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Fibrosi cistica, oggi a Montepaone la presentazione del libro dei pazienti

fibrosi cistica_presntazione libro pazienti_montepaone_19122015MONTEPAONE LIDO (CZ) – Un libro scritto direttamente dai pazienti per raccontarsi, far conoscere la fibrosi cistica e autofinanziarsi: è ‘Respirando la vita. Storie di piccoli e grandi pazienti del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme’. La raccolta sarà presentata oggi alle ore 17.30 presso la sala convegni della BCC a Montepaone Lido. L’evento è stato organizzato dall’associazione di volontariato di Montepaone Lido, ‘Ramo di Speranza’.

Dopo i saluti del presidente dell’associazione, Paola Macrina, e del sindaco di Montepaone, Mario Migliarese, interverranno Elisa Madarena e Rosa Fasano, dottoresse del Centro regionale Fibrosi Cistica e Maria Furriolo, psicologa dello stesso centro e curatrice del libro. A seguire, testimonianze di pazienti e familiari. Concluderà il sacerdote Mons. Gregorio Montillo, vicario episcopale Diocesi Catanzaro-Squillace.

Il libro raccoglie le storie dei pazienti in cura presso il centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari. Spaccati di vita scritti di loro pugno che aprono una finestra su una malattia cronica grave per la quale non esiste una cura. Tuttavia non scadono nell’autocommiserazione, ma testimoniano la grinta, il coraggio e la voglia di vivere pienamente. Il libro è stato curato dalla psicologa del centro regionale, Maria Furriolo. È stato realizzato a costo zero grazie al contributo di un gruppo di commercianti e di Adgraphisart/ADG Edizioni di Soverato. Con i proventi, i pazienti si autofinanzieranno.

 

Il centro – Il centro regionale fibrosi cistica, ubicato presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, al momento ha in cura circa 140 pazienti (bambini e adulti). Il centro di Lamezia Terme, come centro autonomo è stato aperto circa un anno e mezzo fa (prima la patologia veniva seguita presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Soverato). Grazie alla dedizione e alla competenza del personale multidisciplinare, il centro ha ottenuto l’importante certificazione di qualità ISO 9001 e ha visto aumentare il numero di pazienti in cura, rientrati dalle altre regioni, contrastando, quindi, l’annosa questione dell’emigrazione sanitaria.

La fibrosi cistica – É la malattia genetica grave più diffusa, solo nel nostro Paese conta oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani in grado di trasmettere la malattia ai propri figli. Questa malattia colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. Purtroppo non esiste ancora una cura definitiva, ma i progressi della ricerca fanno sperare confermando l’importanza di finanziarla.

“Respirando la vita, noi e la fibrosi cistica”, le storie dei pazienti di Lamezia

FibrosiCOSENZA – Sarà presentato nel corso dell’incontro “Respirando la vita, noi e la fibrosi cistica”, che si terrà venerdì 20 novembre, alle 18.00, presso Villa Rendano, il libro  (dal titolo omonimo) scritto dai pazienti del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme , per raccontarsi e autofinanziarsi.
La serata è stata organizzata da alcuni pazienti e familiari con il patrocinio della Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”.Oltre al dott. Giuseppe Tuccio, direttore del centro fibrosi cistica regionale e alla dott.ssa Maria Furriolo, psicologa dello stesso centro e curatrice del libro, interverranno il prof. di filosofia Nicola Morra e il dott. Giovanni Nicotera.

Fibrosi cistica, buone notizie per il centro regionale: pazienti e familiari ringraziano i vertici Asp Catanzaro e il commissario Scura

1Lamezia Terme (Cz) – Buone notizie all’orizzonte per il centro regionale fibrosi cistica, che, secondo quanto appreso dai pazienti e dai familiari, avrà la possibilità di avere finalmente un personale stabile (2 pediatri, 1 pneumologo e 1 fisioterapista). Pazienti e familiari ringraziano il commissario per l’attuazione del piano di rientro, Massimo Scura e il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute, Riccardo Fatarella, per aver ascoltato le loro richieste di risposte concrete su carenza di personale e necessità di stabilizzazione, nel primario interesse di garantire continuità e cure di qualità. Ringraziano di cuore anche i vertici dell’Asp di Catanzaro, il commissario straordinario Giuseppe Perri, che ha mantenuto l’impegno preso nell’incontro del 3 novembre e si è fatto portavoce delle loro istanze presso il commissario Scura, il direttore sanitario, Carmine dell’Isola e il direttore amministrativo, Giuseppe Pugliese, anch’essi testimoni dei loro bisogni vitali. Un ringraziamento particolare lo rivolgono al direttore del centro, il dottore Giuseppe Tuccio. «Il suo impegno costante negli anni, dedito al solo interesse dei pazienti e a una migliore qualità delle cure – spiegano – ha fatto sì che il centro regionale di riferimento per la cura della Fibrosi Cistica si elevasse a centro di eccellenza e raggiungesse ottimi risultati».

