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Sorpreso a rubare e picchiato a morte. Due fermi per omicidio

CASSANO ALL’JONIO (CS) – Due cugini ventenni, Andrea e Bruno Falbo, sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di omicidio preterintenzionale per la morte di Pietro Armentano, il sessantenne deceduto la notte scorsa a Cassano allo Ionio dopo esser stato sorpreso mentre rubava gasolio dal camion della ditta di proprietà del padre di Andrea. Secondo l’ipotesi accusatoria, i cugini, dopo avere sorpreso l’uomo a rubare il gasolio lo avrebbero colpito con calci e pugni causandone la morte. Quale sia stata la causa esatta del decesso lo stabilirà l’autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Castrovillari dopo che i cugini sono stati lungamente sentiti nella caserma dei carabinieri di Cassano. Nel corso dell’interrogatorio, i ragazzi sarebbero caduti più volte in contraddizione, mentre la loro versione – Armentano morto dopo avere picchiato la testa cadendo durante la fuga – non avrebbe trovato riscontri.

Fermati tre egiziani accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Carabinieri Cutro mentre arrestano uomo accusato di estorsioneCROTONE (KR) – Tre cittadini egiziani, Ahmed Salah,  Ahmed Howeg  e Hamada Muhammad Accusati di essere stati gli scafisti dell’imbarcazione soccorsa in acque internazionali con a bordo il gruppo di migranti giunti ieri col pattugliatore della Guardia di finanza “Monte Sperone”, sono stati fermati a Crotone dalla Squadra mobile e dalla Guardia di finanza tre cittadini egiziani, Ahmed Salah,  Ahmed Howeg  e Hamada Muhammad . I tre sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.Gli investigatori sono riusciti ad individuare i presunti scafisti grazie alle testimonianze di alcuni migranti che hanno raccontato di essere salpati da una spiaggia nei pressi di Alessandria d’Egitto nella notte tra il 12 e 13 maggio scorsi a bordo di un gommone e di essere stati poi trasferiti sull’imbarcazione soccorsa in mare.I migranti giunti nel porto di Crotone sono di nazionalità nigeriana, sudanese, ghanese, senegalese, gambese, malese e liberiana.

Lamezia Terme, un fermo per tentata estorsione

LAMEZIA TERME (CZ) – Il personale della Squadra Mobile di Catanzaro ha fermato un ragazzo, con l’accusa di tentata estorsione ad un commerciante. L’indagine è partita dal titolare dell’attività, vittima di diversi atti intimidatori. La presenza di sistemi di videosorveglianza ha permesso alle Forze dell’Ordine di verificare l’estorsione e di identificare l’uomo che attraverso minacce avrebbe cercato di estorcere denaro alla vittima.

 

Squadra mobile polizia

 

Sbarco di 950 immigrati, quattro extracomunitari sottoposti a fermo

REGGIO CALABRIA- La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia, dopo aver effettuato  con estrema attenzione le indagini del caso, ha sottoposto il fermo di polizia giudiziaria per quattro extracomunitari con l’accusa di essere stati gli scafisti di un’imbarcazione arrivata al porto di Reggio Calabria, il 7 maggio 2016. Ai migranti fermati, la Direzione Distrettuale Antimafia ha contestato i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendosi associati tra loro e con altri soggetti, non ancora identificati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti volti a procurare l’ingresso illegale nel territorio dello Stato Italiano (art. 12, commi 1, 3 lett. a), b) e d), 3 bis e 3 ter del D.lgs. n. 286 del 1998), avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti.

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Reggio Calabria, fermati tre presunti scafisti ucraini

REGGIO CALABRIA – Tre uomini di nazionalità ucraina sono stati fermati poichè ritenuti scafisti della nave Karusel intercettata lo scorso 18 aprile dai mezzi aeronavali della Guardia di Finanza al largo delle coste calabresi, destinazione Italia e con a bordo numerosi migranti. I fermi, eseguiti al termine delle indagini portate avanti dai finanzieri del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia e dei Gruppi aeronavali di Taranto e Messina, sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria. I migranti a bordo erano 65, dei quali 23 erano donne, 3 in stato di gravidanza, e ben 19 bambini, provenienti sia dal Corno d’Africa che dal Medioriente. Trasbordati su un pattugliatore della Finanza  e condotti nel porto di Reggio Calabria nel primo pomeriggio del 19, i migranti, si è poi appurato con apposite verifiche, si erano imbarcati in Grecia per poi viaggiare in mare per due giorni, senza ricevere cibo nè acqua su una nave priva di qualsiasi dispositivo di sicurezza.

