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Uccisa a colpi di pistola l’8 marzo. Fermato l’ex marito

SAN LEONARDO DI CUTRO (KR) – A poche ore di distanza dal delitto i carabinieri hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il marito della vittima, D.A., di 69 anni. E’ ritenuto l’autore dell’omicidio di Vincenzina Ribecco, la donna di 61 anni, trovata ieri sera senza vita nella sua abitazione a San Leonardo di Cutro, nella giornata internazionale della festa della donna.

Le accuse nei confronti dell’ex marito sono di omicidio volontario premeditato e porto abusivo di arma da sparo.
Dopo il ritrovamento del cadavere i carabinieri avevano anche ascoltato il marito.

Seminario del CIF su stalking, violenza domestica e femminicidio

COSENZA – Il CIF di Cosenza, Centro Italiano Femminile sin dal 1945 svolge un’azione di presenza e di partecipazione in ogni ambito sociale e istituzionale, perseguendo l’obiettivo di promuovere la tutela, l’affermazione e lo sviluppo della personalità femminile, portavoce con enti e istituzioni delle problematiche e dei fenomeni che riguardano la donna e opera con una presenza attenta e vigile mirando principalmente alla prevenzione. E proprio l’esigenza e la richiesta sempre più pressante da parte dei territori e delle comunità di presenze formate e specializzate a rispondere all’emergenza di fenomeni come la violenza di genere e il femminicidio, che ha inteso organizzare un SEMINARIO TEORICO PRATICO OPERATORE ASCOLTO VITTIME DI VIOLENZA.

Al centro del seminario stalking, violenza domestica e femminicidio

In programma per martedì 12 giugno dalle ore 9.30/19.00 presso la Sala Conferenze della Confcommercio di Cosenza in Via Alimena 14, ha visto l’adesione di molte realtà del mondo dell’associazionismo e di enti e istituzioni. Saranno presi in esame diversi aspetti e punti per una conoscenza ampia e dettagliata dei fenomeni dello Stalking – Femminicidio – Violenza Domestica, attraverso la relazione di un parterre illustre, esperti e professionisti della materia, avvocati, tutti impegnati in prima linea, che hanno aderito all’iniziativa in forma di volontariato. Tra le finalità l’informazione e la sensibilizzazione della collettività nel processo di eliminazione della violenza contro le donne e nella soluzione dei conflitti nei rapporti interpersonali; accrescere la protezione delle vittime attraverso il rafforzamento della collaborazione tra tutte i soggetti territoriali coinvolti; prevedere specifiche azioni positive che tengano anche conto delle competenze delle amministrazioni impegnate nella prevenzione, nel contrasto e nel sostegno delle vittime di violenza di genere, domestica e di stalking e delle esperienze delle associazioni che svolgono assistenza nel settore.

L’iscrizione al seminario è gratuito ed aperto a tutti, inoltre è stato accreditato come evento formativo per Avvocati, Assistenti sociali e Medici Di Medicina Generale (MMG), Psichiatria, Psicoterapia, Medicina Legale, Neurologia, Medici Chirurghi di accettazione e Urgenza, Direzione Medica di Presidio Ospedaliero e Farmacisti Territoriali ed Ospedalieri.

Castrovillari, una panchina contro il femminicidio

CASTROVILLARI (CS) – Domenica 14 maggio, nel giorno della Festa della mamma, alle ore 10, sarà inaugurata a Castrovillari una panchina rossa, simbolo del femminicidio, collocata di fianco al portone del Protoconvento Francescano. L’evento nasce dalla sensibilità di una cittadina, Ivana Grisolia, dottoressa in Discipline Economiche e Sociali, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Castrovillari. Una panchina è il luogo in cui ci si ferma un attimo, a riposare, riflettere e pensare. Un luogo in cui si sono sedute tante mamme, sorelle, amiche, mogli. Rossa come il colore del sangue di tante, troppe, donne uccise.