«Se i vertici dell’Asp di Catanzaro si sono fatti portavoce delle nostre richieste e se il commissario Scura ha ritenuto di prevedere un provvedimento per il centro – aggiungono – allora qualcosa da migliorare nel centro regionale fibrosi cistica c’era. Perciò, non capiamo l’atteggiamento del signor Michele Rotella, presidente della LIFC – Lega Italiana Fibrosi Cistica – Calabria che, invece di partecipare al sit-in di protesta fatto martedì 3, si è preoccupato di metterlo in discussione con le dichiarazioni non veritiere rilasciate al Quotidiano del Sud». Proseguono: «nell’intervista pubblicata martedì 3 novembre, Michele Rotella ha affermato che ‘i nostri pazienti non si toccano! Il nostro impegno quotidiano è rivolto unicamente alla loro tutela’, ma come pensa di tutelarci se non sapeva nemmeno dei problemi che attraversavano il nostro centro? Come può conoscerli, se nemmeno lo frequenta il centro?». E concludono: «noi non ci sentiamo affatto tutelati e rappresentati, anzi, quest’estate siamo stati costretti a difenderci proprio dai soprusi e dalla scorrettezza di Michele Rotella che, a nostro nome e a nostra insaputa, in una lettera ufficiale aveva lanciato accuse infamanti al direttore e al personale del centro chiedendone la rimozione».

Martedì 3 pazienti e familiari, allarmati dalla sospensione dei ricoveri, hanno fatto un sit-in di protesta presso la direzione sanitaria dell’ospedale di Lamezia Terme. Chiesta la presenza dei medici del centro, una loro delegazione ha incontrato Domenico Tomaino, direttore dell’ospedale di Lamezia Terme, Carmine Dell’Isola, direttore sanitario dell’ Asp di Catanzaro e Giuseppe Perri, commissario straordinario della stessa Asp, che aveva preso l’impegno, poi mantenuto, di riferire le loro istanze a Massimo Scura, commissario per l’attuazione del piano di rientro.

 

 

Fibrosi cistica, sit-in di protesta e incontro con i vertici Asp. Pazienti rassicurati, ma in attesa di atti concreti

1Lamezia Terme (Cz) – Sit-in di protesta dei pazienti del centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari presso la direzione sanitaria dell’ospedale di Lamezia Terme, dove è ubicato il centro stesso. Una loro delegazione ha incontrato Domenico Tomaino, direttore dell’ospedale di Lamezia Terme, Carmine Dell’Isola, direttore sanitario dell’ Asp di Catanzaro e Giuseppe Perri, commissario straordinario della stessa Asp, che ha preso l’impegno di riferire le loro istanze a Massimo Scura, commissario per l’attuazione del piano di rientro. I pazienti hanno richiesto anche la presenza dei medici del centro. L’incontro si è svolto in un clima costruttivo, i pazienti hanno ricevuto rassicurazioni sulla sorte del centro e sul suo mantenimento: restano in attesa di atti concreti. Questa mattina sono arrivati da tutta la regione. Assente la Lega Italiana Fibrosi Cistica – Calabria, dalla quale pazienti e familiari 2continuano a non sentirsi tutelati e rappresentati.

All’incontro pazienti e famiglie hanno ricevuto rassicurazioni, ma puntualizzano che, nonostante i provvedimenti previsti, il personale medico e infermieristico continuerà a essere sotto organico rispetto agli standard europei. Ribadiscono, inoltre, che la fibrosi cistica è una patologia molto grave per la quale è necessario personale specializzato. Pazienti e famiglie chiedono che il personale sia potenziato e stabilizzato in modo da garantire la tenuta del centro che dipende dalle persone che vi lavorano. Nello specifico, questa mattina è stato loro garantito che la chiusura del centro fibrosi cistica regionale non è all’orizzonte, che la dottoressa Madarena farà 30 ore nel centro e 6 in 3pediatria, che sarà inviato uno pneumologo in sostituzione della dottoressa Vonella, costretta, suo malgrado, a emigrare in Lombardia, nonostante la specializzazione acquisita tramite i master pagati con i fondi della legge 548/93, dopo due anni di precariato e numerose chiamate rifiutate in regione e fuori regione. Per quanto riguarda gli infermieri, alla delegazione è stato comunicato che l‘azienda ha provveduto a integrare il personale infermieristico, oggi sotto organico per motivi contingenti, con l’invio di una unità, anche se a oggi non è ancora arrivata presso il centro. Ad ogni modo, anche con l’invio di questa unità, gli infermieri continuano a essere 5, mentre secondo gli standard europei dovrebbero essere 6.

