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[#JapanTime] Il Tanuki, l’animale oggetto

Ci avviciniamo sempre di più alla fine dell’inverno, manca poco ormai all’inizio della primavera.

Oltre alle lunghe giornate di sole e ai colori, questa stagione è nota per le classiche pulizie che si svolgono in casa e chissà che tra le vecchie cianfrusaglie nascoste sul fondo di una mensola non troviate un Tanuki. Curiosi di sapere cos’è?

E allora scopriamolo in questo nuovo Japan Time!


Originario dell’Estremo Oriente, il Tanuki è una creatura che esiste nelle caratterizza molte storie giapponesi e il cui aspetto è un ibrido fra un procione e un cane. Più simile al primo, ma classificato come canide.
Il Tanuki è un essere che fa parte della tradizione nipponica sin da tempi molto antichi. E’ visto come un animale dispettoso, scherzoso, goffo, distratto e a volte anche malizioso. In passato si diffusero le più svariate credenze, di cui alcune descrivevano la creatura come una bestia crudele e sinistra. La tradizione più comune racconta che i Tanuki altro non sono che le incarnazione di vecchi oggetti usati, di almeno cento anni, e da qui sono nate tantissime storie: le creature che per ingannare i cacciatori si trasformano in rami o prendono in giro i mercanti trasformandosi in banconote.


La pelle di questi animali era usata nel campo della metallurgia e si utilizzava per raffinare l’oro, per questo col tempo si iniziò ad associare il Tanuki ai metalli, alle pietre e all’oro stesso.  Da qui è nata la convinzione che il Tanuki porti fortuna, motivo per cui vengono vendute statuine e oggettistica varia. E’ facile trovare rappresentazioni di tali creature davanti a ristoranti, templi, negozi e attività che necessitano di buona fortuna.


Questi particolari animali vengono spesso rappresentati con testicoli stranamente enormi e una pancia molto grande, che è usata come tamburo. Il più delle volte indossano un ingombrante cappello in testa e reggono una bottiglia di sakè.
Ovviamente è facile trovare questa figura anche nella cultura pop, fra anime e videogiochi. Vediamone alcuni esempi:

Super Mario Bros. 3

In Super Mario Bros. 3, Mario può trasformarsi in una statua con le sembianze di un Tanuki.

Pokémon

In Pokémon Rubino e Zaffiro, Zigzagoon e Linoone possono imparare la mossa Panciamburo, riferimento alla grande pancia usata come un tamburo.

Gugure! Kokkuri-san

In Gugure! Kokkuri-san, uno dei protagonisti, Shigaraki, è un Tanuki

Ranma ½

In Ranma appare spesso un Tanuki come oggetto da scagliare nelle lotte.

Chissà che anche qualcuno di noi non trovi un Tanuki dispettoso nelle prossime pulizie di primavera. E voi? Lo terreste o lo buttereste via?

                                                                                                                             Paolo Gabriele De Luca

[#CamperandoilTribush] Camperata di Febbraio

Salute evocatori!

Nell’ultimo mese abbiamo assistito a diversi cambiamenti, soprattutto con l’ultima patch si cambia il modo di giocare per quanto riguarda i maghi.

PATCH 8.3

La patch 8.3 ha visto pochi cambiamenti e riguardano quasi esclusivamente i campioni: di veramente rilevante ci sono solo i danni ridotti della W a Kog’Maw  e i danni aumentati della passiva di Lucian, e poi non si spiega il buff di Master Yi sia sulla Q che sulla E.

Un altro ritocco da segnalare è l’aumento della ricarica della Q di Zoe (tenete bene in mente questo cambiamento).

OLTRE I CAMPIONI SONO STATE MODIFICATE DELLE RUNE, TUTTE APPARTENENTI AL RAMO DI ISPIRAZIONE

Dopo il primo mese nella nuova stagione, la gente ha iniziato a sperimentare nuove combinazioni di rune, ma il meta si è presto fossilizzato con il cronografo: cronografi in ogni corsia e su ogni personaggio. Per cui il nerf era inevitabile. Il cronografo ottenuto da “tempismo perfetto” contribuisce di meno per quanto riguarda il lato economico nella costruzione degli oggetti e venderlo restituisce una ben più ridotta quantità di oro.

La runa chiave “Libro degli incantesimi non sigillato” forniva troppa flessibilità grazie alla ricarica degli incantesimi evocatore, per cui anche essa è stata nerfata proprio nel valore di riduzione ricarica che passa dal 25% al 15%.

ULTIMO, MA NON MENO IMPORTANTE

Dopo il teaser con cui ci siamo lasciati nella scorsa camperata, ora Swain è tornato con una nuova lore e un nuovo kit di abilità, anche se non sembrano convincere molto…

PATCH 8.4

La patch 8.4 è quella più grossa e più piena di stravolgimenti.

