#SerieTv] La Casa di Carta, la Recensione

Per i fan più accaniti de ‘LA CASA DI CARTA‘ il 6 Aprile 2018 ha rappresentato una data cruciale, l’avvio alla distribuzione mondiale, da parte di Netflix, della seconda parte della prima stagione.

Ideata da Aléx Pina e trasmessa per la prima volta in Spagna, sul canale locale Antena 3, il 2 Maggio 2017, questa serie è, in tutto e per tutto, la serie tv del momento.
Diversa dai soliti prodotti spagnoli, per lo più Soap Opera, La Casa De Papel rappresenta una vera e propria rivelazione. L’elevatissimo successo riscosso e i contrastanti pareri ottenuti sono elementi fondamentali che mettono in luce la serie e la fanno diventare, oltre che un fenomeno televisivo, anche un vero e proprio fenomeno di costume, in Spagna e non solo.

LA TRAMA

Otto persone, ognuna con poco o nulla da perdere, vengono reclutate da un bizzarro personaggio, Il Professore, per portare a termine un colpo estremamente ambizioso: fare irruzione nella Fabrica Nacional De Moneda Y Timbre, la Zecca Nazionale Spagnola a Madrid, e stampare 2,4 miliardi di Euro.

Le regole fondamentali del team: niente nomi, niente domande personali e niente relazioni affettive.

Così, in perfetto stile ‘Le Iene’, i protagonisti utilizzano soprannomi per identificarsi: Berlino, Tokyo, Mosca, Rio, Oslo, Denver, Helsinki e Nairobi, ognuno con una competenza specifica, con Berlino a guidare l’assalto.

IL COMMENTO

La serie ruota tutta attorno all’ingegnosa rapina, che vede il continuo susseguirsi e concatenarsi di eventi. gli episodi non sono altro che il racconto di ciò che succede all’interno della Zecca di Stato e all’esterno.
Appaiono sempre più chiari, puntata dopo puntata, i motivi della rapina e cosa ha portato il Professore ad idearla e gli altri protagonisti a parteciparvi, così come, man mano che ci si addentra nelle vicende, si rivelano i temi trattati: ribellione e rivincita verso un sistema malato e corrotto, che opprime e impoverisce il singolo, arricchendo sempre gli stessi. Temi dal sapore assolutamente contemporaneo, che porteranno il popolo spagnolo e mondiale (secondo il Professore) a essere dalla loro parte e a vederli quasi come eroi, come coloro i quali hanno messo in atto un’impresa epica, che può aver sfiorato la mente di molti, ma che mai nessuno è stato in grado di mettere in pratica. È questo che succede anche allo spettatore, che si vede catapultato in una realtà in cui non si capisce più bene da che parte stare, quali siano i carnefici e quali siano invece semplici vittime del sistema. Ci si ritrova ad empatizzare con ogni singolo protagonista, a capirlo, a comprenderne debolezze e azioni di qualsiasi tipo, merito della narrazione e di questa storia, così finemente raccontata e sincronizzata con la realtà interiore ed esteriore dei personaggi.
Empatia e gentilezza sono le parole d’ordine surreali, seguite quasi alla lettera dai rapinatori. Nessuno deve farsi male e soprattutto non ci devono essere uccisioni, anche una sola vittima potrebbe pregiudicare il tutto e andare contro il favore del popolo. Insomma, rapina sì, cliché quasi, ma con approccio assolutamente diverso dal solito. Temi già sentiti, ricorrenti, ma qui mai banali e scontati.

IL CAST

A guidarci in questa ambiziosa impresa è la voce fuori campo di Tokyo, interpretata da Ursula Corbero, che incarna perfettamente il ruolo di assassina romantica dalle sfuriate facili. Già noto alle amanti delle Soap Opera, Alvaro Morte, il Professore, ideatore dell’impresa, personaggio dalla lucidità geniale e disarmante. Perfetto Pedro Alonso, nel ruolo di Berlino, leader indiscusso del gruppo di rapinatori, dalla fastidiosa quanto falsa empatia. Non da meno le interpretazioni di Itzar Ituno, l’intraprendente ispettore Raquel Murillo, a capo della Polizia e di Juan Fernandez, l’integerrimo e spietato colonello Prieto.

