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[LoL] Riposa in Pace Ao Shin

Da oltre due anni nella mente di ogni giocatore di League of Legends stazionava un pensiero fisso: “Si, ma…Ao Shin?”. Ebbene ieri la Riot Games con un post ufficiale ha dato risposta a questa domanda: questo campione non s’ha da fare.
Al posto dell’imponente drago visto nel fumetto realizzato in occasione dell’uscita di Spirit Guard Udyr verrà lol2rilasciato un altro campione drago dal nome provvisorio “Aurelion Sol” verso la prima metà dell’anno.

La scelta di questa presa di posizione caduta all’improvviso come un fulmine a ciel sereno è stata motivata con tre
punti:

1)Difficoltà nel trovare abilità soddisfacenti per il personaggio;

2)Difficoltà nel mantenere una forma troppo allungata per un campione;

3)Mancanza di originalità nelle radici tematiche.

Per ora facciamoci bastare Shyvana e confidiamo nella buona volontà della Riot per buona riuscita di un campione bilanciato.

Giulio Ciambrone

[Anime] Berserk, Svelata la natura della Nuova Serie

Attraverso un aggiornamento dell’account twitter ufficiale, apprendiamo la natura del nuovo anime ispirato al manga di Kentaro Miura.
Il nuovo Berserk sarà un anime per la televisione e sarà trasmesso all’interno di Animeism, contenitore della rete MBS, e sul canale WOWOW a partire dal prossimo Luglio.

Questo è il terzo adattamento animato dell’opera di Miura dopo la serie tv trasmessa tra il 1997 e il 1998 e la recente trilogia cinematografica basata sulla Golden Age (entrambe distribuite da Yamato). In questa nuova serie vedremo Gatsu ritratto come guerriero nero, quindi si tratta del primo adattamento animato basato sugli avvenimenti post-eclissi.

Qui il primo teaser trailer.

Il manga originale, in pausa dal primo numero del 2016 di Young Animal, tornerà sulla rivista durante la stagione estiva.

Antonio Vaccaro

[#Cosplay] Man at Arms Vs Saw Clever

Ricordo, da quando ero un pargolo, il sogno di poter imbrigliare le armi degli eroi visti in tv o sullo schermo. Ricordo la GunBlade di Squall, le lame di Kratos, le chiavi di Kingdom Hearts e ogni volta mi chiedevo se mai qualcuno pensasse di fabbricarle davvero con i giusti materiali.

La risposta a questa domanda viene da Man at Arms.

Questi artigiani e forgiatori sono riusciti a convogliare le migliori tecnologie contemporanee con le tecniche dei vecchi forgiatori per creare degli strumenti di morte e distruzione. Almeno idealmente.

Invece di vantarsi, però, del loro prodotto ultimo, riprendono tutto il procedimento “insegnando” ai volenterosi aspiranti forgiatori il vecchio mestiere. Certo, avere una fiamma al plasma o un forgiatore elettrico non è per tutte le fucine! Ma di sicuro con la buona volontà si può fare tutto.

Dopo il bombardamento di richieste sui social, la troupe ha deciso di mettersi al lavoro su di un nuovo progetto e così nasce la loro ultima replica di distruzione: la mannaia seghettata di BloodBorne

Non oso immaginare cosa farebbero i cosplayers per aggiudicarsi un pezzo così realistico! Ma forse, per via della pericolosità e il peso, è meglio attenerci al buon vecchio legno e foam.

Daniele Ferullo

Nuovo Inquietante Teaser per la Sesta Stagione di Game of Thrones

E’ finalmente online un nuovo teaser riguardante la nuova stagione di Game of Thrones. L’attesissima sesta stagione firmata HBO andrà in onda sulle tv americane dal 24 aprile 2016.

Questo nuovo teaser, molto inquietante, si svolge nella dimora del Dio dai Mille Volti. Tra le maestose colonne, scorgiamo dei visi familiari di personaggi deceduti durante le passate stagioni e di altri ancora in vita. Un video enigmatico che ancora una volta ci pone davanti a mille domande e poche risposte. Riconosciamo Ned Stark, Jon Snow, Arya e tanti altri. I personaggi venuti a mancare nel corso della prima serie vengono mostrati per primi e ognuno di loro recita il proprio motto, che li ha resi distinguibili all’interno della saga. Compare inoltre Tyrion Lannister, come ennesimo scherzo del nostro caro Martin.

