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Maria Bruno resta al timone della Filcams Cgil Cosenza

COSENZA – Maria Bruno resta al timone della Filcams Cgil di Cosenza consapevole delle difficoltà sul tappeto, ma anche del lavoro svolto dalla categoria e delle preziose indicazioni emerse durante il congresso che ha portato alla sua rielezione. Un congresso aperto dalla relazione della stessa Bruno e chiuso dagli interventi di Luigi Scarnati, segretario della Filcams Cgil Calabria, e di Andrea Righi, segretario nazionale della Filcams Cgil. Tra la relazione e le conclusioni, un dibattito a più voci al quale hanno dato il loro contributo Giovanni Donato, segretario della Cgil di Cosenza, i rappresentanti degli altri sindacati e delle organizzazioni datoriali Confesercenti e Confcommercio. Senza dimenticare le riflessioni dei delegati che vivono quotidianamente le problematiche sui luoghi di lavoro.

Il confronto ha spaziato dall’azione della Filcams Cgil, orientata a favorire la crescita e la tutela dei diritti, all’analisi dei problemi che la crisi aggrava di giorno in giorno. Problemi che riguardano tutti i comparti del terziario, settore caratterizzato da una significativa riduzione delle ore di lavoro, dall’incremento esponenziale di licenziamenti e mobilità, dall’estensione delle forme precarie di assunzione, soprattutto tra i giovani, dall’aumento dei lavoratori che, a causa delle dimensioni delle proprie imprese, sfuggono alla possibilità di intervento di tutela collettiva del sindacato. In particolare,  ha sottolineato Maria Bruno, “dopo la fuga dei grandi gruppi commerciali, gli imprenditori locali si sono fatti in avanti per imporre condizioni impossibili. Per non parlare dell’industria turistica che ha conosciuto le sue stagioni peggiori”. La spending review, infine, “ha sferrato un colpo drammatico ai servizi di pulizia e di vigilanza in appalto”. Emblematica è la vertenza dei 1300 ex Lsu calabresi addetti alle pulizia delle scuole che rischiano il posto di lavoro.

“La natura della crisi del terziario impone, per invertire la tendenza, che vengano assunti degli obiettivi sia qualitativi sia quantitativi e una ridefinizione dei modelli che hanno caratterizzato lo sviluppo del settore negli ultimi anni – ha concluso Maria Bruno -. Bisogna partire dalla volontà, da parte di tutti i soggetti coinvolti, di costruire un terziario contrattato e di qualità, basato su percorsi di lavoro stabili e sostenibili”.