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Chiusura col botto per il “Festival Leggere&Scrivere”, oltre trentamila i partecipanti

VIBO VALENTIA – Voglia di crescere. È più che un intento, è un obiettivo da perseguire mettendosi subito al lavoro. Si respira entusiasmo tra le sale di palazzo Gagliardi, in conclusione della sesta edizione del Festival Leggere&Scrivere. Innanzitutto, la parola ai numeri. Sei giorni, oltre 200 dibattiti per un totale di 250 ospiti. Un programma che ha spaziato tra musica, letteratura, scienza, attualità e che ha visto la partecipazione di 30.000 persone. Molti i sold-out: dall’incontro con il presidente del Senato Pietro Grasso alla serata con Morgan. Successo anche per le lectio magistralis di Carlo Freccero e del filosofo Gianni Vattimo. Stesso discorso per Lirio Abbate, Luciano Violante, Leo Gullotta, Franco Arminio, Don Backy, Marina Ripa di Meana, a testimonianza di un festival che ogni anno dimostra di essere poliedrico e di venire incontro a gusti diversificati. Da menzionare l’incontro con un manager delle cultura del calibro di Francesco Micheli, creatore di Fastweb: una presenza, attraverso la quale il Festival ha sottolineato l’attenzione sui temi della promozione delle cultura e, con essa, del marketing del territorio. Nella stessa ottica vanno letti la presenza di Paolo Verri, presidente della Fondazione Matera 2019 e il confronto di Leggere&Scrivere con PordenoneLegge, il Libro Possibile di Polignano a Mare, Giffoni Film Festival. Al festival il pubblico vuole conoscere gli autori, parlare con loro, ma, soprattutto, leggere i loro libri. Successo di vendite, dunque, si è registrato anche al bookshop di palazzo Gagliardi. Tra i libri più venduti si segnalano: Storie di sangue, amici e fantasmi (Feltrinelli) di Pietro Grasso, Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere) di Franco Arminio, La lista. Il ricatto della Repubblica di Massimo Carminati (Rizzoli) di Lirio Abbate.  Buon esito anche per La jihad delle donne (Salerno editore) di Luciana Capretti e Cattivi maestri. La sfida educativa alla pedagogia mafiosa (Edb) di don Giacomo Panizza. Il Festival Leggere&Scrivere è stato, naturalmente, libri, ma anche sapori, arte e musica. Il cibo è cultura: lo ha dimostrato l’alta partecipazione alle degustazioni di sapori locali, a cura dell’Accademia Italiana della Cucina di Vibo Valentia e della Confindustria cittadina. «Per la sesta edizione abbiamo cercato di rappresentare sia delle personali – afferma soddisfatto Antonio La Gamba, curatore delle mostre d’arte presentate al Festival nonché autore del manifesto di questa edizione – come quella di Pino Pontoriero con la Cannistrà che l’orafo Pietro Topia e gli artisti della Bottega Limen, inoltre la videoinstallazione Filicudi e la partecipazione di 70 artisti internazionali nell’opera Inferno e Paradiso, coordinati dall’argentina Maya Lopez Muro». «Personalmente – spiega La Gamba – ho presentato in anteprima la Stele dell’identità e dell’amicizia che verrà donata al Comune di Norcia. La grande affluenza dei visitatori che ha ammirato le opere ci fa ben sperare per le prossime edizioni». Dall’arte alla musica classica. Chiesa di San Michele gremita per le tre serate di concerti in ricordo della violinista vibonese Greta Medini: tre appuntamenti di grande pathos ed emozioni, attraverso i quali si è affermata la volontà di far uscire il Festival dalla tradizionale sede di palazzo Gagliardi per coinvolgere altri luoghi della città. Il Festival ama i giovanissimi; un amore ricambiato: oltre 1000 tra bambini e ragazzi, dalla scuola materna alla media, sono stati coinvolti nelle iniziative ludiche a palazzo Gagliardi e presso la roulotte “Libertina”, ideata da Giovanni Lauritano. «Pensare ai più piccoli è stata anche quest’anno una priorità: lettura ad alta voce, laboratori creativi, merende e tante altre iniziative hanno rappresentato una straordinaria occasione per dare libero sfogo alla creatività, alla voglia di giocare e divertirsi» sottolineano le responsabili dello Spazio Bimbi Katia Rosi e Antonella Furci. 