Nerf di Kalista su attacco e range, anche se ottiene più velocità d’attacco e soprattutto la E rimborsa meno mana.

Il nerf nella patch precedente ha forse picchiato troppo Kog, per cui questa volta i danni alla W  di Kog’Maw sono stati aumentati.

È tornato il regno di terrore di Rengar: la Q è tornata quella precedente al rework…i gatti ne saranno contenti.

Nerfati i danni di Shyvana e Twitch, la motivazione del nerf è il cambiamento ad una runa chiave del ramo Precisione.

CIAO ZOE

Zoe ha dato problemi fin dal rilascio, forse dopo questa patch ne vedremo molte di meno: ridotti i danni della Q e rimossa la riduzione ricarica della E in caso di campione addormentato, sommando il nerf della precedente patch ORA possiamo essere veramente felici.

QUI ARRIVA IL BELLO: GLI OGGETTI

Nel caso giochiate maghi o comunque personaggi che necessitano di potere magico, non potete fare a meno di leggere la sezione adatta della patch note, perché i cambiamenti sono veramente tanti…per fare un esempio ora il Morellonomicon non fornisce più mana e riduzione ricarica e l’Eco di Luden non fornisce movimento.

Rimangono da segnalare 2 nuovi oggetti: la “sfera dell’oblio” e il “legamagia”, Il primo è necessario per completare il nuovo Morellonomicon e fornisce Ap, salute e penetrazione magica, mentre il secondo dovrebbe sostituire l’Eco, in quanto fornisce movimento sia come abilità passiva che attiva.

E SOPRATTUTTO SONO TORNATE…LE OMBRE GEMELLE!

Rimosse nella stagione 5, ritornano con questa patch esattamente come prima, stesse stat, stesso costo e, soprattutto, stessa abilità attiva: evocano 2 fantasmi non bersagliabili, che cercano e rallentano i campioni nemici più vicini…i più nostalgici non potranno che apprezzare.

QUESTA VOLTA SON STATE TOCCATE ANCHE LE RUNE

A parte il ramo di stregoneria che rimane invariato, parecchie rune secondarie sono state modificate, ma il cambiamento più importante rimane quello sulla runa chiave “attacco sostenuto”: essenzialmente ne sono stati aumentati i danni, ed è questa la causa di alcuni nerf sui campioni che avrebbero potuto abusarne.

I MOSTRI EPICI ACQUISTANO UN RUOLO DOMINANTE PER CHIUDERE LE PARTITE

Sia il Barone Nashor che il Drago maggiore sono stati enormemente buffati, il Baron fornisce più statistiche sia ai campioni che ai minion della squadra che lo elimina, mentre il Drago acquisisce ulteriori effetti bonus se ne vengono eliminati altri oltre il primo.

IL VOID HA UNA NUOVA FIGLIA

Un nuovo tiratore emerge dal Void, Kai Sa.

Vi lasciamo con le sue interazioni e un avvertimento: preparatevi a patch belle grosse!

Giulio Ciambrone

 

 

 

[#CiNerd] Fullmetal Alchemist Live Action, la Recensione (no spoiler)

Finalmente l’attesa è finita: Netflix ha rilasciato l’attesissimo live action giapponese di Fullmetal Alchemist il 19 febbraio scorso, a distanza di qualche mese dall’uscita del film nei cinema del Sol Levante.

Diretto da Fumihiko Sori, l’adattamento del famosissimo manga di Hiromu Arakawa è disponibile con il doppiaggio italiano, perciò fruibile anche da chi il manga e l’anime in questione non li conoscevano proprio.

Grande pubblicità è stata fatta nei mesi precedenti l’uscita dalla Warner Bros che ne ha curato la produzione, creando grandissime aspettative nei fan: da quel che i trailer mostravano, sembrava esserci stato un ottimo lavoro, maggiormente dal punto di vista degli effetti speciali e, soprattutto per noi italiani, per la location, in quanto da sfondo era stata scelta la suggestiva Volterra, comune toscano pittoresco, che riesce a evocare quel senso di familiarità con la pseudo Europa presente nell’opera della Arakawa.

In questa recensione cercherò di analizzare in modo obiettivo la pellicola, dando poi qualche parere più soggettivo, in quanto fan particolarmente affezionata dell’opera. Ma partiamo subito con l’analisi dei punti e vediamo in dettaglio cosa il film ci ha riservato.

