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Occhiuto querelato per un post su facebook ritenuto offensivo

COSENZA – La Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” di Roma ha querelato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto in seguito ad un post pubblicato su Facebook, attraverso il quale lo stesso Occhiuto «poneva in essere – si legge in un comunicato – una proditoria e diffamante azione contro la testata giornalistica ilvaticanese.it. La Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” proprietaria ed editrice de ilvaticanese.it, ha depositato querela presso gli organi di giustizia competenti – è scritto nella nota – riservandosi ogni azione legale finalizzata all’ottenimento di giustizia e risarcimento del danno. Ilvaticanese.it è il periodico telematico a carattere plurisettimanale di informazione cattolica registrato al Tribunale Civile di Roma – N. 42/2006 che, tra gli altri organi della stampa, ha pubblicato la nota della CEI a promozione dell’otto per mille, in seguito alla quale il sindaco di Cosenza ha promosso un intervento arbitrario contro ilvaticanese.it, per il tramite del social network più seguito nel mondo della rete. Si tiene a specificare – si conclude il comunicato – che la Fondazione “Culturale “Paolo di Tarso”, ritiene la libertà di stampa e di parola sacrosanta e che, per il rispetto dell’etica nell’informazione e la tutela della dignità della persona, ha ricevuto numerosi plausi in ambito istituzionale e governativo nazionale».

Pubblicava su Facebook foto hard, stalker rischia otto anni di carcere

SIBARI (CS) – I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta di questa Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Dr. Eugenio Facciolla, nei confronti di F.I., di anni 58, un c.d. “stalker” che diffondeva pubblicazioni pornografiche sul social network Facebook, mediante la tecnica del fotomontaggio, apponendo il viso di persone su corpi di donne nude in pose o atteggiamenti sessuali espliciti. A conclusione di una complessa indagine sviluppata anche in ambito internazionale, le Fiamme Gialle, su delega del Pubblico Ministero Dr. Antonino Iannotta, hanno individuato e poi arrestato il responsabile di reiterati atti persecutori (art. 612 bis C.P.) e diffamazione
(art. 595, comma 3, C.P.). Le vittime, in particolare due coniugi, ma anche parenti stretti ed amici, erano destinatari di
plurime condotte offensive consistenti in numerosi atti persecutori perpetrati attraverso la diffusione sul social network Facebook, tramite differenti e numerosi (falsi) profili creati ad hoc, fotomontaggi pornografici – dal contenuto marcatamente offensivo per la dignità e l’integrità morale delle vittime. Alcune vittime venivano “bombardate” da sms molesti od offensivi aventi contenuto sessuale sulle utenze private; altre ricevevano telefonate moleste e sgradevoli con l’utilizzo di volgari ed offensivi appellativi. Ma soprattutto su falsi profili Facebook venivano postati e diffusi messaggi dal contenuto forzatamente romantico, frasi offensive e fotomontaggi di esplicito carattere pornografico inviati anche a profili di parenti ed amici delle vittime. I reiterati atti persecutori determinavano un perdurante stato di ansia e paura costringendo le vittime ad alterare le proprie abitudini di vita, generando un complessivo effetto destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico. In particolare una vittima, a seguito delle condotte reiterate di stalking, ha dovuto cambiare
per quattro volte il proprio numero di cellulare, cambiare lavoro ed uscire di casa accompagnata, con evidente stato di ansia e timore per la propria incolumità. Molestie che si sono estese anche a parenti ed amici delle principali vittime degli atti
persecutori, fino ad arrivare ad offese a parenti defunti. La maggior parte dei falsi profili Facebook utilizzati venivano rapidamente disattivati impedendo l’individuazione dell’”Indirizzo Facebook” e quindi del responsabile. Due profili Facebook sono stati tempestivamente individuati attivi e pertanto con un decreto di acquisizione dei “file log” in lingua inglese è stata inoltrata richiesta di informazioni al portale “Facebook Security Department” reso disponibile dal social network. L’analisi dei dati comunicati dal Social Network consentiva di risalire agli indirizzi IP utilizzati sia in fase di registrazione che nei successivi accessi ai falsi profili. Risaliti quindi all’operatore telefonico nazionale sono stati acquisiti i numeri telefonici collegati individuando tre utenze telefoniche di rete fissa, riferibili a soggetti terzi ignari, che lo stalker aveva indebitamente utilizzato. La successiva attività investigativa svolta dai Finanzieri ha consentito comunque di individuare compiutamente il responsabile. Per il presunto stalker, il Giudice per le Indagini preliminari ha dunque disposto gli arresti domiciliari presso la propria abitazione con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo –telefonico, telematico, informatico o digitale – con persone diverse da quelle che compongono il nucleo familiare convivente. Per le condotte illecite tenute, l’uomo rischia ora una condanna fino a otto anni di reclusione.