Il teaser è andato in onda sulla HBO questa notte, alle 2:59 ore italiane, precedendo Vinyl. Buona Visione 😉

Miriam Caruso

San Valentino e White Day, il Giorno degli Innamorati nella tradizione Giapponese

giapponese che cucinaSan Valentino (バレンタインデー), festa di tutti gli innamorati, unisce le giovani coppie con piccoli gesti di affetto, tra cui lo scambio di regali, fiori e una cena a lume di candela. In Giappone, però, il rituale è diverso e molto affascinante.

Il San Valentino prese piede in Giappone nel 1958 come trovata commerciale, molto apprezzata dalle giovani coppie. A differenza dell’occidente, però, il regalo prescelto per questa festa è il cioccolato e sarà donato dalla donna alla persona per cui prova affetto. In qualsiasi negozio o strada nipponica, in questo periodo, le confezioni di cioccolato la faranno da padrone, in tutti i formati e prezzi. La ragazza potrà scegliere di prepararlo con le proprie mani o acquistarlo in un qualsiasi punto vendita o bancarella allestita per l’occasione.

cioccolata
La donna potrà, inoltre, scegliere di regalare la cioccolata ad altre persone, non solo al proprio fidanzato. Per questo motivo si sono distinti tre tipi di cioccolata:

  • honmei-choko (本命チョコ? “cioccolato del favorito” “cioccolata del vero sentimento”) è la cioccolata destinata al proprio fidanzato, al marito o alla persona a cui si vuole dichiarare i propri sentimenti. E’ solitamente preparata in casa con le proprie mani o, se acquistata, sarà della marca più pregiata. Ogni confezione è scelta con cura e sarà di grande effetto, in perfetto stile nipponico.
  • tomo-choko (友チョコ? “cioccolato dell’amico”) è il regalo che si compie con affetto nei confronti di un amico a cui si vuol bene. Spesso le ragazze se ne fanno dono tra amiche.
  • giri choco (義理チョコ? “cioccolato d’obbligo”)  viene regalato a persone con cui non si ha un rapporto affettivo, ma di natura sociale. Le ragazze lo regaleranno ai propri colleghi di lavoro o compagni di classe e sarà una cioccolata economica con una confezione non molto ricercata.

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Un mese dopo San Valentino, toccherà agli uomini dimostrare di aver accettato di buon grado la dolce sorpresa. Ed ecco nascere nel 1978, sempre da un’idea partorita dalle menti delle associazioni delle industrie dolciarie Giapponesi, il White Day (ホワイトデー). Celebrato anche in Corea del Sud e a Taiwan, durante questa ricorrenza, che si svolge il 14 di Marzo, gli uomini ricambiano il regalo di San Valentino con della cioccolata bianca. Anche per i ragazzi vale la stessa distinzione spiegata sopra sui vari tipi di cioccolata da regalare, ma solitamente il dono viene dato solamente alla persona con cui l’uomo ricambia il proprio affetto.

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A questo regalo i ragazzi aggiungeranno qualcosa di più costoso, come gioielli o peluche, superando il valore del dono della ragazza almeno di tre volte. Se il regalo risulterà avere lo stesso costo di quello ricevuto, significherebbe che l’uomo non ricambia i sentimenti della donna.

Per questi doni, ovviamente, si prediligerà il colore bianco del White Day, simbolo di purezza.

Miriam Caruso

 

 

[NerdInterview] Mario Veltri si Racconta a Nerd30 (part. 1)

Nel cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva… scusate, ho sbagliato inizio. O forse no?

Tutti, almeno una volta nella vita, ci ritroviamo ad un bivio che ci porta a dover effettuare delle scelte tra diverse vie emario veltri le domande sono sempre le stesse: dove andare? Chi o cosa seguire? Perché andare da una parte invece che da un’altra? La maggior parte delle volte passiamo molto tempo lì, a quel bivio, a rimuginare.

Quando ho intervistato Mario Veltri sapevo di avere davanti a me un uomo che ha effettuato molte scelte nella vita, spesso ardue e, ancora più spesso, amare. Stiamo parlando di un uomo che ha sempre saputo dalla nascita cosa avrebbe voluto fare “da grande”, un po’ come in un romanzo, sapeva dove voleva andare a parare e ha fatto di tutto per perseguire il suo sogno.

Questo suo obiettivo lo ha portato a girare il mondo più e più volte, a raccogliere esperienze, nozioni, a “stringere mani” e lo hanno portato lì dove si trova ora, ad uno dei gradini alti dell’illustrazione calabrese e italiana (anche se forse l’Italia non lo sa). Ma bando alle ciance, ecco la prima parte dell’intervista! Buona lettura.

Ti conosciamo attraverso il tuo portfolio e i tantissimi lavori che hai fatto, ma chi è Mario Veltri e come è diventato l’uomo che è ora?