I pazienti erano allarmati per la sospensione dei ricoveri per carenza di personale medico e infermieristico, partita da venerdì scorso. In effetti, per loro, il problema principale del centro è 4l’insufficienza del personale medico e infermieristico e la precarietà (fino a oggi, 3 dottoresse su 3 e il fisioterapista precari). Inoltre, l’accorpamento a pediatria, previsto nel decreto n.9 del 2 aprile 2015, rischia di far indietreggiare la cura di decenni. Sperano, quindi, che il personale diventi stabile in modo da garantire continuità e che l’accorpamento a pediatria sia revocato, come, peraltro, è stato accennato questa mattina.

 

 

 

 

 

Fibrosi cistica, ricoveri bloccati per carenza di personale. I pazienti: per noi vengono meno delle cure vitali. Martedì 3 sit-in di protesta

fibrosi cistica_il centro_6Lamezia Terme (CZ) – «Dove e come dobbiamo curarci? Da mesi chiediamo risposte chiare, ma ci hanno abbandonato: sappiamo solo che, senza il centro in Calabria, per noi vengono meno delle cure vitali», questa la drammatica denuncia dei pazienti calabresi affetti da fibrosi cistica e dei loro familiari. Martedì 3 p.v., dalle ore 9.30, faranno un sit-in di protesta proprio per chiedere risposte sul destino del centro regionale fibrosi cistica. Faranno tappa presso la direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Lamezia Terme (sede del centro), gli uffici amministrativi dell’Asp di Catanzaro e il palazzo della Regione (sede del dipartimento tutela salute).

I timori espressi in questi mesi si sono concretizzati: da ieri, venerdì 30 ottobre, il centro regionale fibrosi cistica, ubicato presso l’ospedale ‘Giovanni Paolo II’, è stato costretto a sospendere i ricoveri per carenza di personale medico e infermieristico. Colpite anche le altre attività garantite dal centro (assistenza quotidiana, prevenzione, ricerca, diagnosi) .

Ma la fibrosi cistica è una malattia molto grave: i pazienti non possono permettersi sconti e abbandoni da parte delle istituzioni. Sperano che si possa trovare una soluzione definitiva, anche perché la chiusura del Centro rappresenterebbe un enorme spreco di denaro pubblico e del lavoro fatto fin qui (oltre 300 mila il centro_vistaeuro per l’apertura e formazione del personale). Nonostante i problemi e la precarietà, infatti, il centro ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e ha ridotto l’emigrazione sanitaria quasi a 0. Intanto il senatore Nicola Morra ieri ha ha portato la vicenda in Senato con una decisa interpellanza al Presidente dell’assise..

Eccellenza e precarietà del personale: centro a rischio – Pazienti e genitori sono molto grati al personale che fino a oggi ha garantito le attività e l’eccellenza del centro, nonostante la precarietà (3 medici precari su 4) e la carenza di organico rispetto agli standard europei. Fino a oggi il personale è stato formato da una psicologa (Maria Furriolo), un fisioterapista (Pietro Ragno), tre dottoresse (Rosa Fasano, Elisa Madarena, Barbara Vonella), cinque infermieri (Immacolata Bilotta, Giustano Fiaschi,Pietro Lucchino,Rosalba Mercuri,Giuseppe Nicotera) e una caposala (Angela Dattilo). Il centro è diretto dal

Uno studio del nuovo centro
Uno studio del nuovo centro

dottore Giuseppe Tuccio.

Le tre dottoresse e il fisioterapista non sono stati assunti, ma hanno ricevuto una borsa di studio che non garantisce alcun diritto, coperta dai fondi della legge 548 del ’93 per le dottoresse e dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica nazionale per il fisioterapista. Queste figure hanno profili eccellenti e stanno frequentando prestigiosi master con fondi pubblici: prima sono stati formati e ora vengono sottratti al centro regionale fibrosi cistica. In questo modo, viene meno il legame di fiducia medico-paziente, fondamentale per i pazienti che vedono i medici per tutta la vita, e si perde il lavoro e l’investimento fatto fino a ora.

La dottoressa Vonella, dopo 2 anni di precariato e dopo aver rifiutato diverse chiamate fuori regione, è stata costretta ad andare in Lombardia per un posto a tempo indeterminato che la porterà lontano dalla sua famiglia e le lascia l’amarezza di non poter restare con i pazienti calabresi. La dottoressa Madarena, al momento, è a rischio di essere allontanata dal centro. In reparto restano il direttore del centro, il dottore Giuseppe Tuccio, e la dottoressa Fasano, borsista precaria. A fine anno scade anche la borsa di studio della LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) del fisioterapista. Gli infermieri, già insufficienti, sono ridotti a 4 per motivi contingenti.il centro_2

In queste condizioni il centro è stato costretto a sospendere i ricoveri. Ma la limitazione colpisce anche altre attività legate all’assistenza quotidiana, alla ricerca, alla diagnosi e alla prevenzione, come screening neonatale, test del sudore, day hospital.