«Un evento che vuole sensibilizzare ad un tema divenuto oggi una vera e propria piaga sociale – ha dichiarato la promotrice del progetto -. Abbiamo scelto, insieme all’Amministrazione comunale, il Protoconvento in quanto location di numerosi eventi culturali, nonché sede della Biblioteca civica. Siamo convinti, infatti, che solo con la cultura, si possano combattere l’ignoranza e la violenza».

All’evento, introdotto da Ivana Grisolia, interverranno: il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, la sua vice, Francesca Dorato, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il consigliere provinciale e sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi. Inoltre, le associazioni aderenti all’iniziativa (Khoreia 2000, Eunomia, Centro anziani “Varcasia”, Aiga, Mystica Calabria, Accademia Pollineana, Centro anziani “L’Amicizia”), i sindaci del territorio e le Forze dell’Ordine. Saranno presenti anche il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”(con sede a Cosenza) e, per la Fondazione “Roberta Lanzino onlus” (con sede a Rende), i genitori della giovane studentessa uccisa brutalmente nel lontano 1989. Roberta, vittima di femminicidio, stava andando al mare, a bordo del suo  blu, sulla vecchia strada di Falconara Albanese, quando qualcuno probabilmente la segue e, dopo averla violentata, la uccide. A coordinare i lavori, Vincenzo La Camera, giornalista e direttore di Paese24.it. Durante la manifestazione saranno lette poesie e monologhi a tema.

«E’ un’iniziativa – commenta il sindaco – che sottolinea la grande sensibilità della nostra cittadina attraverso singoli e associazioni. In questo caso, la profondità dell’animo sociale umano si manifesta in un campo, quella della violenza sulle donne, sempre più centrale in una società in cui si verificano frequentemente episodi di sopraffazione. Da qui – conclude Lo Polito – il mio plauso a chi ha proposto l’iniziativa perché l’ha seguita e realizzata con spirito di coinvolgimento».

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Il criminologo Caruso al workshop su “Comunicare il crimine” organizzato da “Giornalisti d’Azione”

COSENZA – Il criminologo Caruso  al workshop su “Comunicare il crimine” organizzato da “Giornalisti d’Azione”: «Quando si scrive di cronaca nera bisogna essere scientifici per non incorrere nella disinformazione».

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«Spesso nei vari casi si cronaca soprattutto nel femminicidio si usa il termine raptus. Ebbene, è assolutamente improprio come vocabolo. Il raptus non esiste, è un termine mediatico. Nulla, infatti, accade per caso, ma vi è sempre una consequenzialità  con segnali di allarme comportamentali del reo già molto evidenti in età evolutiva».  Sergio Caruso è il criminologo calabrese, di Acquappesa, che ha tenuto il workshop su “Comunicare il crimine” che “Giornalisti d’Azione” ha organizzato a Paola. Il suo “j’accuse” verso la disinformazione dovuta ad una certa “ignoranza” da parte della classe giornalistica, non tutta ovviamente, è netto, e lo dimostra coi fatti. «I giornalisti hanno il dovere di essere precisi, scientifici direi, soprattutto quando affrontano casi di cronaca nera. Mi capita spesso, ad esempio, di sentire o di leggere di “amore malato”, un’espressione che non trova nesso scientifico. E’ una contraddizione: il sentimento più bello del mondo rende liberi, ci cambia in positivo, non ci distrugge, crea. E la violenza non può essere accostata all’amore. Si può parlare di violenza psicologica, la peggiora e la più subdola, che molti scambiano per affetto. Molta confusione, poi, viene espressa a proposito della pedofilia, soprattutto quando ci si avventura nel tracciare il profilo del pedofilo con veri e propri luoghi comuni. Come quello che vuole pedofili soprattutto i sacerdoti, riferimento che non trova conferma in letteratura. Oppure quando si scambia con estrema facilità, per rendere più accattivante la notizia, la pedofilia con altre forme di violenza, commettendo errori grossolani”. Insomma, Caruso non ha usato mezzi termini nel “rimproverare” una certa superficialità ai giornalisti di nera. Il seminario ha registrato l’intervento del presidente di “Giornalisti d’Azione” Mario Tursi Prato per il quale “occorre che i giornalisti calabresi, alla stregua di quelli di ogni altra parte del mondo, abbandonino la figura anacronistica del giornalista che si limita ad usare carta e penna, o il solo computer, e decidano di vivere un presente della comunicazione giornalistica fatta anche di videocamera, di conoscenza dei sistemi di montaggio digitale, e dell’uso di smarphone e iphone per filmare gli eventi. Proprio per questo motivo – ha continuato Tursi Prato – riproporremo il corso gratuito su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”, che tanto successo ha ottenuto a Catanzaro e a Siderno. Si terrà il 22 ottobre a Cosenza”. Ad introdurre il workshop è stato il Segretario del movimenti di giornalisti, il caposervizio della Tgr Calabria Livia Blasi, che ha sottolineato come sia necessario che i giornalisti si riapproprino del racconto, “a cui i giornalisti troppo spesso rinunciano a favore delle testimonianze, delle “voci” che finiscono col diventare le uniche protagoniste del servizio. Dobbiamo riappropriarci del nostro ruolo e fare in modo – ha detto Blasi – che il racconto ufficiale della notizia sia quello che fa un giornalista che svolge questo lavoro di mestiere».