 

LA TRAMA

 

La trama di Fullmetal Alchemist si snoda in un manga di 27 volumi e due serie animate, di cui la prima prende una direzione diversa rispetto l’opera originale, mentre la seconda ricalca fedelmente il manga. Risulta evidente, quindi, che possegga una trama molto complessa, più volte cruda e violenta, ma che si prende tutto il tempo di spiegare ogni cosa e non lasciare nulla al caso. Il film cerca di comprimere in 2 ore e 14 minuti la storia dei due fratelli Elric, Edward e Alphonse, che cercano di riportare in vita la madre morta tramite l’alchimia, ma falliscono nel peggiore dei modi: uno perde due arti, l’altro tutto il corpo. La loro missione è, quindi, riavere tutto indietro grazie alla Pietra Filosofale, potente strumento che nessuno è mai riuscito a riprodurre.

IL COMMENTO

Il film, per quanto voglia essere il più possibile fedele alla trama “base”, risulta spesso troppo sintetico nei dettagli importanti e da rilievo a personaggi che in realtà non ne hanno poi così tanto bisogno. Uno dei difetti principali del film è il taglio eccessivo di molti personaggi essenziali a favore di altri che potevano essere omessi o, quanto meno, ridimensionati, creando uno strano effetto nello spettatore fan che non si ritrova con quello che sta vedendo. Ma questa si pone essere una scelta necessaria per i tempi ristretti concessi dalla pellicola, quindi anche il fan più accanito “accetta” le differenze, pur con grande rammarico. Tuttavia, il pathos di alcune scene molto importanti, se non addirittura simboliche, che la pellicola ha riproposto, non raggiungevano l’intensità che avrebbero dovuto avere, rallentandone il ritmo e facendo sbadigliare lo spettatore in più occasioni. Bene, ma non benissimo.

 

COMPARTO TECNICO

 

La domanda che, però, tutti si ponevano durante la visione dei trailer anticipatori è:

riusciranno a mantenere nel film effetti speciali tali da non risultare grotteschi o a “basso budget”? 

La risposta è… . Ho notato più volte che durante alcuni combattimenti, gli stessi attori faticavano a rendere veritiero l’attacco da parte di mostri in CGI, essendo poco familiari con questo tipo di tecnologie, che implica uno sforzo e un realismo tale da far credere allo spettatore che ci sia DAVVERO un mostro a muoversi sullo schermo. Tuttavia, la CGI nella sua interezza riesce a raggiungere picchi notevoli di realismo, come con l’armatura di Alphonse, ma a volte gli stessi sfondi faticano ad amalgamarsi con la computer grafica. Tutto questo, però, non rende il film meno godibile, in quanto anche durante le trasmutazioni alchemiche dei due fratelli, si riesce a mantenere un livello abbastanza alto per un prodotto del genere e con budget non hollywoodiani.

 

IL CAST

 

Vero problema della pellicola è il cast.

Probabilmente Fullmetal Alchemist è tra i pochissimi prodotti Made in Japan adatti a un cast interamente occidentale, essendo il manga ispirato, come detto sopra, a una Europa alternativa dei primi del Novecento. La scelta  di un cast nipponico ha influito sulla resa finale e sulla credibilità degli eventi messi in atto. Le scelte estetiche riguardanti Ryosuke Yamada, che interpreta Edward Elric, sono state un po’ “infelici”, in quanto il “parruccone” biondo non ha reso l’effetto naturale che avrebbe dovuto dare, cosa invece riuscita al Tenente Hawkeye, interpretata da Misako Renbutsu. Il costume e la resa degli automail sono stati, al contrario, alquanto ottimali.

Per quanto riguarda il resto del cast, sono stati tutti all’altezza dei loro ruoli, in particolare gli homunculus Lust (Yasuko Matsuyuki), Gluttony (Shinji Uchiyama) ed Envy (Kanata Hongo), riuscendo a mostrare l’essenza dei personaggi in tutte le occasioni in cui sono apparsi. Nota dolente, invece, Tsubasa Honda, che interpreta Winry (neanche la parrucca bionda le è stata concessa), che non riesce a raggiungere i livelli del resto del cast, risultando piuttosto fastidiosa e a volte stupida. A differenza della “vera” Winry, la Honda non è riuscita a trasmettere alcun carisma e l’importanza della stessa per i due fratelli Elric non è abbastanza sottolineata, riducendosi più una macchietta comica che altro (ma che non fa neanche così tanto ridere).  

IN CONCLUSIONE

Fullmetal Alchemist Live Action si presenta come un prodotto confezionato in modo sufficiente, senza lode e senza infamia.