Ricordiamo che il centro è l’unico posto in Calabria dove si effettua il test del sudore con la metodica Gibson e Cooke,l’unica standardizzata e validata a livello mondiale.

Già il centro, nato come struttura autonoma, aveva subito un duro colpo con l’accorpamento a pediatria, previsto dal decreto n.2 del 9.4.2015 a firma del Commissario per il piano di rientro della spesa sanitaria, Ing. Massimo Scura, che fa indietreggiare la cura di decenni. Infatti chi ha concepito questo decreto – visto che il Commissario ha dichiarato pubblicamente di averlo solo firmato ma non ideato – non ha tenuto conto dell’innalzamento dell’età media di vita dei pazienti FC (oggi 40 anni), e di tutte le necessità fisiologiche dovute all’età, incompatibili con la pediatria.

 

La storia del centro e i risultati ottenuti – Fino all’apertura nel 2014 del nuovo centro autonomo a Lamezia Terme, il centro è stato ubicato presso il reparto di pediatria dell’Ospedale di Soverato. Dal 1982, grazie all’opera del dottore Pasquale Alcaro e del direttore del centro nazionale Gianni Mastella, il reparto ha funzionato da punto di supporto al centro nazionale di Verona. Nel 1996 vi è stato istituito il ospedale Lamezia termecentro regionale per delibera di giunta regionale, collegato con gli altri centri italiani. Dal 2004 è stato avviato lo screening neonatale

Il centro di Lamezia Terme ha attualmente in carico 140 pazienti afferenti da tutta la regione. Metà dei pazienti ha un’età superiore ai 18 anni. Il più piccolo paziente ha 2 mesi di vita, il più grande 53 anni. Sono seguiti inoltre circa 20 pazienti con sindromi bronchiectasiche correlate alla Fibrosi Cistica.

I pazienti sono passati da 70 a 140, quindi il centro ha ridotto la drammatica emigrazione sanitaria quasi a 0. Quest’anno, ha ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001 e ha all’attivo studi pubblicati, collaborazione con altri reparti, uso di farmaci innovativi, progetti di ricerca in collaborazione con i più importanti centri di riferimento delle altre regioni italiane. Per complessità di cure, nell’ospedale di Lamezia, è secondo solo al reparto di terapia intensiva.

 

La fibrosi cistica e la legge 548 del 1993 – La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa nel mondo occidentale, solo nel nostro Paese conta oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani in grado di fibrosi cistica_centro lamezia termetrasmettere la malattia ai propri figli. Questa malattia colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre, grazie alla ricerca e alla qualità dell’assistenza.

La legge 548/93 ha notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti precisando le competenze richieste ad un Centro Fibrosi Cistica, fissandone l’istituzione in ogni regione italiana e prevedendo anche un finanziamento dedicato per l’assistenza e per la ricerca. Secondo la legge, «le regioni istituiscono, a livello ospedaliero o universitario, un CENTRO SPECIALIZZATO di riferimento con funzione di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabilitazione dei malati, di orientamenti e coordinamento delle attività sanitarie, sociali, formative ed informative e, dove esistano le condizioni adeguate, di ricerca sulla fibrosi cistica».

 

 

La vita secondo la FC, il libro dei pazienti e l’affetto dei dottori

Da sx Gino Vespa, Matteo Marzotto, Giuseppe Tuccio, Don armando Augello e Maria Furriolo
Da sx Gino Vespa, Matteo Marzotto, Giuseppe Tuccio, Don armando Augello e Maria Furriolo

Lamezia Terme (CZ) – «Molte persone pensano che questa è una malattia che ti possa abbattere ma non è vero perché ci sono tante cose peggio tipo la cattiveria e l’invidia, questa si che è una malattia grave». Gennaro sale sul palco, ringrazia e legge. Le sue parole sono disarmanti e autentiche: la chiave di volta di un pomeriggio al teatro Costabile (ex Politeama). Gennaro ha otto anni e la fibrosi cistica. La sua è una delle storie raccolte nel libro ‘Respirando la vita. Storie di piccoli e grandi pazienti del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme’.

Il libro è stato curato da Maria Furriolo, psicologa del centro regionale fibrosi cistica di Lamezia Terme. Raccoglie le storie scritte direttamente dai pazienti in cura presso il centro calabrese e dai loro familiari: un’idea nata da una chiacchierata con Giulia. La raccolta è stata realizzata a costo zero grazie al contributo di un gruppo di commercianti e di Adgraphisart/ADG Edizioni di Soverato. Con i proventi, i pazienti si autofinanzieranno per migliorare la degenza in ospedale.

