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Incontro su filosofia e scienza al Museo dei Brettii

COSENZA – Mercoledì 12 novembre alle ore 16 presso il Museo dei Brettii e degli Enotri il prof. Francesco Coniglione, Presidente Nazionale della Società Filosofica Italiana, ordinario di Storia della Filosofia nell’Università di Catania e coordinatore della ricerca europea MIRRORS (Monitoring Ideas Regarding Research Organization and Reasons in Science) parlerà di “Una nuova alleanza fra filosofia e scienza”. L’evento, voluto dalla Sezione Universitaria Calabrese della SFI, si svolge nell’ambito delle iniziative programmate dal Dipartimento LISE dell’Unical in collaborazione con Comune di Cosenza e Fondazione Giuliani.

Fare filosofia nelle scuole? Due giorni di formazione a Borgia

Un momento della due giorni

BORGIA (CZ) – Due giornate di formazione sul “fare filosofia” nelle scuole del primo ciclo, si sono tenute a Borgia venerdì e sabato. «È stato il prof. Livio Rossetti – si legge nel comunicato –  uno dei massimi studiosi del pensiero filosofico antico, oltre che tra i primi promotori in Italia della filosofia con i bambini, a spiegare in maniera chiara e inconfutabile cosa significhi “fare filosofia” nelle scuole. Fare filosofia con i bambini. Non “per” i bambini, ma “con”. Imparare, insieme a loro,  a pensare: a partire dalle domande più dirette e immediate, dalla forza vitale dell’immaginazione infantile, dai colori, dalle forme, dalle parole che nessuna “grammatica” potrà mai “regolare”, riducendone l’innata potenza creativa. Incontrare, sulla via di questa straordinaria avventura, l’entusiasmo di tante maestre e di tantissimi bambini, felici di sentirsi finalmente ascoltati, liberi di esprimersi, di ridere, di esternare i loro pensieri e le loro emozioni, anche quelle apparentemente più sciocche e superficiali. Insegnare loro ad ascoltarsi, a riflettere sui propri sentimenti, a dare importanza e spazio ai loro pensieri. Riscoprire, attraverso questo esercizio di libertà, l’utopia nascosta nella verità socratica, l’anima più affascinante  imperitura della parola “filosofia”. Riscoprirne l’attualità, l’importanza, il valore – in un mondo e in un tempo in cui tutto sembra disperatamente volgere all’utile, al tecnico, al materiale. E dove, in tutto, si apre un disperato vuoto di senso capace di inghiottire, in un attimo, le disperanti illusioni con cui tentiamo di salvare il vuoto che ci abita e che ci circonda».

«A Borgia, venerdì e sabato scorso – prosegue la nota –  due intensissime sessioni di lavoro hanno coinvolto, su questo tema, più di un centinaio di insegnanti, provenienti dalla suola dell’infanzia, dalla primaria e dalla secondaria di primo grado. Insegnanti che sono venuti a Borgia da diverse scuole di Catanzaro e della provincia, mettendo in rilievo quella che è la straordinaria avventura didattica e umana che da anni ormai vede protagonista l’Istituto Comprensivo Sabatini, retto dalla Dirigente Rosa Procopio. La parte centrale della rivista nazionale “Amica Sofia”, è stata dedicata tra l’altro, nell’ultimo numero, proprio all’esperienza maturata nelle diverse scuole e plessi del Comprensivo di Borgia, e molto significativa è stata in tal senso la presenza e la testimonianza del sindaco di Caraffa, che non ha fatto mancare il suo sostegno concreto all’iniziativa.