Si apprezzano gli sforzi fatti da tutto il cast e dalla produzione, dando alla luce un qualcosa che possa essere almeno dignitoso nei confronti dell’opera originale, dando anche (per chi ha visto la scena dopo i titoli di coda) una “quasi” conferma che probabilmente non si fermerà qui, e che eventuali seguiti siano già all’orizzonte. Tuttavia, credo anche che il cast asiatico non sia adatto per un progetto di tale portata, in quando è vero che gli attori sono stati molto bravi, ma è altrettanto vero che risulta spesso grottesco e quasi parodistico il risultato. Fullmetal Alchemist Live Action raggiunge una quotazione pari a 6.5, migliorabile sotto tutti i punti di vista, ma inevitabile che altri stravolgimenti potranno inasprire i fan ancora più di adesso.

Per ora possiamo solo dare fiducia e aspettarci qualcosa di meglio in seguito. Una possibilità, a mio avviso, se la merita.

Vittoria Aiello

[#Nerd30Consiglia] Piano Forest (Piano No Mori)

Ritorna l’appuntamento con i consigli di Nerd30, questa volta con un film anime targato Madhouse.

Stiamo parlando di Piano No Mori (Il piano nella foresta), pellicola del 2007 diretta da Masayuki Kojima, trasposizione dell’omonimo manga in 22 volumi di Makoto Isshiki, dal quale si discosta negli avvenimenti per renderlo un film autoconclusivo.

Il film è edito in Italia da Kazè per il reparto home video, con un ottimo doppiaggio italiano.

LA TRAMA

Shûhei Amamiya è un ragazzo delle elementari proveniente da una famiglia benestante di musicisti. Si è appena trasferito da Tokyo con la madre in una piccola città per accudire la nonna malata ed ha quindi dovuto cambiare scuola ed amicizie. Suona il pianoforte da quando era molto piccolo per molte ed interminabili ore al giorno, ma non lo fa per divertimento, perché si è reso subito conto che il suo destino e la sua missione è di diventare un grande pianista come il padre o forse anche di più:

il più grande pianista del Giappone.

Kai Ichinose è, invece, un ragazzino spensierato sempre pronto ad azzuffarsi con i compagni di classe. Proviene da una famiglia disagiata (sua madre è una prostituta), frequenta saltuariamente la scuola e sembrerebbe che la musica classica possa essere l’ultimo dei suoi interessi, ma quando Shûhei lo sente suonare il misterioso grande pianoforte abbandonato nella foresta vicino alla città, capisce subito quanto sia grande il talento dell’amico. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Piano No Mori è il classico esempio di film semi-sconosciuto, probabilmente perché non ha dietro nomi altisonanti come quelli di Miyazaki o Shinkai, ma che non ha nulla da invidiare in termini qualitativi alle opere dei suddetti registi. Un film di stampo musicale, ma che funzionerebbe in qualsiasi altro contesto, perché orbita intorno ad un concetto semplicissimo:

bisogna amare quello che si fa per riuscire a farlo bene.

Shuhei viene educato fin da piccolo allo studio del pianoforte, ma ci rendiamo conto che quella non è mai stata una sua scelta, ma più un’imposizione forzata. Kai invece inizia a giocare con il pianoforte nella foresta fin da piccolo, senza che nessuno gli dicesse di farlo, ma solo per pura curiosità, che nel corso degli anni si trasforma in un amore viscerale per lo strumento. Questa dicotomia tra i protagonisti sarà il fulcro dell’intera pellicola e in un certo senso i due dovranno riuscire a completarsi a vicenda.
Il film vanta un ritmo fantastico, per cui è impossibile annoiarsi, specialmente se si è musicisti o si vuole provare a diventarlo. Trattandosi di un film, non si può aggiungere molto per non rischiare di rovinare la visione di questa fantastica opera, quindi passiamo al prossimo punto.

COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo la cura che ci si aspetterebbe da una produzione cinematografica.
La regia di Kojima riesce ad enfatizzare le scene al pianoforte, grazie ad un sapiente uso del montaggio (termine che ha poco a che fare con l’animazione, ma ci siamo capiti), con continui cambi di inquadratura per non rendere le scene eccessivamente statiche. Animazioni fluide in perfetto stile Madhouse, cosa che si nota soprattutto quando vengono inquadrate le mani dei protagonisti, che sembrano volare sulla tastiera.

Trattandosi di un film musicale abbiamo una grandissima cura nel reparto sonoro. Alla colonna sonora ha partecipato il pianista Vladimir Davidovič Aškenazi, che ha eseguito i vari brani classici presenti nella pellicola.

IN CONCLUSIONE

Piano No Mori è un film che vola via, 2 ore che sembrano 20 minuti. Vi informiamo inoltre che ad Aprile inizierà la trasmissione di un adattamento televisivo del manga originale, realizzato da studio Fukushima Gainax.

Ovviamente non ce lo perderemo per niente al mondo.