L’evento fatto al teatro di Lamezia Terme non è solo la presentazione di un libro. È il racconto corale di una vita segnata dalla malattia, ma vissuta pienamente. La solitudine di un medico e la denuncia dell’abbandono di un centro di cura calabrese eccellente. L’affaticamento del sistema sanitario e il volontariato in aumento esponenziale. Il presente di chi spera e il futuro della ricerca. La seconda vita che segue a un trapianto.

La malattia e il modo di affrontarla sono stati raccontati da alcuni degli “allegri narratori”, come si copertina respirando la vitadefiniscono gli autori del libro. Il dottore Giuseppe Tuccio, direttore del centro regionale fibrosi cistica di Lamezia Terme, ha aperto la serata conclusa dal noto imprenditore Matteo Marzotto, vicepresidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – onlus. Oltre a Gino Vespa (paziente fibrosi cistica trapiantato), sono intervenuti Giuseppe Perri, commissario straordinario ASP Catanzaro ed Elisa Gullo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme, che ha portato i saluti del sindaco. Don Armando Augello si è detto piccolo di fronte al libro. Il prelato ha ampliato il discorso con riferimenti alla Bibbia e a questioni esistenziali e filosofiche mettendo in luce come, nei pazienti di fibrosi cistica, la diminuzione della salute consente di prendere coscienza di sé e di mettere l’io collettivo a sostegno dell’io singolare. Presenti alla serata, volontari Nu.Vo.La.

 

I volti della FC – La vita secondo la FC [fibrosi cistica, n.d.r.] comincia con un gene difettoso, una ricerca su internet, le lacrime di una mamma. Prosegue con momenti di crisi, cure quotidiane a volte odiate, ricoveri frequenti in ospedale. Ma chiede diritti, «diritto alla vita, all’amore, al lavoro, diritto di avere un centro», dice la dottoressa Maria Furriolo. E si trasforma nella capacità di non lasciarsi sfuggire alcuna occasione per accogliere la vita dentro di sé, nelle forme più svariate.

I volti della FC, alla presentazione del libro, sono stati rappresentati da alcuni degli autori. Gennaro. Giulia che, dopo aver assaporato la libertà, a 9 anni ha scoperto di essere affetta da fibrosi cistica: ora continua a lottare, per chi la ama, per chi non c’è più. Antonino con una poesia e la corsa. Rosa tutto pepe. Vicka, mamma di Jessica, racconta dei dottori-angeli calabresi: «guardano i nostri figli non con occhi pietosi, ma come bambini». Il papà di Stefania legge qualche riga scritta dalla figlia: una volta finite le terapie, si dedica a quello che più le piace.

IMG_20151023_181433Curarsi in Calabria: eccellenza e abbandono – In Calabria, i pazienti possono contare su un centro che ha ottenuto la certificazione ISO 9001 e ha ridotto l’emigrazione sanitaria quasi a 0. Tuttavia, l’accorpamento a pediatria lo fa indietreggiare di decenni e il personale continua a essere precario (4 medici su 6). Il dottore Giuseppe Tuccio, direttore del centro di Lamezia Terme, definisce quella di medici e pazienti una grande famiglia e lascia trasparire il desiderio di ascoltare i pazienti, le loro ansie e le loro paure.

Snocciola i dati dell’eccellenza e quelli dell’incertezza, grida la necessità di assicurare le cure ai pazienti perché «la fibrosi cistica è una malattia seria che non fa sconti e non gliene possiamo fare». Mette a nudo la solitudine di un medico costretto a prendere le decisioni su ogni paziente da solo perché al momento è l’unico medico in Calabria a occuparsi di fibrosi cistica. Il commissario straordinario ASP Catanzaro, Giuseppe Perri, assume il massimo impegno per risolvere i problemi del centro.

Intanto la dottoressa Barbara Vonella, pediatra borsista, dopo 2 anni di precariato e dopo aver rifiutato diverse chiamate fuori regione, va in Lombardia per un posto a tempo indeterminato che la porterà lontano dalla sua famiglia e le lascia l’amarezza di non poter restare con i pazienti calabresi. Durante la serata, si susseguono gli appelli a rimanere nel centro di Lamezia Terme. Ma si può vivere di precariato, senza alcuna progettualità all’orizzonte?

«Ci hanno detto ‘armiamoci e partite’ – racconta il direttore del centro fibrosi cistica regionale – noi abbiamo fatto così, siamo partiti in direzione ostinata e contraria, contro una collocazione logistica infelice, carenze strutturali e funzionali, burocrazia lenta e precariato». I risultati sono arrivati comunque grazie alla dedizione di medici e infermieri: pazienti rientrati dalle altre regioni e passati da 70 a 140, certificazione ISO 9001, complessità di cure (il centro fc, nell’ospedale di Lamezia, è secondo solo al reparto di terapia intensiva), studi pubblicati, collaborazione con gli altri reparti, uso di farmaci innovativi. «Ci hanno armati e siamo partiti – afferma il dottore Tuccio – ma da domani le risposte devono arrivare da altri».

