Archivi tag: Federazione Italiana Cuochi

La F.I.C. si riunisce a difesa del made in Italy

LE CASTELLA (KR) – Il cibo giusto e un regime alimentare sano, simboli della mediterraneità e punte di diamante del made in Italy culinario. Sono i temi del weekend calabrese del primo raduno gastronomico interreggionale organizzato dalla Federazione Italiana Cuochi che ha riunito le sette delegazioni dell’Area Sud. Nella giornata di oggi, numerose le aziende partecipanti all’evento per sponsorizzare i prodotti locali calabresi. L’ente preposto dal 1978 per supportare e promuovere la cucina italiana nel mondo, si è riunita per discutere dell’importanza e del ruolo che deve continuamente rinnovare in un periodo la cui scure della crisi falcia anche le gambre della gastronomia italiana. L’Area Sud – specifica Giacomo Giancaspro vice presidente Area Sud F.I.C. – è stata una parte trainante della Federazione, ma bisogna avvicinarsi a tutti quegli e quelli istituzioni che ci sono ancora troppo distanti da questo settore. Unione e difesa del patrimonio enogastronomico italiano e locale, sono i leitmotiv di una struttura che sembra a tutti i costi voler difendere il lustro della buon cibo mediterraneo.

Ma è il made in Calabria ad essere protagonista, questo pomeriggio,  in cui 4 importanti marchi dello slow food calabrese hanno presentato le loro storiche produzioni.

Manfredi Bosco, figlio dell’omonimo proprietario del Consorzio Liquirizia, Franco Simone, suino nero di Calabria
e Dino Colavolpe Consorzio fichi dottato del cosentino hanno esposto agli chef presenti la qualità di prodotti a kilometro zero, valorizzandone lo storico impegno che dopo tanti anni li ha portati a scalare la vetta dei migliori marchi calabresi.

Franco Simone delinea le caratteristiche del maiale nero, tipico delle terre calabresi. L’animale, che si ciba solo delle radici e delle castagne che trovano allo stato brado, arriva a pesare fino a un quintale e mezzo. Nulla a che vedere con la bontà delle carni di maiale venduto all’interno dei centri commerciali, che spiccano sui banchi di vendita per il prezzo irrisorio ma la cui qualità lascia a desiderare.

Dino Colavolpe, con il fico dettato cosentino, si riallaccia alla storicità  del frutto, patrimonio della Calabria contadina.Il prodotto mantiene le sue proprietà organolettiche grazie alle condizioni climatiche in cui viene coltivato. L’azienda poi trasforma il fico in diversi modi. Un prodotto DOP che stava scomparendo e che oggi è diventato un fiore all’occhiello nei mercati del food internazionale.

Manfredi Bosco con la Bosco Liquori, pregia l’attività del padre e del nonno che hanno trainato la storica azienda rendendola nota in tutto il territorio. L’utilizzo di piante esotiche e lavorazione a bollitura della liquirizia della Amarelli che si secca e diventa polvere, rende il liquore gradevole di sapore. Il basso contenuto di principi attivoli all’interno della liquirizia si presta bene ad essere gradito da quei fruitori che soffrono di problemi cardiopatici.

 

 

 

 

 

 

 

Prodotti che fanno parte di un patrimonio culturale, che va valorizzato e difeso dalla criminalità del tarocco e la cui qualità deve essere valorizzata prima di tutto dalle amministrazioni, detentrici di un potere che deve tutelare la calabresità nel mondo.

Sonia Miceli