Antonio Vaccaro

 

https://youtu.be/s_yG10P4cbc

Scuola di Fumetto, da marzo i nuovi corsi al Museo del Fumetto e al Dam dell’Unical

Amanti del fumetto e novizi, presto partiranno i corsi di fumetto base, sceneggiatura, fumetto per bambini e fumetto avanzato che si terranno alla Scuola di fumetto di Cosenza con professionisti del settore.

Per gli appassionati che vogliono avvicinarsi alla nona arte, comprenderne tecniche e complessità, diversi moduli formativi dedicati.

Il percorso formativo, promosso da Cluster, Museo del fumetto di Cosenza, e dal Festival le Strade del Paesaggio, ha raggiunto in poco meno di due anni esiti oltremodo positivi, riuscendo a raccogliere intorno alla proposta laboratoriale, un alto gradimento da parte di studenti e studentesse che hanno scelto di intraprendere questo viaggio nell’arte fumettistica.

Le importanti collaborazioni del Museo con le maggiori realtà del settore a livello nazionale ed internazionale ed il profilo qualitativo dei docenti che spazia da Massimiliano Veltri, disegnatore per Marvel America a Pasquale Qualano, autore per DC Comics e Disney, assicura un primo ed importante momento di formazione sulle tecniche del fumetto e tutto ciò che questa disciplina comprende: storia del fumetto, sceneggiatura, disegno dal vero, nozioni di regia, realizzazione di una tavola dalla matita fino al colore, nelle sue varie forme.

Un percorso strutturato che attraverso diversi incontri settimanali garantisce l’apprendimento delle varie tecniche legate alla realizzazione del fumetto.

I corsi saranno attivi anche presso l’Università della Calabria negli spazi del DAM (Dipartimento Autogestito Multimediale) in collaborazione con l’associazione Culturale Entropia, per venire incontro alle esigenze degli studenti universitari.

 

Miriam Caruso

 

[#NerdCuriosity] Nuovo merchandise in arrivo per Sailor Moon

Questo martedì è andato in scena lo spettacolo dedicato a una nuova storia su Sailor Moon, ovvero Sailor Moon: The Miracle 4D, negli studi di Universal Studios Japan a Osaka, che era riuscito a tenere celati tutti i dettagli dello spettacolo.

Le guardiane della giustizia, infatti, avrebbero dovuto affrontare un nuovo nemico che succhia energia e felicità all’interno del parco a tema.

I visitatori hanno potuto acquistare le proprie armi magiche direttamente in loco, tra cui una replica di Cutie Moon Rod di Sailor Moon, che si illumina in cinque diversi colori. La porzione di sfera dell’asta è stata modificata per imitare il logo di Universal Studio. Il parco ha messo in vendita anche una custodia Luna P, magliette, accessori per capelli, borse, spille delle armi magiche di Sailor Moon, scatole di caramelle a forma di spille di Sailor Moon e una collana della Space Time Key e il Silver Crystal di Chibiusa.

Alcuni degli articoli, come nel caso di Luna P, sono inclusi nel Sailor Moon Express Pass del parco, che ha dato l’opportunità di fare foto con Tuxedo Mask e le Sailor Guardians.

Lo spettacolo teatrale “Sailor Moon: The Miracle 4D” sarà lanciato al parco a tema il 16 marzo e durerà fino al 24 giugno. L’attrazione Sailor Moon: The Miracle 4D fa parte della più ampia line-up Universal Cool Japan 2018. Sailor Moon si unisce a Detective Conan, Final Fantasy e Monster Hunter in un’esperienza divertente.

L’uscita del nuovo merchandise esclusivo è previsto per il 16 marzo.

Il parco a tema ha tenuto mostre di Shonen Jump quest’estate. Tra le attrazioni 4D di Dragon Ball Z e Bizarre Adventure di JoJo, una battaglia sull’acqua, due ristoranti e uno spettacolo teatrale per One Piece, e un talk show per Gintama .Il parco ha anche altre attrazioni temporanee come “Dragon Quest The Real “e” Yo-kai Taiso The Real “, basato su Yōkai Watch.

Vittoria Aiello

[#CamperandoilTribush] Camperata di Gennaio

Salute evocatori!

Per la prima camperata dell’anno ci aspettavamo molti più cambiamenti, invece questa prima patch di inizio stagione riserva pochissimi cambiamenti.

ANCORA QUALCHE RITOCCO PER CHI RISENTE DELLA MANCANZA DEL VECCHIO SISTEMA DI RUNE

BRAND

Brand vede i danni della passiva aumentati in quanto vecchio utilizzatore della maestria “tocco della morte bruciante”.

KAYLE

A Kayle sono stati ridotti danni e velocità d’attacco, ma in compenso è stato ridotto il cooldown della E (a quanto pare sembra facesse danni ingenti).