Due sessioni condotte in maniera innovativa, di carattere laboratoriale, che non hanno per nulla rischiato di annoiare o lasciar indifferenti i presenti, direttamente coinvolti in momenti di vera e propria condivisione del proprio vissuto umano e professionale. Esempi concreti di una pratica filosofica condotta con gli stessi docenti, di cui la dott.ssa Laura Candiotto dell’Università di Venezia ha chiarito l’eccezionale portata “rivoluzionaria” nel contesto educativo, commentando e seguendo alcune sequenze del film “Diario di un maestro” di Vittorio De Seta. Così come il prof. Domenico Russo, che nel pomeriggio di venerdì ha “costretto” tutti gli insegnanti presenti a mettersi in gioco, costruendo su di sé un “corpo web” e interrogandosi a partire da ciò sulla reale capacità, di noi adulti, di comprendere gli adolescenti e di dialogare con loro. Straordinaria è stata, in tal senso, la testimonianza delle ragazze di terza media che hanno saputo raccontare in maniera personale e diretta quella che è stata l’esperienza laboratoriale condotta nella secondaria di Borgia dal prof. Massimo Iiritano. Non è mancato poi il contributo delle due Università calabresi, quella di Catanzaro e quella di Cosenza, che nella testimonianza sincera di Tullio Barni e Roberto Bondì hanno dimostrato un reale interesse ad essere parte attiva di questo percorso. Così come ha fatto nel suo appassionante e preciso intervento la Dirigente del Liceo Classico di Catanzaro, Elena De Filippis, da sempre attenta a quella che è la funzione civile ed esistenziale della filosofia, soprattutto per quanto riguarda la crescita umana e morale delle giovani generazioni».

A Roccella Jonica “Del comune”, Scuola estiva di filosofia 2013

ROCCELLA JONICA (RC) – L’Associazione Culturale Scholé, in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, il Centro per la Filosofia Italiana di Roma, e con il patrocinio dei Comuni di Roccella Jonica, Caulonia e Placanica, organizza la quarta edizione della Scuola Estiva di Alta Formazione in Filosofia “Giorgio ColliDel comune, che si svolgerà dal 24 al 28 luglio prossimo. La Scuola Estiva di Alta Formazione ha come finalità quella di concorrere alla formazione scientifica e culturale di giovani studiosi, ricercatori e cultori della materia interessati all’approfondimento di tematiche riguardanti la filosofia politica contemporanea, per questo motivo la partecipazione ai singoli incontri è gratuita ed è consentita a tutti.

Quest’anno, il tema su cui verteranno gli incontri, riguardano il concetto di “comune”, con le sue sfaccettature teoriche e politiche lette da una prospettiva multidisciplinare.

Come è stato per gli anni precedenti, la maggior parte degli incontri si terranno nel salone dell’ex Convento dei Minimi della cittadina jonica, ma sarà coinvolto anche il lungomare roccellese, la via Marina a Caulonia e a Placanica il Convento dei padri Domenicani.

Il primo appuntamento è per giorno 24 all’ex Convento dei Minimi, dove ad inaugurare i lavori ci sarà il direttore della Scuola, Giuseppe Cantarano e vi prenderanno parte Teresa Serra, presidente del Centro per la filosofia italiana, e Raffaele Perrelli, direttore del Dipartimento di studi umanistici dell’Università della Calabria. A seguire, il filosofo dell’Università di Torino Gianni Vattimo terrà la lezione magistrale dal titolo Il bene e i beni. La giornata proseguirà con la lezione pomeridiana della giornalista e saggista Ida Dominijanni che parlerà sulle Ferite del comune e con il dibattito serale sul lungomare di Roccella il cui titolo è Della Costituzione.

La mattina del 25 luglio, all’ex Convento dei Minimi, sarà la volta del seminario Del comune sapere, coordinato dal giurista dell’Università di Torino Ugo Mattei e riservato a giovani studiosi e cultori della materia. Durante la seduta pomeridiana, sarà di nuovo protagonista Gianni Vattimo in un dialogo sui Fini della filosofia. In serata la Scuola si sposterà sul lungomare di Caulonia dove ci si confronterà sulla teoria politica dei Beni comuni.

Il 26 luglio, durante la mattina vi sarà la lezione magistrale di Ugo Mattei che presenterà una sorta di percorso Dalle contro riforme alla costituente per i beni comuni. Fra la cronaca e la storia della nostra Italia. Nel pomeriggio, a fare da scenario il convento Domenicani di Placanica, dove si discuterà di Pensieri mediterranei nell’ambito di un forum in onore di Mario Alcaro.

Il giorno successivo, il 27 luglio, si tornerà a Roccella per la lezione dello storico dell’Università “La Sapienza” di Roma Piero Bevilacqua, che riguarderà Il pensiero ecologico e i beni comuni. La sera, invece, sarà la volta dell’incontro su Mondialità e globalizzazione, sul lungomare della città sede della manifestazione.

Chiuderà la rassegna la lezione magistrale dell’economista Bruno Amoroso, professore emerito dell’Università di Roskilde in Danimarca e docente dell’ateneo di Hanoi in Vietnam, che argomenterà su Il comune tra antropologia e storia. Per la ricostruzione del bene comune. Il ritrovo serale dell’ultima giornata della rassegna è fissato sempre sul lungomare di Roccella per il gran finale con la cena sociale.