Dorina Bianchi (NCD): «Non lasciare sole le vittime di violenza è una priorità»

REGGIO CALABRIA – «Non lasciare sole le vittime di violenza è una priorità.» Così si è espressa Dorina Bianchi, sottosegretario calabrese al ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, durante la partecipazione a Reggio Calabria ad un incontro con le Istituzioni locali e gli operatori che si occupano di combattere questo triste fenomeno. «Alla violenza si deve reagire e che le vittime non devono avere paura di denunciare perché supportate da una comunità che non le abbandona e sta accanto a chi subisce. Il nostro impegno sarà rivolto a potenziare la presenza delle associazioni che si occupano di violenza contro le donne e per avviare percorsi di prevenzione all’interno delle scuole, attraverso dei punti di ascolto.» Per il 21 ottobre, sempre nel paese del Reggino, è stata programmata una nuova iniziativa in cui si spera di coinvolgere il mondo dell’associazionismo e le istituzioni a livello nazionale.

Omicidio Acri, Spagnuolo: «Delitto efferato»

COSENZA – Il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo questa mattina, nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sala Livatino del tribunale, ha reso noti i particolari dell’efferato delitto consumatosi ad Acri sabato scorso, dove una badante di nazionalità bulgara di 58 ani è stata uccisa a coltellate da Angelo Brogno, 78 anni, l’anziano che doveva accudire. Brogno aveva a proprio carico già una condanna in primo grado per aver tentato di abusare nel 2012 di un’altra badante. Inoltre era stato rinviato a giudizio per un altro reato sempre di natura sessuale. Spagnuolo ha parlato di scena del delitto traumatica, con diverse coltellate inferte alla vittima. Al fianco del procuratore anche i magistrati Marisa Manzini e Donatella Donato, oltre ai militari dell’arma dei carabinieri, guidati dal comandante provinciale Fabio Ottaviani. «La donna – ha spiegato Spagnuolo – aveva anche ferite da difesa oltre a quattro ferite gravi, di cui una al basso ventre che avrebbe reciso l’arteria femorale. Il corpo è stato rinvenuto fuori dall’abitazione, nella quale c’erano moltissime tracce di sangue. Le porte della casa non presentavano segni di effrazioni. L’aggressione potrebbe essere avvenuta in cucina. Identificata la possibile arma del delitto. E’ stato il presunto aggressore a chiamare i carabinieri, facendosi trovare nei pressi del cadavere, seduto su una panchina, ferito». L’uomo è stato poi portato in ospedale dove è attualmente piantonato.