GRAVES

Graves ha avuto i suoi alti e bassi durante la scorsa stagione. Riducendo costo e ricarica della Q, la Riot sta cercando di dirci che possiamo giocarlo, ma senza abusarne.

HEIMERDINGER

Un cambiamento inaspettato ha toccato Heimerdinger: ora i danni della torretta potenziata dalla ultimate sono stati pressoché dimezzati… faceva davvero così paura?

 

RIUSCIRANNO AD ESSERE VIABILI?

ZOE

Fin dal rilascio, Zoe è risultata fastidiosa…ha praticamente una sola mossa per far danno, ma un kit che rende semplice massimizzarlo…ecco che è stato ritardato il tempo di creazione della trappola soporifera.

SKARNER

Skarner, invece, dal rework non riesce a far sentire la sua presenza, per cui danni e stun della E sono stati aumentati, forse cosi dipenderà meno dalla sua abilità suprema.

INIZIA UFFICIALMENTE LA STAGIONE 8

Il 16 gennaio è ricominciata la lotta per la scalata in classificata. Come ogni anno i nostri vecchi traguardi non sono completamente andati perduti, bensì una volta effettuate le prime 10 classificate di piazzamento, verremo lanciati in qualche lega non lontana dalla precedente, anche se quasi sicuramente inferiore.

Suggerimento da parte del #Senpai da non prendere troppo seriamente:

se potete, è meglio non cimentarsi subito nelle classificate, in quanto generalmente il sistema fa errori di calcolo e butta gente in leghe “non meritate”, o comunque è più facile trovare compagni di squadra non propriamente motivati.

PER L’ONORE!

Insieme all’MMR, è stato resettato anche il nostro livello di onore, ma quest’anno sono stati introdotti dei checkpoint tra un livello e l’altro. Praticamente, ad esclusione degli honor 1 e 0, partiremo tutti dall’honor 2, ma a seconda dell’onore ottenuto a fine anno partiremo da un checkpoint diverso.

Non dimentichiamoci inoltre di urlare come ragazzine di fronte al vecchio generale Swain, che a breve tornerà più pickato e bannato che mai.

 

Per questa camperata è tutto, che il dio del matchmaking sia con voi!

 

Giulio Ciambrone

[#NerdCuriosity] Britney Spears, suo figlio sceglie il cosplay di Freezer

Se state pensando che non sia vero, bene vi sbagliate!

Pare che uno dei figli (non è specificato quale) di Britney Spears, famosa cantante pop ormai non molto presente sulle scene dopo questioni inerenti alla custodia dei suoi bambini, si è dimostrato un grande fan di Dragonball, tanto da fare il cosplay di uno dei villain più amati dalla saga, Lord Freezer.

La Spears, inoltre, ha pubblicato vari disegni fatti da suo figlio e dalla sorellastra, con soggetto Rem di Re:Zero, dimostrandosi molto fiera e incoraggiante verso di loro.

Di seguito i suoi post presi da Twitter con le foto.

Che dire, come cantante sarà anche discutibile e come personaggio pubblico avrà i suoi difetti, ma come madre possiamo dire che non ha riserbo a incoraggiare la prole nel seguire le proprie passioni con orgoglio. E brava Britney!

 

Vittoria Aiello

[#Anime] 5 Motivi per Guardare: La Rivoluzione di Utena

Se siete appassionati di anime, soprattutto di quelli che lasciano il segno e sappiano emozionare, e tra quelli attuali non trovate nulla che vi soddisfi appieno… Bene, siete assolutamente normali!

In questo articolo cercheremo di analizzare i cinque punti che possano portare chi ancora non l’ha fatto (molto male!) a guardare uno dei capisaldi dell’animazione giapponese della vecchia scuola:

La rivoluzione di Utena!

Classe ’97, la storia parla di una ragazza, Utena Tenjo, iscritta all’Accademia Ohtori, dove è determinata a cercare il principe che l’aveva aiutata a metabolizzare la morte dei genitori. All’interno della scuola incontrerà Anthy Himemiya, figura che coprirà il ruolo di arma durante strani duelli che si svolgono all’interno dell’istituto. Utena viene tirata dentro le situazioni più pericolose, senza avere alcun controllo sugli eventi e ignorando il fatto che dietro a tutto ciò si possa celare qualcosa di molto più grande.

Ma prima che possiate dire qualsiasi cosa, sappiate che questa non vuole essere una critica all’animazione moderna (e ai vostri gusti), ma solo un consiglio per espandere ancora di più la vostra cultura in fatto di animazione, cominciando proprio da Utena.