 

In stato di fermo la madre della piccola soffocata a Cosenza

12765592_948406418576575_733740011_oCOSENZA – Nella tarda serata di ieri i carabinieri hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dal pm della Procura di Cosenza,per omicidio volontario nei confronti di Giovanna Leonetti, la biologa di 37 anni che avrebbe ucciso la figlia Marianna di 7 mesi soffocandola con un cuscino e che poi, dopo essersi resa conto di quanto accaduto, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, avrebbe tentato di togliersi la vita ingerendo dei barbiturici. La tragedia si è consumata in uno stabile di via Molinella, all’angolo con Piazza Kennedy, in pieno centro della città di Cosenza, intorno alle ore 13 quando il marito della donna, l’avvocato Francesco Luberto di 41 anni, rientrando a casa ha trovato il corpo della piccola e ha dato l’allarme al servizio di emergenza 118. L’uomo ha poi trovato la moglie seduta su una poltrona, dopo essere stata colta da malore, con accanto, sul pavimento, una confezione vuota di barbiturici. I sanitari, chiamati dal padre della neonata, dopo avere praticato i primi interventi, non sono però riusciti a scongiurare il peggio e la bimba è arrivata esanime al pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata. Nello stesso nosocomio è stata portata, in stato confusionale, anche la madre, che adesso è piantonata in corsia dai carabinieri. Al momento della tragedia Giovanna Leonetti e la bambina si trovavano al primo piano dell’edificio. In casa, al terzo piano, c’erano anche la nonna della piccola insieme alla sua badante. Successivamente è sopraggiunto il padre della bambina. Tutte le persone presenti nell’abitazione sono state sentite dal pm della Procura della Repubblica di Cosenza, titolare dell’inchiesta. Nell’immediatezza, inoltre, gli esperti dei carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nella casa rilevando gli elementi di interesse investigativo da riferire al magistrato. La domanda che tutti, tra gli amici e i conoscenti della12752038_948406955243188_860881635_o coppia, si pongono adesso, dopo che la notizia si è diffusa, provocando incredulità e sgomento, è come sia potuto accadere tutto questo. Soltanto le indagini dei carabinieri potranno sciogliere tutti gli interrogativi che gravano su questa vicenda. Quel che è emerso, comunque, al momento, è che Giovanna Leonetti, da un po’ di tempo, diceva di essere stanca per il fatto che la notte la bambina non la faceva dormire. Questo, almeno, è quanto ha riferito un’amica della donna che aveva raccolto direttamente le sue lamentele parlando con lei nel laboratorio di analisi cliniche in cui la mamma di Marianna lavora. “Sono proprio esasperata – avrebbe confidato all’amica – perché Marianna non mi fa dormire la notte. Non so come fare per questo”. Poi, la tragedia.

Rosarno, fermato boss Cacciola

ROSARNO (RC) – I Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, insieme ai Cacciatori di Calabria, hanno sottoposto a fermo Gregorio Cacciola, 57 anni, elemento di spicco dell’omonima cosca mafiosa di Rosarno per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dalle indagini, infatti, tramite intercettazioni ambientali e telefoniche e riprese video realizzate dai militari dei reparti operativi di Reggio e Rosarno, sarebbe emerso che l’uomo avrebbe messo in atto, ai danni di un’azienda agricola di Candidoni, richieste estorsive sempre più consistenti, finalizzate al versamento della “mazzetta” nel periodo natalizio.

Tali minacce, è stato appurato dalle verifiche condotte, avrebbero agevolato la cosca stessa, rese possibili anche dal fatto che le vittime, per timore per la propria incolumità e l’integrità dei propri beni, non avrebbero collaborato con la Dda reggina che ha poi diposto il fermo.

Ricordiamo che Gregorio Cacciola è lo zio paterno di Maria Concetta Cacciola, testimone di giustizia morta il 20 agosto 2011 per ingestione di acido, in circostanze che ancora oggi non sono del tutto chiare.

Truffa all’Inps: denunciati 829 persone per associazione per delinquere

thCosenza Un truffa ai danni dell’Inps da circa 3 milioni di euro è stata scoperta dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza che hanno denunciato 829 tra imprenditori e braccianti agricoli per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e di falso in atto pubblico. I truffatori, grazie all’uso di documenti falsi, avrebbero illegittimamente percepito contributi dall’Inps quali indennità di disoccupazione, malattia, maternità e assegni familiari.

Omicidio maturato tra bande per il controllo della prostituzione

 

CORIGLIANO CALABRO (CS) – L’omicidio di Dumitrache Ciobanu, 43 anni, ucciso a Schiavonea di Corigliano, sarebbe maturato nello scontro tra bande per il controllo della prostituzione. Le bande erano composte una di romeni e l’altra di albanesi. I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e della Procura di Rossano ha disposto il fermo per omicidio, di Dritan Ruko (33), Kadri Mona (32), Sokol Seferi (39)albanesi, e Claudiu Florin Tighikliu (24), romeno.