Tempo, dunque, di bilanci. «Il bilancio è più che positivo – afferma Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese e anima del Festival Leggere&Scrivere. «Il pubblico ha premiato anche in questa edizione una formula che offre un ventaglio di appuntamenti per ogni fascia di età, l’obiettivo è fare un festival sempre più ricco di proposte». «Come ogni anno nei giorni del festival Vibo Valentia si trasforma in una piccola capitale delle cultura» puntualizza Gilberto Floriani insieme a Maria Teresa Marzano. «Siamo pronti a metterci al lavoro per crescere ancora di più: ci spinge l’attenzione con cui ci ha seguito il pubblico». Floriani ribadisce: «Il festival è un patrimonio di Vibo, dei vibonesi, di tutto il territorio: l’auspicio che, anche grazie a una sempre maggiore attenzione dei media locali in futuro, si sviluppi questa consapevolezza di un bene comune, che ognuno, a seconda del proprio ruolo, deve contribuire a far crescere». Floriani conclude: «L’edizione 2017 ha visto crescere anche l’attenzione dei media nazionali; un segnale che ci spinge a continuare su una direzione ben precisa: mantenere l’identità vibonese e calabrese, ma nello stesso tempo allargare gli orizzonti e diventare una realtà ben posizionata anche nel panorama culturale italiano. Noi siamo pronti per questa sfida e da domani ci metteremo al lavoro».

Al “Leggere&Scrivere” si parla di fundraising, progetti condivisi per investire sulla cultura

VIBO VALENTIA – Sostegno economico alla cultura, costruzione di un percorso condiviso con la comunità e la cittadinanza, maggiore attrattività del territorio. Questi i punti salienti dell’incontro tenuto oggi a palazzo Gagliardi, nell’ambito dell’ultima giornata del Festival Leggere&Scrivere 2017, con Massimo Cohen Cagli, direttore della Scuola di fundraising di Roma; Donatella Romeo, segretario generale della Camera di Commercio di Vibo Valentia e il presidente di Confindustria Vibo, Anselmo Pungitore. Padrone di casa è stato il direttore del festival Gilberto Floriani, qui in veste di direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese. La discussione è stata introdotta da Floriani, che ha affermato: «Abbiamo lanciato in queste settimane l’iniziativa Bibliocard – con il quale si potrà diventare donatori del Sistema Bibliotecario Vibonese e sostenere servizi e progetti vari, tra cui la biblioteca itinerante – per creare uno vero e proprio patto di reciproco scambio con i cittadini di Vibo. L’iniziativa è all’avanguardia per la Calabria, ma si inserisce in quel rapporto tra economia, comunità e cultura che oggi è uno dei grandi temi in Italia». Illustrando il concetto di fundraising, Cohen Cagli ha spiegato: «Non significa semplicemente raccogliere soldi, ma reperire risorse finanziarie attraverso la promozione e la sponsorizzazione. La storia del fundraising ha radici profonde. Nasce nel 1200, in corrispondenza della creazione dei Comuni, quando le Misericordie creano gli ospedali. Il tema centrale è infatti garantire risorse per produrre benessere. Da qui la grande sfida: accrescere la conoscenza attraverso educazione civica e responsabilità sociale. E in questa prospettiva il certosino lavoro promosso dal Sistema Bibliotecario Vibonese è un’esperienza pilota per il Sud». Il presidente di Confindustria Anselmo Pingitore ha puntato il dito sulla redditività: «Come imprenditori noi siamo attenti agli investimenti, al rapporto costi-ricavi. Il connubio impresa e cultura non può prescindere da questo aspetto. Occorre, tuttavia, creare responsabilità sociale nel mondo delle imprese, dobbiamo avviarci su questo percorso». «La settimana che stiamo vivendo a Vibo – ha affermato Donatella Romeo, della Camera di Commercio vibonese – grazie al Festival Leggere&Scrivere è un miracolo. Un viaggio nella cultura per la città e per la Calabria. E pensare che i fondi per la cultura e per i servizi sociali, soprattutto in tempi di crisi, sono i primi a essere tagliati». Romeo ha poi fornito alcuni dati interessanti: «La cultura vale il 5,5% dell’economia nazionale e un milione di occupati, in Calabria conta il 7,3% del Pil e 25mila occupati. Dall’industria culturale alle arti visive bisogna ripensare complessivamente il settore guardando ai nativi digitali e ai nuovi spazi occupazionali che hanno grandi margini di redditività. Per questo, con il direttore Floriani, abbiamo intenzione per la prossima edizione di portare alcuni eventi del Festival all’interno della nostra sede, l’antico convento Valentianum».