 

Il regista, Kunihiko Ikuhara

 

Ebbene sì, il primo motivo per il quale non potete perdere questa opera è proprio il regista della serie, il geniale quanto eccentrico Kunihiko Ikuhara. Spesso collaboratore con Jun’ichi Sato, è famoso soprattutto per aver diretto due delle saghe più belle di Sailor Moon (metà seconda, terza e quarta), che in seguito lascerà poiché la Toei Animation pone troppi limiti alla sua creatività. Ed è proprio andandosene che formerà il gruppo Be-Papas, che darà vita al progetto La rivoluzione di Utena, insieme a Chiho Sato, che curerà il manga, e ad altre tre persone tra sceneggiatori e animatori.

 

Metafore psicologiche

 

Utena si pone all’interno del panorama d’animazione giapponese come un’opera di grande ermetismo, tanto da risultare difficile da analizzare. Dopo una sola visione dell’anime, a tutti capita di pensare

“ma cosa ho appena visto?”

quasi come a pentirsi di aver speso tempo a guardare 39 puntate apparentemente senza senso. Ma nulla è lasciato al caso: le metafore in Utena sono tante e troppo spesso di difficile interpretazione, tanto che la rendono un’opera non per tutti. Ma se vi piace arrovellarvi su significati nascosti allora è l’anime giusto per voi (e non voglio certo anticiparvi nulla).

 

Le musiche

 

Può sembrare un punto scontato, ma non lo è affatto. La musica in Utena si compone di enorme pathos e accompagna con crescente entusiasmo chi guarda l’anime: ogni volta che la battaglia ha inizio, una canzone, che diventa un inno di guerra, viene intonata con fare solenne. L’inno, dal titolo Zettai Unmei Mokushiroku (Il Destino Assoluto: Apocalisse) si presenta come uno scioglilingua che rimbomba e si ripete, quasi nonsense, creando enorme fomento. La stessa sigla d’apertura, Renbu Revolution, interpretata dalla famosa Masami Okui, si presenta come qualcosa di più di una semplice canzone e il ritmo estremamente orecchiabile accompagna le scene una dietro l’altra.

 

Principe, non Principessa

 

“Molto tempo fa, c’era una giovane principessa, a cui il destino aveva sottratto entrambi i genitori, ma che un giorno incontrò un principe dall’aspetto nobile e provava tanta ammirazione per lui da diventare un principe lei stessa”. Questo è l’incipit (abbreviato) che ci sbatte in faccia la personalità anticonvenzionale di Utena. Il suo personaggio, profondamente opposto ad Anthy, la sua controparte femminile e sottomessa ai vari protagonisti (nonché cardine di tutta la serie) si pone con forza quasi mascolina, soprattutto quando duellerà con i membri del Consiglio Studentesco. Anthy è la principessa da salvare, così debole e che si lascia trasportare dal suo tragico destino, mentre Utena è proprio quel principe che con fermezza decide di diventare, Yin e Yang che unite porteranno a compimento ciò per cui sono destinate.

 

Originalità

 

A questo punto è chiaro che La rivoluzione di Utena è un’opera tanto complessa quanto originale, in un panorama anime dove ormai tutto si somiglia. Non rispetta nessun canone ma, anzi, osa in quello in cui nessuno avrebbe avuto il coraggio di fare all’epoca. L’estetica tocca vette molto particolari, presentandoci un design dei personaggi e delle ambientazioni di qualità seppur semplici, con colori molto intensi, dal freddo azzurro e bianco asettico della scuola, al rosso intenso del Teatrino delle Ombre, che si pone nell’intermezzo degli episodi. La trama cela più di quello che riusciamo a captare a una sola veduta e ciò non fa altro che spingerci a rivederlo più volte, soprattutto per capire se siamo riusciti a comprendere appieno l’apocalisse e la rivoluzione raccontati nell’anime.

Insomma, forse è trasparito troppo il mio amore per quest’opera, ma la sostanza non cambia: La rivoluzione di Utena è un’opera imprescindibile da cui un vero amante di anime non può tirarsi indietro nel dargli almeno una possibilità.

       

Vittoria Aiello

[#Anime] Devilman Crybaby, la Recensione

L’attesissimo Devilman Crybaby è finalmente giunto su Netflix. La serie ONA (Original Net Anime) è un nuovo adattamento del capolavoro di Go Nagai “Devilman”, probabilmente uno dei fumetti shonen più importanti di tutti i tempi, fonte d’ispirazione per decine di opere, non solo fumettistiche.

L’anime conta 10 episodi ed è stato prodotto da studio Science SARU, con regia di quel genio che è Masaaki Yuasa, autore che si è sempre distinto per il suo stile grafico particolare e fuori dagli schemi, dirigendo anime straordinari come The Tatami Galaxy, Ping Pong: The Animation e Kaiba, oltre a splendidi lungometraggi come Mind Game e il recentissimo The Night Is Short, Walk On Girl. La serie vede anche Ichiro Okochi (Code Geass) alla sceneggiatura.