Io D’amore Non Muoio: all’ Unical il libro sul femminicidio di Arcangelo Badolati

unical 2Ipazia D’Alessandria, Olympe de Gouges, Giovanna D’Arco, Artemisia Gentileschi. E poi ancora  Roberta Lanzino, Maria Rosaria Sessa, Fabiana Luzzi. Donne di ieri come di oggi. Vittime della loro intelligenza, del loro desiderio di libertà, di una dignità morale che non si piega alla volontà del maschio. Su loro e sulla loro tragica morte, Arcangelo Badolati, giornalista e autore del libro “IO D’AMORE NON MUOIO”, intesse pagine e pagine d’emozione, come direbbe il procuratore Vincenzo Luberto ospite il 6 aprile della conferenza all’Università della Calabria, indetta per promuovere il libro. Un incontro dai toni forti, emotivamente toccanti, destinato a giovani platee di uomini, creature “capaci dei più grandi slanci, come delle più grandi brutture” e a giovani platee di donne, perché non si arrendano mai a ciò che intere società, nei secoli dei secoli, hanno scelto per loro.

A raccontare, con urlata passione, il suo saggio, lo stesso autore, che in lungo excursus storico, attraversa la vita e la storia di quante, in quel loro destino beffardo che le ha condannate in qualità esseri femminili, hanno trovato la peggiore delle morti. Donne strappate alla vita con forza, bruciate, accoltellate, lapidate, fatte  a pezzi. A loro, per le quali non sembra essere esistita alcuna pietà, trattate come schiave, oggetti sessuali da gestire, inanimate creature vittime della follia umana, sono riservati fiumi accorati di appelli al cambiamento sociale, culturale, alla decostruzione di vecchie mentalità.

A presenziare l’incontro, oltre all’autore e alla giornalista Federica Montanelli, curatrice della parte artistica del testo, Cinzia  Falcone, presidente dell’Aimed, Mario Luzzi, padre di Fabiana Luzzi, bruciata viva dal fidanzato a soli 16 anni,  e Vincenzo Luberto, procuratore antimafia Catanzaro. Ed è proprio quest’ultimo, in un intervento che desta  perplessità,  profondo conoscitore del sistema ‘ndrangheta, che invita a rinnegare l’emozione in funzione di una conoscenza maggiore del cambiamento in atto della società. Sulle donne e sul loro ruolo variegato che passa dal concetto di merce di scambio, a quello di creatura affetta da fragilità, è imperniato il suo discorso che chiude inneggiando all’autonomia e all’indipendenza. Un disincanto apprezzabile, se non fosse per il dolore sordo di un padre a cui hanno tolto la giovane figlia nel peggiore dei modi. Lui, Mario Luzzi, chiuso nel suo mesto silenzio, prende la parola  solo per chiedere giustizia e pene più severe. “Quelli per cui ci emozioniamo stamattina, non sono proprio fattarelli”, sentenzia. Qualcuno, potrebbe mai dargli torto?

 Lia Giannini

“Il sangue rosa delle donne”: Domani a Mendicino

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Francesca Porco

Domani 22 Luglio alle ore 18,00 a Palazzo Campagna il terzo appuntamento di “Libri a… Palazzo” con la presentazione di “Il Sangue Rosa. La Strage delle Donne” di Francesca Porco. Converseranno con l’autrice Rosellina Arturi, Rosa Cardillo e Antonietta Cozza.

Recensione:

Non è facile staccarsi da una persona che abbiamo amato per anni, nonostante la stessa continui a farci del male. Nessuna donna però dovrebbe provare pietà per un uomo che, pur promettendole amore, l’ha ingannata privandola della dignità e del diritto alla vita. Nel 2013 sono state 177 le vittime di femminicidio in Italia. Nel mondo, 125 milioni di bambine e donne hanno subito una forma di mutilazione genitale e ogni anno in India si verificano sovente casi di infanticidio e aborto selettivo. Francesca Porco documenta uno tra i fenomeni più difficili da debellare raccontando il dramma che ha coinvolto le tante donne uccise senza alcuna pietà da partner o ex-partner, nel tentativo d’indagare (anche attraverso l’intervento di esperti quali criminologi, psicologi e autorità) sui fattori che 11247807_10207133987690741_1704769046773840176_nspingono uomini, i quali si dichiarano innamorati, a compiere simili atrocità. “Il sangue rosa” è il sangue di donne innocenti impietosamente versato per colmare il vuoto di quegli uomini incapaci di accettare un rifiuto, dove l’escalation violenta è solo l’atto finale di un’odissea fatta di minacce, limitazioni, tormenti, violenze psicologiche e fisiche.

“Polvere – dialogo tra uomo e donna” in scena al Teatro Sybaris di Castrovillari

CASTROVILLARI – Il cartellone della XVI Stagione Teatrale Polvere 1 (ph. Laila Pozzo)Comunale di Castrovillari comprende il suggestivo spettacolo di Scena Verticale, ossia “Polvere – dialogo tra uomo e donna” scritto e diretto da Saverio La Ruina.
Questa nuova produzione di Scena Verticale sarà presentata al Teatro Sybaris venerdì 20 marzo alle 21. Artista unico, tra i più premiati della scena italiana, Saverio La Ruina vuole focalizzare l’attenzione su uno degli aspetti inesplorati del terribile fenomeno del femminicidio, dando vita a una pièce dal forte impatto dissacrante. Non è il vernacolo calabrese la lingua parlata sul palcoscenico, ma un italiano quotidiano e colloquiale. La Ruina dividerà la scarna scena con Jo Lattari, attrice cosentina non professionista.
“Polvere”, dopo il debutto al Teatro Elfo Puccini di Milano in gennaio, chiude con la sua drammaturgia ossessiva la trilogia iniziata con “Dissonorata” (2006) e proseguita con “La Borto” (2009), spettacoli in cui l’autore vestiva i panni dimessi della donna del sud vittima di ataviche sopraffazioni maschili. Ruolo più volte premiato in questi ultimi anni. In “Polvere” La Ruina diventa persecutore mettendo in atto con crudele leggerezza quei meccanismi di potere che minacciano la coppia a qualsiasi latitudine sociale e culturale. Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia; l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco.
Ma cosa viene prima dello spettacolo? È lo stesso autore e regista a spiegarlo, sottolineando che “il lavoro preparatorio è stato lungo e complesso incontri, interviste, lettura di articoli e testimonianze. Gli uomini hanno scarsa capacità di aprirsi e la tendenza a giustificarsi e autoassolversi. Le donne sono più lucide e oneste nell’autoanalisi e anche nella restituzione della figura maschile rispetto al rapporto malato che si creava. Spesso si dice ma come hai fatto a metterti con un uomo così? eppure questi uomini spesso conquistano le donne anche con gesti e sentimenti molto belli, che provano realmente, ma hanno una doppia faccia. Mi interessa che tutti possano trovare in questo spettacolo qualcosa di vicino a loro”. Lo spettacolo, già presentato a Roma, Venezia, Udine Bologna, Genova, ha ottenuto ovunque grande successo di pubblico e critica, con recensioni a favore sulle maggiori testate nazionali (da Repubblica a Il Sole 24 Ore, da L’Avvenire al Corriere sella Sera e molte altre). Sara Chiappori così scrive su La Repubblica Milano: “Di solito sono le donne a parlare delle donne. Soprattutto quando si tratta di violenza e dei rapporti di potere. Saverio La Ruina è una magnifica eccezione. La violenza è tutta psicologica ed emotiva nella sequenza di scene che La Ruina sviluppa in un micidiale crescendo di tensione. La Ruina è attore maestro del dettaglio, del gesto minimo”.
Appuntamento quindi al 20 marzo.