COMPARTO TECNICO

Due le realtà rappresentate: quella all’interno della Zecca e quella all’esterno, che vede protagonisti l’accampamento della Polizia immediatamente fuori dalla Zecca e Il Professore. La vicenda viene ricostruita tramite scene ambientate nei giorni della rapina e continui flashback risalenti ai cinque mesi precedenti, dedicati alla preparazione del colpo e alle varie simulazioni del caso, nelle campagne di Toledo.

Particolarmente evidente la differenza dei colori tra le scene ambientate nel presente, chiare e nitide, e quelle ambientate nel passato, più scure e opache, a simboleggiare che si tratta di ricordi e ricostruzioni. Molti i particolari che il regista porta all’attenzione dello spettatore, dagli origami, che il Professore crea di frequente, al gesto di legarsi i capelli, che Raquel compie ogni qual volta deve concentrarsi.

Il comparto sonoro non spicca per brani famosi o facilmente riconoscibili, ma riserva una chicca insospettabile: l’utilizzo della canzone della resistenza partigiana per antonomasia BELLA CIAO nelle scene salienti e con un significato più profondo, quasi a sottolineare allo spettatore i temi trattati da questa serie e quello che essa vuole esprimere, in modo tale che anche quando l’azione è ai massimi livelli, e ci si ritrova in un vortice di ansia e tensione, essi rimangano ben saldi nella mente.

CURIOSITÀ

Inizialmente concepita come serie tv autoconclusiva, la CASA DI CARTA è stata rinnovata per una terza parte (o seconda stagione). La versione originale prevedeva 15 episodi di 70/75minuti, Netflix ne ha modificato la durata, riducendola a 40-50 minuti, ottenendo così 22 episodi. Il colore predominante è il rosso: rosse sono le tute dei rapinatori, rosso è il telefono con il quale il Professore comunica con i rapinatori, rossi sono i suoi origami e tutto ciò che concerne la rapina.
Le banconote stampate nella serie in realtà sono state stampate su dei giornali nella sede del quotidiano spagnolo ABC.
Gli interni della Zecca sono stati ricostruiti in studio e la facciata utilizzata nelle riprese è quella del Consejo Superior de Investigaciones Cietificas di Madrid.
Questa serie ha consacrato BELLA CIAO nel mondo, recentemente radio spagnole e portoghesi non mancano di trasmetterla frequentemente assieme alla sigla My life is going on di Cecilia Krull.

IN CONCLUSIONE

Critiche contrastanti, pareri divisi, fenomeno di costume, azione, tensione e pathos… Di quali altri elementi avete bisogno per iniziare a guardarla?

Elisabetta Berardi

[#LARP] Racconti di Guerra, Novità ad Astra per EDUR

Così tante divinità non si vedevano dalla Notte degli Dèi nella Piana degli Ulivi.

Ieram, il male nel mondo, il dio della Morte è stato domato, Thorgoros ha finalmente uomini che lo rappresentano con furore con la fiamma sacra che brilla sugli scudi e persino Thor, figlio di Odino, è stato scaraventato ad Astra dopo esser morto nel Ragnarok a supportare i Barbari. Questi alcuni degli highlight di un evento live, il 5° per EDUR – Eroi dell’Ultimo Regno, denominato “Promesse e Profezie”.

Per chi non lo sapesse, EDUR è un’associazione LARP, una delle poche e con così forte crescita, il cui obiettivo è promuovere il gioco di ruolo dal vivo. Un gioco d’interpretazione in cui i giocatori si calano fisicamente nei panni dei personaggi creati.