E’ di Torano Castello l’autore del post di minacce alla Boldrini su Facebook (AUDIO)

COSENZA – Si chiama Gianfranco Corsi, ha 58 anni ed è l’autore del post di minacce su Facebook contro il presidente della Camera Laura Boldrini. Stamane la conferenza stampa in Procura a Cosenza alla presenza del procuratore Mario Spagnuolo e del questore Giancarlo Conticchio. Di seguito le dichiarazioni di Spagnuolo al termine della conferenza

 

Facebook, minacce alla Boldrini, è della provincia di Cosenza l’autore del post

COSENZA – La polizia postale ha individuato il responsabile del post contenente le minacce alla presidente della Camera Laura Boldrini pubblicato ieri su facebook. Si tratta di Gianfranco Corsi, residente a Torano, 58 anni, fratello di Roberto Corsi, già noto alle cronache per le sue eclatanti proteste contro il fisco culminate, nel febbraio 2017, nel tentare il suicidio in diretta sui social. «Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici». Questa la didascalia che accompagnava il fotomontaggio con la testa di Laura Boldrini insanguinata e poggiata su di un tavolo. Il post è stato segnalato dalla pagina facebook “Sentinelli di Milano”. In poche ore gli agenti della polizia postale del CNAIPC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) hanno trovato le tracce informatiche del responsabile del post. Grazie alla collaborazione con facebook i poliziotti hanno recuperato i dati necessari per l’individuazione fisica dell’autore, Gianfranco Corsi. Il suo profilo facebook è caratterizzato da immagini violente, minacce e personaggi armati. È stato portato in questura e denunciato. Da Milano, dove è intervenuta all’apertura della campagna elettorale di Liberi e Uguali nella regione in cui è candidata alla Camera, Laura Boldrini torna sulle minacce ricevute. «Io pago con la mia pelle ogni giorno il mio impegno contro le destre. Non solo quando fanno un falò a Busto Arsizio, non solo quando i sindaci della Lega dicono che gli stupratori devono venire a casa mia “così mi torna il sorriso”. Pago anche quando la mia testa decapitata viene fatta circolare sulla rete, anche davanti agli occhi di mia figlia. Io lo pago ma non ho paura e non indietreggerò di un millimetro».

Ventenne sparita nel nulla, l’accorato appello dei familiari su Facebook

REGGIO CALABRIA – «Non è uno scherzo, questa è mia sorella Kiara Cotroneo Cosentino a 20 anni e manca da giovedì sera da casa è uscita senza poi rientrare a casa». E’ l’accorato appello della sorella di Kiara, Katia Cotroneo, che ha affidato a Facebook le sue speranze di ritrovare la sorella Kiara, sparita da giovedì, quindi a conti fatti quasi da una settimana.

«Non è la prima volta che scappa da casa, – si legge ancora nel post- non sappiamo per quale motivo lei lo faccia anche perché mia madre e mio padre nelle loro possibilità non le hanno mai fatto mancare nulla ogni suo capriccio è sempre stata accontentata….
chi conosce chiara sa benissimo che ha un lieve ritardo infatti per anni e anni è stata sempre seguita da specialisti anche a Genova, vi posso dire che anche se a primo impatto sembra una ragazza normalissima non è così…l’ultima volta dopo la sua scomparsa aveva chiamato (chiara) con l’anonimo sul telefono di mia madre Mariella Comito dicendo che era a fossato (reggio calabria) poi da lì nessuna sua notizia di solito quando scappava dopo due gg riuscivamo a rintracciarla tramite amici ecc stavolta anche con la denuncia fatta nn riusciamo a capire dove sia, pensiamo che qualcuno la stia ospitando magari pensando che noi siamo al corrente di tutto bene non è così nn sappiamo dove sia perciò vi chiedo di condividere e se qualcuno l’ha vista di chiamare subito al 3486882199 !!!
Grazie». 