Femminicidio: la scrittrice Maria Concetta Preta presenta “Rosaria detta Priscilla”

VIBO VALENTIA – Giovedì 5 marzo alle 17.00 al Sistema Bibliotecario Vibonese si terrà la presentazione del volume “Rosaria, detta Priscilla, e le altre. Storie di violenza e femminicidio” di Maria Concetta Preta edito da Meligrana editore.

Interverranno, oltre all’autrice, Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, Giuseppe Cinquegrana, antropologo e scrittore e Silvana Dell’Ordine, autrice della copertina del libro.

Le donne raccontate dall’autrice sono persone forti, che combattono una battaglia antica e sempre attuale: quella contro gli uomini, incapaci di ricambiarle e di confrontarsi col loro rifiuto. Si tratta di personaggi che, alla stregua di eroine tragiche, lottano e non si arrendono se non di fronte alla forza e alla morte. Davanti a loro, gli uomini si rivelano ragazzini che stentano a crescere e che confondono la passione con il possesso. L’opera si risolve in una perfetta pluralità di voci non convenzionali, di ritratti non stereotipati, in emblemi di coraggio, disobbedienza, riscatto, speranza. Ne è simbolo Rosaria “detta Priscilla”, a cui il compagno impone un nuovo nome e la sua legge, condannandola a pagare un duro prezzo per la sua ribellione. Nel libro si trovano inoltre le testimonianze romanzate di due fatti di cronaca finiti in tragedia: lo stupro di Liviana Rossi e il caso di femmincidio ante litteram di Francesca Alinovi (entrambi del 1983), dove l’amore malato porta alla rovina l’elemento debole, la donna. È inoltre presente un commovente ricordo poetico di Melania Rea, uccisa nel 2011 dal suo partner. Un racconto fatto con indignazione, speranza, mai con rassegnazione. Un’opera che coinvolge e fa riflettere. “Per non dimenticare il cammino verso la libertà di chi ci ha precedute, per costruire la felicità in un mondo nuovo fatto dalle donne per le donne.”


Maria Concetta Preta, vibonese, docente di Lettere antiche presso il Liceo Classico “M. Morelli” di Vibo Valentia, membro del direttivo del FAI della sua città, dopo essersi occupata di epigrafia classica e di Beni Culturali, si è dedicata alla scrittura ed alla poesia. Ha debuttato nella narrativa nel 2012 con il mistery Il segreto della ninfa Scrimbia, Meligrana, (selezione nazionale “Ibiskos Noir”, Firenze, 2012; pre-finalista “Premio Tropea”, 2013; concorso “Io Scrivo – I Giallisti”, 2013; vincitore “Premio Nazionale – Le parole di Arianna”, Marcellinara (CZ), 2013. Nel 2013 ha pubblicato il romanzo noir La signora del Pavone blu, YCP (menzione d’onore al “Premio Nazionale – Un libro amico per l’inverno”, Rende (CS), 2014; vincitore nella sezione gialli al “Premio Letterario – Nero su Bianco”, Benevento, 2014; terzo posto al “Premio Letterario di Calabria e Basilicata”, Villapiana (CS), 2014. Sue composizioni poetiche sono inserite nelle Antologie di diversi Premi nazionali e internazionali. Con il raccontoAmore Perverso è risultata vincitrice per la sezione narrativa del “Premio Letterario Nazionale G. Mirisola”, Cosenza, 2014 ed ha ottenuto la segnalazione come miglior autrice calabrese al “Premio – La Valle delle Storie”, Vallefiorita (CZ).  Il racconto Rosaria detta Priscilla ha ottenuto il primo posto sia al “Premio Nazionale – Le parole di Arianna”, Marcellinara (CZ), 2014, sia al “Premio – Il Murgo Gioiosano”, Messina, 2014. L’inedito Bella di Notte è arrivato secondo al “Premio Nazionale – Parole nel Vento”, Catanzaro, 2014. Nel 2014 ha pubblicato Scrimbia tra storia, mito, fiaba  e poesia, Meligrana, che si è  aggiudicato la menzione  d’onore al “Premio Narrando  per passione”, Messina, 2014.