E le promesse furono tante, la tensione sempre più crescente in PVP (Player versus Player), sfociando in aperte battaglie durante le ultime ore, concretizzandosi in uno straordinario patto tra capi fazione, che è diventato anche uno stravolgimento dell’intero sistema.

Di fatti la realtà, piccola ma in crescita, ha cambiato il proprio assetto, avvicinandosi alle grandi realtà europee come il Battle for Vilegis o il Drachenfest. Durante il raduno, le 3 fazioni (Barbari, Alto Concilio e Impero) assieme alla pseudo-fazione dei Mercenari, hanno diviso l’isola su cui è ambientato il gioco in tre parti. Al di fuori delle Adunanze vi sarà la pace, durante le Adunanze (quindi gli eventi) la guerra aperta sarà furiosa e i Maestri delle Accademie (istituzioni in gioco che permettono l’apprendimento di diverse abilità aggiuntive), interpretati dai Game-Master, ne saranno i giudici.
Oltre a benessere e prosperità, il prevalere porterà prestigio e vantaggi alla fazione che totalizzerà più “punti” attraverso le vittorie sul campo.

Uno schema già sentito?

Scelta dettata dalla «volontà di creare in Calabria una realtà come ovunque possano fiorire. Solo da noi non si ha alcun aiuto da nessuna parte» confessa il vice presidente dell’associazione, Giandomenico Pedullà, forse riferendosi ai disagi che l’organizzazione ha avuto a trovare location adatte con i giusti consensi. Alla fine si è tornati nel posto in cui le lame si sono incrociate già quest’estate, a Bovalino, incantevole valle, ma di quasi impossibile raggiungimento.

«Ma lo spirito di EDUR non si perderà, nonostante questi cambiamenti. La storia rimarrà pregnante e anche il segno che ogni singolo personaggio può lasciare sarà il nostro obiettivo primario: un esempio è il santino di un personaggio deceduto e santificato dall’Impero di Thorgoros» conclude Pedullà.

Non resta che attendere il prossimo appuntamento per vedere come si svilupperanno queste novità e se si riuscirà ad ottenere quanto prospettato. La buona volontà non manca, come sempre.

Alfredo Fred Arturi

[#SpecialeComics2018] Intervista esclusiva a Gianluca Gallo

Come ogni anno, ormai di consuetudine, si tiene il Cosenza Comics and Games. Quest’anno, nelle date 20-21-22 Aprile, la fiera del fumetto bruzia è tornata sempre più piena di eventi, giochi, cosplay e tanto altro.


Durante la manifestazione abbiamo incontrato Gianluca Gallo, disegnatore cosentino amatissimo a livello nazionale, che ci ha rilasciato un’interessante intervista.

Chi è Gianluca Gallo?

Bella domanda! Gianluca Gallo è un ragazzo di Cosenza, di ormai 30 anni, che si è trovato a fare l’illustratore quasi per caso.

Come sei entrato nel mondo del disegno?

Prima ero un musicista, ho sempre suonato e lavorato nella musica in generale, poi l’anno scorso ho ripreso a disegnare, dopo aver accantonato per qualche anno, e ho aperto una pagina Facebook. Avevo messo dei disegni su internet e sembrava che piacessero molto, tante persone mi hanno spronato a creare una pagina e un po’ forzatamente l’ho fatta, anche perché sono una persona molto riservata e fare una pagina non mi entusiasmava tantissimo. Dopo averla creata, però, in tre settimane ha raggiunto i ventimila followers e da qui è partito tutto.

Qual è stato il passaggio che ti ha fatto approdare dalla musica al disegno?

In realtà ero in un periodo particolare della mia vita. Ho sempre disegnato da quando ero piccolo, questa è stata la mia prima forma di espressione in assoluto. Poi crescendo è arrivata la musica e ho relegato il disegno a una sfera molto personale e intima. In quel periodo, oltre a essere in una fase molto molto particolare, volevo un po’ riprendere perché era un pallino fisso: avevo tante cose da dire e mi piaceva dirle con il disegno, per andare ancora di più nel profondo. Senza nemmeno pensarci ho preso la matita e ho iniziato a disegnare e da lì è iniziato naturalmente tutto quello che è successo.