Anche la madre di Kiara, la signora Mariella tenta, attraverso Facebook, di divulgare il più possibile la notizia relativa alla scomparsa della figlia, che non ha con lei nppure il cellulare.

«Un atto intimidatorio», De Cicco si sfoga sul suo profilo Facebook

COSENZA – «IL MIO AMORE PER COSENZA È PIÙ GRANDE DELLO SPAVENTO CHE MI AVETE PROVOCATO» E’ lo stesso Francesco De Cicco, l’assessore del Comune di Cosenza, a seguito dell’atto incendiario e «intimidatorio» che ha colpito la sua vettura parcheggiata sotto casa, che posta sul suo profilo Facebook le dichiarazioni circa quanto accaduto :

«Purtroppo la notizia che state leggendo sui giornali è vera. Questa notte la mia auto è stata oggetto di un grave atto intimidatorio: è stata completamente distrutta dalle fiamme appiccate da qualcuno. L’esecuzione è stata mirata e molto determinata: nella stessa sera hanno provato ben due volte a incendiarla. La prima non è andata a buon fine, per fortuna perché c’era presente di mio figlio 12enne. Subito dopo mi sono recato in Questura a sporgere denuncia.
Rientrato a casa, mi ero appena messo sul letto e sento uno scoppio, mi affaccio dalla finestra e vedo la macchina totalmente avvolta dalle fiamme. Era il secondo tentativo, stavolta andato a buon fine.
A dire che poco prima alle ore 18, come avevo scritto qui su facebook, avevo tenuto un incontro pubblico con i Comitati di Quartiere proprio sul tema della sicurezza e dell’ordine pubblico in città, alla presenza del Questore, del Capo della Squadra Mobile e del Capo delle Volanti della Polizia.
Ringrazio il Questore che già ieri sera ha avviato le indagini con la Digos, coordinate dal Magistrato.
Ringrazio il Sindaco per la vicinanza che mi ha espresso e tutti voi che mi state mandando i vostri innumerevoli messaggi d’affetto». 

Un gesto estremo in diretta Facebook, Roberto Corsi tenta il suicidio

MONTALTO UFFUGO (CS) – Ha tentato di togliersi la vita in diretta sulla sua pagina Facebook. Lui è Roberto Corsi, l’imprenditore di Montalto Uffugo, famoso per le sue proteste contro il “Sistema Stato”, ed in particolare contro Equitalia e Agenzia delle Entrate.

Riportiamo di seguito le parole di Roberto, mentre era in diretta sul famoso social:  “roberto corsiAi cari amici del web…. la perdita della dignità non per responsabilità propria, è pari a un omicidio, soprattutto quando è imposta da uno Stato criminale e assassino. Dei vostri Mi Piace, quello che starete per vedere, è la tristezza più grande, è la vergogna più grande. L’abbandono da parte di uno Stato – Non Stato, a chi invoca uno stato di necessità. Sono venuto via, rispetto delle leggi, sono sereno, sono tranquillo. Sto fumando una sigaretta e spiego anche il perchè… perché è l’ultima.. proprio l’ultima… come i condannati a morte, perchè i responsabili di tutto ciò che vedete a questo punto sono l’Arma dei  Carabinieri, che non sono riusciti nonostante i loro sforzi a sfondare la giustizia italiana, il questore di Cosenza con il Prefetto che nonostante i suoi sacrifici non è riuscito a darmi la dignità di cittadino dove mi ha violato tutte, tutte, tutte, tutti gli articoli della Costituzione. Quello che state vendendo è la fine di un uomo, iniziamo a spegnerci”. Un video straziante, alquanto toccante, nel quale l’imprenditore montaltese rivolge un pensiero anche ai suoi figli, scusandosi per non esseresntato abbastanza. Ovviamente, nel mentre amici e conoscenti di Roberto assistevano increduli al video in diretta, qualcuno ha chiamato i soccorsi e Roberto è stato trasportato all’Annunziata.