Come ogni anno, l’associazione Culturale Scholé attribuirà un minimo di 5 borse di studio suddivise in due tipologie, destinate a favorire la frequenza della Scuola Estiva a studenti universitari e laureati residenti in località distanti più di 60 km dalla sede del corso. La borsa di studio copre le spese di vitto (dal pranzo del 24 luglio alla colazione del 29 luglio) e alloggio (pernottamento dalla sera del 24 alla mattina del 29 luglio) in Bed and Breakfast.

Per maggiori informazioni sul bando e la modalità di partecipazione, si rimanda al link: Bando borse di studio

 

Valentina Raffa

Al via la 1° edizione della Scuola di Alta Formazione in Studi Filosofici “Domenico Scoleri”

Da sinistra a destra: Annamaria Anselmo, Angela Cimato, Giuseppe Gembillo, Giuseppe Giordano, Emanuela Ientile, Giuseppe Varacalli

GERACE (RC) – Al via la prima edizione della Scuola di Alta Formazione in Studi Filosofici “Domenico Scoleri”, promossa dal Comune di Gerace, dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, dal Centro Studi di Filosofia della Complessità “Edgar Morin”, dall’Università degli Studi di Messina e dal Club UNESCO di Gerace, e inserita nell’ambito del programma di eventi CulturAutunno (17-22 novembre).

Rivolta a docenti, ricercatori, studenti e cultori della materia, la Scuola si articolerà in tre diverse giornate – 20, 21 e 22 novembre – attraverso un Seminario di Studi dal titolo “Benedetto Croce 60 anni dopo”, con lo scopo congiunto di rendere omaggio al grande filosofo abruzzese e di incentivare l’alta formazione anche nei centri distanti dalle sedi universitarie.

A precedere l’inizio dei lavori, il saluto istituzionale del Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, che ha voluto ringraziare gli illustri cattedratici che terranno il seminario – i professori Annamaria Anselmo, Angela Cimato, Giuseppe Gembillo e Giuseppe Giordano, tutti dell’Università di Messina, e il professor Ernesto Paolozzi, dell’Università di Napoli – oltre al Club Unesco di Gerace, in particolar modo la presidente Emanuela Ientile e la responsabile della comunicazione Katia Maddaloni, vere anime della Scuola.

A prendere la parola in rappresentanza della famiglia Scoleri, la nipote Monica che ha ringraziato sentitamente gli organizzatori per l’idea di intitolare allo zio la Scuola, augurandosi che attraverso l’approfondimento dell’opera e delle riflessioni dello stesso, la Scuola di Alta Formazione in studi filosofici conferisca ulteriore slancio alla diffusione della cultura geracese.

Un puntuale e avvincente elogio dell’opera e del pensiero scoleriano a cura della professoressa Cimato ha quindi segnato l’apertura della fase più propriamente accademica dei lavori. Assolutamente fondato l’accostamento tra Scoleri e Croce, del cui pensiero e della cui opera il filosofo geracese si occupò accuratamente, in particolare nelle pagine di Libertà e moralità nella filosofia di Benedetto Croce (1944). Su “Benedetto Croce e il linguaggio” si è concentrato il trascinante intervento a cura del professor Gembillo, cui è peraltro seguito un partecipato dibattito in sala che, partendo da Croce, ha spaziato dalla storia della filosofia all’economia e all’attualità politica e sociale.

Il pomeriggio si è quindi chiuso con l’eco delle splendide parole dell’“Omaggio a Gerace” della poetessa Maria Eleonora Zangara, mentre fino a giovedì 22, sempre presso il Museo Civico di Gerace, sarà possibile ammirare l’esposizione di volumi tematici della collana “Sophia” a cura di Franco Pancallo Editore.

 

 

 

 

 

Bernardino Telesio, il primo sistema naturalistico.