Gino Vespa: la vita dopo il trapianto – Gino Vespa, circa 8 anni fa, ha subito un trapianto di polmoni. La sua voce affastella immagini che arrivano dagli anni ’60 ai giorni nostri. La mamma sempre vicina. I medici che fanno della fc una scelta di vita, come il dottore Mastella. I viaggi della speranza degli anni ‘60. Le mamme sfinite. I loro capannelli per cercare di consolarsi a vicenda. I suoi confronti con gli altri: come fermare la fame d’aria, come gestire la fine e come prepararvi i genitori, gli argomenti di conversazione. I progressi della ricerca e il miglioramento delle cure e dell’aspettativa di vita. L’assistenza e la ricerca da far camminare insieme. La politica: quando vuole, le risposte le trova. «Ogni sera – conclude – fatto l’esame di coscienza, dico grazie a un ragazzo di 17 anni che ha donato i polmoni a respirando la vita 2qualcuno per fargli conoscere la vita».

Matteo Marzotto: non molliamo finché non la vinciamo – L’importanza della ricerca, della comunicazione e del volontariato emergono dalle parole di Matteo Marzotto che ha concluso la serata. Il noto imprenditore è vicepresidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica fondata nel 1997 con il professor Gianni Mastella e con l’imprenditore Vittoriano Faganelli (10.000 volontari, 20 milioni di euro investiti in ricerca e 291 progetti di ricerca e 4 servizi speciali finanziati dal 2002). Racconta degli inizi della Fondazione, della necessità di imparare a comunicare (a partire dal nome cambiato da “mucoviscidosi” a “fibrosi cistica”). Nel 2001 i soldi erano finiti, ma negli ultimi anni, proprio gli anni della crisi, «la Fondazione è cresciuta in modo esponenziale»: oggi i milioni di euro raccolti sono formati da ogni euro ottenuto grazie all’impegno dei volontari.

Sulla sanità, Matteo Marzotto constata una situazione difficile in tutta Italia, anche a Verona, e menziona gli sprechi. Secondo lui, i protagonisti della serata sono «giganti della vita» e il loro libro consente di guardare avanti. L’immagine della sorella Annalisa, del suo rapporto di affetto e di fiducia con il suo dottore, del nipote che oggi pedala in ricordo della zia chiudono il suo intervento.

 

Rita Paonessa

Un libro scritto dai pazienti di fibrosi cistica per raccontarsi e autofinanziarsi, oggi presentazione a Lamezia

Locandina _respirando la vitaLAmezia Terme – “Respirando la vita” è il titolo della raccolta di 20 racconti scritti dai piccoli e grandi pazienti del Centro regionale di fibrosi cistica di Lamezia Terme, che sarà presentato venerdì 23 ottobre, alle ore 17:30, nel Teatro Costabile (ex Politeama) a Sambiase, alla presenza del dott. Matteo Marzotto, vice presidente Fondazione ricerca fibrosi cistica-Onlus.
L’evento è stato organizzato dallo stesso Centro dell’ospedale “Giovanni Paolo II” con il patrocinio dell’ASP Catanzaro e del Comune di Lamezia Terme.
Le storie narrate, scelte su un totale di 25, sono state scritte da pazienti e familiari per raccontare l’esperienza vissuta nell’affrontare una malattia genetica grave, qual’è appunto la fibrosi cistica, e testimoniare la forza e il coraggio di lottare per la vita, malgrado le grandi difficoltà, disagi e sofferenze costretti ad affrontare quotidianamente. Un percorso sostenuto con impegno e professionalità dall’equipe composta dai medici del CRFC, una struttura che proprio quest’anno, grazie all’elevata qualità delle prestazioni erogate ai cittadini, ha ottenuto la certificazione ISO 9001 per l’eccellenza, un ambito riconoscimento, rilasciato dall’ente di Certificazione Bureau Veritas Italia. Un esempio di buona sanità che tra l’altro fa registrare un incremento del numero di pazienti che non sono più costretti a “emigrare” in altre regioni per ricevere cure adeguate.
Alla presentazione del libro parteciperanno il Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro, dott. Giuseppe Perri, il direttore del Centro regionale fibrosi cistica, dott. Giuseppe Tuccio, la psicologa del CRFC e curatrice della raccolta, dott.ssa Maria Furriolo. Sarà, inoltre, presente il sindaco di Lamezia Terme, avv. Paolo Mascaro. Arricchiranno l’incontro le testimonianze di pazienti e familiari e gli interventi di Gino Vespa, paziente trapiantato; Don Armando Augello; Raffaele Gaetano, professore di filosofia. Le conclusioni sono affidate al dott. Matteo Marzotto.
La fibrosi cistica colpisce principalmente l’apparato respiratorio, il pancreas e, più raramente, l’intestino o il fegato, anche se possono essere interessati tutti gli organi interni. La forma più comune è caratterizzata da sintomi respiratori, problemi digestivi e difetti di crescita staturo-ponderale. Attualmente l’età media dei pazienti affetti da FC si aggira sui 40 anni,  la mortalità e la morbilità dipendono dall’entità della lesione bronco-polmonare. Il trattamento è esclusivamente sintomatico, non esistono ancora cure che portino alla guarigione, per questo si spera nella ricerca i cui progressi dipendono da una sufficiente disponibilità dei mezzi finanziari.
Intanto, un esempio di solidarietà proviene da un gruppo di commercianti e da Adgraphisart/ADG MATTEO-MARZOTTO-1Edizioni di Soverato, il cui contributo concreto ha consentito di realizzare il libro a costo zero. Il ricavato delle vendite servirà ad autofinanziare i pazienti.
L’evento si svolge in concomitanza con la XIII Campagna nazionale per la ricerca, che ha come slogan “Tu doni, io respiro” e che vede la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica (FFC) impegnata, dal 10 al 25 ottobre, in varie iniziative di sensibilizzazione sulla patologia, mentre è presente in oltre 1700 piazze italiane per “offrire” il ciclamino a sostegno della ricerca FC di cui tale fiore è divenuto simbolo.