Da bambino mi piaceva l’idea di diventare un disegnatore di fumetti, poi mi sono scontrato con una realtà, quella italiana, in cui o sei un genio dei fumetti e ti devi auto produrre con i tuoi soldi o devi diventare schiavo di una realtà più grande, in cui ti costringono a disegnare nel modo in cui vogliono loro. Non era quello che volevo fare. Mi sono iscritto ad una scuola di grafica e ad una di fumetto. Ho studiato entrambe le cose per lasciarmi due porte aperte e la libertà di esprimermi.

Quando ho finito le scuole, mi sono ritrovato con un bagaglio culturale che mi permetteva di fondere le due cose. Feci i primi esperimenti di digital painting, scultura digitale, disegno vettoriale… A quei tempi erano poco diffusi e trovare artisti che si approssimavano a quest’arte era difficile. Sono stato uno dei primi italiani ad apparire su siti come CG society, su riviste come Advanced Photoshop o su pubblicazioni come su Ballistic Publishing. Ci sono poi anche altre riviste a cui sono piaciuti i miei lavori in America e Inghilterra.
Al di là di questo, ho avviato la mia carriera da grafico entrando in Edizioni Master dapprima come grafico base, poi coordinatore di gruppo e infine direttore artistico, dove disegnavo nuovi progetti grafici e supervisionavo il lavoro di quattro gruppi di professionisti . Avevo circa 26 anni. Questo lavoro mi ha dato molte soddisfazioni, ma, se da una parte potevo condividere quello che sapevo aiutando gli altri a crescere, dall’altra mi rendevo conto che dopo 9 anni avevo appreso tutto quello che potevo dall’azienda in termini di formazione. Restare lì mi avrebbe fatto guadagnare sicuramente soldi, ma nulla di più in termini di nuove esperienze o competenze.

Quindi restare non ti avrebbe portato a progredire?

Esatto! All’azienda servivo come prodotto finito non come strumento in crescita e quindi, mio malgrado, ho lasciato quel lavoro per andare a Londra.

mario veltri1

Cosa hai fatto una volta lì?

Iniziai a lavorare per un videogioco come unico Game Artist e, in contemporanea, avevo iniziato molte collaborazioni con un’azienda di nome Eco-Mind, che mi ha messo in contatto con Pirelli, Mediolanum, Enel e altre grosse aziende dove ho impiegato le nozioni per applicazioni corporate, dispositivi mobile e disegno di interfacce grafiche… é comunque un lavoro che continuo a fare tuttora! Ho contatti con le aziende e c’è una reciproca fiducia lavorativa. Avere un cliente serio e duraturo è una cosa fondamentale secondo me.

E dopo Londra? Cosa hai fatto?

Dopo l’esperienza londinese mi sono reso conto che mi mancava qualcosa, avrei voluto conoscere di più sull’animazione digitale. Quindi ho fatto i bagagli e sono andato all’Animation Workshop in Danimarca, dove ho sostenuto un corso di animazione 3D e altri in cui c’erano docenti della Pixar e professionisti di un certo livello. Subito dopo sono andato in Repubblica Ceca per un corso di rigging avanzato e poi di volata in Norvegia a mettere in pratica quello che avevo imparato fino a quel momento.

mario veltri 2Hai visitato molti posti diversi! Sei tornato in Italia dopo?

Si, dopo aver lavorato in una digital agency sono tornato in Italia e ho fatto il Free-Lance per qualche anno grazie ai contatti che avevo maturato. Sono stato un libero professionista praticamente fino ad ora! Ma non sono stato con le mani in mano. Attraverso Eco-Mind sono riuscito a lavorare con grandi aziende come la Nespresso, ma forse il mio picco più alto, da libero, l’ho raggiunto lavorando per la Ubisoft. Ricordi anno 1404? Beh, molti suoi aspetti grafici, tra cui l’icona dell’app, sono opera mia. Successivamente sono tornato in Danimarca dove ho studiato effetti speciali. Questo mi ha aiutato molto a lavorare con i video e ad utilizzare quello che già sapevo in un ambito in cui prima non riuscivo ad esprimermi come volevo. Quindi ho lavorato a compositing, rendering fotorealistici, tracciamenti di camera e ora, dopo questo lungo periodo di studio, mi ritrovo la possibilità di poter lavorare in una software house in Germania.
Sono molto felice di avere una possibilità come questa anche perché la vedo come una sfida in cui mettermi alla prova utilizzando le conoscenze e le abilità che ho raccolto fino ad ora.

Beh, questa è la mia storia! Almeno fino ad oggi.

Daniele Ferullo