LA TRAMA

 Akira Fudo viene informato dal suo migliore amico, Ryo Asuka, che un’antica razza di demoni è tornata per riprendersi il mondo dagli umani. Credendo che l’unico modo per sconfiggere i demoni sia quello di incorporare i loro poteri, Ryo suggerisce ad Akira di unirsi a un demone. Akira si trasforma così in Devilman, possedendo i poteri di un demone, ma mantenendo l’animo di un umano. (Fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Chi sono i veri demoni?

Questa è la principale domanda a cui tenta di rispondere questo straordinario anime. Sin dai primi episodi ci rendiamo conto che quel pazzo di Yuasa è riuscito a mantenere lo spirito dell’opera originale, fondendolo alla perfezione con il suo stile unico e inconfondibile. Notiamo fin da subito che l’opera di Go Nagai è stata contestualizzata ai giorni nostri, con la presenza di cellulari, internet e social network, e sarà proprio questa la principale differenza con il manga.

Yuasa riesce, tramite una narrazione estremamente godibile e ritmata, a toccare quegli argomenti che hanno reso celebre il manga, primo tra tutti l’oscurità che si cela nell’animo umano. Nel corso dell’anime notiamo come la presenza dei demoni non sia altro che un pretesto per parlare del vero demone, l’uomo. Meschino, crudele, invidioso e sempre pronto a puntare il dito verso gli altri. All’interno della società le brave persone sono una minoranza, basta una situazione insostenibile per far uscire l’oscurità nel cuore dell’uomo, anche da quelle persone che credono di essere buone. Notiamo, inoltre, come la trasformazione in demone non sia altro che un mezzo per alimentare la vera essenza di quella persona, un potere di cui quell’essere dovrà servirsi per dare libero sfogo alla sua anima. Esistono quindi i Devilman, uomini che hanno ottenuto il potere di un demone ma, avendo di base un buon cuore, sono riusciti a mantenere la loro umanità.


A volte è il mondo stesso a chiederci di diventare cattivi, ma se lo diventiamo vuol dire che non siamo mai stati buoni.

Riflessioni a parte, abbiamo un anime estremamente crudo e violento, forse non ai livelli degli OAV di fine anni ’80 (consigliatissimi), ma comunque splatteroso ed esplicito al punto giusto, con Yuasa che dimostra di avere un certo talento nel confezionare anche le scene erotiche.


Il regista dimostra che metterci la propria inventiva in un adattamento può portare a risultati eccezionali.

I personaggi sono caratterizzati in modo fantastico, partendo da Akira, emblema dell’antieroe, passando per la dolce Miki, personaggio che non si può non amare. Il resto del cast è composto da personaggi estremamente interessanti e sfaccettati.
La trama scorre che è una meraviglia, fino a giungere ad un finale che trasuda poesia da tutti i pori. In generale gli ultimi due episodi sono di quelli che resteranno piantati nel mio cervello per sempre.

COMPARTO TECNICO

Se c’è una critica che si sente spesso muovere a Yuasa è che “i disegni sono brutti”.

Senza offesa, ma gli unici ad essere brutti sono determinati commenti, che rientrano in un altro messaggio che vuole mandare l’anime, ovvero di non giudicare mostruoso un qualcosa solo perché ha l’aspetto di un mostro.
Gli anime di questo regista hanno talmente tanti spunti interessanti da affossare il 99,9% degli anime esistenti, giudicarli solo per questi presunti disegni brutti non ha il minimo senso. Il design tipico del regista non sarà sicuramente l’emblema del realismo e del dettaglio, ma la dinamicità di questi disegni è eccezionale, oltre ad accentuare notevolmente l’espressività dei personaggi. In questo caso specifico, parlando di un manga dei primi anni ’70, abbiamo anche una certa coerenza con lo stile abbastanza “retrò” di Yuasa.

La regia è ottima come al solito, anche se notiamo uno Yuasa più trattenuto rispetto ad altre sue opere, probabilmente per rendere l’anime apprezzabile su più livelli di pubblico. Animazioni fluide e movimenti scomposti rendono Devilman Crybaby un’esperienza incredibilmente movimentata. Musiche molto belle, che si fanno sentire soprattutto nella parte finale. Molto buono l’adattamento e il doppiaggio italiano, non si lesina sul linguaggio scurrile, inoltre le voci sono tutte azzeccatissime.

IN CONCLUSIONE

Devilman Crybaby è l’ennesima perla di un regista sottovalutato solo per i suoi “disegni brutti”. Se cercate anime che diano qualcosa anche al cervello, andate a recuperarvi le sue opere, non ve ne pentirete.

Antonio Vaccaro