Fibrosi cistica, a Fossato (Cz) raccolta fondi in ricordo di Benedetto Antonio Calogero

benedetto antonio calogeroFOSSATO SERRALTA (CZ) – Dedicata a Benedetto Antonio Calogero la raccolta fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica, fatta ieri e questa mattina a Fossato Serralta e a Maranise. I volontari della Delegazione di Soverato della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – onlus, insieme ad alcuni familiari, hanno portato in piazza i ciclamini della ricerca. Ringraziano di cuore quanti hanno contribuito. Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione, in particolare al progetto di ricerca n. 21/2014 adottato dalla Delegazione di Soverato. La campagna nazionale durerà fino al 25 ottobre.

A quattro anni dalla sua scomparsa, di Benedetto molti ricordano il sorriso, la grinta, la voglia di lottare sempre. Le parole: quelle dette per consolare o sostenere e quelle scritte. Benedetto, infatti, scriveva poesie. Vi fluivano la voglia di vivere e i suoi stati d’animo, l’orgoglio delle sue origini e l’amore. Una di queste, intitolata Il sorriso, sembra racchiudere il suo ricordo: «Quando manca il sorriso/sorridi sempre/a colui che lo pretende/ e vedrai che la vita aiuterà/a colui il quale /il sorriso sempre porgerà/ E quando un giorno/ la tua vita finirà/ Il tuo sorriso /Nella memoria di tutti rimarrà».fibrosi cistica_raccolta fondi fossato 2015_volontari e alcuni familiari

La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa per la quale ancora non esiste una cura definitiva. La ricerca ha portato l’aspettativa di vita dall’infanzia ai 40 anni e oltre e continua a far sperare. Ogni settimana quattro neonati nascono con un gene mutato che condizionerà tutti i loro giorni, segnati da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. Una persona su 25-30 ne è portatore sano, ma il più delle volte non lo sa.

Per maggiori informazioni www.fibrosicisticaricerca.it

 

 

Rita Paonessa

Un libro scritto dai pazienti di fibrosi cistica per raccontarsi e autofinaziarsi, presentazione a Lamezia Terme

Locandina _respirando la vitaLAMEZIA TERME – Un libro scritto direttamente dai pazienti per raccontarsi, far conoscere la fibrosi cistica e autofinanziarsi: è ‘Respirando la vita. Storie di piccoli e grandi pazienti del Centro Regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme’. La raccolta sarà presentata venerdì 23 ottobre alle ore 17.30 presso il Teatro Costabile (ex Politeama) di Lamezia Terme. L’evento è stato organizzato dal Centro Regionale Fibrosi Cistica di Lamezia Terme con il patrocinio dell’ASP Catanzaro e del Comune di Lamezia Terme. Sarà presente anche Matteo Marzotto, il noto imprenditore, vicepresidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – onlus.

Dopo i saluti del direttore del centro fibrosi cistica regionale, Giuseppe Tuccio, del sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, e del commissario straordinario ASP Catanzaro, Giuseppe Perri, introdurrà la serata Maria Furriolo, psicologa del centro regionale fibrosi cistica e curatrice della raccolta. Alle testimonianze degli stessi pazienti e dei loro familiari, seguiranno gli interventi di Gino Vespa, paziente fibrosi cistica – trapiantato, Don Armando Augello e Raffaele Gaetano, filosofo. Concluderà Matteo Marzotto, vice presidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus.