 

 

 

R.A

 

 

 

Lasciano rifiuti per strada, sindaco mette video su Facebook

MONTEPAONE (CZ) – Avevano trasformato alcune zone di Calaghena, una località turistica del suo comune nella quale sorgono residence e ville estive, in una discarica. Così Mario Migliarese, sindaco di Montepaone, piccolo centro dello Ionio situato fra Catanzaro e Soverato, ha deciso di mettere alla berlina il malcostume di alcuni suoi concittadini. Lo ha fatto pubblicando sul suo profilo Facebook il video che riprende alcune donne mentre abbandonano sacchetti di rifiuti fuori dai cassonetti. Così, il danno per i trasgressori, è stato duplice: oltre alle multe comminate grazie alle riprese delle videocamere nascoste fatte installare dal Comune, che hanno consentito di risalire a loro, anche la condanna dell’opinione pubblica sul popolare social network. «Nonostante i divieti – scrive Migliarese – come avevamo preannunciato, stiamo utilizzando ogni strumento possibile per smascherare gli incivili che non rispettano le regole del nostro paese e sfigurano Montepaone con i loro rifiuti. Grazie alle telecamere installate in diversi punti del territorio montepaonese – dice – stiamo punendo i trasgressori con salate multe. I filmati non lasciano scampo – sottolinea il sindaco – e mostrano le loro facce. Come quelle delle “eleganti” signore che vedete nel video – scrive ai suoi seguaci sul social network – qui in basso, dedite ad abbandonare ben cinque sacchi pieni. Altre persone sono state multate dopo aver trasformato alcune zone di Calaghena in una discarica. Ora tocca a voi – conclude – prendere smartphone, tablet, e pc, cliccare su “condividi” per far sapere a tutti che a Montepaone la tolleranza pari a zero per gli incivili sporcaccioni».

Duro attacco ai calabresi, Klaus Davi accusa di aver dimenticato Gianni Versace

VIBO VALENTIA – Duro sfogo di Klaus Davi sul suo profilo Facebook contro la politica calabrese, colpevole di avere rimosso la memoria di Gianni Versace. «Caro mio amato Gianni, tra qualche giorno ricorrerà l’anniversario del Tuo barbaro assassinio. Molto probabilmente tutto passerà sotto silenzio, in Calabria e in Italia”, scrive il giornalista, ricordando lo stilista che probabilmente ha più influenzato il ‘900, assassinato il 15 luglio del 1997 nella sua villa di Miami Beach in circostanze ancora poco chiare (https://www.facebook.com/klaus.davi.9?fref=jewel). “Per lavoro vengo spesso nella Tua terra e nella Tua città. E ogni volta che ci passo le ore è come se sentissi il Tuo respiro, come se Tu mi parlassi e mi raccontassi le bellezze della Tua meravigliosa terra, che non hai mai voluto rinnegare, benché i Tuoi conterranei Ti abbiano costretto ad emigrare, perché per la machista ed ‘eterosessuale’ Calabria un omosessuale era meno tollerabile di un mafioso assassino. Teniamoci pure esseri come i virili (sic) De Stefano – i veri padroni incontrastati della Tua città – ma non un genio come Versace. Lui può andare, anzi deve – scrive il massmediologo- In Calabria nulla parla di Te. Non le strade, non un museo, non una targa rammenta il Tuo genio creativo. Sei scomodo anche da morto, per i Calabresi.

Klaus Davi

A Reggio non c’è neanche più traccia del negozio dove lavoravi con la Tua meravigliosa Mamma, e dove imparavi l’arte del cucire ispirata dal genio greco che lambisce la Tua terra, preso in giro crudelmente dai coetanei che insultavano il Tuo straordinario talento. Neanche la scontata menzione di una via Ti hanno riservato…..vigliacchi”, prosegue Davi nel messaggio affidato al social network pensando al ventennale della sua scomparsa che cadrà nel 2018. “Caro Gianni, la Tua terra non Ti merita, neanche da morto. Quando giro per la Tua città e la gente mi dice di lasciare stare i mafiosi, perché vanno ‘rispettati nella loro privacy’, provo un senso si lancinante desolazione. Ma certo, lasciamoli stare tranquilli, indisturbati, e costringiamo i talenti, ogni giorno, a lasciare la loro terra, come è accaduto con Te…e con altre centinaia…“Spuren hinterlassen”, lasciare tracce e’ la cifra del Poeta, ripeteva il grande scrittore svizzero Max Frisch. Le Tue di tracce, le hanno calpestate e oltraggiate con l’oblio razzista. Caro Gianni, il 15 luglio passerà di nuovo invano. Saremo in pochi che Ti ricorderemo. Una politica insulsa, inutile calpesterà nuovamente il Tuo ricordo. Ti voglio bene, Gianni, io non Ti dimenticherò mai».