Il tuo primo approccio con il mondo del fumetto?

Da piccolo leggevo tantissimi fumetti, spaziavo in qualsiasi cosa: da Topolino a Dylan Dog, Tex, fino alle robe che andavano in quel tempo, che avevano i cugini più grandi. Mi è piaciuto sempre di tutto, roba tedesca, anche un po’ più underground.
Sono sempre stato affascinato dal disegno perché mio padre è un grande appassionato, quindi è stata una contaminazione che ho avuto in giro per casa. Mi piaceva veramente tanto. Poi crescendo, l’interesse un è andato scemando, ad esempio ora non so cosa gira, cosa viene pubblicato, chi li fa. Sono un po’ fuori da questo mondo. Però grazie a quello che mi è capitato sono rientrato a gamba tesa in questa realtà, quasi per forza, e anche partecipando a festival e fiere mi sto un po’ aggiornando.

Nelle tue tavole fai molti riferimenti alla musica indie. Com’è nato l’amore verso questo genere musicale?

Ci ho sempre sguazzato dentro. Suonando, organizzando concerti, lavorando negli staff musicali. E’ sempre stato il mio mondo quello della musica e soprattutto quello della musica indipendente.
Il legame con le tavole è stato naturale, perché quando disegno ascolto sempre musica; quando devo dare un titolo a un’illustrazione, magari quella cosa che ho disegnato mi ricorda una frase di una canzone, oppure è la canzone che sto ascoltando che mi ispira. Quindi è un legame indissolubile e naturale. Amo la musica, è sempre stata il mio mondo, è sempre stata il mio lavoro e la mia passione, quindi è un gioco di rimandi e non mi faccio domande.

Dove credi che ti porterà l’arte?

Sono successe tantissime cose da quando ho creato la pagina, compreso il libro. A Natale, infatti, ho pubblicato la mia prima raccolta di illustrazioni per Rizzoli, che è una cosa che non avrei mai immaginato di poter fare, soprattutto in un periodo così breve: la casa editrice mi ha scritto quando la pagina era attiva appena da quattro mesi. Stavo morendo quando è successo questa cosa. Poi il libro è andato bene perché è uscito prima di Natale, sono stato quarto su Amazon, primo su IBS, insomma ha avuto un po’ di successo. Ci sono anche tutti questi effetti collaterali di persone che si fanno i tatuaggi delle illustrazioni, perché se li sentono molto legati.
Insomma, spero che mi porti sempre verso soddisfazioni. Tutto questo è principalmente una soddisfazione personale, perché mi piace molto che tante persone usino quello che disegno come tramite per esprimere qualcosa che non riescono a dire loro. Spero, prima di tutto, che continui tutto su questa scia, poi ho scoperto il piacere immenso di pubblicare libri, è una cosa che farei per sempre e in tantissime altre forme. Mi piacerebbe fare un libro che unisca narrativa e illustrazione, quindi un racconto e illustrazioni che lo spiegano.
Mi hanno chiesto anche di disegnare delle grapich novel sceneggiate da altri, quindi si aprono degli scenari che non posso neanche tanto immaginare.

                                                                                                                             Paolo Gabriele De Luca

[#SpecialeComics2018] Intervista esclusiva al cosplayer Davide Ravera

Durante il Cosenza Comics and Games 2018 abbiamo incontrato Davide Ravera.

Cosplayer famoso per l’eleganza nell’interpretazione di personaggi come Vegeta ed Eddie Redmayne, ci ha parlato del suo modo di vivere il cosplay e della preparazione che ne consegue.

 

 

Intervista a cura di Miriam \^^my^^/ Caruso
Riprese e Montaggio a cura di Daniel MrInk Ferullo