Il libro raccoglie le storie dei pazienti in cura presso il centro regionale fibrosi cistica e dei loro familiari. Spaccati di vita scritti di loro pugno che aprono una finestra su una malattia cronica grave per la quale non esiste una cura. Tuttavia non scadono nell’autocommiserazione, ma testimoniano la grinta, il coraggio e la voglia di vivere pienamente. Il libro è stato curato dalla psicologa del centro regionale, Maria Furriolo. È stato realizzato a costo zero grazie al contributo di un gruppo di commercianti e di Adgraphisart/ADG Edizioni di Soverato. Con i proventi, i pazienti si autofinanzieranno.

Il centro regionale fibrosi cistica, ubicato presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, al momento ha in cura circa 140 pazienti (bambini e adulti). Il centro di Lamezia Terme, come centro autonomo è stato aperto circa un anno e mezzo fa (prima la patologia veniva seguita presso il reparto di pediatria dell’ospedale di Soverato). Grazie alla dedizione e alla competenza del personale multidisciplinare, il centro ha ottenuto l’importante certificazione di qualità ISO 9001 e ha visto aumentare il numero di pazienti in cura, rientrati dalle altre regioni, contrastando, quindi, l’annosa questione dell’emigrazione sanitaria.

La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa, solo nel nostro Paese conta oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani in grado di trasmettere la malattia ai propri figli. Questa malattia colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire. Purtroppo non esiste ancora una cura definitiva, ma i progressi della ricerca fanno sperare confermando l’importanza di finanziarla.

Tu doni, io respiro: anche nel catanzarese raccolta fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica

ciclamini fc_manifesto 2015CATANZARO – “Tu doni, io respiro”, questo lo slogan della XIII campagna per la ricerca sulla fibrosi cistica. Anche nel catanzarese oggi è partita la raccolta fondi: fino al 25 ottobre, ogni fine settimana, i volontari della Delegazione di Soverato della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus, offriranno i ciclamini a sostegno della ricerca. I ricavati saranno interamente devoluti alla Fondazione, in particolare al progetto di ricerca n. 21/2014 adottato dalla Delegazione di Soverato. Gli appassionati di ciclismo, invece, possono prendere il libro ‘Bike Tour’ e avere la possibilità di vincere una bicicletta da corsa high tech firmata dal pluricampione italiano Max Lelli. Intanto, sui social è stato lanciato l’hashtag #iociclamino: chi prende un ciclamino, può indossarlo, esporlo, fotografarlo e condividerlo su Facebook e Instagram. Per moltiplicare la speranza di una cura definitiva che, grazie alla ricerca, può diventare realtà.

Domani i volontari saranno presenti a: Catanzaro (Sagrato S. Massimiliano, loc Barone) e Catanzaro Lido (Sagrato Sacro Cuore, Piazza Garibaldi, Lungomare); Monterosso Calabro (Piazza Luigi Razza); Cenadi (Parrocchia San Giovanni Battista); Olivadi (Parrocchia Santa Maria delle Grazie); Pentone (Piazza Mons. V. Tarantino). Fino al 25 ottobre, i ciclamini sono disponibili presso Calzoleria ANITA Sestito (Via Sant’Antonio, Chiaravalle Centrale).

Chi acquista il libro ‘Bike Tour. Pedalando per la ricerca’, può partecipare all’estrazione di Brigante, bicicletta da corsa high tech firmata Max Lelli, accessoriata con telaio in carbonio, gruppo completo Shimano Ultegra 11v, manubrio e reggisella carbonio FSA, ruote T42 Vision, copertoni Continental, sella Prologo. Il ricavato sarà interamente devoluto al progetto di ricerca clinica FFC 27/2014. Il libro racconta il giro in bici fatto in Italia da Davide Cassani, Fabrizio Macchi, Massimiliano Lelli, Matteo Marzotto e Iader Fabbri, proprio per sostenere la ricerca e far conoscere la malattia genetica grave più diffusa. Il giro ha toccato anche la Calabria. Quest’anno si replica dal 9 al 13 ottobre, da Trieste a Genova.

La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa, solo nel nostro Paese conta oltre 2 milioni e mezzo di portatori sani in grado di trasmettere la malattia ai propri figli. Questa malattia colpisce un neonato su 2500: ogni settimana quattro bambini si scoprono essere affetti da questa malattia per la quale non esiste una cura definitiva. La loro vita sarà segnata da difficoltà a respirare, continui ricoveri in ospedale, aerosol, fisioterapia respiratoria quotidiana, pillole ingerite per digerire: la ricerca è importante per migliorare la qualità e le aspettative di vita e trovare una cura definitiva. Negli anni Sessanta i bambini non superavano l’infanzia, oggi i bambini affetti dalla fibrosi cistica hanno un’aspettativa media di vita fino ai 40 anni e oltre: la ricerca deve andare avanti.

Per maggiori informazioni www.fibrosicisticaricerca.it