Bernadino Telesio è stato un filosofo e naturalista italiano, originario di Cosenza, dove nasce nel 1500. A seguito dello zio umanista e letterato Antonio, all’età di diciotto anni, si trasferisce dapprima a Milano e poi a Roma fino al 1527, passando per Venezia che lo vede come insegnante. Successivamente Bernardino si trasferisce a Padova nella cui università studia filosofia, matematica, astronomia e ottica fino al 1535, anno in cui consegue il dottorato. Nell’università di Padova, Telesio viene in contatto con quelle che erano le teorie averroiste ed alessandrine sull’interpretazione di Aristotele e proprio in questo ambiente di contrasti Bernardino svilupperà la sua critica alla fisica aristotelica elaborando quello che sarà il più grande interesse della sua vita: lo studio della natura. Godendo del favore di papi come Clemente VII e Gregorio XIII e grazie all’amicizia ed alla protezione del Duca di Nocera, Alfonso Carafa, Bernardino, suo ospite per lunghi periodi, riesce a comporre la sua maggiore opera tra il 1544-1552, il “De rerum natura iuxta propria principia” (Intorno alla natura delle cose secondo i propri principi). Tra i numerosi viaggi compiuti, Telesio nel 1553 torna a Cosenza dove prende in moglie un vedova, Diana Sersale il quale, oltre ai due che già possedeva, morì lasciando a Bernardino altri quattro figli. Negli anni successivi, a cavallo tra il ’55 e il ’59, nonostante la precarietà della sua situazione, Bernardino rifiuta la nomina, offertagli da papa Paolo IV, di arcivescovo di Cosenza in favore del fratello Tommaso. Nel 1565 vengono pubblicati i primi due libri della sua opera. Nonostante il conforto di una fama sempre crescente, l’ultimo decennio della sua vita venne sconvolto dalla morte, o assassinio, del suo primogenito Prospero nel 1576. Telesio non lascerà mai più Cosenza, dedicandosi ai suoi studi filosofico-scientifici fino alla sua morte, avvenuta nel 1588, due anni dopo la pubblicazione ultima dei nove libri del “De rerum natura”.

PENSIERO

Telesio, ha un concetto materialistico dell’uomo e della natura. Egli avanza l’idea che la conoscenza della natura debba basarsi sullo studio di principi naturali, iuxta propria principia quindi, abbandonando ogni considerazione metafisica. La filosofia di Telesio si sviluppa dalla critica dei fondamenti della fisica aristotelica basata su un metodo dove principi universali astratti come sostanza, forma e materia pretendono di spiegare fatti concreti che rimandano piuttosto ad un intervento dei sensi che li percepiscono. In più, osserva Telesio, Aristotele introduce spiegazioni metafisiche come il “motore immobile” per spiegare fenomeni fisici. La natura spiega Telesio, invece va studiata adoperando principi che abbiano la stessa consistenza materiale della natura e che siano da noi appresi tramite i sensi.

I principi sono tre:

 Due forze agenti il caldo, dilatante, e il freddo, condensante, che emanano dai corpi ma che non hanno di per sé una consistenza corporea anche se possono inserirsi nei corpi più compatti.

 Un sostrato corporeo, la materia, che permette a quelle forze di esplicarsi realmente dando così ragione del mutamento delle cose.

Contrariamente ad Aristotele che sosteneva che «quidquid movetur ab alio movetur», cioè che ogni cosa in movimento è mossa da un altro corpo in movimento, Telesio ritiene che il movimento sia un principio inerente al calore per cui in natura si muove tutto ciò che è caldo. Non esiste dunque un motore immobile poiché ogni corpo naturale è in grado di muovere se stesso. Un’altra caratteristica del calore e del freddo è la sensibilità che appartiene ad entrambi in quanto questi due principi avvertono la presenza l’uno dell’altro e quindi si contrastano tra loro e cercano di reciprocamente di evitarsi. Il calore è sensibilità e quindi vita; ogni corpo che possegga una minima quantità di calore è animato. A differenza dei corpi inorganici, in quelli organici è presente un’anima, chiamata da Telesio spiritus, concepita come una materia sottilissima che riempie di sé ogni parte dei corpi viventi e che è destinata a morire assieme al corpo.

«[..]è la stessa sostanza che nell’uomo sente e ragiona; la sostanza che ragiona non è affatto diversa da quella che sente.»

Altrettanto materiale è l’intelligenza che appartiene nella sua corporeità non solo all’uomo ma a tutti gli esseri viventi. Essa non è altro che il deposito nella memoria delle percezioni immediate avute in passato. È in base a questi ricordi sbiaditi delle percezioni passate che siamo in grado di riconoscere un corpo anche in assenza di sensazioni attuali.

Continua la lettura di Bernardino Telesio, il primo sistema naturalistico.