Calabria e turismo, caccia aperta ai peracottari denunciati da Selvaggia Lucarelli

CATANZARO – Gli errori ed il pessimo confezionamento dell’inserzione di promozione turistica finanziata dalla Regione Calabria e pubblicata sulla rivista distribuita sui voli della Ryanair, segnalati da Selvaggia Lucarelli con un post sulla sua pagina facebook, hanno fatto in breve il giro della rete ed hanno sollevato un vero polverone. Il caso è giunto alle orecchie del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che ha immediatamente disposto un controllo presso gli uffici competenti, sposando le valutazioni negative della nota blogger. «Ha ragione Selvaggia Lucarelli, la ringrazio per aver segnalato una vicenda che non può in alcun modo trovare giustificazioni. Di fronte a questa ennesima porcheria – aggiunge Oliverio – frutto di una burocrazia sciatta ed indolente disporrò immediatamente una indagine conoscitiva per accertare ogni responsabilità La Calabria merita altro». Il Presidente della Regione ha disposto inoltre un’indagine conoscitiva presieduta dal Segretario generale e composta dal Dirigente generale del Dipartimento Bilancio e dal Dirigente del Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici. La Commissione dovrà riferire, con la massima sollecitudine, sull’esito di quanto verrà accertato. La Lucarelli nella sua recensione era stata impietosa: «Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Selvaggia LucarelliCalabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose. Non so chi sia il grafico/pubblicitario/copy che s’è occupato di questa pagina ma immagino sia un bambino di otto anni o un alcolista o il nipote del cugino del fratello di un qualche assessore del turismo calabrese ma ditemi voi se è possibile che: a) il titolo sia un mesto arial bianco che si vede malissimo e non è manco centrato; b) velo pietoso sui puntini di sospensione in un titolo, con la minuscola dopo; c) nella scritta in fondo “sistema aeroportuale” sia scritto “sistema aeroportualeR”. Peracottari tutti. Chi ha incaricato dei peracottari, chi non ha visto gli errori dei peracottari e chi paga dei peracottari per lavorare con tutti i grafici/pubblicitari/copy bravi che fanno la fame. L’altro Paradiso non è la Calabria. E’ il posto in cui per questa mediocrità non c’è spazio. (la Calabria è una regione bellissima, merita di più. Ribellatevi amici calabresi» Adesso è caccia aperta ai peracottari, per parafrasare la Lucarelli, i cui nomi non tarderanno a venire fuori. Intanto anche il Codacons ha espresso il proprio biasimo per la pessima pubblicità, annunciando un esposto alla Corte dei Conti. Di forte imbarazzo parla Jole Santelli: «Chi ha verificato quella pubblicità – dice l’esponente forzista – prima di farla uscire? Chi l’ha controllata, chi ha redatto i testi, chi ha concorso a dare un’immagine beota e ignorante di una regione ricchissima di cultura umanistica? Esiste un ufficio stampa, esistono strutture deputate alla comunicazione che, per legge, dovrebbero compiere azioni di controllo preventivo. Sono domande a cui Oliverio non può sfuggire, né può pensare che il tafazismo che lo pervade venga sottovalutato dai calabresi. Selvaggia Lucarelli ha scoperto un nervo doloroso. Il dato drammatico è che quell’inserto – prosegue Santelli – è veicolato su diversi aerei in tutto il mondo suscitando l’ilarità di potenziali turisti e, probabilmente, la decisione subliminale di non venire ad estivare in Calabria. La regione di Campanella e Telesio, di Gioacchino e Parrasio, delle prime Accademie culturali italiane oggi viene esposta al pubblico ludibrio da una Regione il cui Presidente si permette finanche di assumere un ruolo censorio, come se egli stesse in carica solo per dileggiarsi dinanzi al mappamondo medievale che è posto sulla sua stanza, degna scena di un film di Kubrick». Di fatto gravissimo parla il senatore Morra. «Con otto giornalisti strapagati e illegittimi, la Calabria si fa, giustamente, sputtanare da Selvaggia Lucarelli per gli strafalcioni commessi su una ricca pubblicità istituzionale apparsa sulle riviste Rynair. Errori di ortografia e di grammatica, grafica pedestre che compongono un mosaico vergognoso. Tutto ciò squalifica agli occhi del mondo la nostra regione. Mario Oliverio aggiunge un altro record alla sua tragica legislatura, dimostrando come regni l’approssimazione a Germaneto».